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Autore: Anonima Italiana    29/12/2018    5 recensioni
La mia versione della storia di Ade e Persefone, una storia dark con molti momenti di luce.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Demetra, Persefone, Zeus
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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- Lady Persefone, Lord Ade chiede immediatamente di voi!-

In quel momento la Regina degli Inferi era occupata a dare da mangiare a  Cerbero, lanciandogli pezzi di carne che aveva dato ordine di conservare apposta per lui. Era un compito che cercava di svolgere sempre personalmente, e non solo per la  quasi totale assenza di anime disposte a compierlo; Persefone si era davvero molto affezionata a quello stravagante enorme mastino che terrorizzava tutti solo col proprio nome, e che invece con lei diventava docile come un cagnetto terrestre. Ultimamente, era uno dei pochi momenti di svago delle sue giornate.

Quel primo periodo del suo matrimonio era stato bello ma duro. La giovane aveva preso da subito molto sul serio il suo essere una Regina, e aveva chiesto al marito di mostrarle tutto il suo regno, anche i luoghi più oscuri e pieni di dolore. Rispetto a quanto visto finora, era stata una cosa molto dura da sopportare: vedere le anime urlanti di dolore accalcarsi per essere trasportate sulla barca di Caronte, vedere le anime dei morti non seppelliti correttamente con la moneta d’oro per pagare il barcaiolo infernale rifiutate e costrette a vagare senza pace nell’Averno, indipendentemente da come si erano comportati in vita, scontando una colpa non loro; sentire i pianti, i gemiti, le urla, le suppliche, vedere pene terribili ed eterne anche se meritate…era stato un percorso davvero molto faticoso sia a livello fisico che a livello emotivo. Per la sua natura gentile e amorevole Persefone aveva cercato in molti casi di vedere se era possibile mitigare tutte queste sofferenze, ma era stata redarguita severamente  da Ade che le aveva intimato di non cercare di cambiare il corso delle cose.

- Vi sono regole millenarie da rispettare, che spesso non dipendono nemmeno dagli dei. Il giudizio eterno le anime se lo guadagnano a seconda del comportamento che hanno avuto durante la loro vita, la pietà non c’entra nulla con queste cose, e non spetta né ai giudici infernali e nemmeno a me.
Alcune sentenze possono essere mitigate, entro breve tempo, per questo devo ogni giorno supervisionare il lavoro dei giudici, ma per il resto tutto deve scorrere come è sempre stato, altrimenti si andrebbero ad alterare gli equilibri in ognuno dei tre regni, con conseguenze devastanti innanzitutto per i mortali. Anche tua madre conosce molto bene queste cose.-

Persefone aveva sospirato dentro di sé: era dura accettare tutto ciò ma si sarebbe impegnata a farlo, come ogni buona regina. E chissà che in alcuni casi non potesse comunque riuscire a mitigare la sorte di qualcuno…

Intanto, per fortuna, c’erano le notti e i momenti che i due sposi trascorrevano assieme. Con il passare dei giorni la giovane Dea della primavera aveva scoperto che fare l’amore col marito che amava le arrecava una gioia immensa, finora mai provata: si sentiva completa, felice, amata. Le piaceva anche la sensazione di potere che le dava percepire il piacere che lei dava a lui, la sensazione di completamento e di appagamento che sentiva. Aveva scoperto cose che mai avrebbe neppure immaginato esistessero, e che dubitava avrebbe conosciuto se fosse rimasta con sua madre e avesse intrapreso la strada da lei decisa.
E tutto questo aveva aumentato la sicurezza che provava nel ricoprire il suo ruolo.
 
Quel giorno appunto, quando Acasta era venuta a chiamarla, Persefone aveva lasciato Cerbero e si era incamminata verso la sala del trono.

- Mio marito ti ha detto per caso il motivo di questa chiamata così urgente?-
- No mia signora, ma ho visto che era appena arrivato Ermes, il messaggero. Che, se mi consentite, aveva un’aria piuttosto preoccupata- 

Oddio, e che cosa poteva essere successo di nuovo? Forse…qualcosa che riguardasse sua madre?
 
