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Autore: LaMacchiaNera    05/01/2019    2 recensioni
Pandòria, la città degli USA dove ogni anno registra il più alto tasso di eventi paranormali al mondo e dove, sempre secondo le dicerie, governi, servizi segreti, organizzazioni criminali, Illuminati e misteriosi culti esoterici si danno battaglia nell'ombra per assumerne il controllo.
Ma cosa desta così tanto interesse in questa città? Quali segreti nasconde? Chi si cela dietro agli intrighi per cui Pandòria è diventata famosa? Qual è il suo scopo ultimo?
Sette abitanti della città molto diversi tra loro si impegneranno a svelarne i segreti e a portarne alla luce le verità sepolte, intraprendendo un percorso di maturazione che li renderà in grado di compiere il destino per cui sono nati.
Si tratta di un ciclo di racconti per la maggior parte autoconclusivi ma con elementi comuni che andranno a alimentare la trama orizzontale dell'opera. Saranno pubblicati stagionalmente, perciò rimanete sintonizzati!
Genere: Horror, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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1x03 - Il Viaggio della Vita p1




Mi chiamo Robinson Jonas, ho 25 anni e sono un viaggiatore in cerca di me stesso. Ho iniziato il mio pellegrinaggio, ehm… Quanto tempo sarà passato? Cinque, sei anni? Non ricordo bene! Ho deciso di fare questo viaggio senza meta perché non sopportavo più la mia famiglia. I miei genitori non avevano un matrimonio felice e litigavano spesso fin da quando ero bambino. Le uniche volte in cui ero felice, era quando in casa non c'era nessuno oppure solo uno dei due. Ogni giorno era sempre la solita storia, uno dei due faceva una cosa che l'altro non sopportava, ma anche futilissima, e in un attimo cominciava un litigio che si protraeva per ore, con insulti, pianti e lanci di oggetti.

Non ne potevo più, e quello che per molti era solo un comune desiderio di fuggire il più lontano possibile si trasformò con il tempo in un piano di fuga concreto; quando raggiunsi i diciott'anni iniziai a lavorare guadagnando soldi che spendevo in cose necessarie alla mia fuga o accumulavo per mantenermi dopo. Quando arrivai ad avere tutta l'attrezzatura e qualche migliaio di dollari decisi che era il momento di agire. Una mattina, comportandomi come se nulla fosse, uscii di casa, dicendo ai miei che sarei andato al lavoro come sempre. In realtà passai da un amico che conservava per me tutto il materiale comprato, salì sul primo autobus disponibile e non mi rividero più!

Da allora non ho mai smesso di viaggiare. Ho visitato tutte le più grandi città del mondo e usato quasi tutti i mezzi di trasporto che vi vengono in mente. Quando arrivavo in una nuova città mi fermavo per una o due settimane e poi ripartivo, e se i soldi in mio possesso si esaurivano, lavoravo in quella città per qualche mese, e poi via per una nuova città.

Vi chiederete perché non mi sono fermato a un certo punto? Semplice, sono giovane, ho bisogno di maturare e viaggiare ti fortifica il carattere, ti permette conoscere il mondo e di fare esperienza facendoti diventare adulto, oltre che a conoscere un sacco di belle ragazze. Non ricordo esattamente quante sia riuscito a portarmene a letto ma credo di aver abbondantemente superato le 100, tra ragazze fisse, avventure di una notte e trombamiche, compresa una volta che sono riuscito a fare sesso a tre... Con altre due ragazze assieme si intende!

Credevo che fosse questa la vita che volevo fare, ma poi le cose sono cambiate. Iniziò tutto circa un anno e mezzo fa. Stavo girando per un museo di Tokyo, in Giappone, quando per caso vidi una donna che mi fissava, avrà avuto sui 60-70 anni, con i capelli bianchi avvolti in un chignon, e vestita con una gonna anni '50 color verde scuro e un maglione rosso acceso che dava l'impressione di essere molto pesante. Non sembrava per nulla una persona minacciosa o con cattive intenzioni, ma anche il solo guardarla mi dava un senso d'inquietudine. Li, sul momento non ci feci molto caso, mi limitai a passare alla stanza oltre fingendo di niente e pensando che tanto non l’avrei mai più rivista. Mi sbagliavo perché qualche settimana dopo mentre visitavo la CN Tower di Toronto, la ritrovai a osservare il panorama, era impossibile che fosse una sosia, per di più era vestita allo stesso modo e mi comunicava le stesse sgradevoli sensazioni. Lasciai la città quel giorno e volai a Bangkok dove mi stabilì per due settimane e un giorno mentre passeggiavo per il quartiere di Pathum Wan insieme alla mia ultima conquista me la ritrovai seduta a una panchina mentre accarezzava e dava da mangiare ai gatti. Quando la vidi mi vennero i brividi, questa non poteva trattarsi di una coincidenza e un vortice di domande avvolse la mia testa: mi sta seguendo? Ero io a seguire lei senza rendermene conto? Oppure solo uno scherzo del destino? Non lo sapevo, ma vedendola persi completamente la voglia di fare sesso. Quella non fu l'ultima volta che la vidi, ce ne saranno state almeno una decina nelle più svariate circostanze dove io mi sforzavo d'ignorarla finché non arrivò Berlino.

