Gabriella
fissò
la cassiera della farmacia che mentre le batteva alla cassa il test di
gravidanza la fissava con uno sguardo indagatore. La moretta si
sentì a disagio
e sbuffò poggiandosi un braccio su un fianco e borbottando
infastidita. Si era
sempre chiesta perchè non potevano esserci i distributori di
test di
gravidanza, c'erano quelli per i preservativi, per le sigarette perfino
per il
latte fresco! E non per un dannato test! No signore non poteva evitare
di farsi
scrutare da capo a piedi da un'indecente infermiera che poteva pensare
qualsiasi cosa. Senza contare che era la figlia di un'amica di sua
madre.
Si
portò la mano
alla fronte e proruppe con voce tesa e un sorriso forzato.
-Non
capisco
perchè tocca a noi migliori amiche andare a comprare i
test...-
Lo
sguardo della
ragazzo bionda dietro al bancone si assottigliò facendosi
ancora più indagatore
e con un perfetto falso sorriso di plastica rispose con una risatina
acidula.
-Una
tua amica
ha il timore di essere incinta?-
-Oh
si...questo...questo è il secondo test che fa...-
La
ragazza dai
capelli biondi fu attraversata da un brivido di interesse e si sporse
un po'
dalla cassa scrutando il viso angelico di Gabriella e mormorando con le
labbra
carnose leggermente screpolate per il freddo invernale che penetrava
dalla
porta lasciata aperta.
-E....il
primo
cosa è risultato?-
Gabriella
si
morse il labbro inferiore arrossendo leggermente, cosa che tuttavia non
sfuggì
minimamente all'infermiera che ghignò leggermente inarcando
un sopracciglio. La
moretta si sentì sciocca e a disagio, ma non poteva fare una
figura peggio di
quella così alzato lo sguardo e mettendo in volto la sua
più falsa espressione
neutrale se non un po' preoccupata come un'amica dovrebbe essere
bisbigliò con
la voce ridotta ad un soffio.
-Negativo...niente
bebè ma vuole esserne sicura.-
Tutta
la
curiosità a quell'affermazione si spense negli occhi della
ragazza dai capelli
biondi che riprendendo a masticare la gomma le consegnò la
bustina contenente
il test con cortesia che celava una gran noia. Gabriella sorrise e
salutò
uscendo con un sospiro di sollievo. Se l'era bevuta.
Continuò a camminare e
intanto decise di fermarsi a prendere un cappuccino. Sospirò
mettendosi comoda
in un angolino e mentre girava il cucchiaino nella tazza mille pensieri
le
vorticavano nella testa.
Era
incinta? Il
test era positivo...ma voleva essere sicura prima di scuotere l'animo
di
Chad...già Chad. Cosa sarebbe successo se aspettava un
bambino dal suo migliore
amico? Le loro notti sarebbero di sicuro finite. A quel pensiero
provò una
fitta...non perchè lo amasse, ma più
semplicemente perchè quando facevano sesso
si sentiva in qualche modo amata e sapeva che Chad ci sarebbe stato
sempre, per
qualsiasi motivo. Per lei era come un fratello... sbuffò
quando nella sua mente
balenò un ricordo che la scosse dalla sedia costringendola a
posare la tazza
sul tavolo un po' troppo bruscamente.
Il
viso di un
bimbo che aveva già visto nel suo sogno, tutto sfocato,
troppo appannato.
Matt...
Rabbrividì
al
solo ricordo e con mani tremanti riprese a bere il cappuccino
desiderando di
essere a casa, non provando più la voglia di rimanere fuori.
Si alzò
frettolosamente e pagò il barista per poi uscire e dirigersi
a passi rapidi
verso casa.
Estrasse
le
chiavi dalla borsa e aprì il portone del condominio.
Prenotò l'ascensore e salì
all'ultimo piano. Era l'appartamento più grande del palazzo
con un soppalco e
una parete completamente di vetro. Era una costruzione recente e
moderna e dato
che l'architetto era stato il cugino di Taylor aveva fatto si che
spendessero
poco nell'acquistare quel bell'appartamento. Aprì la porta e
sentì il cuore
leggero mentre la trovava vuota. Voleva un bene dell'anima a Taylor,
del resto
era la sua migliore amica, ma in quel preciso momento era meglio se era
sola.
Si
sfilò il
giubbotto panna di dosso con un gesto stizzoso e puntando dritta al
bagno prima
di entrare decise le reazioni che avrebbe dovuto adottare una volta che
il test
fosse finito.