Quando Persefone entrò nella sala del trono, al messaggero degli dei non sfuggì l’abbozzo di sorriso sul volto di Ade nel vedere entrare la sua sposa, la premura con cui, appena avvicinatasi al trono, le prese la mano baciandogliela e lo sguardo che intercorse tra la coppia nel momento in cui rialzò la testa lasciandole andare la mano. Neanche Eros avrebbe saputo fare di meglio con le sue frecce, pensò Ermes.

- Buongiorno, Regina degli Inferi- fece, inchinandosi-

- Buongiorno a te, Ermes. A cosa dobbiamo l’onore della tua visita?- rispose la Regina sedendosi sul trono che era stato costruito per lei a fianco a quello di suo marito.

- Mia cara, mentre ti aspettavamo Ermes mi accennava a qualcosa di serio che sta accadendo tra i mortali…- le spiegò Ade, invitando poi con lo sguardo Ermes a continuare.

-Purtroppo è così, la situazione non è neanche seria, è proprio tragica- fece Ermes, e muovendo una mano evocò una visione del mondo terreno: neve e ghiaccio ovunque, tempeste di neve perenni, cadaveri di umani e animali congelati, urla di dolore e suppliche a ogni dio esistente di altri umani, debolissimi, malati, senza nulla da mangiare perché (come spiegò Ermes) con freddo e gelo ovunque non cresceva più nulla e quindi era impossibile trovare cibo.

- E noi cosa c’entriamo con tutto ciò?- chiese Ade, che aveva pensato che qualcosa doveva essere successo nel mondo di sopra, notando un aumento esponenziale delle anime che arrivavano nell’Averno ogni giorno.

- Direttamente nulla, ma la colpa di quanto avete visto è di Demetra. Da quando ha scoperto del vostro matrimonio e Zeus le ha spiegato che non può più fare nulla per far tornare a casa  sua figlia, ha giurato vendetta e non solo ha completamente abdicato a qualsiasi suo dovere, ma ha scatenato gelo e tempeste assicurando che tutto ciò continuerà finchè sua figlia non le verrà restituita.-

Persefone sussultò: come poteva sua madre arrivare a tal punto, colpire persone innocenti, solo per riavere lei? Le era sempre stato insegnato che da un grande potere deriva una grande responsabilità, e che gli dei devono innanzitutto utilizzare i loro poteri per aiutare e migliorare le condizioni di vita  degli umani che dipendono da loro. Come poteva venire meno proprio a questo importante insegnamento? La giovane Regina si sentì in colpa: certamente sua madre non avrebbe accettato alcun invito al suo matrimonio, ma Persefone dal canto suo da quando era arrivati negli Inferi non aveva nemmeno provato a contattarla per dirle dove era, spiegarle cosa era successo e informarla della decisione presa in totale libertà. E ora, queste erano le conseguenze della sua incuranza, distratta com’era dalle gioie della nuova vita matrimoniale.
Ade invece non sembrava farsi particolari problemi nei riguardi della suocera.
 
- Dì pure a Zeus di riferire a Demetra che deve rassegnarsi: Persefone è mia moglie ora, e Regina degli Inferi, e come tale rimarrà qui con me, come avviene per qualunque coppia, divina o mortale che sia. Sua figlia potrà andare a trovarla, non è una prigioniera ma la padrona qui, e se finora non le è ancora venuto in mente di farlo, si interroghi Demetra sul fatto che magari non sia proprio colpa  sua…- disse Ade stizzito, con un tono che non ammetteva replica. 
Ermes non ne fu affatto intimorito.
 
- Divino Ade, queste cose le potrai dire di persona tu stesso a Zeus dato che siete stati convocati sull’Olimpo al più presto, sia tu che la tua sposa.-
Dopo aver detto questo, il messaggero degli Dei salutò rispettosamente i due sovrani e si congedò.

Rimasti soli, Ade e Persefone si guardarono.
-Sei pronta per andare sull’Olimpo, tra i tuoi pari, moglie mia?-
A Persefone non rimase altro da fare che annuire: presto ci sarebbe stata la resa dei conti.
 
(fine quattordicesima parte)
   
 
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