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Autore: paige95    05/01/2019    4 recensioni
Un amore travagliato quello tra Rose Weasley e Scorpius Malfoy. Le loro due famiglie, come i Capuleti e i Montecchi (per citare una famosa opera di Shakespeare), non accetteranno il repentino avvicinamento tra i due giovani.
Ma chissà se qualcosa prima o poi possa far cambiare loro idea ... senza arrivare al famoso tragico epilogo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ron Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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Una notte agitata

 

Astoria ormai da mesi era ricoverata in ospedale e da altrettanti giorni Draco si ritrovava solo in quel grande letto. La notte era diventato il suo peggiore incubo, il momento della giornata in cui il silenzio dell’assenza di sua moglie si faceva sentire più forte. Provava a riposare almeno qualche ora seguendo il consiglio di chiunque notasse la stanchezza sul suo volto, ma la verità era che, se trovava il coraggio di chiudere gli occhi, lo faceva solo per rendersi meno conto del dolore che provava.
 
Quella notte in particolare però non riuscì a mettere in pratica i suoi buoni propositi, si girava e rigirava tra le lenzuola, ma il sonno non voleva proprio graziarlo. Sentiva un vuoto troppo grande al suo fianco e nulla avrebbe potuto colmarlo, se non la diretta interessata. Si mise a sedere, stanco di essere preso in giro da Morfeo e si voltò verso il suo comodino. Una cornice in argento brillava sotto i raggi della luna, che quella sera era piena, esattamente come piaceva ad Astoria. La afferrò dolcemente e avrebbe dato in cambio qualunque cosa pur di riavere indietro lo spensierato sorriso della sua consorte. Accarezzò con la punta delle dita il vetro davanti a quella foto in cui venivano raffigurati una giovanissima Astoria e un piccolo Scorpius, mentre sorridevano felici a lui che scattava la foto. Ricordava di essere stato anche lui felice quel giorno e mai si sarebbe immaginato che un giorno le tenebre sarebbero tornate ad incombere su di lui e sulla sua famiglia. Per quanto i suoi occhi avessero ormai esaurito le lacrime nell’arco di quei mesi, una superstite andò posarsi leggiadra su quella foto e su Astoria che non smetteva di sorridere nella sua direzione. Asciugò il vetro con la manica del pigiama e ripose la cornice dove l’aveva presa. Se la stanchezza non voleva vincerlo, era inutile insistere, così raggiunse il piano inferiore e decise di affogare tutta la sua frustrazione nell’unico modo che conoscesse. Astoria sarebbe sicuramente stata contraria al Whisky Incendiario, ma lei non era lì con lui e proprio la sua assenza aveva provocato la sua debolezza. Trangugiò senza pensarci troppo il suo bicchiere. Si sedette sul divano, dove avrebbe senza dubbio preferito dormire in quei mesi e dove varie volte aveva tentato, e provò a rilassarsi con l’aiuto del tabacco. Proprio mentre si accendeva quella sigaretta, sentì dei chiari passi e subito dopo la voce di suo figlio dirigersi verso di lui.
 
“Papà. Non riesci a dormire?”
 
Vide Scorpius gettare uno sguardo disprezzante verso quel vizio che Draco teneva saldamente tra indice e medio. Non si fece però suggestionare dall’espressione del ragazzo, anzi mantenne un certo atteggiamento, anche se sapeva perfettamente che suo figlio era semplicemente preoccupato per lui.
 
“E tu?”
 
Fissò Scorpius senza accennare ad abbassare lo sguardo, stava facendo esattamente ciò che temeva, si stava chiudendo nel suo dolore e stava ignorando quello di suo figlio. Cercò così di essere più accomodante e distolse quell’espressione fredda con la scusa di posare la cenere sul tavolino davanti a sé.
 
“Come hai trovato la mamma l’ultima volta che l’hai vista?”
 
Non sapeva cosa rispondergli o forse aveva solo paura della verità. Che stesse preparando il terreno per una terribile notizia? L’espressione di suo padre non lo fece ben sperare. Si limitò a seguire i gesti di Draco che lo invitavano ad accomodarsi al suo fianco. Il ragazzo lo assecondò e attese che suo padre venisse inondato dal fumo prima di parlare. Odiava vederlo fumare in quel modo, solo per provare a distendere i nervi.
 
“Scorpius, c’è una cosa che non ti abbiamo detto, anzi un’altra cosa. Io l’ho scoperto mesi fa e con tua madre in quelle condizioni non sapevo fosse giusto dirtelo”
 
“Mi stai spaventando, papà”
 
Aveva usato un tono drammatico e Draco se ne era accorto troppo tardi. Sarebbe dovuta essere una magnifica notizia, che avrebbe dovuto dare insieme a sua moglie al loro primogenito, invece era solo e tutto era così incerto. Era più pronto a diventare padre rispetto a sedici anni prima, era infondo un’esperienza che aveva già fatto, eppure il destino non sembrava volergli donare quella gioia.
 
“Se lei ce la farà, avrai presto un fratellino o una sorellina”
 
“Cosa??”
 
Scorpius rimase totalmente spiazzato, non riusciva a scollargli gli occhi di dosso sperando di aver capito male. Non gli piacque affatto la reazione del figlio, ma probabilmente lui era il primo a capire la gravità della situazione. Infondo era un uomo ormai, un padre di famiglia. Iniziò addirittura a credere che un ragazzino di sedici anni fosse più coscienzioso di lui che ne aveva qualcuno di più. Si stava rendendo conto grazie alle parole di suo figlio di quanto fosse stato imprudente, sarebbero dovuti stare attenti e non rischiare in quelle condizioni una gravidanza.
 
“Non sei felice, vero? Ed infondo come potresti, ho cacciato nei guai tua madre, più di quanto non fosse già”
 
E poi avevano anche il coraggio di chiedergli di non fumare e provare a cercare un po’ di sollievo? Suo figlio non lo stava per niente tranquillizzando, anzi gli stava mostrando solo quanto fosse veramente drammatica la situazione.
 