Possibilità
uno:
negativo. Non è incinta. Per sicurezza avrebbe preso un
nuovo test e a meno che
quel piccolo aggeggio non le avesse risposto "Non lo so" a caratteri
cubitali avrebbe avuto una maggioranza di no....o di si. Di
lì in seguito
avrebbe capito cosa fare.
Possibilità
due:
positivo. Era incinta. Avrebbe immediatamente chiamato Chad, imponendo
a se
stessa di dirgli tutto il prima possibile. Essere del tutto
completamente
sincera.
Entrò
in bagno
dopo un'auto-convinzione.
Gabriella
si
attorcigliò il cavo del telefono attorno ad un dito con gli
occhi lucidi e
gonfi pronti a scoppiare a piangere mentre sentiva il suono insistente
della
chiamata risuonarle nella testa quando all'improvviso una voce la colse
impreparata facendola respirare a fatica.
-Pronto parla
Chad!-
-C...Chad...sono
Gabriella!-
La
ragazza
balbettò ritirando un singhiozzo e soffocandolo nel profondo
della gola,
tuttavia Chad da migliore amico quale era doveva averlo sentito
perchè le disse
con voce preoccupata e stranamente pensierosa.
-Emh...coach
sono da...mia madre adesso...ma se vuole passo da lei più
tardi, appena ho
fatto!-
Mentì
Chad
mentre la madre si voltava verso di lui sospettosa posandogli un piatto
di
pasta davanti allo sguardo. Gabriella dall'altro lato del telefono si
maledì,
proprio l'unico giorno del mese che Chad veniva invitato a casa dai
suoi lei lo
doveva chiamare? Tuttavia sentiva il magone crescere e l'ansia farsi
largo nel
suo cuore quindi si obbligò a parlare lo stesso rispondendo
a Chad con
prepotenza.
-No
Chad, non
possiamo parlare dopo! Mi dispiace ma è urgente!-
-Ma...coach...-
Provò
Chad ma
non sentendo risposta interruppe il suo pranzo guadagnandosi uno
sguardo
adirato della madre e implorando perdono mentre la sentiva iniziare a
parlare
con sua madre e i suoi fratelli con frasi del tipo "Per una volta che
lo
vediamo sempre attaccato a quell'aggeggio!" si diresse verso l'uscita.
Aperta
la porta
inspirò a fondo e poi disse passandosi una mano tra i
capelli e sorridendo
appena leggermente acidulo.
-Complimenti
Ella mia madre ora mi dimezzerà la porzione del dolce a
causa tua!-
Gabriella
sentì
che le lacrime iniziavano a scenderle dalle guance tuttavia sorrise
spontaneamente alla naturalezza giocosa del migliore amico. Si
sentì viscida a
dovergli infangare quel momento, si sentì infame e
vulnerabile all'idea di
dovergli rovinare tutto. Di mettergli tra le mani una
responsabilità troppo
grande, troppo imponente per lui, così piccolo e ingenuo
come era sempre. Non
voleva obbligarlo a crescere all'improvviso, bastava che lei fosse
cresciuta
così all'improvviso, bastava lei...
-Chad...scusami...ma
era troppo importante e io...-
-L'ho capito dal tono della tua voce...che
cos'è
che ti fa piangere Ella?-
La
voce
raggiunse Gabriella che sorrise nuovamente mentre si sentiva amata da
suo
fratello che sapeva riconoscere quando piangeva anche per cellulare.
Strinse
con vigore la cornetta e soffiò nell'orecchio di Chad le
parole per crescere in
fretta.
Chad
bussò
violentemente alla porta di casa e quando sentì dei passi
lenti e strascinati
non si sorprese che la ragazza impiegasse così tanto, le
aveva detto di essere
svuotata di ogni energia. Con un lento cigolo l'uscio si
aprì e il moretto
senza attendere strinse la sua migliore amica al petto affondando il
viso nella
spalla della ragazza che ricambiò l'abbraccio sentendo
finalmente l'abbraccio di
quelle notti tornare a circondarla e a scaldarla. Ora poteva anche
sfogarsi con
lui, magari prenderlo un po' a pugni dato che la colpa era per
metà anche la
sua. Chad sorrise intenerito e la trascinò in salotto dove
lei lo riempì
seriamente di pugni deboli, ma pur sempre pugni sul petto muscoloso
scolpito
dallo sport.
Qualche giorno dopo…
-Mmmm...- mormorò
Gabriella davanti allo sportello aperto
del freezer.
Era indecisa se magiare gelato al
cioccolato oppure alla
fragola; precedentemente aveva già scartato pistacchio (il
barattolo era già
mezzo vuoto), vaniglia (non ne andava matta), e cocco
(perché qualcosa doveva
pure lasciarlo da parte, no?)
