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Autore: _aivy_demi_    03/01/2019    11 recensioni
Il matrimonio di Madara e Hashirama si avvicina: mancano soltanto 3 mesi, e Sasuke, testimone di suo zio, dovrà organizzare tutto ciò che riguarda la cerimonia. Naruto gli verrà affiancato per portare a termine questo compito arduo (e alquanto bizzarro.) Ce la faranno i nostri eroi, senza impazzire prima? Questa minilong partecipa alla challenge "I'm dreaming of a white Christmas" del gruppo Boys Love - Fanfic & Fanart's World. La specifica con cui ho voluto partecipare prevede un filone da scegliere tra quello natalizio e quello invernale, accostato a 3 parole celate che dovranno essere utilizzate con la giusta attenzione nel testo.
GATTO – CALMO – CORO GOSPEL
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hashirama Senju, Madara Uchiha, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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-1: What do you really think?




«Sasuke, caro, noto che ultimamente sei un po' distratto.»

Il ragazzo fulminò Madara con lo sguardo, mentre stava sistemando il servizio buono sul tavolo, in attesa dell'arrivo di due ospiti per la cena.

«È per via di quel biondino, vero? Non nasconderlo.»

Negli ultimi giorni i due s'erano visti spesso, dopo la fuga dall'atelier di una settimana prima. Avevano viaggiato zigzagando tra le macchine, raggiungendo un'area panoramica tranquilla fuori dalla città, ridendo e chiacchierando nonostante il gelo di quei giorni fino a perdere il conteggio delle ore. Superata l'avversione iniziale, scavalcata la barriera di indifferenza che aveva eretto nei suoi confronti, Sasuke aveva cominciato ad aprirsi con lui, a sentirsi finalmente a suo agio; si scrivevano spesso, ed ogni scusa era buona per uscire, bere qualcosa assieme e conversare di lavoro.

«Ci vediamo spesso perché mi sta aiutando a organizzare tu sai cosa, e te lo avrò detto ormai non so più quante volte.»

«Certo certo. Sei un filino teso o sbaglio?»

Teso? Si chiese il motivo di quella domanda, senza sapere come rispondere. Certo che no, perché avrebbe dovuto? Stava solamente controllando tutto fosse pronto per la cena, che nulla mancasse e che ogni cosa fosse al proprio posto.

Come ad un appuntamento galante.

"Che cazzata, non è un appuntamento!" Rispondeva da solo ai suoi stessi pensieri.

«Dai, si vede che sei rigido come una tavola di legno. Sciogliti un po' e lasciati dare un consiglio: cambiati quella maglia, sta malissimo coi pantaloni.»

Come al solito: non aveva uno zio normale, ma un guru della moda in casa. Corse in camera osservandosi allo specchio: pantaloni di tuta scuri con maglia sformata a righe, probabilmente un pigiama in origine. S'era completamente dimenticato di cambiarsi. «Che cazzo?!»

Orrendo.

Scaraventò i vestiti sulla sedia accanto alla specchiera rovistando nell'armadio.

Jeans e camicia?

Scartato.

Sportivo e felpa?

Scartato.

Trovò un paio di pantaloni aderenti ed una maglietta attillata: corta. Perfetta, ma senza maniche. Raccolse una camicia dal taglio casual e se la infilò, lasciandola sbottonata; stava controllando come stesse conciato in quella maniera ed un sorriso soddisfatto si dipinse sul volto. "Sembri una ragazza che non sa cosa scegliere per incontrare il proprio spasimante. Sei un emerito idiota, è una cena di famiglia a cui partecipa un tuo amico."

Suonò il campanello. Inforcò delle scarpe in tela, sistemò i capelli un'ultima volta e uscì.

Raggiunse la porta con la disapprovazione stilistica di Madara, esternata con un sonoro "devo darti proprio una dritta la prossima volta."

Hashirama, impettito come sempre, curato in ogni dettaglio e con un sorriso controllato ed impercettibile entrò per primo, una bottiglia di buon vino infiocchettata e una stretta di mano ferma nonostante la pelle resa fredda dalla bassa temperatura. Salutò il futuro nipote dirigendosi subito dopo dal fidanzato, prendendolo per i fianchi e baciandolo a fior di labbra. Il suo passaggio lasciò lo spazio al secondo invitato.