Neanche il tempo di uscire dal terminale che eccola lì, al tavolo di un bar dell'aeroporto. "Questa storia doveva trovare una spiegazione razionale e finire al più presto" pensai, perciò andai verso di lei combattendo tutte quelle sgradevoli sensazioni fino a raggiungere lo stesso tavolo della donna e dirgli in tono scherzoso:-"Ehi, signora, sono io che seguo lei o è lei a seguire me?"

Lei mi guardò interdetta e disse:-"A cosa ti riferisci?"
R.:-"E’ dall'anno scorso che continuiamo a incontrarci. Non mi ha mai notato? È strano perché io viaggio senza meta e quindi non possiamo aver seguito lo stesso itinerario. Non mi starà mica pedinando, spero?" Dissi in tono scherzoso.
S.:-"Giovanotto! Io non pedino nessuno! Quello che faccio io si chiama incontrare; e io incontro solo le persone che hanno bisogno di me o io di loro!"
La serietà con cui rispose alla mia battuta, fu disarmante!
R.(pensa):-"Eh..." Pensai "ma che risposta è? Non solo è una stalker vagabonda ma è completamente matta; maledizione, perché deve avercela proprio con me? Che cosa vuole? Forse è meglio se provo ad assecondare la sua follia e me la levo ti torno una volta per sempre!"
R.:-"Capisco signora, mi scusi se l'ho offesa, sono assolutamente d’accordo con lei, ma io sono a posto con la mia vita, non mi manca niente, quindi non credo di aver bisogno di lei!"
La voce dell'anziana cambiò tono diventando quello di un cerbiatto curioso nei cartoni animati.
S.:-"Sei sicuro? Prima mi hai detto che non hai un itinerario della vita da seguire, e mi dispiace, perché anch’io molto tempo fa ero bloccata e non sapevo cosa fare" prese un attimo “Ricordo che è stato uno dei periodi più dolorosi della mia vita; quindi credo di sapere cosa si prova"
R.:-"No, davvero, è questo il mio itinerario della vita, viaggiare senza meta e maturare facendo nuove esperienze, sa in quanti posti sono stato? Tutte le capitali europee, le maggiori città dell’Asia dell’est e credo di aver conosciuto più di 100 ragazze una più bella dell’altra!"
S.:-"Oh, ti sarà servito molto tempo per visitare tutti quei posti! Da quanto tempo viaggi?
R.:-"cinque o sei anni, più o meno"
S.:-"E da quanto tempo non rivedi i tuoi genitori?"
R.:-"Altrettanto!"
S:-"Ma saranno preoccupati per te! Non pensi a loro?"
R.:-"Umpf, loro non si sono mai preoccupati per me, perché io dovrei farlo per loro?"
Bzzz... Bzzz... Proprio in quel momento il mio telefono squillò, vidi che in rubrica era segnato come "Casa", ormai succedeva sempre più spesso, e con un gesto secco e cinico ignorai la chiamata. La donna mi osservò come se avessi picchiato un cucciolo di Beagle davanti ai suoi occhi e con voce sconsolata disse:
S.:-"Forse io sono solo una vecchia rimbambita che si diverte a importunare gli sconosciuti ma so ancora riconoscere una persona che ha bisogno di aiuto e tu sei una di queste!"
Da una tasca della gonna, prese una lettera e la appoggiò sul tavolo. "Ecco, prendi!" Disse.
Rimasi interdetto.
S.:-"Li dentro troverai tutto ciò che ti serve per ritrovare i binari della tua vita, ora la scelta è tua: puoi continuare questo viaggio senza meta in giro per il mondo seguendo la tua idea di crescita" attimo di silenzio "Oppure puoi provare a intraprendere la mia idea di percorso e vedere se cambia qualcosa, okay?"

Ultimata la frase se ne andò così come era solita comparire lasciandomi in balia di quella misteriosa lettera e dei miei pensieri a riguardo. Riflettei molto sul da farsi ma alla fine decisi di aprirla. Conteneva un foglio con delle istruzioni: voleva che prendessi un volo per Boston, per poi raggiungere Pandòria in treno e infine prendere una navetta interna alla città che mi avrebbe portato in un luogo dove, secondo lei, avrei trovato la mia strada nella vita. C'erano anche i biglietti per fare tutto questo, quello dell'aereo e del treno erano abbastanza normali, era quello dell'autobus a essere strano. Non recava la compagnia di trasporti, era di un grigio smorto e diceva che poteva essere usato solo la mezzanotte di un giorno che sarebbe arrivato a breve.