La giovane venticinquenne sapeva che
la voglia di gelato
dipendeva probabilmente dalla gravidanza, ma si sentiva anche un po'
depressa.
Insomma, in fin dei conti non si
sarebbe mai aspettata di
diventare madre a quell'età, per lei era ancora presto, non
si sentiva del
tutto pronta. E se sarò una cattiva madre?,
si chiedeva, persino nel
sogno non sono riuscita a proteggere mio figlio.
Non farti complessi,
le aveva detto Chad quando se ne
era reso conto, tu sei meravigliosa in tutto.
Allora lei con gli occhi pieni di
lacrime lo aveva guardato
riconoscente con un piccolo sorriso, ma dentro il suo cuore era in
pezzi: lei
non sarebbe stata un madre perfetta, non avrebbe dato al suo bambino
una vera
famiglia.
-Perché non ti amo Chad?-
si lamentò buttandosi a capofitto
nel gelato. Socchiuse gli occhioni scuri mentre le scaglie di
cioccolato
fondente le si scioglievano in bocca.
-Gab? Stai ancora
mangiando gelato?- la voce di
Taylor la raggiunse, seguita subito dopo dalla ragazza, in accappatoio
e
infradito.
Gabriella alzò le spalle,
spostandosi i capelli di lato
sulla spalla.
-C'è caldo.- disse
sbuffando.
Taylor scosse la testa, divertita
dall'improvviso
comportamento infantile dell'amica, ma anche un po' preoccupata, e
accese il
ventilatore.
-Vado a vestirmi. Ho una cena di
lavoro. Ma tu potresti
nutrirti di qualcosa di leggermente più
sano, per favore?-
-Va bene. Poi mangio il gelato alla
fragola. La fragola è un
frutto e fa bene, no?-
-Si... Oppure potresti mangiare la
frutta vera? Cosa ne
dici?-
-Dico che preferisco il gelato.-
Non c'è problema
dolcezza. Solo che lo mangi da quasi tre
giorni, si disse Taylor sempre più preoccupata.
Nella pausa che gli era stata
concessa nel mezzo
dell'allenamento di basket, Chad decise di chiamare Gabriella. Non
perché
sentisse un bisogno irrefrenabile di sentire la sua voce, ma adesso era
più in
pensiero per lei che di solito, perché portava in grembo il
suo – loro –
bambino. Era come quando si sentiva in dovere di riaccompagnarla a casa
dopo
che aveva bevuto, o quando diceva di stare malissimo per i dolori
mestruali.
Solo che adesso c'era in gioco qualcosa di più importante:
suo figlio. Con il
pensiero fisso diventerò padre non
riusciva più bene a giocare, viveva
come un automa. E le domande che si faceva Gabriella riguardo alle sue
potenzialità, se le faceva spesso anche lui.
Gabby rispose al terzo squillo.
-Ciao straniero.-
-Ehi donna.- rispose con un
involontario sorriso. -Sei
riuscita a trovare un ginecologo?-
-Si, ma ce ne sono due che sono
considerati molto bravi,
così volevo anche il tuo parere.-
-Chi sono?-
-Si chiamano...- Gabriella
consultò un foglietto. -Martinez
e Sanders. Hanno una buonissima reputazione entrambi. Ottima.-
-Non me ne intendo di queste cose,
Ella. Prova a chiamare
tutti e due e prendi appuntamento con quello che è
disponibile prima.-
-Okay. Poi ti richiamo.-
-Studio ginecologo del dottor
Martinez, buongiorno.-
-Salve, vorrei prendere appuntamento
per un'ecografia...-
disse debolmente la ragazza.
Al di là della cornetta la
segretaria, una ragazza sui
venticinque anni dall'aria annoiata, socchiuse gli occhi, restando per
qualche
istante in silenzio.
-Pronto?- fece Gabby ancora
più agitata.
-Gabriella Montez?-
Questa volta fu lei a restare zitta.
Non riusciva proprio a
collocarla quella voce... chi era?
-Sono delusa, non mi riconosci? Dopo
tutto quello che c'è
stato tra noi? Si dai... tutta la nostra enorme amicizia,
l'alleanza
per conquistare i ragazzi...-
Di nuovo silenzio.
-Ehi Montez. Guarda che sto
scherzando. Sono Sharpay.
Evans.-
La bocca di Gabriella si
aprì in una forma arrotondata,
lasciando uscire un debole -Oh.-
Continua…
Questo capitolo è risultato più lungo del previsto, ma è utile per chiarire bene la situazione e per permettere una perfetta entrata in scena di Troy nel prossimo capitolo. Devo inoltre avvertire che a causa della nostra partenza i capitoli successivi verranno pubblicati con più lentezza.
Grazie