«Buonasera, è permesso?» Un ingresso timido in contrasto con il carattere espansivo: Naruto, elegantemente fasciato da un completo dal taglio moderno che contrastava con l'immancabile chiodo aperto sul petto, si fiondò su Sasuke. «Non giudicarmi per come sono vestito, è stata una scelta del signor Senju.»

Che avrebbe potuto dire? I piccoli orecchini rilucevano sotto alla luce del corridoio, donando assieme ai piercing un tocco inusuale che non poteva non saltare all'occhio.

«Sto tanto male?»

«Non fare domande sceme e entra. Non mangiamo all'ingresso.» Ecco: tornava ad essere il solito ragazzo distaccato.

«Tanto so che parli così perché sei imbarazzato. Credi non lo abbia notato? Beh, vorrà dire che non sono poi così male, no?» Gli fece l'occhiolino sorridendo.

«Ragazzi? Ci siete? Desiderate pure un tea e dei pasticcini, o vi decidete a raggiungerci in sala? Qui è pronto!»



La cena si svolse con aria tranquilla e una certa leggerezza: l'argomento matrimonio era tabù, non venne sfiorato neppure con il pensiero. Naruto si presentò con garbo spiegando che lavorava per Hashirama da parecchio e partecipava attivamente ai vari eventi organizzati dalla sua agenzia.

«Avevo capito ti occupassi di pubbliche relazioni e simili, e che avessi clienti sparsi un po' ovunque.» La curiosità del giovane Uchiha s'era accesa nel momento in cui si rese conto di sapere ben poco dello zio acquisito.

«Non solo. Catering, feste, mostre, sfilate. Concerti, pub, circoli privati. Sono un po' ovunque.»

Restò a bocca aperta. Si voltò verso il biondo chiedendogli che cosa facesse esattamente.

«Intrattenimento, in un certo senso. So servire ai tavoli, miscelare cocktail, posare davanti a un obiettivo in un set fotografico; tante cose, ma nulla di importante.»

Madara sorrise massaggiandosi il mento con soddisfazione. Aveva capito con chi aveva a che fare, anche solo guardandolo. Aveva fiuto, e anche stavolta ci aveva azzeccato.

«Sei uno dei suoi modelli, vero?»

Naruto rispose affermativamente senza mostrare il minimo imbarazzo.

«Modello?» Sasuke soppesò quella notizia e si accorse di aver parlato solo dopo un sorriso di risposta.

«Cerco di non farmi notare durante il tempo libero, ma sì: faccio parte dell'agenzia Senju per questo motivo, e per la mia capacità di imparare in fretta quello che devo fare senza lamentarmi.»

Un cenno di soddisfazione si dipinse sul volto di Hashirama, che poggiò una mano sulla spalla del ragazzo. «È uno dei più bravi nel suo lavoro, e sono felice abbia fatto amicizia con te.»

Amicizia: una parola importante per lui, che aveva un significato profondo. Pensò nuovamente ai contenuti dei messaggi, alla sua sincerità spigliata, il suo modo di comportarsi così spontaneo. Erano davvero amici? Gli si scaldò il petto all'idea, ed un piacevole tepore si irradiò fino alle guance, facendolo arrossire.

Madara intervenne ridendo e carezzando i capelli del nipote, scompigliandoli e riaggiustandoglieli con tocco certosino poco dopo. «Riesci davvero ad andare d'accordo con questo piccolo antipatico bipolare? Mi complimento per l'impresa!»

Le risate si sollevarono riempiendo la stanza, e la serata proseguì con tranquillità.

S'era fatta una certa ora, ed era arrivato il momento per gli ospiti di andarsene. I due uomini si salutarono con calore, mentre i ragazzi uscirono in veranda per una sigaretta in compagnia. Tremarono un attimo, imbacuccandosi nelle sciarpe e infagottandosi nei cappotti.

