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Autore: Shade Owl    31/12/2018    3 recensioni
La musica è un'arte, e chi la coltiva sa bene quanto sia complessa e gratificante. Un violino, poi, è tra gli strumenti più difficili di tutto il mondo della cultura sonora.
Questo lo sa bene Orlaith Alexander, che fin da bambina ha sviluppato un'autentica passione per il violino e la musica. Il giorno in cui Dave Valdéz, uno dei migliori produttori discografici di New York, scopre il suo talento, la sua vita cambia drasticamente, e da lì comincia il successo.
Tuttavia, il successo ha molte facce, proprio come le persone. E per scoprirle, Orlaith dovrà prima conoscere aspetti della sua musica che prima ignorava lei stessa...
Genere: Fantasy, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Epic Violin'
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Jayden camminava da solo per le strade di Tresckow con l'unica compagnia del suono dei suoi stessi passi e, in lontananza, dei rumori che emettevano gli Homunculi che cercavano lui e Orlaith.
Sapeva che presto lo avrebbero trovato: stava camminando all'aperto, bene eretto, senza cercare di nascondersi, nel centro esatto della strada. Sopra di lui le nuvole continuavano ad addensarsi, e ogni tanto emettevano un borbottio lontano.
Si stava dirigendo verso il luogo dell'incidente, sulla Market, dove avrebbe potuto riprendere la propria avanzata verso il centro della città, incontrando così Vaněk. Certo, vista l'accoglienza poteva aver mentito, poteva essere andato altrove.
D'altra parte, era abbastanza sicuro di trovarlo: non aveva mandato gli Homunculi a ucciderli, non sarebbero mai riusciti in tale intento, sia lui che Orlaith avevano già dimostrato abbondantemente di poter gestire un simile attacco e sopravvivere. L'idea era quella di indebolirli o, meglio ancora, separarli, cosa che era effettivamente successa, anche se per altri motivi.
Lo conosceva troppo bene, sapeva come stavano le cose.
Incontrò presto il primo Homunculus. Era a quattro zampe, le ginocchia piegate in modo innaturale, le braccia mostruosamente lunghe. Non sembrava nemmeno vagamente umano, aveva più l'aspetto (approssimativo) di un grosso ragno con poche zampe e privo di occhi.
Quando lo sentì si voltò nella sua direzione, emettendo un breve grugnito gorgogliante, e cominciò a zampettare lentamente verso di lui. Jayden lo guardò a malapena, disegnandosi un Cerchio Magico sulla mano col pennarello. Appena ebbe finito puntò il palmo al suo indirizzo.
Un potente fascio di luce crepitante eruttò verso la creatura, spazzandola via come se neanche esistesse, disintegrandole una grossa parte del corpo e riducendo in polvere argillosa tutto il resto.
Fino a poche settimane prima una simile manifestazione di forza e potere lo avrebbe affaticato e il Cerchio, ancora netto sulla sua pelle, sarebbe scomparso al primo utilizzo. Adesso, però, erano già morti due Suggelli, e la sua forza era aumentata enormemente. Aveva recuperato molti dei suoi poteri, anche se una cospicua fetta rimaneva bloccata a causa dell'incantesimo di Vaněk. Aveva dovuto tenerlo nascosto a Orlaith, o si sarebbe insospettita, fingendo di essere ancora debole, limitato, al di sotto del livello dei loro avversari.
In realtà, già da tempo sentiva il potere crescere in lui ogni minuto di più. Non era ancora in grado di affrontare testa a testa il suo avversario, ma se McGrath avesse eseguito gli ordini a dovere...
Spera solo di uccidermi prima, Vaněk... Gli augurò.

Quando ebbe raggiunto l'auto incidentata e il pick-up che l'aveva speronata era già stato individuato da altri tre Homunculi, che tuttavia non avevano cercato di avvicinarlo, limitandosi a seguirlo in relativo silenzio, tenendolo d'occhio dai tetti e dai giardini, o dalla strada dietro di lui. Ad ogni passo, mentre si voltava verso la propria destra e ricominciava a camminare lungo la Market, nuovi Homunculi si aggiungevano al gruppo che lo seguiva, attorniandolo, forse nel tentativo di comunicargli un qualche senso di inquietudine.
