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Autore: Sylvia Moons    31/12/2018    1 recensioni
"Malfoy si era allarmato quando aveva visto l'Animi Speculum illuminarsi (...) Nascondeva qualcosa che non voleva che l'Animi Speculum rivelasse? Non aveva già creato abbastanza guai con le sue azioni segrete? E di quali angosce poteva mai esser preda lui, che si era personalmente attivato per essere lui stesso causa di angoscia per la gran parte dei suoi compagni di scuola? Hermione decise che l'avrebbe scoperto."
Questa è una fanfiction con protagonisti due dei personaggi più amati e odiati di "Harry Potter" della grande J.K.Rowling: Hermione Granger e Draco Malfoy. Non sarà la solita Dramione, ma spero vi piaccia comunque! A parte la sequenza di fatti e dialoghi, sono miei solamente il personaggio di supporto di Sylvia Moons e l'Animi Speculum, un oggetto magico di grande rilievo nella mia storia che ho immaginato potesse trovar collocazione nel mondo della Rowling. La storia è ambientata ad Hogwarts dopo la sconfitta di Voldemort. Mi sono inventata che i nostri eroi stanno ripetendo l'ultimo anno di scuola.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Sylvia Moons tornò e la prima cosa che fece fu andare a riprendersi l’Animi Speculum.
– Sapevo che ne avresti avuto cura, Hermione – le disse sorridendo, mentre si appartavano in una zona tranquilla della biblioteca e si passavano il manufatto. – Continua a funzionare bene, vero? Hai visto qualcosa di interessante? –
Hermione si irrigidì. Sylvia era un’amica, ma nonostante questo non le andava di ammettere ad alta voce che non era minimamente in grado di usare l’Animi Speculum.
– Si è acceso qualche volta, più spesso di luce nera, ma poi l’ho messo via perché c’è una cosa che voglio scoprire e volevo esser sicura che certe immagini non andassero perdute. –
Sylvia capì al volo anche quel che l’amica non le diceva, perché sapeva che non era forte in Legilimanzia come in tutto il resto, ma non glielo fece pesare.
– Vuoi che rivediamo qualcosa? – le chiese gentilmente. – Ricordi qualche immagine tra quelle che vuoi ritrovare? Ne basta una, giusto per individuare la lettura giusta tra quelle che l’Animi Speculum ha fatto mentre te lo portavi dietro. –
Hermione non dovette sforzarsi di ricordare più di tanto. C’era praticamente una sola immagine che era sicura di aver visto, solo per un attimo, nella sfera piena della mente di Malfoy.
– Cerca il Marchio Nero – disse a voce bassissima.
Sylvia trattenne il fiato, ma sfoderò la bacchetta e non chiese niente.
E quello stesso incantesimo su cui Hermione si era inutilmente esercitata funzionò subito, appena lei lo ebbe pronunciato. L’Animi Speculum mandò un rapido bagliore azzurro e poi si illuminò alternativamente di bianco e di nero, riproducendo le immagini che aveva già mostrato una volta nelle ultime settimane e tra le quali Sylvia, sotto lo sguardo confuso di Hermione, cercava il teschio con la lingua di serpente.
Di colpo, picchiò la punta della bacchetta contro la sfera.
– L’ho trovato! – esultò, con gli occhi accesi e concentrati.
Roteò il polso e le immagini nere ripresero a scorrere nell’ordine in cui erano apparse la prima volta. Le osservò attentamente, poi diede il manufatto a Hermione.
– Non sono sicura, aspetta un momento. –
Dalla borsa che aveva con sé trasse un mazzetto di pergamene coi suoi appunti e prese a sfogliarle, in cerca di quella giusta. Scorse le righe in fretta, poi si fermò a metà della quinta pagina.
Quando alzò lo sguardo greve sull’amica pareva molto preoccupata.
– Non vorrei dovertelo dire… –
– Che cosa?  Cos’hai visto? –
– Il bersaglio di cui parliamo… è un tuo amico? Non è che si tratta di Harry o… –
– Non è un amico – disse secca Hermione. – Puoi parlare liberamente. –
Sylvia sospirò e iniziò a spiegare.
