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Autore: we love smile    17/07/2009    2 recensioni
-Ma mamma mi sono svegliato prima io di te!-
Gabriella rise e cercò di prenderlo tra le sue braccia quando il bimbo si infilò sotto le coperte e gatton gattoni camminò per tutto l'enorme materasso e Gabriella vide il bozzetto percependo solo la risata divertita del bimbo. Posò la coperta sopra la sua testa e cercò di guardare sotto le coperte per vedere il bimbo.
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Gabriella fissò la cassiera della farmacia che mentre le batteva alla cassa il test di gravidanza la fissava con uno sguardo indagatore. La moretta si sentì a disagio e sbuffò poggiandosi un braccio su un fianco e borbottando infastidita. Si era sempre chiesta perchè non potevano esserci i distributori di test di gravidanza, c'erano quelli per i preservativi, per le sigarette perfino per il latte fresco! E non per un dannato test! No signore non poteva evitare di farsi scrutare da capo a piedi da un'indecente infermiera che poteva pensare qualsiasi cosa. Senza contare che era la figlia di un'amica di sua madre.

Si portò la mano alla fronte e proruppe con voce tesa e un sorriso forzato.

-Non capisco perchè tocca a noi migliori amiche andare a comprare i test...-

Lo sguardo della ragazzo bionda dietro al bancone si assottigliò facendosi ancora più indagatore e con un perfetto falso sorriso di plastica rispose con una risatina acidula.

-Una tua amica ha il timore di essere incinta?-

-Oh si...questo...questo è il secondo test che fa...-

La ragazza dai capelli biondi fu attraversata da un brivido di interesse e si sporse un po' dalla cassa scrutando il viso angelico di Gabriella e mormorando con le labbra carnose leggermente screpolate per il freddo invernale che penetrava dalla porta lasciata aperta.

-E....il primo cosa è risultato?-

Gabriella si morse il labbro inferiore arrossendo leggermente, cosa che tuttavia non sfuggì minimamente all'infermiera che ghignò leggermente inarcando un sopracciglio. La moretta si sentì sciocca e a disagio, ma non poteva fare una figura peggio di quella così alzato lo sguardo e mettendo in volto la sua più falsa espressione neutrale se non un po' preoccupata come un'amica dovrebbe essere bisbigliò con la voce ridotta ad un soffio.

-Negativo...niente bebè ma vuole esserne sicura.-

Tutta la curiosità a quell'affermazione si spense negli occhi della ragazza dai capelli biondi che riprendendo a masticare la gomma le consegnò la bustina contenente il test con cortesia che celava una gran noia. Gabriella sorrise e salutò uscendo con un sospiro di sollievo. Se l'era bevuta. Continuò a camminare e intanto decise di fermarsi a prendere un cappuccino. Sospirò mettendosi comoda in un angolino e mentre girava il cucchiaino nella tazza mille pensieri le vorticavano nella testa.

Era incinta? Il test era positivo...ma voleva essere sicura prima di scuotere l'animo di Chad...già Chad. Cosa sarebbe successo se aspettava un bambino dal suo migliore amico? Le loro notti sarebbero di sicuro finite. A quel pensiero provò una fitta...non perchè lo amasse, ma più semplicemente perchè quando facevano sesso si sentiva in qualche modo amata e sapeva che Chad ci sarebbe stato sempre, per qualsiasi motivo. Per lei era come un fratello... sbuffò quando nella sua mente balenò un ricordo che la scosse dalla sedia costringendola a posare la tazza sul tavolo un po' troppo bruscamente.

Il viso di un bimbo che aveva già visto nel suo sogno, tutto sfocato, troppo appannato. Matt...

Rabbrividì al solo ricordo e con mani tremanti riprese a bere il cappuccino desiderando di essere a casa, non provando più la voglia di rimanere fuori. Si alzò frettolosamente e pagò il barista per poi uscire e dirigersi a passi rapidi verso casa.

Estrasse le chiavi dalla borsa e aprì il portone del condominio. Prenotò l'ascensore e salì all'ultimo piano. Era l'appartamento più grande del palazzo con un soppalco e una parete completamente di vetro. Era una costruzione recente e moderna e dato che l'architetto era stato il cugino di Taylor aveva fatto si che spendessero poco nell'acquistare quel bell'appartamento. Aprì la porta e sentì il cuore leggero mentre la trovava vuota. Voleva un bene dell'anima a Taylor, del resto era la sua migliore amica, ma in quel preciso momento era meglio se era sola.

