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Autore: serafinewriter    31/12/2018    0 recensioni
Se Harry Potter non fosse stato scritto dal punto di vista di Harry? Se fosse stato presente un altro personaggio pronto ad infiltrarsi occasionalmente nel Golden Trio?
Sono consapevole del fatto che quello che sto per scrivere a molti non aggraderà affatto, ma non ho potuto farne a meno.
Kyra Mason, una Serpeverde dell'anno di Harry, riscriverà dal suo punto di vista tutti i punti salienti della storia del giovane mago, e ne stravolgerà un sacco di dettagli, che nella storia originale ormai sono più che consolidati.
Se siete tradizionalisti, probabilmente non fa per voi, ma se siete avvezzi alle stranezze, fatevi avanti. Chissà, potrebbe piacervi
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Questo è un capitolo un po' di passaggio, e non ho potuto scostarmmi troppo dalla storia originale, perciò si tratta quasi di un ripasso. Dal prossimo, tuttavia, affronteremo l'arrivo ad Hogwarts ed avrò molta più libertà.
Nella speranza che il capitolo vi piaccia,
La Scrittrice







LA LETTERA

 

Non è quel tuo gruppo di musica?

 

La nonna si fece avanti per analizzare la lettera, che fino ad un istante prima aveva ignorato. Sfilò la busta dalle mani della nipote e ne estratte dei fogli di pergamena. Scelta bizzarra da dedicare alla corrisponenza di una undicenne.

 

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS

 

Direttore: Albus Silente

(Ordine di Merlino, Prima CLasse, Grande Esorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. Dei Maghi)

 

La signora Mason non lesse oltre.

 

Cos’è? Uno scherzo? Spostò lo sguardo dalla lettera a Kyra e poi di nuovo alla lettera, Uno scherzo ben congegnato, ma pur sempre uno scherzo. Kyra, ma che cosa...? Non è da te perdere tempo in queste sciocchezze!

Eppure la scenata della nonna non era affatto credibile, anzi. Non sembrava nemmeno veramente arrabbiata.

Forse a causa dell’espressione allibita della nipote, forse perché non lo riteneva così impossibile, ma non proferì altra parola e ritornò al testo che teneva fra le mani.

Kyra attesè, aspettandosi che da un momento all’altro avrebbe parlato, le avrebbe letto la lettera, ma nulla. Sembrava aver perso ogni voglia di comunicare. Si era persino scordata del pranzo.

 

Ehm... nonna? Posso... Posso sapere cos’altro dice?

 

La vecchina si riscosse, quasi non si fosse accorta di aver fissato quei fogli per dei minuti. Li tese in fretta alla nipote e se ne andò, ancora in silenzio.

Così, sola nel suo ingresso, Kyra ebbe sotto gli occhi quella strana lettera.

 

“SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS

 

Direttore: Albus Silente

(Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. Dei Maghi)

 

Cara signorina Mason,

 

Siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l’elencò di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.

 

I corsi avranno inizio il 1° settembre.

Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 p.v.

 

Con ossequi,

 

Minerva McGranitt

 

Vicedirettrice”

 

Diede solo una rapida occhiata all’altro foglio. Aveva l’aria di essere una semplice lista, sempre se qualcosa di questa storia potesse definirsi semplice.

Ancora interdetta, andò alla ricerca della nonna, che ovviamente ritrovò in cucina.

 

Ehm... nonna? Cercò il suo sguardo invano. La donna era impegnata a fare chissà quale impasto, per chissà quale pietanza.

Fece un gran sospiro per calmarsi. Tutta questa storia era assolutamente assurda. Tanto assurda che a malapena riusciva a ragionare. Certo non si poteva considerare che si trattasse davvero di una scuola di magia, perché, ovviamente, la magia era pura invenzione. Chiunque avesse mandato quella lettera era anche il mandante di uno stupido scherzo.