– Non posso identificare tutte le immagini per il semplice fatto che alcune sono note solo al bersaglio perché, come sai, sono frammenti di ricordi e di esperienze che solo lui ha vissuto, ma alcune posso riconoscerle e il Marchio Nero, ovviamente, è una di quelle. Poi ho visto un grande salone buio e una lunga tavolata circondata da figure incappucciate, e un volto che somigliava in tutto e per tutto a… –
– Voldemort – l’interruppe Hermione.
Sylvia ebbe un brivido, ma non le chiese di non nominarlo.
– Esatto. E poi due figure che non ho riconosciuto, ma che non mi sono risultate del tutto nuove. Una aveva lunghissimi capelli lisci e un bastone con un grosso pomo in cima. C’era una struttura che sembrava Hogwarts, cose che potevano essere lingue d’acqua o di fuoco, facce urlanti o ridenti e, chissà perché, una specie di armadio. Di tutto il resto non ti so dire, ma la sensazione che accompagnava queste immagini era molto, molto negativa. –
 Le mise sotto gli occhi la pergamena.
– L’intensità della luce, la velocità di rotazione della spirale e il calore emanato dall’Animi Speculum al momento della lettura indicano, secondo i miei studi, che la persona in questione era in un momento di grave turbamento per ragioni legate a tutte quelle immagini e che stava tenendo in seria considerazione… –
Si interruppe, incerta.
– Sei sicura che non stiamo parlando di un tuo amico? Neanche di una persona che conosci, a cui tieni un po’… –
Hermione ebbe come un’illuminazione. Le immagini avevano rievocato una sensazione, il fantasma di un pensiero che, le sembrava ora, aveva già avuto. Un’idea vaga e leggera che nel bosco non aveva saputo afferrare perché era rimasta sotto traccia, in sordina, mentre ora si rifletteva in Sylvia come attraverso l’Animi Speculum.
– Sta pensando di uccidersi? – chiese in un soffio. – La persona che ha quelle immagini nella testa… vuole suicidarsi? –
Sylvia trasalì sorpresa, poi sorrise appena, amaramente.
– La Cooman non ci aveva visto troppo giusto su di te… e del resto non è la prima volta che si sbaglia! –
– Non so perché l’ho detto, mi è saltato in mente solo ora, come se l’idea fosse venuta da fuori… –
– In un certo senso è così… Comunque sì, credo sia questo che l’Animi Speculum ha visto. –
Sconvolta, Hermione si appoggiò alla scrivania alle sue spalle e fissò il manufatto come se all’improvviso ne avesse paura, ma Sylvia era più curiosa che mai.
– Non ti chiederò di usare questi risultati nella mia tesi, naturalmente, ma non vorresti dirmi di chi si tratta? –
– Preferisco di no, Sylvia. Non mi crederesti. –
– È qualcuno che di recente ha… avuto un lutto? Magari per via della guerra? –
– No… Cioè, non lo so… –
– Comunque sia, questa persona deve aver perso qualcosa, probabilmente da poco, e non deve avere alcuna speranza di ritrovarlo. –
– Come fai a dirlo? La Legilimanzia non consente di scoprire i pensieri del bersaglio, ma solo i suoi ricordi e le sue intenzioni… –
– È vero, e quindi nemmeno l’Animi Speculum può dire perché il bersaglio arriva a maturare una certa intenzione e, nel nostro caso, cosa ha perso esattamente, ma pensaci un momento; un’idea del genere, una soluzione così radicale… Non è verosimile che si tratti di qualcosa senza la quale non può o non vuole vivere? –
– E di cosa potrebbe trattarsi… – borbottò Hermione, quasi tra sé.
– Questo è un segreto, ma non è detto che non ci si possa arrivare – disse Sylvia, scorrendo le pergamene. – Per l’Animi Speculum e la Legilimanzia in generale sono inaccessibili i pensieri… Una grave lacuna, ne converrai… Ma la mia idea, che ho messo anche nella tesi, è che comunque l’Animi Speculum, pur non rivelando per intero quel che c’è nella mente di qualcuno, indica la presenza dei segreti, segnala i pensieri che non può svelare. –
– Li segnala? E come? –
– Attraverso le immagini riprodotte dalla luce. –
– …Ma non sono solo ricordi e intenzioni? –
Sylvia scosse il capo sorridendo. Gli occhi le luccicavano per l’emozione.