Tutto ciò era molto strano e confuso, conosco i pericoli del viaggiare come quello di essere drogato per poi essere derubato di un organo ma dei criminali non si ossessionano così tanto su una vittima e questa ipotesi la avevo già scartata. Comunque, dovevo decidere cosa fare e in fretta visto che il volo per Boston sarebbe stato la mattina del giorno dopo. Alla fine, mi convinsi, tanto che cosa avevo da perdere. Non c'era tempo per prenotare un albergo, quindi dormì in aeroporto, raggiunsi Boston e poi Pandòria. Non ero mai stato a Pandòria e non sapevo molto a parte delle numerose apparizioni spiritiche e degli avvistamenti di creature mostruose che vi abitavano. Raggiunsi la città passando tramite il traforo per la montagna più a sud della Valle di Nessuno e dovette passare circa un minuto prima di arrivare alla stazione; la città era molto particolare, per via di quelle montagne artificiali il clima era stato modificato creando una grossa nube che circolava sulla città dandogli un aspetto grigio e tetro per quasi tutti i giorni dell'anno. Faceva freddo e c'era vento ma avevo intenzione di andare fino in fondo a quella storia.

Andai alla fermata che la signora mi aveva indicato e rimasi lì seduto con il mio zaino controllando ripetutamente l'ora e osservando le persone che si sedevano accanto a me, mentre salivano e scendevano dai pullman. Più la mezzanotte si avvicinava e più la notte si faceva scura, e sembrava che qualcuno avesse disteso una coperta color nero pece sul cielo tanto era scuro e innaturale. Mi sentivo sempre più in ansia e guardavo l'orologio in modo compulsivo. Alle 23:55 non c'era nessun altro alla fermata e il timore che quella donna mi avesse portato in una trappola cresceva sempre più. Soprattutto quando il mio orologio superò la mezzanotte senza l'avvistamento del mio bus. A mezzanotte e otto vidi il bus che stavo aspettando arrivare e mi rassicurai un po’.

Non aveva un bell'aspetto, era completamente grigio e sporco al punto che alcune parti della carrozzeria risultavano nere, i fari non erano accesi e uno pendeva fuori dalla sua sede appeso per i fili, l'insegna luminosa era spenta. Ruggine e muffa sgorgavano fuori dei bordi della carrozzeria, le uniche luci accese erano quelle all'interno del mezzo e la targa era così sporca da essere a malapena visibile.

L'autobus era conciato male e forse nemmeno nelle condizioni legali per circolare ma non potevo buttare via tutte quelle ore di viaggio e decisi di salire. L’interno era abbastanza ben curato nonostante i colori dominanti erano il grigio e il nero. Tirai fuori il biglietto e dissi al conducente:

R.:-“Scusate, siete voi la compagnia che accetta questi biglietti?” Lui si girò verso di me e rimasi scioccato! Metà del suo volto era ricoperto di piaghe e pustole, e l'occhio di quel lato era fisso, dai colori smorti e la pupilla ridotta a un puntino; ma cercai di non mostrare la mia impressione. Il conducente disse con voce sibilante ma gentile:
C.:-“Si, signore, siamo proprio noi, si ricordi di obliterarlo nella apposita macchinetta e la prego di perdonarmi per gli otto minuti di ritardo.”
R.:-“Non fa niente... Dove porta quest’autobus? Ho visto che l’insegna è spenta e sono qui perché me lo ha chiesto una signora quindi, tecnicamente neanch’io so dove sto andando!”
C.:-“Quello è un biglietto speciale signore, permette di fare una corsa senza fermate intermedie fino al punto dove si ha perso la strada!”
R.:-"Si, ma quanto ci vorrà più o meno?"
C.:-"Un minuto, un'ora, un secolo, ci vorrà tutto il tempo necessario, signore!"
R. (pensa):-“Accidenti, ecco un altro che parla strano!" 
R.:-"Va bene, senta l'ora è un po' tarda, le dispiacerebbe svegliarmi quando arriva alla mia fermata?"
C.:-"Assolutamente si, signore!"

In seguito, obliterai il biglietto e andai a sedermi a un posto a metà del veicolo, che era completamente vuoto. Poco dopo l'autobus ripartì e io rimasi in uno stato semi ipnotico a osservare il panorama notturno di Pandòria dal finestrino, non so per quanto tempo restai lì, tornai in me quando dei sobbalzi del mezzo che fecero andare le luci interne a intermittenza per qualche secondo. Quando guardai di nuovo fuori dal finestrino, quasi mi venne un infarto, il mondo all'esterno dal pullman era sparito, completamente, e al suo posto c'era solo una grossa, densa e impenetrabile oscurità.


CONTINUA....
   
 
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