«Allora, come ti sembra sia andata la serata?»

Il moro sollevò lo sguardo sorridendo. «Meglio di come pensassi, credimi.»

«Anche quando tuo zio ti ha preso per il culo?»

«Beh, avrei preferito non fosse stato così, ma la sua personalità è molto vivace, come la tua d'altronde.»

Il biondo si avvicinò senza dire nulla, e lo baciò.

Sapeva di acido, contornato dall'odore dolciastro di quelle sigarette nere che fumava ad ogni occasione. Le labbra erano lisce, come la pelle priva di barba, e fredde per via di quell'incursione notturna.

Tutti particolari che Sasuke non notò davvero in quel momento, perso con lo sguardo nel vuoto. Non si rese nemmeno conto di quanto fosse durato quel gesto così inaspettato da immobilizzarlo sul posto, fino a far cadere sul pavimento il filtro ancora acceso e consumato in minima parte.

Senju uscì un attimo dopo.

Giusto il tempo di sentire la maniglia abbassarsi per potersi staccare.

«Naruto, andiamo, si è fatto tardi.»

Quest'ultimo si sporse all'interno dell'abitazione, salutando con calore Madara che stava sparecchiando con lena. Sorrise anche al coetaneo, come nulla fosse; agitò la mano dal sedile anteriore della macchina, prima di partire.

L'Uchiha rientrò in casa ed aiutò lo zio nella sistemazione della sala. Non disse una parola.

«Simpatico davvero quel tuo amico, e pure un gran bel ragazzo. Oh, ma fa tanto freddo fuori? Sei così rosso in viso.»



«L'hai puntato, vero? Non ti smentisci proprio mai.»

«Signor Senju, non posso farci niente. Il suo essere così scostante, apparentemente distaccato e pure burbero e ironico, mi piace un sacco. Il fatto che mi scriva nonostante sappia che ci provi spudoratamente con lui, dimostra che non gli do fastidio. Certo, non voglio esagerare ma prima o poi riuscirò a...»

«A?»

«A vederlo sorridere grazie a me.»





In quei giorni Sasuke aveva evitato le chiamate di Naruto, e aveva continuato il programma di organizzazione da solo. Altri impegni furono presi, altri appuntamenti andati a buon fine e più elementi vennero depennati dalla lista scritta assieme al ragazzo un po' di tempo prima.

Il telefono trillò. «Pronto tesoro? Mi ha appena chiamato quello del catering, ha detto che farà in modo di preparare anche le varianti vegetariane. Ho deciso per un buffet, così nessuno dovrà sottostare a un menù che piacerà a meno della metà degli invitati.»

«Ottima idea, penso verrà apprezzata parecchio. Anche se andare alla cieca per la location...»

«Sai che adoro le sorprese. Kakashi ci teneva, quindi mi fido di lui. Le modifiche al vestito sono quasi ultimate, quindi due settimane prima della cerimonia ci sarà la seconda prova. Per il resto?»

«Il fioraio ha dato disponibilità completa, l'estetista si presenterà a casa la sera prima e il parrucchiere alle 6 del giorno dopo. Quindi sarai impegnato a farti bello le ultime ore.»

Madara rise. «Sarò? Saremo! Credi di sfuggire al tocco della bellezza? Soffriremo in due, e saremo perfetti.»

Il nipote sospirò profondamente, chiedendogli se stesse davvero scherzando. No, naturalmente no. L'uomo disse che era riuscito pure a contattare un vecchio amico di lunga data (un altro dei suoi) che avrebbe suonato il piano accompagnato da un paio di archi. Una scelta azzeccata, anche se non esattamente in linea con l'idea che Sasuke s'era fatto di quel giorno. D'altronde, era ancora capace di stupirsi per i cambi di posizione continui sulle scelte dell'altro.

«Allora? Hai già chiesto a Naruto se ti accompagnerà?»

«Cosa scusa?» Non aveva neppure pensato a una possibilità simile, tanto meno in quel momento. Aveva smesso di rispondere ai continui tentativi di contatto.

«Credevo sarebbe venuto volentieri con te.»

