Mangiarono tutto d’un fiato, del resto, succedeva sempre così:
“Diletta era tutto squisito, vorrei poter cucinare come te!”
AH! Sentire queste parole mi riempivano di orgoglio, e pensare che fino a prima della venuta di Majin Bu ero un disastro in cucina:
“Ahahaha cara Videl, ho imparato tardi io… i primi anni di matrimonio facevo fare tutto ai cuochi della CC, ero un vero disastro…”
“I cuochi della Capsule Corporation?? Wow Diletta, la tua famiglia ha quasi più privilegi della mia…”
“Già cara, e pensa che mi mandavano nuove pietanze fresche ogni giorno in quantità industriali… per colpa di, oh beh, ciò che mangiamo noi Saiyan.”
La ragazza si mise a ridere, per lei restavamo comunque un mistero, anche ora che ne aveva sposato uno:
“Beh il cibo era buonissimo anche prima mamma, quei cuochi facevano proprio un bel lavoro. Ma solo perché tu ancora non avevi imparato!”
“Ti ringrazio Gohan… davvero, il piccolo Goten ancora non era nato, ma il primo anno di matrimonio in particolare, avevo delle crisi assurde per il cibo…”
“Posso confermare.”
Disse Goku pieno di riso intorno alle labbra:
“Cos’hai da obiettare tu???”
Scattai verso di lui passandogli il tovagliolo pulito sul viso, amavo quel suo modo ingenuo di rivolgersi a me:
“Niente amore mio, ora sei la miglior cuoca al mondo.”
“Ah ecco.”
“Ahahaha mamma, papà, siete i soliti! Comunque Goten, come vanno gli allenamenti con la mamma?”
“Benissimo fratellone! Anche se dalla settimana prossima ha detto che devo prendermi del tempo per studiare, uffa…”
“Beh tesoro, io sono felice che tu voglia allenarti giorno e notte per diventare più forte di tuo padre, ma un lavoro da grande dovrai pur trovarlo. Ti assicuro che difendere la Terra non paga…”
“Ahahahah questo è vero, ma ti dà grandi soddisfazioni fratellino!”
Era bellissimo poter vedere e vivere la mia famiglia con questa serenità e pace. Non avrei potuto desiderare nulla di meglio… guardavo mio marito e pensavo a quanto mi fosse mancato anni prima, e addirittura arrivai a pensare che Majin Bu probabilmente, era stato una grazia in un certo senso. Senza di lui, adesso non saremo così. Mio figlio grande si era sposato con una donna degna di lui, entrambi molto giovani certo, ma abbastanza in gamba da potersela cavare da soli.
“Papà! Posso farti una domanda?”
“Oddio, qui si mette male…”
Sentii dire da Gohan. In effetti era vero, quando Goten faceva domande, non usciva mai niente di semplice o buono, era curioso di tutto:
“Sì piccolo, dimmi pure.”
La calma di Goku era invidiabile, smise di mangiare e tese una mano verso le mie gambe sotto il tavolo, dei brividi di piacere mi scossero. Adoravo il suo contatto su di me.
“Te hai per caso un fratello maggiore?”
“Goten ma che dici?”
Sussultò il più grande accanto a Videl, che sembrava perplessa: era una semplice domanda, perché tutto quello sbigottimento? Noi sapevamo il perché. Io, Goku e Gohan. Punto.
“Che c’è, ho detto qualcosa di male?”
“Tesoro come mai fai questa domanda a tuo padre? Se non l’hai mai conosciuto si vede che non c’è nessun fratello.”
Nel frattempo il Saiyan strinse più forte la presa sulla mia gamba, e restò in un cupo silenzio; non volle più parlare di Radish da allora, neanche per sbaglio. Fu un colpo duro per lui sapere di avere sì un fratello maggiore, ma che per causa sua aveva rischiato la morte del suo piccolo primogenito e la sua quando lo aveva sconfitto assieme a Junior, lasciandoci per un anno intero. Il primo anno senza di lui. A quel ricordo una sensazione di terrore mi scosse.
“Perché zia Star pochi giorni fa ha raccontato a me e Trunks che tu papà avevi un fratello di nome Radish, più grande di te, come me e Gohan! Però ci ha detto che non lo nominate spesso perché non si vede da tempo ormai…”
Era ovvio! Aveva assassinato mio marito e cercato di distruggere il nostro pianeta, perché mia sorella non ci arrivava?