– Non solo. Secondo me c’è dell’altro. In quelle immagini, che effettivamente rappresentano ricordi del passato e piani per il futuro, ci sono anche degli indizi nascosti. Per coglierli e arrivare finalmente ai pensieri inaccessibili legati tanto ai ricordi quanto ai piani, e quindi vedere davvero l’origine segreta del turbamento che fa illuminare la sfera, bisognerebbe non soltanto essere capaci di usare al meglio l’Animi Speculum, ma anche conoscere il bersaglio ad un livello piuttosto profondo, un livello a cui la magia di per sé non dà accesso. E chi meglio di un amico può giungere a quel livello, arrivare a vedere certe sfumature, conoscere certi dettagli? –
– Vuoi dire che se tu fossi amica della persona di cui parliamo… –
– …potrei anche arrivare a capire i suoi pensieri! Oltre la Legilimanzia, oltre la magia stessa, passando per una strada tutta umana! È per questo che trovo l’Animi Speculum tanto affascinante: richiede talento magico e sentimenti umani in egual misura. Se ho ragione, se è vero che una relazione stretta come l’amicizia sarebbe sufficiente a colmare la lacuna tipica della Legilimanzia, vorrebbe dire che questo manufatto può avere una doppia natura: magica e umana. E che tra le due dimensioni ci sono legami molto più stretti di quanto si potrebbe pensare. –
Hermione sorrise, piuttosto colpita.
– Una teoria interessante! –
– Vero? – si compiacque Sylvia, contemplando le sue pergamene con orgoglio.
Probabilmente gli autoproclamatisi veri difensori della razza magica non avrebbero apprezzato una tesi che girava intorno all’idea che la magia richiedesse, per funzionare veramente al meglio, una componente umana comune tanto a maghi e streghe quanto a Babbani e Magonò, ma si sarebbero dovuti rassegnare. Sylvia avrebbe difeso la sua teoria e basta.
– Nella parte sperimentale riporterò risultati di letture fatte tanto su persone mie amiche quanto su perfetti sconosciuti. Se nel primo caso riesco a capirci di più, ad andare oltre memoria e ricordi… – Fece un gesto che significava: allora ho vinto. – Ma tornando a noi… Immagino di non essere amica del nostro bersaglio…? –
– Dubito che vi siate mai parlati – mormorò Hermione. – Io stessa ci ho parlato pochissime volte… –
– Allora quale sia il suo problema non lo sapremo mai. Non tramite la magia, comunque. Se vuoi aiutare questa persona, devi farti dire perché vuole… –
Si interruppe di colpo, le labbra schiuse e gli occhi strabuzzati.
– Che c’è? – si allarmò Hermione, mentre Sylvia si riprendeva in fretta l’Animi Speculum senza rispondere.
L’incantesimo venne ripetuto e Sylvia studiò le immagini un’altra volta.
– Dodici – mormorò, assorta. Fissava la sfera ormai spenta e pareva ascoltare una voce che solo lei poteva sentire. – Dodici sotto le stelle. –
Ancora una volta rivide le immagini, consultò gli appunti, attese il suggerimento.
– Dodici sotto le stelle… ma dove esattamente? –
– Sylvia, mi stai spaventando… –
– Mezzanotte, ecco quando vuole farlo – disse lei in fretta, accennando alla sfera. – Credo sia questo ciò che ho visto, nell’immagine della struttura che somigliava alla scuola… Sulle prime pensavo fosse un ricordo, invece ora credo sia parte di un piano che il bersaglio vuole attuare…Ma sotto le stelle cosa vuol dire? Sono dovunque… –
– La torre di Astronomia! – proruppe Hermione. – Vuole gettarsi dalla torre a mezzanotte! –
– Ma mezzanotte di quale giorno? Questo non lo vedo, forse al momento della lettura non lo sapeva nemmeno il bersaglio… –
– Lo terrò d’occhio – decise Hermione – Non gli permetterò di farlo. –
Non dopo tutto quel che abbiamo fatto per strapparlo alle fiamme, pensò.
– E come farai? Lo seguirai per tutto il tempo? – si stupì Sylvia.
Hermione sorrise amaramente e una fitta di profonda tristezza le trasformò il sorriso in una smorfia.
– Qualcuno mi aiuterà, non preoccuparti. –
Non le disse che quel qualcuno sarebbe stato Fred Weasley. Non avrebbe capito.
   
 
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