“Mi fa piacere, ma non credevo aveste questo genere di progetti”
 
“Non li avevamo, è stata una sorpresa anche per noi. Perlomeno non ne abbiamo mai parlato, ma a me sarebbe piaciuta l’idea. Ora mi accontenterei di non perderla, Scorpius”
 
Stava usando suo figlio come confidente e forse stava sbagliando, in quel modo non avrebbe nemmeno infuso a lui la forza necessaria. Continuava a suonargli strano quel terzo grado da parte di suo figlio, ma non così impossibile se quel ragazzo riusciva ad essere più razionale di lui, che era totalmente sopraffatto dall’amore e dal bisogno che provava nei confronti di sua moglie. Infondo era orgoglioso di suo figlio, era diventato esattamente come sarebbe dovuto essere, uguale a sua madre, forte e tenace, a tal punto da sorprendersi di avere la percezione di sentire parlare lei. Era certo che, se ne avesse avuto l’opportunità e non avesse pensato che ciò avrebbe potuto abbatterlo ancora più, Astoria gli avrebbe fatto presente l’imprudenza che avevano avuto con quel bambino. Eppure lui l’unica imprudenza che fino a quel momento aveva trovato era stata quella di condannare un’altra povera anima ad avere un padre come lui. Si considerò fortunato però ad avere accanto Scorpius, era davvero come avere al suo fianco Astoria e ciò avrebbe dovuto infondergli coraggio.
 
“Dovresti riposare, papà. Se la mamma fosse qui, ti direbbe …”
 
“… di non bere, di non fumare e di non fare nulla che possa nuocere alla mia salute. Converrai però come me, figliolo, che la situazione lo richieda”
 
“Ti direbbe quantomeno di non fumare in casa. A mamma dà fastidio … e, papà, io ti chiederò di non fumare in presenza dei tuoi nipoti. Pensi di poterlo fare?”
 
“Non lo avrei comunque fatto, cosa te lo fa credere?”
 
Lo vide abbassare sconsolato lo sguardo, come se avesse un tormento nel cuore da diverso tempo. Draco capì subito di essere lui la causa. Spense velocemente quella sigaretta, in effetti nemmeno fumare vicino a suo figlio era un’ottima idea. A Scorpius non sfuggì il premuroso gesto del padre, ma ciò non sembrò rasserenarlo.
 
“Non lo so, papà, ma da quando la mamma è in ospedale sei diverso”
 
“Diverso? Sono solo io, Scorpius, sono sempre stato così. Mi dispiace che tu ti sia illuso”
 
“No, non sei così. Tu sei sempre stato un ottimo padre, mi hai sempre dato il buon esempio, ma ora non me lo stai dando. Stai facendo tutto il contrario di ciò che è giusto”
 
Fissò Draco arrabbiato, ma anche suo padre si infastidì davanti alle insinuazioni del figlio. Avrebbe dovuto capire tempo prima la differenza tra lui e Astoria, era palese, mentre Scorpius aveva solo avuto un’opinione sbagliata di suo padre. In quel preciso momento il fatto che gli ripetesse quelle stesse parole che ormai da vent’anni sua moglie era solita ribadire lo infastidì più di quanto avrebbe voluto. Possibile che nessuno capisse quanto non riuscisse ad essere migliore e la sola presenza di Astoria fosse in grado di confortarlo e guidarlo?
 
“Scorpius, non fare come tua madre! Per quanto tu sia anche suo figlio e per quanto io riveda lei in te, mi manca e non riesco ad essere migliore … lei mi rendeva migliore come uomo e come padre”
 
Non sapeva come aiutarlo, anche lui stava soffrendo per le sorti della madre, ma non si portava il peso di uno stesso passato, anzi grazie a lei  e all’influenza positiva che aveva avuto su suo padre Scorpius aveva conosciuto un presente di amore e di pace.
 
“Manca anche a me e lei non vorrebbe …”
 
“… ma lei non c’è” affievolì triste e sconfitto il tono della voce “Lei non c’è e non tornerà in questa casa”
 
Si alzò per andarsene, ma Scorpius, nonostante avesse ascoltato le insicurezze del padre, si fidava come sempre dei suoi consigli e lui per primo stava affrontando un momento della sua vita per nulla semplice.
 
“Papà. H-ho paura senza la mamma, non so cosa fare quando nasceranno quei bambini. Mi sembra ancora strano che diventerò presto padre. Ho bisogno di te, ti prego, non negarmi il tuo aiuto”
 
Lo sentì sull’orlo delle lacrime, lo aveva probabilmente sconvolto con le sue parole e alla fine aveva esagerato, peggiorando l’umore del figlio, che in quel momento avrebbe dovuto ricevere solo comprensione e vicinanza.
 
“Scorpius, mi dispiace, ma io non sono tua madre. Tante volte le ho ricordato quanto per me non sarebbe stato semplice senza lei, ma ha sempre riposto la piena fiducia in me, io però …”
 
“Desidero solo tu sia te stesso, aiutami, tu ci sei passato prima di me. Cosa devo fare?”
 
“Figliolo, tu sei migliore di me, non avrai alcun problema a prenderti cura di tua moglie e dei tuoi figli”
 
“Papà …”
 
Lo vide crollare e portarsi frustrato le mani sul volto in segno di sfinimento. Gli dispiacque essere stato così duro e diretto, avrebbe dovuto mordersi la lingua prima di confidarsi con suo figlio quella notte, invece lo aveva fatto aprendo il suo cuore e chiudendo totalmente il cervello. Si avvicinò al ragazzo, si sedette nuovamente al suo fianco e desolato gli posò affettuosamente una mano sulla sua spalla.
 
“Tranquillo, io sono certo che la mamma non mollerà tanto facilmente. Scusami, io non credo affatto che non tornerà. Vedrai che guarirà, tu hai bisogno di lei, non di me”
 
Quelle parole fecero tornare la sua attenzione su Draco, dopo essersi asciugato le guance con il dorso della mano.
 
