2- Massaggio
Se c’era una cosa a cui Hajime non avrebbe mai rinunciato al mondo, quella cosa erano le mani di Oikawa che gli massaggiavano le spalle dopo una giornata all’università.
Soprattutto dopo un intenso periodo di esami in cui stava praticamente piegato sui libri giorno e notte e le sue spalle e la sua schiena ne risentivano brutalmente, le mani di Tooru che gli carezzavano l’epidermide e premevano nei punti giusti, erano una vera e propria manna dal cielo.
Oikawa aveva notato quanto gli piacessero i suoi massaggi e Hajime avrebbe potuto scommetterci un rene dato che, di punto in bianco, in casa erano comparse un sacco di creme e lubrificanti variopinti dalle fragranze più inimmaginabili. Tipo quello esfoliante con granelli al frappuccino che adesso Hajime si rigirava fra le mani con sguardo dubbioso.
A cavalcioni di Tooru, con quest’ultimo sdraiato prono sul letto, Hajime era del tutto intenzionato a ricambiare il favore e massaggiare con dedizione la schiena nivea del fidanzato.
Che non avesse la minima idea di dove mettere le mani, era un altro discorso.
Tooru pareva estremamente esperto quando lo massaggiava, assumeva quasi un certo non so che di professionale mentre le sue dita premevano sui nodi muscolari.
Sembrava un gesto naturale, un’altra di quelle cose in cui Tooru eccelleva per grazia divina da aggiungere alla lista insomma.
Hajime invece era l’opposto. Forse per vergogna – perché in realtà si vergognava da matti in quel momento – o forse per inesperienza, ma proprio non sapeva che fare e dove mettere le mani per iniziare a massaggiare.
“Iwa-chan, quanto vuoi farmi aspettare?” Chiese Tooru lamentoso, voltando la testa di lato per poter guardare il fidanzato che troneggiava sopra di lui.
E quelle guance rossissime e quello sguardo imbarazzato gli scaldarono il cuore come non mai.
“O-ora inizio, va bene? Non mettermi fretta!” Aveva risposto Hajime un po’ burbero perché preso in contropiede, quindi aprì la boccetta di crema con un gesto veloce e stizzito delle dita e sospirò rumorosamente cercando di rilassarsi.
Era solo un massaggio, dannazione! Non doveva essere così difficile come appariva per lui!
Oikawa era così naturale nei gesti e nei movimenti che Hajime si scioglieva fra le sue dita come burro su una padella.
“E che cavolo!” Borbottò fra sé e sé spruzzando la crema un po’ a casaccio sulla schiena di Oikawa. Quest’ultimo sobbalzò per il freddo a contatto con la sua pelle delicata e brontolò piagnucolando suggerendogli di scaldarla fra le mani prima di applicarla sul suo corpo perfetto.
Hajime sbuffò ancora, ma fece come gli era stato detto e ripulì la schiena del fidanzato per poter iniziare nuovamente.
Stavolta la crema al frappuccino – dall’odore davvero eccezionale, ma che Hajime non avrebbe mai ammesso ad alta voce – la spruzzò sulle sue mani e poi iniziò a sfregarle fra loro come gli era stato suggerito. I granelli nella crema facevano un po’ di frizione fra I palmi, ma non era dolorosa.
Poi poggiò le mani sulla schiena di Oikawa e rimase così, fermo immobile senza sapere dove farle vagare, cosa toccare e cosa no.
Si sentiva un vero cretino in quel momento, si vergognava da matti, e Tooru che girava lo sguardo verso di lui ogni trenta secondi non aiutava affatto.
“Iwa-chan, alle sei ho gli allenamenti con la nazionale, ce la facciamo per quell’ora?” Cantilenò divertito, Oikawa, godendosi le innumerevoli sfumature rosse che attraversarono le guance del fidanzato.
“Non ho la minima idea di cosa fare adesso.” Confessò Hajime, incassando la testa fra le spalle colpevole.
Oikawa sorrise in risposta, intenerito dalla situazione, mentre un’idea eccitante gli iniziava a frullare per la testa.
“Ti guido io, va bene?” Propose innocentemente e Hajime annuì.
Scelta sbagliata. Mai fidarsi fi Oikawa che sorride in modo strano.