Uno scherzo molto ben ragionato, doveva ammettere. Inventare una scuola, degli insegnanti, perfino degi libri scolastici con tanto di autori! Ma di certo era impossibile! Insomma, chi diamine si manda la posta via guso? Dove avrebbe dovuto trovare un gufo?

Un altro sguardo alla nonna e capì che doveva intervenire e dire qualcosa o si sarebbe beccata una punizione per qualche giullare di quartiere.

 

Nonna, te lo giuro, non ho idea di chi possa essere stato. Che razza di scherzo!

 

Nessuna reazione, se non per un appena percettibile grugnito. Non incoraggiante.

 

Allora, ehm, io la butto, eh? Con il piede, schiacciò il pedale che fece scattare il coperchio delle immondizie.

 

No! Tienila! La nonnina fece uno scatto degno di una pantera ed afferrò il braccio di Kyra appena in tempo. Inutile dire che la povera ragazzina ormai non capiva più nulla.

 

Va in camera tua. Non mi servi ora. Ti chiamerò io quando sarà pronto.

 

Con la delusione dipinta in volto Kyra obbedì, e si fece indietro, diretta verso le scale di servizio. Ovviamente, pensò, la nonna era arrabbiata con lei.

Si ritirò nella sua stanza e gettò la lettera sulla scrivania segna degnarla di un altro sguardo.

 

Le cuffie nelle orecchie ed il walkman appena riavvolto occupavano tutta l’attenzione di una Kyra ormai rassegnata ad un destino da reclusa nella sua stanza, o almeno ci provavano. Il frastuono che lo zio stava facendo al piano di sotto, riuscì ad interrompere perfino quel suo angolo di pace. Levò le cuffie dalle orecchie e rimase in ascoltò.

 

Cosa vuol dire che ce la vuori mandare? Non mi importa che sia una di loro, mamma! Credevo che quello che hanno fatta a Sam fosse un promemoria sufficiente! Non puoi davvero pensare di mescolarla a quei mostri! A metterci tutti ancora più in pericolo!

 

Si alzò in punta di piedi dal letto, non che ci fosse pericolo di essere sentita con tre pieni di differenza, e scostò di qualche centimetro la porta della sua stanza.

Nulla. Dovevano aver abbassato tioni, non riusciva più a sentire nulla della conversazione.

 

CIAO! Una voce squillante, anche troppo, la prese alla sprovvista, facendola sussultare. Abbassò lo sguardo ai suoi piedi e vi trovò la cuginetta Hilary. Litigano per te, sai?

Hilary aveva da sempre avuto un’ammirazione non da poco per Kyra, con l’unico problema che il suo correrle sempre appresso, l’aveva resa anche la bambina più fastidiosa con cui avesse mai avuto a che fare.

 

Papà ha detto che hai un basso nuovo! Posso vederlo? Me lo fai provare? Questa volta ci sto attenta!

 

Kyra non aveva dubbi sulla risposta: “NO!” non avrebbe dimenticato presto la fine che aveva fatto il suo ultimo strumento. Dopo infinite proteste da parte della cugina che voleva pizzicarne le corde, fu costretta a cedere e lasciarla provare.

Il resto era davvero troppo doloroso da ricordare.

Neanche a dirlo, Hilary ruppe tre corde, mettendo a dura prova la pressione della maggiore le cui narici emettevano nuvole di fumo, probabilmente.

Spaventata a quell’espressione, la bambina corse via piangendo e trasciando con sé il basso, che...

... precipitò dalle scale fino alla sua completa distruzione.

Una fitta al cuore afflisse Kyra quando dovette spiegare com’era successo al negozio di musica.

 

Piuttosto scendiamo a vedere cosa sta succedendo.

 

Propose, richiudendosi la porta della stanza alle spalle ed assicurandosi che Hilary la precedesse per tutto il tragitto.

Al piano inferiore le acque si erano calmate, seppur la tensione fosse palpabile anche a loro.