«Verrò da solo.»

«No no no non ci penso nemm...»

Tap.

Sfiorò la cornetta rossa sullo smartphone. Non aveva voglia di affrontare la cosa. Nessuno poteva costringerlo a presentarsi con qualcuno, no? Dove risiedeva la sua libertà di pensiero e d'agire? Sarebbe venuto, si sarebbe divertito e avrebbe passato la giornata a vedere suo zio realizzare uno dei suoi sogni.

Andava bene così, giusto?

Poco dopo arrivò una seconda chiamata: convinto del mittente, Sasuke rispose di getto che voleva essere lasciato in pace. La voce dall'altra parte del telefono lo spiazzò: era Naruto.

«Ehi ciao, spero di non disturbarti.»

Tentato di chiudere senza dire nulla, si bloccò nel momento in cui l'amico gli disse di ascoltarlo solo per un attimo, e poi sarebbe stato libero di riagganciare.

«Senti, mi dispiace per quello che è successo l'altra sera. Mi sono lasciato trascinare un po' dal momento, un po' dall'atmosfera; ho reagito d'impulso, ma era ciò che volevo davvero. Non prenderla come uno scherzo, una cosa superficiale. Lo desideravo, perché so che sei una persona speciale e mi hai colpito un sacco.»

Soppesò quelle parole con cautela, ma decise che non era ancora arrivato il momento di interrompere.

«Sei testardo, altezzoso e spesso non dai a vedere quello che pensi davvero. Tenti di indossare una maschera da perfettino davanti a tutti, ma io sono convinto che non sia così. So che dentro di te c'è qualcosa di più, ed è per questo che...» si bloccò non sapendo se continuare o meno. Visto che ormai era in ballo, e probabilmente sarebbe stata l'ultima volta in cui poteva parlare con lui, decise di dirlo apertamente. «Insomma, mi piaci.»

Sasuke restò impassibile con il cellulare in mano: stavolta non sapeva davvero cosa dire. Non era certo la prima volta che riceveva una dichiarazione, però effettivamente era la prima in cui si sentiva scosso davvero.

«Per favore, non farlo più così d'improvviso.»

«Cosa?»
«Non baciarmi davanti a casa con i miei parenti a un metro di distanza, è stato imbarazzante. Ora scusami, sono impegnato. Ci sentiamo dopo.»

Il biondo blaterò un ciao affrettato, quasi imbarazzato.

Esattamente cosa voleva dire con quell'affermazione? Suonava come se non fosse stato il gesto in sé a dar fastidio, ma il momento ed il luogo in cui era avvenuto. Si accese una sigaretta nel tentativo di rilassarsi ma si rese conto di non esserne capace. Forse sarebbe stato meglio fare finta di niente: al momento gli sembrava la soluzione più plausibile.

La giornata volò via, e non fu in grado di concentrarsi in nient'altro se non le parole di Naruto: "mi piaci." Non gli dispiaceva affatto la sua compagnia, neppure il suo ciarlare fin troppo sincero e le sue frasi ad effetto al momento sbagliato; ci stava bene davvero con lui, ma non credeva fosse per qualcosa di più d'una semplice amicizia. Che avrebbe dovuto fare la prossima volta in cui l'avrebbe visto?
Con questo pensiero si addormentò senza neppure accorgersene.

Il mattino dopo suo zio si fiondò in camera ancora in accappatoio, sprizzando entusiasmo da tutti i pori. Il ragazzo sobbalzò nel letto imprecando, bisbigliando qualcosa sulla privacy e il rispettare gli spazi altrui.

«Oh caro, lascia perdere. Hashirama ha detto che il mio addio al celibato è pronto, capisci?»

«Il che?» Sasuke si grattava la testa tentando di riportare la mente nel mondo reale, scuotendola dal tepore del sonno.

«L'addio al celibato» Madara scandì ogni singola lettera di quella parola, con gli occhi colmi di aspettative. «Tienti libero stasera, senza se e senza ma. E stavolta, santo cielo, vestiti bene.» Uscì senza aggiungere altro.

