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Autore: Reine_De Poiters    05/01/2019    1 recensioni
Quando Lilibeth aveva ricevuto quel fascicolo, qualche mese prima, non si aspettava di certo di ritrovarsi in Argentina, con tre Auror del Ministero scomparsi chissà in quale epoca e l’ennesimo varco temporale in un salotto.
Dal "Prologo":
- Io non mi fido assolutamente di te – disse, puntando l’indice verso di lei- e non ho idea di come tu abbia passato l'addestramento, ma... - sembrava incerto nelle sue parole, non voleva di certo essere troppo gentile.
Lilibeth lo vide scoccare un’occhiata al fascicolo sulla scrivania, non vi erano nomi ed etichette, probabilmente era un caso riservato.
-Ma, non abbiamo tempo perdere. Tu e Rowan- disse, volgendo, poi, lo sguardo al ragazzo - andrete a Lacock, lì c’è una piccola locanda, la Scopa&Bacchetta. Pare che un elfo domestico abbia ritrovato una mummia nelle stanze della sua signora, mentre Madama Augusta Ilsa Battemberg sembra essere sparita, probabilmente interverranno anche gli Auror tedeschi, ma la giurisdizione è nostra-.
Genere: Avventura, Commedia, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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                                                                   Prologo





Nel piccolo archivio in cui si trovava, comunicante con il Quartier generale degli Auror, entrava quel minimo indispensabile di luce da non farla addormentare. Una finestrella tonda a vetri colorati, dall’altra parte della stanza, illuminava i molteplici scaffali disposti in fila, che occupavano gran parte dello spazio.

Seduta alla scrivania di mogano, con le gambe distese sul tavolo, Lilibeth picchiettò con la sua bacchetta l’ennesimo plico di documenti che, lieve come una piuma, svolazzò per la stanza, fino ad adagiarsi su una delle mensole dello scaffale “K”.

Chiunque avrebbe potuto fare quel lavoro, un elfo, un goblin, un babbano, però era toccato a lei.  Dopo ben 3 anni di onorato – il suo capo avrebbe avuto di certo da ridire- servizio, era stata messa in panchina.

Probabilmente, si disse, se quasi tre mesi prima non avesse fatto saltare un’operazione che il suo capo, Grant Bloomey,  aveva pianificato nei minimi dettagli per settimane non starebbe lì, in quel polveroso archivio. Poco importava se avevano risolto tutto in poche ore, con solo pochi colpi di bacchetta in più, erano comunque stati costretti a contattare l’Obliviatore di turno.

Grant non l’aveva per niente presa bene. In realtà, pensò, Grant non la prendeva mai bene.

Si ricordava ancora la faccia verdognola di quel minuto e goffo babbano, un sfortunato maggiordomo, quando per errore lo aveva smaterializzato con lei dall’altra parte della città, di fronte a una ventina di altri babbani, in un parco.

Da quel giorno era finita a sistemare documenti, lavoro che occupava ben poco tempo del suo turno di otto ore. Il resto della giornata, solitamente, la passava a chiacchierare con i ragazzi del settimo livello, all’Ufficio Brevetti Ridicoli.

Lilibeth diede un colpo di bacchetta a un altro plico di documenti poggiati sul suo tavolo che, delicatamente, si adagiarono, orizzontalmente, sulla mensola dello scaffale  “ A” proprio di fronte a lei.

Caso Aldrige . Sbuffò. Quello era il caso di cui Phineas si era vantato in ufficio per quasi due settimane, mentre lei continuava a sistemare le scartoffie che le loro gesta producevano. Scartoffie su scartoffie. Di certo non si poteva dire non fossero bravi, avevano la più alta percentuale di casi risolti di tutto il dipartimento.

Non appena ebbe finito di sistemare, sgattaiolò dall’archivio infilandosi di nuovo nei loro uffici. Era praticamente vuoto e , a parte Elga che dormiva sulla sua scrivania in attesa della fine del suo turno, tutta la squadra era fuori.

Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un piccolo orologio tondo, erano appena le 7:17, aveva impiegato ben 7 minuti del suo turno di otto ore per le scartoffie. Ora si sarebbe seduta alla sua scrivania, avrebbe dato una sistemata alla scrivania di Rowan, e sarebbe rimasta in attesa di un altro plico di documenti portatigli da Grant.

Lilibeth si sedette mollemente sulla sua poltroncina e scoccò un’occhiata ad Elga, aveva ancora una piuma in mano e il calamaio era aperto. Probabilmente, pensò, si era addormentata scrivendo la documentazione per qualche caso.

Ultimamente Grant li faceva – non lei, ovviamente – girovagare per le campagne di tutta l’Inghilterra per le questioni più sciocche, per casi su cui non avevano alcuna competenza. La scorsa settimana aveva archiviato un fascicolo riguardante la sparizione di una coppia di ippogrifi.

Forse aveva ragione Phineas quando le diceva che li facevano lavorare come matti solo per far racimolare al Ministro qualche voto in più. Da quando aveva ricevuto forti critiche per il suo operato dalla Confederazione Internazionale dei Maghi, sembrava essere uscito fuori di sé.

-Elga!- urlò, d’improvviso. Doveva rendere partecipe qualcuno della sua noia.

Elga, le guance rosse dal sonno e i capelli castani completamente dritti, si rizzò sulla sua poltrona, pronta a qualsiasi rimprovero.

-Buongiorno fiorellino di campo- disse, canzonandola, Lilibeth. Non aveva mai apprezzato il gusto dell’amica, specialmente quando decideva di indossare delle camice che le ricordavano proprio le tende della villa scozzese di sua nonna.

Elga, cercando di rendersi presentabile, scoccò un’occhiataccia alla collega.
-Stavo scrivendo un rapporto sul caso di stanotte, abbiamo tre nuovi casi di licantropia e sembrano in aumento. Rowan è al quarto livello, dovrebbe essere qui a momenti- le disse, mentre sistemava frettolosamente le sue carte in alcuni fascicoli e diramava i dubbi espressi dal suo volto interrogativo.

-Non potevano occuparsene direttamente loro?- era quasi sicura che all’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche li odiassero, era il quinto caso in mese che gli rubavano da sotto il naso.

Elga fece spalluce, mentre controllava il suo orologio da polso.

-Senti- le disse, mentre si alzava a recuperare la sua giacca, finita chissà come tre scrivanie più in là – manca meno di mezz’ora alla fine del mio turno e se Bloomey mi manda di nuovo in giro alla ricerca di fantasmi, ippogrifi e qualsiasi altra stramaledetta cosa non umana rischio seriamente di impazzire- a Lilibeth sembrava veramente sull’orlo di una crisi di nervi, ma era effettivamente quella su cui Grant si era accanito di più negli ultimi mesi, ora che la guardava meglio le sembrava anche molto più magra e spenta del solito.

-Vuoi che dica che sei “morta valorosamente” se dovesse cercarti?- le disse, con una risatina maliziosa.

-Ti prego. Adesso vado a morire molto poco valorosamente, nel mio letto- rispose Elga, sospirando esasperata ma divertita. Quando Lilibeth scoppiò a ridere, quella raccolse tutte le sue cose dalla scrivania e, dopo averle gettate malamente nella sua borsetta, sgattaiolò veloce fuori dagli uffici facendo attenzione a non farsi vedere.

Elga le piaceva, era fuori dagli schemi. Nonostante avessero frequentato Hogwarts nello stesso periodo, non aveva mai fatto caso a lei.
Non fece in tempo a stiracchiarsi sulla sua comodissima poltroncina cremisi, che Grant entrò in ufficio, trascinandosi dietro Rowan –con la faccia più brutta che gli avesse mai visto- .