“Papà, io ho bisogno di entrambi”
 
Scorpius lo fissava nello stesso modo in cui era solito supplicarlo quando era solo un bambino. Gli passò una mano tra i folti capelli biondi, che, per fortuna di Draco, era l’unica caratteristica che gli aveva ereditato. Era semplicemente ciò che sua moglie gli aveva chiesto di fare ed ora toccava lui riscoprire la forza di aiutare quel ragazzo a reagire.
 
“Ci saremo, figliolo. Noi per te ci saremo sempre. Vado al San Mungo, non riesco a riposare qui senza di lei. Te la cavi per qualche ora?”
 
Acconsentì alla richiesta del padre, infondo sua madre aveva più bisogno di lui.
 
∞∞∞
 
Raggiunse il San Mungo con il cuore in gola. Aveva probabilmente sbagliato l’ennesima volta in pochi mesi uscendo dalla Villa e lasciando suo figlio in quello stato. Si sentiva soffocare tra quelle mura e aveva bisogno di lei per stare meglio. Se Astoria desiderava che lui fosse forte per Scorpius, doveva anche comprendere che da qualche parte avrebbe dovuto lui per primo riscoprire quella forza. Si avviò a passo celere verso la stanza di sua moglie, conosceva a memoria ormai quel tragitto, ma quando si ritrovò a pochi passi da quella porta una familiare figura seduta su una sedia proprio lì davanti sembrava essersi appisolata. A Draco parve di aver visto male, ma quando si ritrovò a pochi passi da lei, si rese conto che non avrebbe potuto sbagliarsi.
 
“Hermione”
 
Era rimasto profondamente incredulo, ma pronunciando il suo nome, anche se con un tono leggermente elevato per la sorpresa, non aveva la reale intenzione di svegliarla. Purtroppo però Hermione lo aveva sentito, il sonno in quella posizione non poteva essere tanto profondo. Aprì assonnata gli occhi ed impiegò qualche istante prima di capire chi l’avesse chiamata.
 
“Draco”
 
La guardò quasi diffidente, ma soprattutto sorpreso di trovarla in ospedale a quell’ora della notte. Aveva potuto appurare con i suoi occhi quanto volesse aiutarli e in quel momento, benché conoscesse il suo altruismo, per la sorpresa non riuscì ad inveirle contro ribadendo il fatto di non aver bisogno di tutte quelle attenzioni.
 
“Che ci fai qui?”
 
“Volevo solo vedere come stava tua moglie. Credevo di trovarti, ma ho incontrato solo i tuoi suoceri che se ne sono andati via poco fa. Io invece volevo restare per non lasciarla sola, ma mi sono addormentata, è stata una giornata pesante al Ministero”
 
Gli parlava come si usava fare con un vecchio amico, anzi tentava persino di giustificare il fatto che fosse crollata per la stanchezza. Un dettaglio però non sfuggì affatto a Draco.
 
“I miei suoceri erano qui?? Non li vedo da mesi”
 
“Sì e ti cercavano. Ma ora che ci sei tu, posso anche andare. Salutamela, se dovesse svegliarsi. Buonanotte, Draco”
 
La vide alzarsi, prendere la sua borsa e la sua giacca, per poi congedarsi con un mezzo ma sincero sorriso. Draco seguendo i gesti delicati della consuocera si ricordò le parole di Astoria su Hermione. Forse aveva esagerato a respingere in quel modo l'aiuto di quella famiglia, loro nonostante tutto continuavano ad essere disponibili, anche se venivano continuamente disprezzati da lui. La vide passargli accanto e a Draco venne spontaneo richiamarla.
 
“Granger. Resta, se vuoi, non è necessario che tu vada”
 
Hermione tornò sui suoi passi e stavolta fu lei ad essere incredula. Draco, avendo percepito la sua reazione tentò di giustificare il suo insolito comportamento
 
“Astoria lo vorrebbe”
 
Draco si sedette sconsolato e anche lei lo fece accanto a lui, avendo notato la sua remissività. Rimasero in silenzio per infiniti secondi e solo in quel momento Hermione si rese conto davvero di quanto l’arroganza di Draco fosse solo un disperato tentativo di non mostrare le sue fragilità. Lo stava fissando con tenerezza, quando anche lui, ignorando l'espressione di Hermione, si voltò prendendo un improvviso coraggio verso di lei.
 
“P-posso … posso chiederti un consiglio?”
 
“Certo”
 
Hermione si mostrò subito disponibile, ma non sapeva come metterlo a suo agio, infondo era anche per lei la prima volta che Draco le domandasse aiuto così esplicitamente. Fece infatti una gran fatica, ma lo stava facendo per suo figlio, solo per lui avrebbe trovato il coraggio.
 
“Se Hugo fosse al posto di Scorpius, cosa gli consiglieresti?” la fissò in atteggiamento umile in attesa di una risposta e lei fu presa totalmente alla sprovvista per la natura personale della domanda, infondo significava intromettersi nel loro rapporto “Hermione, te lo chiedendo solo perché Astoria non può aiutarmi ora e tu hai un figlio di poco più giovane di Scorpius, riesci facilmente ad immedesimarti in me”
 
La sconvolse sempre di più quella conversazione, le confidenze che Draco le stava facendo andavano ben oltre quella semplice domanda, lui non sapeva come rapportarsi con suo figlio. Stava senza dubbio mostrando delle fragilità che per Hermione furono una novità.
 
“L-lo avevo capito, sì. Mi risulta solo strano sentirti chiedere dei consigli”
 
“Sei la mia consuocera. Astoria continua a dirmi che siamo una famiglia e di chiedervi aiuto se ne avessi avuto bisogno … ma se sono indiscreto, puoi dirmelo”
 
“Non lo sei, Draco, sono stata la prima ad offrirti il mio aiuto” era felice che le chiedesse aiuto, significava che stava reagendo e non stava tagliando fuori dal dolore che provava la sua famiglia, ma anzi faceva anche l’impossibile per salvaguardare il rapporto con suo figlio, persino entrare in confidenza con i suoi nemici di sempre “Se fosse Hugo in una situazione simile, credo che mi affiderei agli insegnamenti che gli ho sempre trasmesso”
 
“Mi stai dicendo che non dovrei fare nulla, anche se è insicuro??”
 