Non ebbe neppure il tempo di chiedere una minima spiegazione. Controllò rapidamente i messaggi, e notò che Naruto gli aveva scritto giusto un attimo prima: poche parole accompagnate da uno smile con occhiolino e lingua di fuori.


«Ci vediamo stasera all'addio al celibato.»


"Sarà stato invitato pure lui."
Non ci diede peso, anche se probabilmente avrebbe dovuto. Non sapeva cosa aspettarsi, ma il fatto che Hashirama aveva pensato a preparare quell'evento senza doverlo coinvolgere, lo aveva tolto da un grande impiccio. Cosa avrebbe potuto aspettarsi? Sicuramente non delle donne nude; rise all'idea di Madara che si schifava alla vista di un seno prosperoso sbattuto sul suo volto. E rise di nuovo pensandoci una seconda volta.

Si mosse verso il centro per ammazzare il tempo: quel giorno non aveva programmi, e ciò che serviva per la cerimonia a livello organizzativo ormai era fatto. Un baretto carino all'angolo era perfetto, e un paio di birre non gli sarebbero affatto dispiaciute pensando di potersi scaldare un po'. Fece per entrare quando una voce familiare lo bloccò.

«Ehi, ciao Sasuke.»

«Salve signor Hatake, come sta?»

Kakashi si premurò di accompagnarlo ed ordinare per entrambi, guardandolo spesso con aria complice; di questo il ragazzo se n'era reso conto, ma non aveva trovato il coraggio di chiederne il motivo.

«Per caso stasera andrai alla festa organizzata per Madara?» Di nuovo quello sguardo.

«Certo, anche se naturalmente mi ha proibito di vestirmi come voglio.»

«E ti stupisci? Fosse per lui, dovresti essere vestito bene pure per andare in bagno la mattina.»

Un pomeriggio decisamente rilassante.

Una buona compagnia, finché non ricordò dell'incidente della nudità. Arrossì violentemente, non potendone fare a meno.

L'uomo rise divertito.

«Stai per caso ripensando a quello che è successo quella volta? Lascia stare, tranquillo. È tutto ok, può capitare una cosa simile. Ora devo andare, grazie per la chiacchiera, e divertiti.»

Un occhiolino?
Lo aveva notato, ne era sicuro. Cosa stava a significare?




«Non sto più nella pelle, non vedo l'ora che cominci!»

Un locale decisamente appariscente, non c'era che dire: insegna luminosa, buttafuori, arredamento sopraffino.

«Questo è uno dei...?»

«Sì esatto, caro Sasuke: uno dei club di Hashirama. A quanto pare ha organizzato le cose in grande. Sono in estasi, chissà cosa avrà preparato!»

Vennero accompagnati al piano superiore, in una delle camere private. Un paio di divanetti ed un letto matrimoniale, oltre ad un gusto raffinato e decisamente eccentrico, proprio come Madara.

«Sembra che questa stanza sia stata fatta apposta per te.»

«Vero, eh?»

Le luci si spensero, lasciando un alone soffuso di rosso e violaceo, proveniente da dei faretti posizionati sui lati.

Lo spettacolo era cominciato.

Le note erotiche di melodie composte da sax e piano si diffusero nell'aria, mentre i due vennero sfiorati da dietro da mani delicate e sinuose.

Vennero bendati.

Un gridolino eccitato uscì dalla bocca di Madara, che era visibilmente teso. Sasuke invece si sentiva a disagio: non sapeva cosa stava accadendo, non capiva chi ci fosse lì con loro, ma sapeva solamente che era in balia degli eventi, e non sapeva proprio come uscirne.

Un soffio delicato lo raggiunse all'orecchio. Sentì un lieve brivido percorrergli la schiena quando si rese conto di conoscere la voce che gli stava sussurrando.

«Ti avevo detto che ci saremmo visti stasera, giusto?»

«Nar...!»

«Shhh, goditi lo spettacolo.»

Sentì la propria pelle andare a fuoco mentre, privato della vista, percepiva ogni singola sensazione, ogni carezza con maggior sensibilità.