Era una lezione che Hajime conosceva molto bene e, negli anni, aveva imparato ad applicare costantemente nelle situazioni più disparate.
Mai fidarsi di Oikawa che, sorridendo, propone di sperimentare giochini erotici nuovi che ha letto su internet.
Mai fidarsi di Oikawa che propone un bagno insieme nella loro minuscola vasca.
Mai fidarsi di Oikawa che decide di comprare profilattici alla fragola quando lui stesso è allergico alle fragole.
E, ad ogni proposta, seguiva un risvolto catastrofico degli eventi o una chiamata davvero imbarazzante al pronto soccorso.
Anche quella volta, Oikawa aveva sfoggiato il suo sorriso sghembo che non lasciava buon presagire e Hajime, dall’alto della sua esperienza, avrebbe dovuto sapere che portava solo guai.
Ma invece decise di fidarsi, come sempre, pensando un “che vuoi che succeda?” costante frase che seguiva una cazzata colossale.
“Inizia a massaggiare le spalle con movimenti circolari.” Ordinò Tooru accomodandosi meglio sul letto, sempre con quel sorrisetto malizioso stampato sulle labbra.
Hajime eseguì subito, applicando un po’ troppa forza nelle mani. Il lamentio di Oikawa giunse all’istante e con calma e dolcezza, gli spiegò di premere meno forte.
Così fece e presto Tooru riuscì a rilassarsi abbastanza sotto al tocco delle dita di Hajime. Sicuramente più di quanto pensasse.
Era estremamente sgraziato, i suoi movimenti erano spesso rudi e grossolani, ma Oikawa li trovava estremamente energici e rinvigorenti per le sue spalle.
Un mugolio estasiato abbandonò le sue labbra insieme ad un sorriso più rilassato che gonfiarono incredibilmente l’ego di Hajime.
Non credeva che sarebbe riuscito a far rilassare Oikawa con un massaggio. Non era una cosa da lui, insomma, Hajime non aveva mai fatto massaggi in vita sua, neppure quando giocava a pallavolo, figurarsi in una camera, con la luce soffusa e Oikawa mezzo nudo sotto di lui con le chiappe sode coperte soltanto da un asciugamano.
Senza volerlo, gli occhi gli caddero proprio lì, in basso, dove le fossette di venere annunciavano la morbida curva di quel culo da favola.
Mille pensieri iniziarono a vagare per la sua testa.
Pensieri sporchi, ben poco casti, immagini di mille e più amplessi consumati in tutti quegli anni di fidanzamento.
E Oikawa, piccolo genio del male, iniziò a sentire il risultato di quei pensieri sotto forma di pressione costante sulla sua coscia.
“Adesso massaggiami la zona lombare, è lì che mi viene sempre quel mal di schiena terribile.” Ordinò malizioso, sapendo già che il suo piano stava andando nella giusta direzione.
Hajime eseguì, continuando a massaggiare in circolo con le dita ed esercitando poca pressione affinché il risultato fosse piacevole.
Un altro mugolio abbandonò le labbra del fidanzato, seguito a ruota da un movimento di bacino che poteva sembrare un modo per accomodarsi meglio agli occhi dei più, ma in realtà era una mossa studiata negli anni per calamitare casualmente l’attenzione di Hajime ancora sul suo sedere.
E funzionava sempre, negli anni non aveva mai dato risvolti negativi.
Era come una calamita per il sesso, quella alzata di bacino e quella volta non faceva eccezione.
Hajime strappò via l’asciugamano dai fianchi di Oikawa e lo fece voltare supino, incontrando i suoi occhi di cioccolato che brillavano urlando “vittoria”.
Allora capì che era stata tutta una messa in scena per giungere fino a quel punto, ma dopotutto non poteva fregargliene di meno eccitato com’era.
<3
“Hai usato troppa crema, Iwa-chan! Non era il lubrificante, come hai fatto a confonderti?”
“Non mi sono messo mica a controllare, scemo! Ero preso da-… da altro!”
“Ma come hai fatto a non sentire i grani esfolianti?! Adesso mi fa male tutto il sederino, Iwa-chan!”
“Stai zitto, MerdaKawa, sono io quello che ce l’ha esfoliato a morte!”