“Devi essere tu il primo ad avere fiducia nell’educazione che avete dato a vostro figlio. Io sono certa che abbia avuto due genitori da cui prendere esempio e non abbia bisogno di altro”
 
Gli venne spontaneo ridere sulla considerazione di Hermione, anche senza averne la reale voglia da parecchi mesi.
 
“Buffo che tu lo dica, Granger. Mi conosci sotto altre vesti, tu sai bene cosa fossi anni fa”
 
“Proprio perché lo so, vedo cosa sei diventato. E, Draco, non è vero che eri solo uno spietato Mangiamorte, non l’ho mai creduto veramente”
 
Si stava quasi pentendo di aver seguito il suggerimento di Astoria. Le aveva chiesto tutto tranne che una personale opinione su di lui e fu quello a dargli veramente fastidio, aveva sperato si limitasse solo ad offrirgli un semplice consiglio su Scorpius.
 
“Ti prego, risparmiami i soliti discorsi che ha continuato a farmi mia moglie, persino da quando è in quel letto”
 
“Astoria ha semplicemente ragione”
 
Rivedeva in Hermione la stessa convinzione di Astoria. Sua moglie poteva essere troppo emotivamente coinvolta per avere su di lui un'idea razionale, ma la sua consuocera non lo era, anzi aveva tutte le ragioni per pensare l'esatto contrario di lui ed odiarlo. O forse era semplicemente troppo buona da riuscire a perdonare persino tutta l'inimicizia che aveva sempre avuto nei loro confronti. Preferì non scoprirlo per paura della verità e la congedò riscoprendo un minimo della sua freddezza.
 
“Non voglio trattenerti oltre, Weasley ti starà aspettando”
 
Non si era nemmeno accorta dell’ora, fu Draco a renderla consapevole che qualcuno a casa la stava aspettando da diverso tempo ormai.
 
“Sì, sarà meglio che io vada. Ore fa era sveglia, temo però che adesso stia dormendo. Ciao, Draco”
 
Se ne stava andando, quando la richiamò all'improvviso nuovamente indietro.
 
“Hermione”
 
Sì voltò ancora più perplessa e sorpresa. Non ricordava che Draco l'avesse mai chiamata in quel modo. Lo vide indugiare qualche istante prima di trovare le parole giuste.
 
“Grazie”
 
Ad Hermione non servì sentire altro per capire a cosa si stesse riferendo, anzi le sembrò già un evento più unico che raro.
 
∞∞∞
 
Dopo la conversazione con suo padre non riusciva più a riprendere sonno, come del resto accadeva qualche notte da un po’ di tempo a quella parte. Era stanco, ma soprattutto era stufo di pensare sempre al peggio che sarebbe potuto succedere. Gli mancava sua madre, la capacità che solo lei aveva di portare serenità in quella casa, nonostante i mille problemi. Le mancava persino il suo sorriso che aveva il potere di confortarlo in qualunque momento. Suo padre per quanto si sforzasse non avrebbe mai potuto sostituirla ed infondo era il primo ad ammetterlo.
 
Rose aveva il vizio di non occupare mai solo la sua parte del letto e anche quella notte la sentì appoggiarsi comodamente alla sua spalla. Ci fece poco caso, era ormai abituato. Invidiava il sonno profondo di sua moglie, anche lui avrebbe voluto chiudere gli occhi per qualche ora e invece neanche il delicato contatto di quella ragazza sembrava rincuorarlo. Lo sguardo gli cadde sulla ragazza e gli venne spontaneo immaginare i suoi bambini per provare ad occupare la mente con pensieri felici. Erano un maschio e una femmina, o almeno così Rose gli aveva detto. Non era sicuro però che sua madre li avrebbe visti nascere e crescere. Ogni pretesto era buono per pensare a sua madre ed era una sensazione che lo faceva impazzire. Si portò disperato le mani sul volto, ma nello scatto di quel gesto svegliò anche Rose, che lentamente, ancora assonnata, posò gli occhi su di lui.
 
“Scorpius … non dormi?”
 
Si accorse troppo tardi dii aver causato il risveglio precoce di sua moglie, cercò di dissimulare tranquillità, ma purtroppo lei era troppo astuta per sfuggirle il suo umore.
 
“Sì, tesoro, sto dormendo, tranquilla”
 
A fatica per il sonno e la gravidanza cercò di sedersi per poterlo scrutare meglio.
 
“Sei sveglio. Non stai bene?”
 
La guardò sorridendo dal basso verso l’alto e le scostò un ciuffo dei lunghi capelli dietro l’orecchio, porgendole una carezza.
 
“Sto bene, amore. Tu come stai?”
 
“Appesantita”
 
“Dovrai resistere ancora poco”
 
Non riusciva per quanto si sforzasse a mostrarle la serenità che non provava. Era palesemente triste.
 
“Scorpius, che cos’hai, a parte il fatto che stiamo per diventare genitori a sedici anni?”
 
“Mia madre non li conoscerà. Mi manca. Mi manca il modo in cui mi è accanto e mi rincuora. Ne è capace solo lei. Mi manca, Rose, mi manca da morire”
 
“Lo so”
 
Stavolta fu lei a porgergli qualche carezza tra i capelli, ma si rendeva conto che quelle attenzioni non avrebbero mai potuto sostituire quelle di Astoria.
 
“Sai cosa mi ha sempre detto mio padre, quando ero piccolo?”
 
“Non me lo hai mai detto”
 
“Mi diceva, guarda la mamma come è bella, sembra una stella splendente. Una cosa buona l’ha fatta mio suocero, le ha dato il nome giusto. Astoria in greco significa stella. Mi diceva che era entrata nella sua vita all’improvviso e l’aveva illuminata, proprio come la stella più luminosa. Se penso alle sue parole, mi viene facile comprendere il suo comportamento da quando mia madre è ricoverata al San Mungo. Si sente spaesato”
 
“Scorpius. Io sono qui e ti amo tanto. So di non poterla sostituire e nemmeno voglio, ma posso starti accanto”
 
Le era grato per tutto l’amore che era in grado di dargli proprio quando ne aveva più bisogno. Anche lei era entrata nella sua vita quando aveva più bisogno di conforto e lo stava aiutando ad affrontare uno dei momenti più difficili della sua vita. Credeva persino che quei bambini fossero una benedizione per lui, per ricordargli di non lasciarsi andare alla malinconia, ma di lottare per la sua famiglia.
 