Non ci mise molto a percorrere la distanza che lo separava dalla sua meta: presto fu all'incrocio tra la Market e la Walnut, davanti all'ufficio postale cittadino. Non conosceva nulla di Tresckow, non aveva mai chiesto a Orlaith della sua città natale, non nello specifico, quindi andava avanti per supposizioni.
D'altra parte, la sua pazienza era giunta al limite.
- Dove sei?- gridò alle strade vuote, occupate solo dagli Homunculi - Fatti vedere! Lo so che ci sei! Hai così paura di me da preferire mandare avanti delle pedine?-
In risposta ebbe solo il rombo di un tuono, ma non si mosse da dov'era, rimanendo in attesa. Sentiva gli Homunculi muoversi intorno a lui, ma continuò a ignorarli. Se avesse voluto avrebbe potuto benissimo toglierli di torno facilmente. Non temeva un loro attacco.
Alla fine, la sua pazienza fu premiata: con molta calma, come se l'intera faccenda non lo riguardasse, Vaněk uscì dalla piccola pizzeria accanto all'ufficio postale, sistemando i polsini della propria camicia, su cui spiccavano gemelli di diamanti. Indossava uno dei suoi migliori completi grigi, e aveva scelto gli occhiali con la montatura d'oro per incontrarlo. Aveva voluto apparire elegante, altero, minaccioso.
Poteva non darlo a vedere, ma nonostante tutto, nonostante tutti i suoi poteri e i suoi Homunculi, Vaněk temeva lo scontro.
- Finalmente.- disse Jayden, mentre lui avanzava fino al centro della strada, senza avvicinarsi - Iniziavo a credere che non ti saresti presentato.-
Vaněk fece una smorfia affettata, giungendo le mani dietro la schiena.
- Onestamente, ho pensato lo stesso di te, Wilhelm. Oh, ma adesso...- sorrise - ... ti fai chiamare Allwood, giusto? Jayden Allwood.-
- E tu ti fai chiamare Stanislav Vaněk.- gli ricordò Allwood.
Lui non rispose.
- Ci ho messo molto tempo per capire cosa stava succedendo all'inizio, sai?- gli disse invece - Sei stato molto bravo. Hai coperto bene le tue tracce... e il giorno in cui hai avvicinato Orlaith Alexander non mi preoccupavo affatto di te. Non credevo che saresti arrivato tanto lontano.-
- Ho potuto farlo perché me l'hai permesso tu.- rispose - Dovevi uccidermi quando potevi.-
Vaněk scosse la testa.
- Credevo che maledirti fosse sufficiente. Sono stato uno sciocco.- ammise - Ad ogni modo, è giunto il momento di rimediare, immagino. Mostrami cosa sei capace di fare, ragazzo.-
- Con piacere.-
Alzò subito la mano sinistra, dove aveva disegnato il Cerchio Magico, e un nuovo fascio lucente partì, diretto contro Vaněk.
L'affarista non si mosse, mentre attorno ai suoi piedi compariva spontaneamente un grande Cerchio luminoso. Una roccia eruppe dall'asfalto, proprio davanti a lui, intercettando la magia, che frantumò il masso lasciando incolume lo stregone.
Allwood ripartì subito all'attacco, scagliando un nuovo colpo e nel frattempo estraendo i gessetti dalla tasca. Continuò a bersagliare Vaněk senza sosta, costringendolo a erigere nuove protezioni e al tempo stesso limitando la sua visuale con i lampi di luce e le esplosioni, mentre disegnava a terra un grande Cerchio Magico. Lui non fece nulla per impedirglielo, limitandosi a rimanere sulla difensiva. Non si sentiva minimamente minacciato.
Intanto, aveva cominciato a piovere.
Quando ebbe terminato il Cerchio Magico, Allwood toccò una delle punte del Pentacolo al suo interno. Le linee si illuminarono come di consueto, e una pioggia di saette cadde dalla coltre di nubi, raccogliendosi nel Cerchio Magico, attirate dal disegno. L'energia andò a formare una sfera sempre più grande, crepitante di elettricità, luminosa e instabile.
Per tutto il tempo Jayden aveva continuato a lanciare colpi verso Vaněk, senza mai smettere, spostandosi di lato per evitare di coinvolgere per errore la sfera. Appena quella fu pronta cessò la raffica e le si avvicinò, percuotendola forte con il Cerchio disegnato sulla sua mano.