“Davvero?”
Videl iniziò ad incuriosirsi, e ciò per la tensione di Goku non era un bene:
“Quindi ci sarebbe un altro… Saiyan come voi? Un super Saiyan?”
Restai in silenzio anche io, ghiacciata dalla situazione:
“No ecco… non proprio. Noi non lo nominiamo mai.”
Cercai di sviare il discorso:
“Non siete in buoni rapporti?”
“No tesoro, non più, ma ti spiego tutto più tardi, ora si è fatta ora di tornare a casa. Credo sia meglio… Goten ti va di venire a dormire da noi? Mister Satan ha una stanza di giocattoli gigantesca!”
“Perché non lo nominate mai?”
Il piccolo sembrava non arrendersi, neanche di fronte alle spiegazioni del fratello maggiore. La sua ingenuità era tipica di suo padre.
“Goten.”
Cercavo di fermarlo, ma invano:
“Io credevo di poterlo conoscere, magari di potermici allenare insieme, chissà che aspetto avrà!”
“Go… Goten aspetta…”
“E mamma perché tu non me ne hai mai parlato?”
“Goten ora basta.”
Goku si alzò da tavola facendo cadere il suo piatto:
“Tuo zio, o meglio, mio fratello è morto ormai, da 16 anni. Siamo stati io e Junior ad eliminarlo.”
“Cosa?? E perché???”
“Perché era la cosa giusta da fare capito? Se non l’avessimo fatto a quest’ora saremmo tutti morti. E ora basta così, chiuso il discorso.”
Si risedette con le braccia conserte, mentre il piccolo ormai aveva le lacrime agli occhi, di solito suo padre non gli urlava mai così addosso, ma quell’argomento lo infastidiva, o meglio, creava in lui sensi di colpa che non sapeva spiegarsi da quando accadde.
“Forse… è meglio se andiamo. Goten vuoi venire con noi allora?”
“Sì! Non voglio stare qui con papà, è cattivo!”
“Goten ma che dici…”
Cercai di calmarlo, ma uscì di casa entrando nella macchina di Videl, che nel frattempo era rimasta paralizzata dalla situazione:
“Grazie di tutto Diletta, ci vediamo domani mattina. Passiamo a prenderti alle 9?”
“Sì Videl, grazie mille. Mi scuso per la discussione…”
Conclusi sottovoce mentre ci salutavamo:
“Non preoccuparti, può succedere, comunque Gohan ci dirà bene per strada.”
“Già, lo so. A domani tesoro.”
“A domani mamma.”
Chiusi la porta salutando Goten, che non voleva saperne di entrare in casa:
“Promettimi che farai il bravo da tuo fratello. Ci vediamo domani.”
“Sì.”
Non era mai stato così freddo con me. Che situazione orribile… odiavo i litigi. Il mio bambino si girò di spalle e, se ne andò assieme a loro, con il broncio.
Tornata dentro, il mio Saiyan era lì, corrucciato in viso e con gli occhi chiusi; adesso avrebbe dovuto sentirmi. Perché aveva reagito così nei confronti di Goten? L’argomento era off limits, d’accordo, ma non per questo avrebbe dovuto prendersela così tanto con lui. Il casino lo aveva creato mia sorella, rivelando i segreti di famiglia seppelliti da anni ai bambini.
“Ehi, amore… vuoi…”
Provai a mettere la mia mano sulla sua spalla, ma si scansò da me subito dopo:
“Scusami, ho bisogno di stare da solo.”
Cercai di fermarlo:
“Ehi, ma cosa ti prende? Sai che con me puoi parlare…”
“Non voglio parlare Diletta. E ora scusami ma voglio uscire.”
Restai pietrificata. Uscì sbattendo la porta. Atteggiamento che non tolleravo, ma, in fondo, capivo. Gli serviva del tempo per sbollire, e noi Saiyan non siamo facili creature da tranquillizzare:
“Non la passa liscia stavolta.”
Presa dal nervoso, cominciai a pulire tutta la sala, mi avrebbe aiutato a passare il tempo.


















E... il secondo capitolo (mi scuso, è molto breve) è andato! Chissà come mai Radish è tornato nelle bocche della famiglia Son... e perchè Goku ha reagito in questo modo? Continuate a seguirmi e ne scoprirete delle belle! Frizzi!