“Se non ci fossi tu, non so come farei. Ma dovrai aiutarmi con i nostri bambini, non sono pratico”
 
“Lo farò”
 
Gli sorrise dolcemente, dando per scontato che anche lei non avesse alcuna esperienza. Il sorriso della ragazza però si spense all’improvviso poco dopo.
 
“Rose, che c’è?”
 
La vide spaventata portarsi le mani sulla pancia ed anche lui per lo spavento davanti a quella reazione si mise a sedere. La ragazza spostò le lenzuola, scoprendo anche lui ed entrambi videro ciò che non avrebbe mai voluto vedere. Le lenzuola di seta sotto Rose erano inzuppate. Indietreggiò leggermente con la schiena allarmata e ebbe solo la triste conferma del parto imminente. Ciò che uscì dalle labbra della ragazza fu solo un leggero sussurro.
 
“Scorpius”
 
“Rose, è quello che penso?”
 
Si tenne la pancia per il dolore ed iniziò a respirare più profondamente provando a contenerlo.
 
“S-stanno nascendo”
 
“Rose, non c’è nessun altro alla Villa, siamo soli”
 
La ragazza si aggrappò convinta alla sua maglietta, non riusciva a capire però quanto suo marito fosse terrorizzato.
 
“Scorpius! Aiutami!”
 
“T-ti porto in ospedale in qualche modo”
 
Voleva aiutarla a scendere dal letto, provando a riscoprire un po’ di coraggio, ma quando Rose sentì le mani di suo marito afferrarla per la schiena e le gambe, si irrigidì e allarmò.
 
“No! No, Scorpius, ti prego, non spostarmi”
 
“Rose, io non posso farti partorire, lo sai, vero?”
 
“M-mia madre … c-cercala. Sbrigati!”
 
 
∞∞∞
 
 
Aprì lentamente la porta della camera, stando attenta a non far cigolare la maniglia. Perché avevano la dannata abitudine di chiudere quella porta? Non era ovviamente riuscita a non fare rumore, così provò almeno ad entrare in punta di piedi per non svegliarlo. Le era sfuggita totalmente di mano l’ora tarda, ma proprio per quello era convinta di trovarlo nel mondo dei sogni, invece lo vide sul letto avvolto dalla sola fioca luce della bacchetta, mentre era intendo a leggere dei documenti. Hermione accese velocemente i neon della stanza e lo fissò contrariata.
 
“Ron, mi hai fatto prendere un colpo! Pensavo …”
 
“… stessi dormendo? In effetti l’ora è quella”
 
Spense la bacchetta con naturalezza e tornò a consultare con serietà i fascicoli che teneva stretti tra le mani. L’atteggiamento del marito la lasciò perplessa, si aspettava sicuramente un altro tipo di reazione. Colse l’occasione di quell’attimo di apparente tranquillità per togliersi la giacca.
 
“Come mai lavori a quest’ora?”
 
“Per quanto Rose mi stia aiutando al Ministero, ci sono questioni che devo per forza risolvere da solo”
 
“O mi stavi aspettando?”
 
“Come?”
 
Si era riconcentrato su quei fogli e non aveva nemmeno compreso cosa sua moglie gli avesse chiesto. Hermione lasciò cadere il discorso e si incamminò verso l’armadio.
 
“Niente. Sai, ero al San Mungo da Astoria. Draco è arrivato più tardi ed era talmente sconvolto che non me la sono sentita di andarmene. Mi ha chiesto un consiglio su Scorpius”
 
Ron annuì fingendo di essere rilassato e concentrato sui suoi documenti, ma la verità era che la preoccupazione non aveva tardato a giungere. Non gli pareva corretto in quel momento però fare polemiche e cercava in tutti i modi di reprimere quei sentimenti.
 
“Hai fatto bene a restare, lui aveva più bisogno di te”
 
Si voltò stranita verso di lui, le lancette dell’orologio spaccavano le tre di notte e lui non faceva una piega. Provò a proseguire con il suo racconto, ma la sua voce era chiaramente incrinata per il fastidio.
 
“Astoria non dà alcun segno di miglioramento. Quando sono arrivata c’erano i suoi genitori. Poveri signori Greengrass, non riesco ad immaginare cosa stiano passando. Se Rose fosse in quel letto, credo che impazzirei dal dolore”
 
“E non solo tu, Hermione”
 
Prima di cambiarsi si sedette sul letto a fianco del marito, era stufa della sua indifferenza.
 
“Ron, sei arrabbiato?”
 
“Non lo sono. Perché dovrei esserlo?”
 
“Perché sono le tre di notte, forse?”
 
“Ti sai difendere benissimo anche da sola”
 
Continuava a non guardarla in faccia e a rivolgere un’espressione seria ai documenti, che, a parere di Hermione, sarebbero già dovuti essere consumati dalla concentrazione del marito. Si stava stufando e stava perdendo la pazienza.
 
“Ronald!”
 
Fu in quel momento che per lo spavento si decise a posare gli occhi su di lei.
 
“Hermione, non urlare, ti sento. Hugo sta dormendo”
 
“Perché ti stai comportando così?”
 
“Così come?”
 
“Come se non ti importasse nulla che tua moglie torna a casa a quest’ora”
 
Gli indicò persino l’orologio sul comodino sperando di essere più convincente, credendo che a lui fosse sfuggita l’ora. Ron si voltò sul serio in quella direzione, ma lo sapeva già, teneva monitorate quelle lancette ogni quarto d’ora.
 