Madara dalla sua continuava a ridere, mentre lo sentiva agitarsi sulla poltrona.

Il ragazzo sentì un peso improvviso sulle cosce, e l'oscurità che gli bloccava le iridi finalmente si diradò, riportandolo alla realtà. Restò letteralmente a bocca aperta: seduto sulle sue ginocchia stava Naruto. Morbide orecchie nere da gatto, un collare di pelle scura legato al collo, guanti di velluto nero e solo un lieve accenno di tessuto a coprirgli il corpo dal collo fin sopra ai capezzoli. Avvampò di nuovo quando gli sorrise in modo luminoso come solo lui sapeva fare. Per un attimo gli si bloccò il respiro.

«Sono contento tu sia venuto.»

Sasuke seguì i movimenti con lo sguardo, mentre notava che il lembo di stoffa che ricopriva il suo inguine era poco più che sufficiente a nascondere la forma maschile. Scostò gli occhi, cercando di distrarsi, e facendo questo notò una... coda?

Una sorta di spettacolo cosplay furry erotico?
Si girò verso suo zio, che gli sorrise di rimando: il giovane dai capelli rossi e dal tatuaggio scarlatto sul viso, al di sopra dell'occhio, indossava la stessa mise e gli stava massaggiando il corpo da sopra la camicia. Cosa che cominciò a fare anche Naruto subito dopo.

«A... aspetta!»

«Tranquillo, è solo uno spettacolo. Vige la regola "guardare e non toccare", non preoccuparti.»

Madara ammise che mai sorpresa più bella era stata pensata per lui, e Sasuke non poté dire nulla in contrario; parte dell'imbarazzo svanì mentre le mani dell'amico lo stavano spogliando piano piano.

«Ehi...!»

Si avvicinò con un sorriso, sussurrando nuovamente: «Non sei tu quello che si sposa, quindi non ci sono veti.»

Dita delicate si muovevano sul petto, seguendo la linea dei muscoli e scendendo fino all'ombelico: la pelle diafana del giovane Uchiha risaltava a contrasto con la pelle perennemente abbronzata del biondino. Il contatto caldo, lento e studiato in ogni mossa gli provocò un netto aumento della temperatura e del respiro. In uno spasmo improvviso si aggrappò a quella che era la coda del costume, provocando nel possessore un sonoro gemito.

Persino l'uomo seduto lì accanto si voltò stupito di quel suono decisamente interessante.

«La... coda...»

Sasuke la mollò confuso. Notò una stranezza soltanto in quel momento: non c'era alcun filo, cordino, nulla legato alla vita per sostenere quell'appendice. Quando si rese conto di come effettivamente fossero le cose, avvampò di nuovo.
Il naso di Naruto gli sfiorò la guancia mentre gli sussurrava al collo: «non preoccuparti, non era per il dolore.»

Gli spogliarellisti si alzarono dai rispettivi ospiti, prendendo le distanze a sufficienza: si strusciarono l'uno sull'altro, guardando languidamente i due inermi che stavano godendo di quello spettacolo. Madara lanciò un'occhiata al nipote, unendo pollice e indice in un "ok" assolutamente deliziato, mentre quest'ultimo stringeva i braccioli della poltrona convulsamente; si tratteneva a stento, mentre i corpi si spogliavano a vicenda, fino a lasciarsi una lieve copertura anteriore semplicemente voltandosi di schiena.

Da lì, Sasuke ebbe la conferma di ciò che sospettava: le loro code da gatto non si reggevano certo da sole!



«Mi spiace, non posso accettare. Mi aspetta un altro lavoro.»

«Che peccato, piccolo caro Gaara: ti ringrazio per lo spettacolo meraviglioso, e mi spiace tu non possa fermarti con noi per un drink. Sei uno dei migliori, lasciatelo dire.»

«È stato un piacere signor Uchiha, allora io vado. Arrivederci. Naruto, ci vediamo domani.»