-Dov'è la Burke? - Bloomey si guardò intorno, contemplando il vuoto del suo ufficio. Non sembrava molto felice.
-Ha finito il suo turno- intervenne  frettolosamente Rowan, scoccando un'occhiataccia all'amica e alla sua lingua lunga. Grant si passò una mano fra i capelli brizzolati, dal suo aspetto sciatto Lilibeth non si sarebbe stupita se le avessero detto che il Capo non era tornato a casa per tre lunghissimi giorni.
Né Rowan né lei si sarebbero mai aspettati che il capo, a quel punto, le sbattesse molto poco delicatamente sulla sua scrivania  il fascicolo che aveva in mano.

- Io non mi fido assolutamente di te – disse, puntando l’indice verso di lei- e non ho idea di come tu abbia passato l'addestramento, ma... -  sembrava incerto nelle sue parole, non voleva di certo essere troppo gentile.

Lilibeth lo vide scoccare un’occhiata al fascicolo sulla scrivania, non vi erano nomi ed etichette, probabilmente era un caso riservato.

-Ma, non abbiamo tempo perdere. Tu e Rowan- disse, volgendo, poi, lo sguardo al ragazzo - andrete a Lacock, lì c’è una piccola locanda, la Scopa&Bacchetta. Pare che un elfo domestico abbia ritrovato una mummia nelle stanze della sua signora, mentre Madama Augusta Ilsa Battemberg sembra essere sparita, probabilmente interverranno anche gli Auror tedeschi, ma la giurisdizione è nostra-.
Non fecero in tempo a scambiarsi uno sguardo di intesa che Grant, grugnendo, li riproverò.

-Ho detto che non abbiamo tempo da perdere, muoversi! E…- prima che potessero muoversi, quello era già sulla porta – Warrick?- la richiamò, mentre frettolosamente recuperava il tesserino e il porta bacchetta. Bloomey gli rivolse uno sguardo severo, qualcuno lo avrebbe definito addirittura cattivo -non costringermi a chiamare gli obliviatori di nuovo-.
 
 


 
La metropolvere li aveva portati a qualche chilometro dalla vecchia locanda in cui erano diretti.
Non appena Grant se n’era andato, avevano recuperato in fretta la loro roba, Rowan non aveva disfatto la sua sacca dal turno precedente e Lilibeth, nonostante fosse in panchina da un po' aveva una valigetta, con tutto l’occorrente, sempre pronta dentro uno dei cassetti della sua scrivania.

Stretta, cupa e piovosa, Lilibeth non trovava altre parole per descrivere Lacock. Cercò di ripararsi con la valigetta, ma i suoi capelli scuri erano già fradici ed incollati al viso.

Rowan, davanti a lei, si muoveva a passo più svelto. Non sembrava aver sofferto molto la nottata alla ricerca dei licantropi, o, almeno, era bravo a non darlo a vedere.

-Non sono gli Spezzaincantesimi della Gringott a occuparsi di Mummie solitamente? - chiese, mentre rendeva il suo passo più svelto, in modo da affiancarsi all'amico.

-Sì, ma non credo si occupino di Mummie fuori dalle loro tombe. Alla Gringott non interessa se non c’è qualche galeone di mezzo- precisò.

Non ci vollero più di venti minuti per arrivare a destinazione e, fortunatamente, nessuno sembrava averli aveva preceduti.

Il locale in cui erano diretti si trovava in una città babbana, ma ben protetto da alcuni incantesimi dissuasori. Era molto piccolo visto dall'esterno, tuttavia si sviluppava in altezza ed era incastrato fra due negozietti babbani, ancora chiusi.

Quando entrarono, nella reception del piccolo albergo regnava il caos più totale. Probabilmente la voce del ritrovamento di una mummia si era sparsa fra i clienti, che ora stavano letteralmente assalendo la minuta receptionist - doveva avere meno anni di lei- che, non appena li vide, si divincolò dalle spasmodiche prese dei suoi clienti per venirgli incontro.

-Grazie al cielo siete arrivati!- gemette, mentre i clienti dietro di lei continuavano a schiamazzare e a fare su e giù dalle strette scale con i loro bauli.