Si sfilò il giubbotto panna di dosso con un gesto stizzoso e puntando dritta al bagno prima di entrare decise le reazioni che avrebbe dovuto adottare una volta che il test fosse finito.

Possibilità uno: negativo. Non è incinta. Per sicurezza avrebbe preso un nuovo test e a meno che quel piccolo aggeggio non le avesse risposto "Non lo so" a caratteri cubitali avrebbe avuto una maggioranza di no....o di si. Di lì in seguito avrebbe capito cosa fare.

Possibilità due: positivo. Era incinta. Avrebbe immediatamente chiamato Chad, imponendo a se stessa di dirgli tutto il prima possibile. Essere del tutto completamente sincera.

Entrò in bagno dopo un'auto-convinzione.

 

Gabriella si attorcigliò il cavo del telefono attorno ad un dito con gli occhi lucidi e gonfi pronti a scoppiare a piangere mentre sentiva il suono insistente della chiamata risuonarle nella testa quando all'improvviso una voce la colse impreparata facendola respirare a fatica.

-Pronto parla Chad!-

-C...Chad...sono Gabriella!-

La ragazza balbettò ritirando un singhiozzo e soffocandolo nel profondo della gola, tuttavia Chad da migliore amico quale era doveva averlo sentito perchè le disse con voce preoccupata e stranamente pensierosa.

-Emh...coach sono da...mia madre adesso...ma se vuole passo da lei più tardi, appena ho fatto!-

Mentì Chad mentre la madre si voltava verso di lui sospettosa posandogli un piatto di pasta davanti allo sguardo. Gabriella dall'altro lato del telefono si maledì, proprio l'unico giorno del mese che Chad veniva invitato a casa dai suoi lei lo doveva chiamare? Tuttavia sentiva il magone crescere e l'ansia farsi largo nel suo cuore quindi si obbligò a parlare lo stesso rispondendo a Chad con prepotenza.

-No Chad, non possiamo parlare dopo! Mi dispiace ma è urgente!-

-Ma...coach...-

Provò Chad ma non sentendo risposta interruppe il suo pranzo guadagnandosi uno sguardo adirato della madre e implorando perdono mentre la sentiva iniziare a parlare con sua madre e i suoi fratelli con frasi del tipo "Per una volta che lo vediamo sempre attaccato a quell'aggeggio!" si diresse verso l'uscita.

Aperta la porta inspirò a fondo e poi disse passandosi una mano tra i capelli e sorridendo appena leggermente acidulo.

-Complimenti Ella mia madre ora mi dimezzerà la porzione del dolce a causa tua!-

Gabriella sentì che le lacrime iniziavano a scenderle dalle guance tuttavia sorrise spontaneamente alla naturalezza giocosa del migliore amico. Si sentì viscida a dovergli infangare quel momento, si sentì infame e vulnerabile all'idea di dovergli rovinare tutto. Di mettergli tra le mani una responsabilità troppo grande, troppo imponente per lui, così piccolo e ingenuo come era sempre. Non voleva obbligarlo a crescere all'improvviso, bastava che lei fosse cresciuta così all'improvviso, bastava lei...

-Chad...scusami...ma era troppo importante e io...-

-L'ho capito dal tono della tua voce...che cos'è che ti fa piangere Ella?-

La voce raggiunse Gabriella che sorrise nuovamente mentre si sentiva amata da suo fratello che sapeva riconoscere quando piangeva anche per cellulare. Strinse con vigore la cornetta e soffiò nell'orecchio di Chad le parole per crescere in fretta.

 

Chad bussò violentemente alla porta di casa e quando sentì dei passi lenti e strascinati non si sorprese che la ragazza impiegasse così tanto, le aveva detto di essere svuotata di ogni energia. Con un lento cigolo l'uscio si aprì e il moretto senza attendere strinse la sua migliore amica al petto affondando il viso nella spalla della ragazza che ricambiò l'abbraccio sentendo finalmente l'abbraccio di quelle notti tornare a circondarla e a scaldarla. Ora poteva anche sfogarsi con lui, magari prenderlo un po' a pugni dato che la colpa era per metà anche la sua. Chad sorrise intenerito e la trascinò in salotto dove lei lo riempì seriamente di pugni deboli, ma pur sempre pugni sul petto muscoloso scolpito dallo sport.

 

Qualche giorno dopo…

 

-Mmmm...- mormorò Gabriella davanti allo sportello aperto del freezer.

Era indecisa se magiare gelato al cioccolato oppure alla fragola; precedentemente aveva già scartato pistacchio (il barattolo era già mezzo vuoto), vaniglia (non ne andava matta), e cocco (perché qualcosa doveva pure lasciarlo da parte, no?)