Scorse il suo sguardo dalla nonna allo zio, cercando di carpire qualcosa della loro lite, ma loro evitavano accuratamente di guardarla. Nemmeno la zia, che notava solo ora seduta a tavola, osava guardarla. Esordì con un sonoro sbuffo, e scosto rumorosamente la sedia dal tavolo, prendendovi posto.

Hilary si affrettò a fare esattamente come lei.

Normalmente l’avrebbero sgridata per non aver dato il buon esempio, ma questa volta, passò del tutto inosservata.

Non era abituata a questo.

 

Consumarono tutto il pasto nel silenzio più totale, fino a che, stufa, Kyra, sbatte forte il piatto sul tavolo, guadagnandosi lo sguardo di tutta la famiglia.

 

Oh.. bene! Un po’ di attenzione, finalmente! Qualcuno intende prendersi la briga di spiegarmi cosa sta succedendo?

 

Poteva leggere lo shock nei volti che ora la stavano fissando. Con un ghigno soddisfatto, ricambio tutte le loro occhiate, in attesa di una risposta.

Fu la nonna a parlare per prima.

 

Non succede niente. LA tua istruzione è una mia responsabilità, e se dico che frrequenterai quella scuola, ci andrai. E questo chiude il discorso.

 

Terminò con eloquenza, insistendo sullo zio, che non osò ribattere davanti alla figlia.

Certo era un inizio, ma non sarebbe mai bastato a Kyra.

 

Quale scuola? Non starai mica parlando ancora di quello scherzo? Non può essere... E fu interrotta, inaspettatamente, ancora dalla nonna,

 

Ho detto che questo chiude il discorso. Ci andrai.

 

Assurdo. Davvero assurdo. Okay, mettiamo che sia vero. Come farai a mandare la conferma della mia iscrizione? Noi non abbiamo un gufo!

 

Ma le sue proteste vennero ben che ignorate, e non toccarono più l’argomento.

 

DIAGON ALLEY

 

Non che Kyra non provasse ad ottenere informazioni ogni volta che le era possibile, ma non ottenne una parola di più, e se solo osava insistere, veniva ripagata con il silenzio più totale.

Dal suo canto, era abituata a sguardi sdegnanti, rimproveri, anche sguardi sbalorditi, ma mai ad essere ignorata. Non lo sopportava proprio. Sentiva di impazzire quando lo facevano, ma non poteva nemmeno smettere di chiedere, così si concentrò sulla lettera, in cerca di qualuqnue indizio su quanto stava accadendo. Purtroppo la ragione non poteva certo aiutarla. Ogni singola teoria che formulasse, perdeva di senso quando veniva pronunciata.

Passò, dunque, il tempo, ed arrivò il 31 luglio 1991.

Un gran fracasso svegliò Kyra ben prima del solito. Su, su, alzati. Dobbiamo andare.

Andare? Non uscivano praticamente mai dalla proprietà, ed erano state da poco al supermercato, perciò erano sistemate per qualche giorno ancora.

Provò a mettere questi pensieri in frasi, e con un enorme sforzo, dalla sua bocca uscì un gran grugnito contrariato. Non esattamente il risultato sperato, ma altrettanto efficiente.

Una volta svegliata e vestita, poté iniziare con le sue domande ed ottenne le prime risposte.

 

Quindi dove andiamo? Londra. E perchè proprio Londra? Non lo so, lì mi hanno detto di andare. Loro chi? Loro. E come te l’hanno detto? Per posta. Via gufo? Sì. Ma come...?

 

Quest’ultima domanda non venne mai terminata a causa dell’arrivo dello zio, che avrebbe guidato fino a Londra.

Che bel viaggio...

 

Non essendo mai stata a Londra, non appena l’auto entro nel centro urbano, le pupille di Kyra si dilatarono, e con mani e naso premuti contro il finestrino, rubò avidamente con gli occhi ogni cosa le passasse davanti.