Subito, essa rotolò con violenza verso il suo avversario, scavando un profondo solco nell'asfalto, lasciando una scia incandescente al suo passaggio. Investì Vaněk con la forza di un treno in corsa, e all'impatto scatenò una tremenda esplosione elettrica che mandò in frantumi le vetrate degli edifici più vicini e fece esplodere alcune macchine parcheggiate nei paraggi. I cavi elettrici lì intorno si spezzarono, emettendo scintille, e le inferriate nelle immediate vicinanze si elettrificarono con un ronzio minaccioso.
Mentre l'incantesimo sortiva il proprio effetto, Jayden sentì qualcosa cambiare in lui: nonostante la gran quantità di magia che stava usando si sentiva più forte, più energico. Sollevò la manica, scoprendo la cicatrice da ustione, e la vide ritirarsi leggermente: un Suggello era morto.
Ne manca solo uno! Pensò, mentre l'eccitazione lo invadeva.
L'incantesimo, risentendo del suo cambiamento, acquisì nuovo vigore, e l'esplosione brillò di nuova luce, scatenando una colonna di saette che da terra andò fin in cielo, forando le nuvole e facendo crepare il terreno.
Quando tutto finì, dove si trovava prima Vaněk c'era adesso un cratere grande abbastanza da coinvolgere anche il marciapiede. Le pareti degli edifici lì accanto erano annerite e l'asfalto, completamente fuso, fumava emettendo un odore insopportabile.
Al centro della buca c'era uno scheletro carbonizzato, un rimasuglio privo di vita.
Se fosse stato più ottimista, Jayden avrebbe creduto di avere già vinto, ma sapeva bene di aver fatto davvero poco: Vaněk era forte abbastanza da sopravvivere a una cosa del genere e, soprattutto, gli Homunculi erano ancora vivi e vegeti. Se lui fosse morto sarebbero tornati polvere. I resti lì dentro non significavano nulla.
- Notevole.- commentò infatti Vaněk, alle sue spalle.
Jayden si voltò, mentre uno dei tanti Homunculi avanzava su due gambe. Aveva una posizione insolitamente eretta per uno come lui, e ad ogni passo il suo aspetto migliorava, avvicinandosi a quello di un umano.
La pelle pallida e glabra si scuriva, si lisciava; comparvero dei capelli, dei vestiti, due occhi, la bocca divenne più piccola, le braccia più corte, le gambe dritte.
Un nuovo Vaněk era davanti a lui.
- Un incantesimo di trasferimento... ma diverso.- commentò Allwood - Quindi è questo il tuo segreto di immortalità. Non vedo l'ora di impararlo.-
Vaněk fece una smorfia, scuotendo la testa.
- Sei troppo ottimista.- lo rimproverò - Non riuscirai a uccidermi.-
Allwood fece un sorrisetto di scherno.
- Davvero? Scopriamolo.-
Estese entrambe le braccia. Due cerchi magici comparvero sul terreno al suo fianco, senza bisogno di essere disegnati.

Dai Cerchi sull'asfalto si eressero due identici serpenti di saette color acqua, che si contorsero e corsero verso Vaněk, il quale finalmente diede un segno di preoccupazione, sgranando appena gli occhi e muovendosi in fretta, spiccando un piccolo salto all'indietro.
Un Cerchio magico comparve alle sue spalle, e lui vi sparì dentro, mentre i serpenti elettrici distruggevano una dozzina di Homunculi in una sola volta e scavavano altri solchi nel terreno.
Con la coda dell'occhio Jayden vide Vaněk sul tetto dell'ufficio postale, a braccia larghe. Un Cerchio Magico grande ancora più di lui comparve nell'aria alle sue spalle, senza bisogno di superfici solide per essere tracciato.
Finalmente passi all'attacco!
Diresse verso di lui i serpenti, protendendo al tempo stesso la mano sinistra. Una scia luminosa trasparente ed eterea scaturì dal suo palmo, serpeggiando silenziosamente al loro fianco, portando una minaccia più velata e sottile.
Il Cerchio Magico di Vaněk si attivò, intercettando i serpenti di saette con una grande fiammata che li divorò, consumando persino l'energia di cui erano composti.