“E cosa ti fa credere che non mi importi?” la fissò sperando che lei comprendesse “Certo che ero preoccupato, non mi hai nemmeno avvisato. Ed eri con Draco”
 
Hermione sorrise delusa, era esattamente ciò che temeva di sentire e non ne rimase nemmeno sorpresa.
 
“E tu in un momento simile pensi alla gelosia?!”
 
“Ecco, vedi come fai? Sei entrata e non ti ho detto niente. Anche quando non dico niente non ti va bene? Tanto in caso contrario mi avresti dato dell’insensibile, mentre tu fai di tutto per litigare. La gelosia l’hai nominata tu, non io” Hermione cercò di ribattere, ma lui non le lo permise “E comunque, no, tesoro, penso solo che lui sia un Malfoy e dei Malfoy continuo a fidarmi poco. Gli ho già dovuto affidare mia figlia, non ho voglia di avere paura anche per te”
 
“Ron, che cosa … P-paura? Cosa pensi possa farmi? L’hai detto tu, so difendermi”
 
Ciò che lo angustiava quella notte andava ben oltre una semplice gelosia. Era principalmente la sua scoperta a non fargli chiudere occhio e il pensiero che sua moglie e sua figlia in quelle ore fossero nelle mani di quella famiglia lo tormentava. I documenti che teneva tra le mani erano la prova inconfutabile delle sue accuse e la prova che quel terribile evento a distanza di diversi anni si fosse nuovamente verificato.
 
“Sapevo perfettamente che eri al San Mungo, ultimamente passi più tempo là che a casa, e sapevo che eri con lui, ma la cosa peggiore era che sapevo anche che qualcuno era evaso da Azkaban”
 
“Cosa?? Puoi ripetere, per favore?”
 
Si voltò istintivamente verso la porta per il timore di aver svegliato il figlio con la sua incredulità. Sperava di aver capito male, eppure suo marito sembrava essere molto serio, una serietà che sfoggiava poco volte nell'arco della giornata.
 
“Ron, cos’hai appena detto?”
 
“È Lucius Malfoy ad essere evaso” si stava agitando lui per primo, ripetere ciò che continuava da ore a rileggere rendeva nella sua mente ancora più drammatico l'avvenimento “Ascoltami, io non credo che Draco c’entri nella sua evasione, temo solo che quell’uomo possa cercare la collaborazione di suo figlio e che venga coinvolta Rose”
 
Si era avvicinato dolcemente a lei per tranquillizzarla, l'aveva evidentemente scossa con quella notizia e ciò poteva facilmente leggerlo negli occhi di sua moglie.
 
“Ron, ti rendi conto di ciò che mi stai dicendo? Com'è potuto succedere? Non esiste prigione più sicura, dove abbiamo sbagliato?!”
 
Era ancora sconvolta da quelle ultime novità e faceva fatica a reagire. In un colpo solo Ron era riuscito a mettere in crisi il Ministro della Magia e una madre apprensiva nei confronti di sua figlia. Le afferrò una mano e le passò delicatamente i fogli che stava consultando.
 
“Sono solo preoccupato per questo, Hermione, né geloso né arrabbiato per essere tornata a casa a quest’ora. Sei il Ministro e dovevo per forza informarti. So che ci coinvolge personalmente e temo che stavolta dovremo essere noi ad aiutare Draco”
 
Lesse velocemente quelle righe per conoscere meglio i dettagli, ma non c'era scritto nulla che la potesse agitare di più. Si voltò verso suo marito e le sembrarono strane le conclusioni a cui era giunto, non era da Ron scagionarlo in quel modo, soprattutto senza prove.
 
“L-lui non sa niente, Ron, è solo sconvolto per le sorti di sua moglie, ma rischia comunque di essere accusato di complicità”
 
Si fidò delle parole di sua moglie e del modo in cui lei continuava a non mettere in dubbio l’onestà di Draco.
 
“Stai tranquilla, faremo qualsiasi cosa per impedire che il suocero di nostra figlia finisca ad Azkaban. I ragazzi sono alla Villa da soli?”
 
“Sì, Draco è rimasto con Astoria, l’ho lasciato al San Mungo”
 
“Dannazione, Hermione! E’ il primo posto dove Lucius andrà”
 
Si alzò velocemente per uscire dalla stanza con l'unico obiettivo di aiutare Scorpius e Rose. Hermione lo costrinse a fermarsi, quando ormai stava varcando la soglia. Lo aveva seguito percorrendo rapidamente le scale e lo aveva raggiunto con il fiato corto.
 
“V-vai alla Villa? Ron, è notte, li spaventerai. Sono già tesi per Astoria”
 
Aprì la porta, ignorando le raccomandazioni della moglie.
 
“Voglio proteggerli, anche a costo di spaventarli”
 
Hermione lo seguì, ormai rassegnata.
 
“Vengo con te”
 
“Sicura di voler venire con me? Non sappiamo se lui sia già là”
 
“Ronald, non mi spaventa Lucius. Mi spaventa che tutto ciò stia capitando proprio ora, Draco non è in grado di affrontarlo e i ragazzi ancor meno”
 
“Per loro ci sarai tu”
 
Le sorrise e le afferrò la mano, trascinandosela dietro. Quando si Materializzarono, si trovarono proprio davanti alla porta della grande Villa. Ron non seppe spiegare come ci fosse riuscito, evidentemente la presenza di Hermione lo aveva aiutato a tenere a bada l'agitazione. Le lasciò la mano solo per poter muovere il vecchio anello che si trovava alla sua altezza e bussare, ma Hermione gli spostò con poca delicatezza il braccio.
 
“No, fermo! Moriranno di paura, penseranno che sia successo qualcosa ad Astoria”
 
Ron la guardò perplesso e bussò piano. Non riuscirono però a capire per quale ragione Scorpius fosse già in procinto della porta con il fiato corto. Aprì a loro nel giro di qualche secondo e quando vide i suoi suoceri tirò un sospiro si sollievo. Era chiaramente agitato e arrivarono sia Ron che Hermione alla soluzione per loro più logica.
 
“Ragazzo, che cosa è successo?”
 