Palazzi alti diverse decine di piani, parchi verdissimi, cabine telefoniche rossissime, perfino stravaganti artisti di strada ad ogni angolo.

Si fermarono al ciglio di una strada in pieno centro città.

 

L’indirizzo dovrebbe essere questo, ma.. Assurdo! Qui non c’è niente!

 

Kyra si voltò subito verso l’altro finestrino e riconobbe quello che doveva essere un vecchio pub, dall’aria decisamente poco raccomandabile. Non poteva essere lì che dovevano andare.

Cambiò idea quando si fermarono davanti al pub un ragazzino della sua età, ed un gigante. Era tanto alto che le cadde la mandibola per lo stupore.

 

Kyra! Educazione! Dai, scendi, devono essere loro.

 

Con tutto il contegno e la calma del mondo, la nonna, scese dall’auto e si diresse dritta da quell’uomo altissimo.

Kyra si affrettò a seguirla, seppur perdendosi una parte della conversazione.

 

Certo, certo, ci penso. Come vede, Kyra non è la sola a dover fare i suoi acquisti per Hogwarts oggi.

 

L’enorme uomo, afferrò con forza la mano della nonna e la scosse tanto che sembrava stesse per staccarle il braccio destro, poi si rivolse alla ragazzina.

 

Tu sei la bella Kyra, eh? Io sono Hagrid, e questo giovanotto qui con me è Harry Potter!

 

Attese un istante, come se si aspettasse una qualche reazione da lei, ma rimase lì a fissarli perplessa.

 

Ti accompagnerò io a comprare le tue cose per Hogwarts, ce l’hai la lista?

 

Intervenne subito la nonna, che porse la lettera alla nipote e solo allora parlò.

 

Ti lascio nelle mani di questo... mh, questa persona. Alla fine del giro, noi saremo qui.

 

Che cosa? Sarebbe andata a fare compere per una scuola immaginaria, in giro per Londra, con degli estranei. Erano tutti impazziti di colpo?

La signora Mason dovette aver preso il silenzio della nipote per assenso, perché girò sui tacchi e salì in auto.

Fantastico. Ne era certa, sarebbe finita in qualche giro di trafficanti d’organi o giù di lì.

 

Prese con riluttante l’invito del gigante Hagrid di entrare in quell’inquietante pub, e si chiese come l’altro ragazzino potesse sembrare tanto a suo agio in sua compagnia.

Del resto l’interno del pub non era più rassicurante. Polvere ed oscurità regnavano assieme ad un penetrante odore di umidità, ma quella non era certo la cosa più bizzarra. L’abbigliamento dei clienti di quel locale era a dir poco fuori dagli schemi.

Indossavano tutti delle lunghe vesti colorate, dei mantelli vivaci, stracci e capelli vari. Ci voleva fegato da vendere per andare in giro conciati così, ed i presenti sembravano tutti esserne provvisti.

Tutti i suoi pensieri vennero soffocati dal tumulto generale che si animò nell’istante in cui un barista di nome Tom, pronunciò il nome di Harry. Era davvero famoso? Forse avrebbe dovuto conoscerlo anche lei. Chissà poi, perché degli uomini adulti, seppur conciati come nel peggiore cosplay, dovessero idolatrare un bambino della sua età.

Professor Raptor! Disse Hagrid Harry, Kyra, il professore sarà uno dei vostri insegnanti a Hogwarts.

 

P-P-Potter, n-n-non so d-d-dirle qu-quanto s-sono felice di c-c-conoscerla rispose l’uomo pallido e dall’aria piuttosto nervosa. Disse di insegnare qualcosa che suonava come “Difesa contro le Arti Oscure” N-n-non che a lei s-serva, eh, P-P-Potter?

Guardò istintivamente il ragazzino con aria perplessa, ma fu subito rincuorata nel notare nel suo volto la sua espressione riflessa.

In pochi istanti Hagrid riuscì a farsi valere nella folla, ed aliberare la strada verso il retro del locale.