Il ragazzo dai capelli rossi abbandonò il gruppo che si era ritrovato nella hall del club, dirigendosi poi verso il lounge bar al piano terra. Madara si divise dai ragazzi con la scusa di raggiungere Hashirama per degli aggiornamenti assolutamente fondamentali, teoria sfumata nel momento in cui alzò il pollice mimando un "vai così" con le labbra in direzione del nipote.

Sasuke e Naruto rimasero soli: si accomodarono in uno dei tavoli, ordinando un paio di cocktail e cercando di affrontare la situazione per quella che era. Il moro cominciò per primo.

«Mi spiace per averti evitato per tutto quel tempo.»

«Non scusarti per le tue reazioni. Sono io ad aver esagerato e mi scuso ancora per questo.» Il silenzio cadde nuovamente: stavano temporeggiando.

«Ti sei divertito? A mia difesa, è stata un'idea di tuo zio, e Hashirama ha acconsentito senza problemi.»

Sasuke valutò la risposta, soppesandone ogni singolo elemento. S'era divertito? Effettivamente era stato un bello spettacolo, elegante e fantasioso, anche se non si aspettava certo di ritrovarselo vestito così. Ciò che lo stupì fu la sensazione di benessere provata nel ritrovarselo seduto a strusciarsi su di lui: non s'era sentito disgustato, anzi. Le piacevoli carezze, lo sguardo languido e quel gemito... Gli avevano creato una tremenda reazione che distava nettamente dal suo pensiero. Avrebbe potuto dirglielo con serenità?

«Devo ammettere che non mi è dispiaciuto, sei bravo.»

«Solo bravo? Non carino, chessò, o eccitante...»

«Bravo, al momento non mi sbilancio più di così. Lo sei stato davvero, anche se» si fermò, ma si rese conto che sarebbe stato inutile non continuare a parlare, «non mi aspettavo certo costumi simili. Non volevo darti fastidio.»

«Per quello?» Naruto rise succhiando ancora dell'alcool dalle due cannucce all'interno del tumbler, «è stata una mia idea, con tutti i rischi annessi. Non mi aspettavo certo che tu potessi afferrarla e muoverla.»

Al quarto bicchiere, la questione del sedere del biondo era diventata l'argomento principale della conversazione. La lingua di Sasuke s'era indubbiamente sciolta, e ciò avrebbe reso tutto più facile. «Sentirti gemere in quel momento mi ha letteralmente riempito la testa.»

«Ed è una cosa buona? Sai che ti faccio il filo da quando ci siamo incontrati la prima volta, dio ma quanto è buono! Mi scusi, me ne fa un altro? Dicevo, tu mi piaci Sasuke, e un sacco, ma il dubbio adesso è uno solo, cosa pensi tu davvero?»






Ma nooo che stronza! Interrompere tutto a metà! Sì, lo so, ed è assolutamente nel mio stile: non posso farci niente, questa è l'ultima questione da affrontare per il nostro caro Uchiha prima della cerimonia che gli ha stressato l'anima negli ultimi mesi. Cosa risponderà alla domanda fin troppo diretta di Naruto?

Volevate il GATTO? Ecco, questo è l'inserimento che ho scelto per questo prompt della challenge, ahahah! Decisamente diverso dal solito, no? E poi è dall'inizio della storia che volevo accadesse qualche cosa a sti due, un poco di pepe in più.

Mahlerlucia tesoro, questa parola è stata proprio un'ispirazione per me ^^ Volevo dedicarti questa parte perché ci sta tutta, e un pensiero speciale va a Ladyhawke83 e a Alessia D. R. per il sostegno morale di cui hanno bisogno, alle meravigliose ragazze che fanno parte del nostro gruppo, e che condividono con me questa passione meravigliosa che è la scrittura.

Ogni giorno con voi è stimolo e ispirazione, grazie a tutte!

Grazie a voi che dedicate il tempo della vostra giornata a leggere le mie storie, siete meravigliosi!

Al prossimo e ultimo capitolo, con la parola CORO GOSPEL che ancora manca. Ci sono stati gli scleri, i preparativi, le organizzazioni, prove d'abito, addio al celibato.

Ora manca solo una cosa: la cerimonia.


-Stefy-


   
 
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