“R-Rose …”
 
“Cosa le è successo? Cosa le ha fatto Lucius Malfoy??”
 
Scorpius non si aspettava però quel nome, era diventato all'improvviso confuso, dimenticandosi persino per un istante che sua moglie fosse da sola e agonizzante al piano superiore.
 
“L-Lucius Malfoy? Mio nonno? Sua figlia sta per partorire … cosa c'entra lui?”
 
Hermione a quella notizia si precipitò sulle scale, mentre Ron non accennò a riporre la bacchetta per paura di ricevere quella notte qualche visita sgradita. Rose sentì la porta della stanza aprirsi con frenesia e vide il miraggio rassicurante del volto di sua madre.
 
“Bambina mia!”
 
“M-mamma. Aiutami”
 
Si sedette al suo fianco e le accarezzò dolcemente la fronte imperlata, scostandole i capelli che si erano attaccati a quei cristalli di sudore.
 
“Sono qui, tesoro. Respira”
 
“P-perché sei già qui? Scorpius non può aver fatto in tempo ad avvisarvi”
 
“Non è importante, Rose. Sei entrata in travaglio, pensa solo al parto”
 
Si era accorta da sola di essere vicina al parto, il dolore che sentiva non erano semplici fitte o piccoli calcetti di quei bambini.
 
“Fa male, mamma!”
 
“Lo so, ma finisce presto. Devi essere coraggiosa, tesoro, e a te il coraggio non manca”
 
Le accarezzava i capelli sperando di infonderle quel coraggio che in un momento simile non era mai abbastanza.
 
“Ci vorrebbe la nonna Molly qui con noi, lei saprebbe meglio di me come trattare parti gemellari”
 
Rose afferrò la mano della madre e la strinse forte.
 
“R-restami accanto”
 
“Sono qui, tesoro, e non me ne vado da nessuna parte”
 
Sentirono dei passi concitati salire la maestosa scalinata e subito dopo videro comparire Ron, che si bloccò all’improvviso sul ciglio della porta, indeciso se varcare o meno quella soglia.
 
“Papà!”
 
“Ehi! C-che mi sono perso?”
 
Hermione alzò gli occhi al cielo, capì al volo quanto suo marito si stesse agitando in quella situazione.
 
“Ronald, invece di stare impalato sulla porta, ti dispiacerebbe aiutarmi?”
 
“S-sì, certo. Ti prendo … quello che ti serve”
 
“Ecco, bravo”
 
Uscì chiudendosi la porta alle spalle, ma non fece nemmeno un passo, che rientrò dopo una manciata di istanti.
 
“Hermione, scusa, che cosa ti devo prendere?”
 
La moglie con uno sforzo immane cercò di mantenere la calma, si alzò e gli passò accanto infastidita.
 
“Mai una volta che si possa contare su di te, Ronald. Resta con Rose, pensi di farcela senza svenire?”
 
Lo provocò senza dargli la possibilità di difendersi. Rimase solo con sua figlia e non ebbe molta scelta che avvicinarsi e sedersi accanto a lei, dove prima si trovava Hermione.
 
“S-svenire, papà? Perché mai dovresti svenire? Al massimo quella potrei essere io tra qualche minuto”
 
“Ho una brutta esperienza con i parti. Specie quello tuo e di tuo fratello”
 
L’espressione terrorizzata del padre al solo ricordo di quei momenti la fece sorridere e le rese un po’ più sopportabile il martellante dolore che sentiva al basso ventre.
 
“Grazie, papà”
 
“Per cosa, Rose? Non ho fatto niente, al contrario ora torna la mamma e ti aiuta”
 
Strinse forte la mano di Ron, quando una nuova contrazione le tolse il fiato. Non c’era nulla di nuovo per lui, le sofferenze che sua figlia stava patendo erano le stesse che aveva dovuto sopportare sua moglie anni prima.
 
“Resta qui insieme alla mamma, papà”
 
“Rosie, credo che mio genero sia più appropriato in questo momento”
 
La voce determinata e autorevole di Hermione alle sue spalle era pronta a contraddirlo. Era ritornata con tutto l’occorrente e si preparava a far nascere i suoi nipoti.
 
“Meglio tu, Ron, Scorpius mi sembra troppo giovane e inesperto per infonderle coraggio” si rivolse subito dopo dolcemente alla figlia “Sei pronta, tesoro? Ci siamo quasi”
 
“Mamma, se ti dico di no, è un problema?”
 
“Un grosso problema, piccola. Ron, mi faresti la cortesia di farmi un po’ di luce?”
 
Afferrò la bacchetta e continuando a dare le spalle alla moglie illuminò con Lumos la punta della bacchetta.
 
“Grazie, tesoro. Rose, ora devi solo spingere più forte che puoi”
 
La ragazza strinse più forte la mano libera del padre e ascoltò la madre. Ron stava evidentemente soffrendo insieme a lei, chiuse persino gli occhi per non assistere a quello spettacolo.
 
“Papà!”
 
“S-sono qui, tesoro”
 
“Ron, vedi di non stare male come l’ultima volta”
 
“Ci provo, Hermione, ma non garantisco”
 
“Ora capisci, Rose, perché tu ed Hugo non avete un fratellino?”
 
Era chiaro quanto sua madre cercasse di alleggerire la tensione con qualche innocente battuta. L’unica a riuscire veramente a mantenere il controllo sembrava essere lei.
 
“P-perché i deboli sono loro, non noi donne”
 
“Esatto, tesoro mio, quindi spingi, che senza nemmeno accorgertene questi bimbi nasceranno”
 
Decise di seguire l’incoraggiamento di Hermione e sperò che soffrire in quel momento le avrebbe dato a breve un po’ di sollievo. La fortuna volle che i suoi desideri venissero esauditi.
 
“Rose, non manca molto!”
 
Da quando Hermione iniziò a vedere sbucare una testolina rossa a quando un pianto invase la stanza passarono pochi secondi. Ron riaprì gli occhi udendo la voce gioiosa della moglie.
 
“Ron, ti assomiglia. È proprio un Weasley!”
 