Un piccolo cortile con un bidone della spazzatura era tutto ciò che riusciva a vedere.

 

Non capisco Kyra interruppe la conversazione che Harry ed Hagrid stavano avendo sui vampiri o qualcosa del genere.

 

Cosa non capisci?

 

Cosa ci facciamo in una corte? Come può questo posto procurarci quello che ci serve per andare in questa scuola di magia? Chiese roteando gli occhi, riferitasi alla “scuola”, sempre più scettica riguardo quella gita a Londra.

 

Ora ci arriviamo, ora ci arriviamo! Impugnò il suo ombrello e si avvicinò alla parete di mattoni, e così, iniziò a contare quelli sopra il bidone della spazzatura. Tre verticali... Due orrizzontali... State indietro!

Battè per tre volte su un mattone con il suo ombrello. Incredibilmente il mattino cominciò a vibrare e contorgersi al punto che al suo centro si bucò, e questo prese ad allargarsi ed allargarsi fino a diventare un arco.

Benvenuti a Diagon Alley! Esclamò Hagrid, sorridendo del loro stupore.

Kyra non aveva mai visto nulla del genere, e qualcosa nella sua testa iniziava a farle credere che la storia della magia fosse tutta vera. Poteva davvero essere in presenza di un mago? Con la bacchetta magica e tutto il resto? Per la milionesima volta in quelle settimane si ritrovò a pensare che fosse assurdo, eppure lei era lì. Era tutto vero. D’un tratto si ritrovò a sorridere, ed un peso che non si era mai accorta di avere si sciolse, alleggerendola.

Non appena ebbero oltrepassato l’arco, il muro si ricompose autonomamente. Era tutto vero, si ripeté.

 

Per prima cosa, dobbiamo andare alla Gringott, la banca dei maghi, a prelevare del denaro per te, Harry. Tu, Kyra, hai questi Hagrid le porse un sacchettino pieno di monete di tutte le dimensioni. Tua nonna, me li ha consegnati prima, ma credo che tu possa iniziare le compere da sola. Non ci metteremo molto, non preoccuparti. Attieniti alla lista.

 

E con questo, Harry ed Hagrid presero la direzione opposta, mentre Kyra se ne stava a guardare l’insegna di un negozio di calderoni.

Si riscosse ed afferrò la lista dalla sua tasca. Dato che si trovava lì, tanto valeva fare le cose per bene.

 

UNIFORME

Gli studenti dovranno avere:

Tre completi da lavoro in tinta unita (nero)

Un cappello a punta in tinta unita (nero)  da giorno

Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili)

Un mantello invernale (nero con alamari d’argento)

N. B. Tutti gli indumenti dell’allievo devono essere contrassegnati da una targhetta con il nome.

LIBRI DI TESTO

Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi:

Manuale degli Incantesimi, Volume primo,  di Miranda Gadula

Storia della Magia,  di Battista Bath

Teoria della Magia, di Adlbert Incant

Guida pratica alla trasfigurazione per principianti,  di Emeric Zott

Mille erbe e funghi magici,  di Phyllida Spore

Infusi e pozioni magiche,  di Arsenius Brodus

Gli animali fantastici: dove trovarli,  di Newt Scamandro

Le Forze Oscure: guida all’autoprotezione, di Dante Tremante

ALTRI ACCESSORI

1 bacchetta magics

1 calderoni (in peltro,  misura standard 2)

1 set di provette di vetro o cristallo

1 telescopio

1 bilancia  d’ottone

Gli allievi possono portare anche un gufo,  OPPURE un gatto, OPPURE un rospo.

SI RICORDA AI GENITORI CHE AGLI ALLIEVI DEL PRIMO ANNO NON È CONSENTITO L’USO DEI MANICI DI SCOPA PERSONALI.