Suo malgrado, Jayden dovette ammettere di stare affrontando uno stregone di potere e abilità enormi: nessun altro Elementalista avrebbe potuto bruciare i fulmini.
Tuttavia, la scia luminosa non venne investita dal fuoco, e raggiunse Vaněk senza che lui potesse fermarla, colpendolo sul petto.
Lo passò da parte a parte senza riportare danni apparenti, aprendosi alle sue spalle come la corolla di un gigantesco fiore, di cui presto assunse l'aspetto. Petali diafani comparvero sulla schiena del suo avversario, mentre dallo stelo assorbivano impulsi lucenti a velocità sempre maggiore. Ogni volta che raggiungevano la cima e si diffondevano nel resto del fiore, questo diventava più definito, più netto, perdendo in parte l'aspetto etereo, mentre Vaněk, invece, diventava sempre più pallido e magro.
La sua stessa linfa vitale andò a depositarsi nel fiore, mentre lui deperiva a vista d'occhio. Presto la pelle si tese sulle ossa, gli occhi si rovesciarono nelle orbite, e lui si afflosciò come un calzino bagnato, scivolando giù dal tetto e cadendo in strada senza potersi fermare.
Ancora una volta lo aveva ucciso, ma in questo caso Vaněk non lo aveva lasciato fare.
- Ora... basta!- gridò questi, ricomparendo al posto di uno dei pochi Homunculi rimasti, mentre tre Cerchi Magici si materializzavano intorno a loro.
Jayden si guardò intorno, allarmato: erano disposti in modo tale da colpire in più direzioni contemporaneamente, e con tutto il macello che avevano fatto non c'era un posto dove potesse scappare.
Da un Cerchio Magico proruppe una fiammata, mentre gli altri due emisero vortici d'aria che si unirono al fuoco del primo, donandogli ulteriore forza e vigore.
Jayden esitò per un istante di troppo, e prima di potersi proteggere sentì il calore sulla pelle, mentre le fiamme lo avvolgevano in un sudario incandescente.
Eppure, non percepiva dolore. Anzi... si sentiva bene.

Vaněk guardò la combinazione degli incantesimi avvolgere Allwood senza battere ciglio, indifferente al fatto che, in quel momento, il suo stesso figlio stesse bruciando come una formica in un incendio.
Lui lo aveva ucciso due volte, ma mentre nel primo caso lo aveva lasciato fare, nel secondo era riuscito a coglierlo alla sprovvista. Non poteva più rischiare, stava recuperando rapidamente i suoi poteri. Se si fosse risvegliato del tutto, sarebbe stato un avversario ostico.
- Accertatevi che non ne rimanga nulla.- ordinò agli Homunculi rimasti.
Quelli iniziarono ad avanzare verso il punto in cui le fiamme, che ora erano diventate un turbine che si alzava verso il cielo, stavano incenerendo Allwood. Quando furono a pochi passi, tuttavia, il vortice esplose in ogni direzione, investendo le creature con una vampata calda che distrusse i loro Cerchi Magici, riducendoli in polvere inerte.
Allwood era in piedi in mezzo a una pozza di asfalto fuso, completamente illeso, ma mutato nell'aspetto.
Se prima era indistinguibile da un uomo normale, adesso la sua pelle era solcata da quelle che sembravano ferite di luce, solchi luminosi che si aprivano a intervalli regolari e si avvolgevano attorno alle sue braccia, alle sue gambe, al suo petto, e risalivano su per le spalle e il collo, seguendo i contorni del viso fino agli occhi, nei quali brillava quello stesso, innaturale bagliore verdazzurro.
Un sorriso di scherno gli storceva la bocca, mentre la luce della Quinta Arte aumentava di intensità.
- Anche l'ultimo Suggello è morto, padre.- disse - Così come tutti i tuoi Homunculi. Siamo solo tu ed io, adesso.-
Vaněk non rispose, accigliandosi ancora di più.
Era il momento di fare sul serio.

Anche Allwood adesso è pronto a scatenarsi. La situazione può solo peggiorare.
Ringrazio 
John Spangler, Old Fashioned, Fan of The Doors, _Alexei_, Kira16, Fiore di Girasole, Sahara_2, Queen FalseHeart, Marz97, Aelfgifu, Roiben e Beauty Queen, i lettori che mi seguono. A presto!
 

   
 
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