La giovane venticinquenne sapeva che la voglia di gelato dipendeva probabilmente dalla gravidanza, ma si sentiva anche un po' depressa.

Insomma, in fin dei conti non si sarebbe mai aspettata di diventare madre a quell'età, per lei era ancora presto, non si sentiva del tutto pronta. E se sarò una cattiva madre?, si chiedeva, persino nel sogno non sono riuscita a proteggere mio figlio.

Non farti complessi, le aveva detto Chad quando se ne era reso conto, tu sei meravigliosa in tutto.

Allora lei con gli occhi pieni di lacrime lo aveva guardato riconoscente con un piccolo sorriso, ma dentro il suo cuore era in pezzi: lei non sarebbe stata un madre perfetta, non avrebbe dato al suo bambino una vera famiglia.

-Perché non ti amo Chad?- si lamentò buttandosi a capofitto nel gelato. Socchiuse gli occhioni scuri mentre le scaglie di cioccolato fondente le si scioglievano in bocca.

-Gab? Stai ancora mangiando gelato?- la voce di Taylor la raggiunse, seguita subito dopo dalla ragazza, in accappatoio e infradito.

Gabriella alzò le spalle, spostandosi i capelli di lato sulla spalla.

-C'è caldo.- disse sbuffando.

Taylor scosse la testa, divertita dall'improvviso comportamento infantile dell'amica, ma anche un po' preoccupata, e accese il ventilatore.

-Vado a vestirmi. Ho una cena di lavoro. Ma tu potresti nutrirti di qualcosa di leggermente più sano, per favore?-

-Va bene. Poi mangio il gelato alla fragola. La fragola è un frutto e fa bene, no?-

-Si... Oppure potresti mangiare la frutta vera? Cosa ne dici?-

-Dico che preferisco il gelato.-

Non c'è problema dolcezza. Solo che lo mangi da quasi tre giorni, si disse Taylor sempre più preoccupata.

 

Nella pausa che gli era stata concessa nel mezzo dell'allenamento di basket, Chad decise di chiamare Gabriella. Non perché sentisse un bisogno irrefrenabile di sentire la sua voce, ma adesso era più in pensiero per lei che di solito, perché portava in grembo il suo – loro – bambino. Era come quando si sentiva in dovere di riaccompagnarla a casa dopo che aveva bevuto, o quando diceva di stare malissimo per i dolori mestruali. Solo che adesso c'era in gioco qualcosa di più importante: suo figlio. Con il pensiero fisso diventerò padre non riusciva più bene a giocare, viveva come un automa. E le domande che si faceva Gabriella riguardo alle sue potenzialità, se le faceva spesso anche lui.

Gabby rispose al terzo squillo.

-Ciao straniero.-

-Ehi donna.- rispose con un involontario sorriso. -Sei riuscita a trovare un ginecologo?-

-Si, ma ce ne sono due che sono considerati molto bravi, così volevo anche il tuo parere.-

-Chi sono?-

-Si chiamano...- Gabriella consultò un foglietto. -Martinez e Sanders. Hanno una buonissima reputazione entrambi. Ottima.-

-Non me ne intendo di queste cose, Ella. Prova a chiamare tutti e due e prendi appuntamento con quello che è disponibile prima.-

-Okay. Poi ti richiamo.-

 

-Studio ginecologo del dottor Martinez, buongiorno.-

-Salve, vorrei prendere appuntamento per un'ecografia...- disse debolmente la ragazza.

Al di là della cornetta la segretaria, una ragazza sui venticinque anni dall'aria annoiata, socchiuse gli occhi, restando per qualche istante in silenzio.

-Pronto?- fece Gabby ancora più agitata.

-Gabriella Montez?-

Questa volta fu lei a restare zitta. Non riusciva proprio a collocarla quella voce... chi era?

-Sono delusa, non mi riconosci? Dopo tutto quello che c'è stato tra noi? Si dai... tutta la nostra enorme amicizia, l'alleanza per conquistare i ragazzi...-

Di nuovo silenzio.

-Ehi Montez. Guarda che sto scherzando. Sono Sharpay. Evans.-

La bocca di Gabriella si aprì in una forma arrotondata, lasciando uscire un debole -Oh.-

 

Continua…

 

 

 

 

 

 

Questo capitolo è risultato più lungo del previsto, ma è utile per chiarire bene la situazione e per permettere una perfetta entrata in scena di Troy nel prossimo capitolo. Devo inoltre avvertire che a causa della nostra partenza i capitoli successivi verranno pubblicati con più lentezza.

 

 

Grazie

  
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