 

Accorgendosi solo in quel momento della mole di materiale scolastico necessario, pensò che fosse il caso di darsi una mossa. Entrò nella bottega davanti a sé, con passo incerto. Un uomo dalla solita veste stravagante (in realtà ora era proprio lei con i suoi jeans e la sua t-shirt a sentirsi fuori strana) le rivolse un cordiale sorriso e l’accolse Buona giornata, signorina In cosa posso esserle utile?

Ehm… roteò sul posto per avere una visione totale del negozio, in cui c’erano calderoni di ogni modello, dimensione e materiale. Faceva fatica a credere che ne potessero esistere così tanti tipi. Mi serve un… controllò la sua lista Calderone in peltro misura standard 2

Hogwarts, non è vero? Il commerciante si procurò subito il calderone, e lo mise sul bancone. Sono cinque falci.

Kyra aprì suo borsellino e ne estrasse delle monete di ogni misura Ehm… Quali? Cioè, io non…

Non sai contare i soldi? Chiese comprensivo, girandosi fra le dita le monete che aveva estratto. Bene, questi qui, sono zellini. Li riconosci perché sono piccoli e di bronzo. Ventinove di questi fanno un falci, va bene? E le mostrò alcune monete d’argento Bene, diciassette di queste, sono un galeone. Che vale più di tutte!

Ripeté fra sé la spiegazione che gli era stata data ed annuì. Non era difficile, poteva farcela. Allora, cinque falci. Rimise nel suo borsellino tutte le monete, se non per cinque monete d’argento.

Riuscita nell’impresa di riuscire a pagare da sola, il resto del giro di molto più semplice. Si godette quel piccolo borgo che sembrava essere abitato da soli maghi. Si fece fare la divisa su misura da una certa Madama McCLan, acquistò tutti gli accessori sulla lista, se non per la bacchetta magica, e si fermò a guardare una vetrina di gufi, che però decise fosse meglio non acquistare.

Il via vai lungo quella strada era tale che se Hagrid non fosse stato tanto alto, non avrebbe mai ritrovato i suoi accompagnatori. Notò il mago a distanza proprio fuori da un negozio chiamato “il Ghirigoro”

Hagrid! Siete qui! Li raggiunse di corsa, prima di poter perderli di vista.

Oh eccoti! Hagrid, sporse un braccio e con quello cinse le spalle di Kyra ed Harry, indicando loro la strada per l’ingresso nel negozio Qui prendiamo tutti libri di scuola. Ci scommetto che li hanno dal primo all’ultimo. Basta che consegnate la lista al commesso.

Non doveva trattarsi di un negozio troppo piccolo, ma i libri stipati fittamente sugli scaffali fin su al soffitto, davano decisamente l’impressione che sarebbe collassato su sé stesso. Nessuno lì intorno parve preoccuparsene, comunque, perciò decise che non era il caso di farlo nemmeno lei. Dopotutto era un mondo magico, no?

Consegnarono le loro liste ad un commesso ed in ben che non si dica, ottennerò tutti i loro libri.

Ora che decisamente non avevano più braccia per comprare nient’altro, pensò fosse ora di andare, ma Hagrid, li trascinò ancora in un altro paio di negozi per terminare gli acquisti di Harry.

Scopertò del compleanno del ragazzo, decisero di andare all’Emporio del Gufo, nel quale Harry scelse una graziosissima civetta bianca.

Una sola cosa era rimasta sulla lista della scuola, una bacchetta magica. Decisamente la cosa più interessante.

Si fermarono davanti ad un negozietto dall’aria trasandata la cui insegna diceva “Olivander: Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C.”

Entraronò accompagnati dal suono di un campanello che avvertiva il proprietario della loro presenza.

Non era un posto molto diverso del Ghirigoro, se non per l’unica ma importante differenza, che al posto di libri impilati fino al soffitto, c’erano delle scatole strette e lunghe.