Si voltò curioso per vederlo e si commosse non appena intravide delle piccole manine muoversi. Hermione lo avvolse delicatamente in una coperta e si rivolse a lui.
 
“Lo prendi in braccio? Deve ancora nascere la bimba. Non preoccuparti per la luce, me la cavo”
 
La ascoltò, ripose la bacchetta ed Hermione fece scivolare il neonato tra le braccia di Ron. Notò in quel momento gioiosa la commozione negli occhi del marito, ma non c’era tempo per i festeggiamenti, la sua nipotina doveva ancora venire al mondo. Mentre Hermione tornò a concentrarsi sulle sofferenze della figlia, Ron non riusciva a smettere di guardare quel bambino, che a sua volta non scollava gli occhi azzurri dal nonno. Fu proprio in quel momento che si accorse di un dettaglio a lui familiare, quel bambino aveva cambiato colore a quel piccolo ciuffo che aveva in testa. Gli ritornarono subito in mente gli unici Metamorfomagus che avesse conosciuto e dopo un breve collegamento si rese conto che quel bambino era anche loro parente. La voce sofferente di Rose attirò l’attenzione di Ron, prima che potesse annunciare anche alla moglie e alla figlia quella sorprendente scoperta.
 
“V-volevamo chiamarlo Severus. È grazie ad Albus se è nato”
 
Ad Hermione non sfuggì l’irritazione del marito a quel nome e nemmeno a Rose tra una contrazione e l’altra. Avrebbe senza dubbio preferito non dare a suo nipote un nome che era appartenuto ad un Serpeverde, per quanto nobile potesse essere stato.
 
“Pensiamo dopo ai nomi, Rose, ora deve ancora nascere una piccola principessa”
 
“P-papà, il suo secondo nome è Bilius. Severus Bilius Malfoy”
 
“Il nome di mio zio è orribile, poi vicino a quel cognome è anche peggio”
 
“Ronald, vuoi tacere?! Tua figlia sta partorendo, non è il momento di discutere. Avanti, Rose, ancora un piccolo sforzo”
 
Proprio mentre quella bambina nacque, Scorpius entrò preoccupato nella stanza, stufo di attendere che venissero a chiamarlo. Incrociò il sorriso di Hermione, che lo invitava ad avvicinarsi.
 
“Scorpius, appena in tempo, i tuoi figli sono nati”
 
Emozionato fece qualche passo verso i suoi suoceri per vedere quei bambini e poi si voltò verso Rose con le lacrime agli occhi, quando lei sfinita attirò la sua attenzione.
 
“Come la chiamiamo, Scorpius?”
 
Si concentrò sulla bambina. Era bionda, proprio come i Malfoy e aveva degli inconfondibili occhioni azzurro cielo. La strappò incantato dalle braccia di Hermione, senza che lei facesse alcuna resistenza, e si avvicinò alla sua giovanissima moglie. Si sedette accanto a Rose e non scollando gli occhi dalla piccola si rivolse a lei con un sussurro.
 
“Astoria”
 
Solo in quel momento alzò lo sguardo sulla ragazza per chiederle conferma, ma lei era assolutamente d’accordo con suo marito e anch’essa incantata dallo sguardo innocente e fragile di sua figlia.
 
“Astoria Jean Malfoy. In onore anche di chi l’ha aiutata a nascere”
 
Rose si voltò sorridendo stanca verso la madre in cerca della sua approvazione, dopo la reazione del padre.
 
“A me non dispiace affatto il mio nome vicino a quel cognome”
 
Purtroppo però anche l’infelice considerazione di sua moglie lo infastidì e lei lo capì. Con un sorriso lo provocò e stuzzicò la sua irritazione.
 
“Amore, sei geloso?”
 
“Se non ti avessi sposata, avrei avuto meno casini” il sorriso di Hermione si spense, era serio, lui non sembrava affatto scherzare “Vado a controllare l’ingresso, per stanotte è meglio che faccia il mio dovere di Auror”
 
Le passò delicatamente il piccolo Severus, anche se la sua espressione seria contrastava con quella dolcezza. Mentre le sue braccia si intrecciavano a quelle del marito, sussurrò per non farsi sentire dalla figlia e dal genero.
 
“Ron, stavo solo scherzando”
 
“Lo so, scusami, neanche io lo penso, ma non ho voglia di scherzare, sono preoccupato che Lucius possa farci qualche sorpresa poco gradevole stanotte e non riesco a godermi la nascita dei miei nipotini. Tu pensa solo a Rose, al resto penso io, almeno fino a che Draco non sarà di ritorno”
 
Lo vide sfoderare nuovamente la bacchetta e uscire senza degnarla di ulteriori sguardi.
 
Continua …
 

 

Ciao ragazzi!
 
Buon anno a tutti voi!! <3
 
Sono in un ritardo immenso come sempre, ma leggermente meno infinito del solito XD (che vita difficile -.-“).
 
In questa lunghissima storia ci mancava un po’ d’azione, cosa dite? Tanto per complicare un po’ le cose, che sono sempre semplicissime (XD), ho architettato anche un’evasione … da qui in poi (perché ovviamente siamo ancora lontani dalla fine) non riesco a prevedere che cosa accadrà, tranne che la nostra cara Astoria sopravviverà e potrà anche lei godersi i suoi nipotini 😊
 
Ringrazio tanto Chiara_05 per l’idea di rendere il piccolo Severus un Metamorfomagus e lo so, manca ancora una parte, ma la inserirò un po’ più avanti per rendere al meglio la tua idea! 😉 <3
 
Colgo l’occasione anche per ringraziare la mia adorata HarryPotter394, perché senza di lei molto probabilmente questa storia sarebbe terminata molti mesi e molti capitoli fa <3
 
Nel ringraziare di cuore tutti coloro che mi lasciano un loro parere, tutti coloro che hanno la pazienza di aspettare i miei aggiornamenti e hanno ancora la curiosità di leggere questa FF, vi do appuntamento al prossimo capitolo, sperando che anche questo vi sia piaciuto 😊
 
Baci
-Vale
   
 
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