-Venite- fece cenno di seguirla, con la sua manina fina, all’interno di una stanza adiacente all’atrio. Doveva essere la sala d’aspetto.
Lilibeth osservò bene l'ambiente in cui si trovava, era tutto molto elegante e curato, ma visibilmente vecchio. La carta da parati era logora, la stoffa che ricopriva i divanetti, sistemati attorno a un tavolino di pietra, era scolorita e le assi di legno su cui poggiava le scarpe consunte di fango erano scalfite in più punti.
Si domandò come una Madame tedesca potesse mai essere finita in un posto del genere.

-Non sappiamo bene cosa sia accaduto- parlò, dopo che entrambe si furono accomodati su uno dei divanetti - l'elfo domestico si è serrato in camera, non ci ha permesso di entrare- disse, tutta preoccupata e con un tono di voce bassissimo. Non aveva nessun interesse a fomentare quella piccola rivolta dei suoi clienti.

-Cosa?- si fece sfuggire Rowan. Si scambiarono un’occhiata perplessa, mentre la ragazza di fronte a loro continuava stropicciare nervosamente il grembiule della sua divisa.

-Era spaventatissimo, non credo parli molto bene la nostra- cercò di giustificarsi la ragazza. Aveva le occhiaie più profonde che avesse mai visto.

-Quindi non c'è una mummia?-  chiese Rowan, scribacchiando qualcosa sul suo taccuino da lavoro.

-No... Cioè, sì, ma non sono sicura lo sia. Dal chiavistello ho potuto vedere solo qualcosa, o qualcuno, di grinzoso sdraiato a terra. L'elfo urlava che la sua signora era sparita, ma appena ho tentato di entrare si è rannicchiato a un angolo della camera- scoppiò a piangere, probabilmente anche lei era spaventatissima.

Lilibeth, d’istinto, le strinse forte una mano. Non era di certo l’Auror più forte d’Inghilterra, ma sapeva trattare con le persone.

-Può portarci alla camera?-chiese, con tono soffice. I suoi occhi si incrociarono con quelli della giovane, che la ringraziò con un sorriso tenue.

-Sì- la cameriera si rizzò in piedi, cercando di ridare una forma al suo grembiule stirandolo con le mani e di asciugarsi le ultime lacrime –seguitemi-.

Salirono le scale schivando più di un baule volante, la gente che scorrazzava freneticamente per il corridoio non sembrava far caso a loro.

-Ha provato ad aprirla con la magia? – chiese Rowan, fissando la porta della stanza 85. All’apparenza non aveva nulla di strano, sembrava integra. Dopo un paio di colpi di bacchetta, poté confermare che non era stata violata in alcun modo.

-No, ho pensato che avrebbe solamente peggiorato la situazione -  sussurrò la ragazza, mentre fissava la punta delle sue scarpette.
-Ha fatto bene a chiamarci. Ora si allontani- Rowan le scansò entrambe con un braccio, prima di procedere a puntare la bacchetta e a forzare la porta con un incantesimo.

-Bombarda!- diverso fumo fuoriuscì dal chiavistello dorato.
Non appena si diradò, Lilibeth aprì precipitosamente la porta e si ritrovò di fronte alla scena più strana che avesse mai visto.






Angolino dell'Autrice

Buongiorno a tutti! So che ho già una storia in corso, ma questa si è formata e scritta nella mia testa ieri sera, molto precipitosamente.
La storia è ambientata a fine '800 e inizio '900, ma sarà precisata meglio nel prossimo capitolo visto che le date sono molto importanti in questa storia.
Spero vi abbia almeno un po' incuriosito, i personaggi sono tutti OC (o quasi) e spero di riuscire a svilupparli nel migliore dei modi (evitando Mary Sue e Gary Stue).
Grazie mille a tutti quelli che sono arrivati fin qui, ci vediamo al prossimo aggiornamento!
  
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