 

Buon pomeriggio un sobbalzò generale colse i tre clienti, all’ingresso di un uomo anziano che doveva essere il signor Olivander Ah, sì, sì, sì. Sì, ero sicuro che l’avrei conosciuto presto. Harry Potter. Ha gli occhi di sua madre. Sembra ieri che è venuta qui a comperare la sua prima bacchetta magica. Lunga dieci pollici e un quarto, sibilante, di salice. Una bella bacchetta per un lavoro d’incanto.

La stravaganza dell’uomo non fece che venir accentuata dall’inquietanto dettaglio, e Kyra ne era certa, che non sbatteva affatto le palpebre, il che rendeva i suoi occhi argentei da brivido, ed anche piuttosto magnetici, a suo parere.

Suo padre, invece, preferì una bacchetta di mogano. Undici pollici. Flessibile. Un po’ più potente e ottima per la trasfigurazione. Bé, ho detto che suo padre l’aveva preferita, ma in realtà è la bacchetta a scegliere il mago, naturalmente.

Il vecchio mago si fece tanto vicino ad Harry, che probabilmente respiravano l’uno l’aria dell’altro.

Mi spiace dire che sono stato io a vendere la bacchetta che ha fatto questo. Sollevò un dito ed appoggiò la punta sulla fronte di Harry, proprio dove alloggiava una cicatrice a forma di saetta, che Kyra non aveva notato fino a quel momento. Tredici pollici e mezzo. Sì. Una bacchetta potente, molto potente, nelle mani sbagliate... Bene, se avessi saputo cosa sarebbe andata a fare per il mondo...

Non terminò la frase, e rinvenne andando ad accogliere Hagrid come se l’avesse visto solo in quel momento. Kyra scivolò verso una parete, osò alzare un braccio per sfiorare una di quelle scatole, ma capì quasi all’istante che non fosse una buona idea, così si trattenne e riportò la sua attenzione ad Harry che stava provando alcune bacchette.

...Agrifoglio e pime di fenice, undici pollici, bella flessibile.

Il ragazzino la prese e sollevò sopra la sua testa, per poi metterla giù con velocità. Una pioggia di scintille rosse e oro uscirono dalla punta della sua bacchetta. Incredibile.

Ora Kyra fremeva dalla voglia di toccarne una, di sapere cosa si provasse. Non ascoltava nemmeno quello che si stavano dicendo, aspettava solo il suo turno con impazienza.

 

Bene, bene, bene. Kyra, venga, con quale mano usa la bacchetta?

 

D’istinto gli porse la sua mano sinistra Sono mancina, signore.

 

Alzi il braccio sinistro, per favore. E così un metro incantato prese a volarle attorno e prendere le misure più assurde. Storse il naso quando le venne vicino al voltò a starnutì, a causa della polvere che già si muoveva nell’aria.

 

Quando il metro tornò al suo posto, il signor Olivander, tornò con una scatolina, e l’aprì davanti a lei

Sì, sì, credo che questa sia adatta a lei. Ebano, crine di unicorno, dieci pollici e trequarti, rigida.

 

La giovane esitò un’istante, improvvisamente intimorita da quel bastoncino. Era come se riuscisse a percepirne la potenza, eppure non riusciva nemmeno ad immaginare di non toccarla.

La prese con cura e se la rigirò fra le dita. Non attese alcuna conferma, il solo tocco le bastava a sapere che era quella la sua bacchetta. Una sensazione di calore alla mano la invase, e quando l’agitò delle scintille argentee ne uscirono con grazia.

Sicuramente il sorriso sul suo volto bastava a renderre una minima idea della felicità che provava in quell’istante. Era come se avesse atteso tutta la vita solo per questo momento, ed ora non voleva più che finisse.

 

Complimenti signorina! Ora però, la rimetta nella sua scatola. Non sa ancora usarla.

 

A malincuore, acconsentì e risistemò la sua bacchetta nel cofanetto, ma con la certezza che era sua, e nessuno avrebbe potuto portargliela via.

 

 

 

   
 
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