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Autore: callmemavy    08/01/2019    2 recensioni
Dopo che l'oscurità nel cuore di Mavis è stata sconfitta i due giovani amanti possono finalmente rilassarsi e fare qualche breve uscita dal castello, ma per quanto tempo?
Presto verrà indetto un consiglio dove i mostri più potenti al mondo decideranno il futuro della coppia e dell'hotel di Dracula, ma anche l'arrivo al castello di una vecchia conoscenza del conte potrebbe complicare la vita di Mavis e Jonathan.
La coppia più discussa nel mondo dei mostri dovrà affrontare nuovi ostacoli, riuscirà lo Zing a mantenere il loro legame indissolubile?
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dracula, Jonathan, Mavis Dracula, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuore di demone'
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CAPITOLO 27: Il Corvo



Mavis non disse nulla nonostante Jonathan fosse in attesa di una qualche risposta, lei continuava ad avere uno sguardo spento ed assente, fisso sul vuoto, come se il ragazzo, Dracula né alcun altro mostro fosse presente attorno a lei.

Sentiva il battito del suo cuore nelle orecchie farsi sempre più sonoro e veloce, troppo veloce per il flebile battito di un vampiro, tanto che le venne il dubbio che fosse veramente il suo.

Come se fosse precipitata di nuovo alla realtà, Mais trasalì e spinse via Jonathan, all'improvviso quella grande sala col soffitto alto più di cinque metri diventò claustrofobico per lei. Si guardò attorno agitata, partì di corsa verso l'uscita dalla sala del consiglio, ma pochi passi dopo un muro di mostri-giornalisti, che erano scesi dalle tribune di quello che sembrava più un anfiteatro greco al chiuso che un'aula di tribunale, le si parò davanti.

Erano tutti trepidanti di domande, ma lei non sembrò curarsene ed il primo a farne le spese fu uno scheletro fotografo che venne travolto e fatto letteralmente a pezzi dalla corsa inarrestabile della vampira. Il suo cranio rotolò sul tappeto rosso lamentandosi del giramento di testa. Essendo palese che non sarebbe stato facile fermare Mavis, i giornalisti del La Gazzetta dell'Inquisitore le lasciarono via libera per non fare la fine del collega, ma subito dopo il suo passaggio le corsero dietro urlandole domande incomprensibili poiché tutte sovrapposte.

Senza guardarsi indietro Mavis corse su per le scale, i suoi occhi erano lucidi ed i suoi denti stridevano dalla forza con cui stringeva la mandibola.

Le sarebbe certamente stato più comodo volare come pipistrello che correre, ma aveva bisogno di sfogare in qualche modo l'agitazione che aveva dentro e che la stava facendo impazzire.

Arrivò rapidamente in camera sua sbattendo la porta dopo di lei, ma nonostante ciò il baccano dei suoi inseguitori era ancora fin troppo udibile. Un piede peloso si era parato fra lo stipite e la porta impedendone la chiusura e dallo spiraglio fece capolino un lupo mannaro con taccuino e penna in mano.

Pessimo momento, anche perché Mavis ricordava ancora nitidamente la passata esperienza con una strega giornalista impicciona e non era affatto dell'umore adattato a sopportarli anche questa volta.

Mavis si allontanò dalla porta lasciando che l'uomo lupo la aprisse, ma non entrò in camera. Si era bloccato con la bocca semi aperta, carica di domande, ma era come se si fosse dimenticato come si parla. Intanto la ragazza lo guardava negli occhi, uno sguardo tetro e adirato che in passato non aveva mai rivolto a nessuno.

Il giornalista rimase fermo anche quando i suoi colleghi lo raggiunsero sulla soglia della camera 174, poi iniziò a respirare sempre più affannosamente fino a che i suoi respiri non divennero rantoli. È vero che in quella situazione di nervosismo l'aria era diventata talmente pesante da poterla tagliare, ma non da far affogare veramente un mostro. Barcollò e si guardò intorno preoccupato, spostando lo sguardo prima ai suoi colleghi e poi alla vampira che non si era mossa di un millimetro, infine spinse via gli altri mostri e fuggì via gattonando.

Gli altri giornalisti videro la mal parata e si allontanano rapidamente lasciando Mavis da sola, mentre la rabbia dal suo volto svaniva lasciando al suo posto un senso di paura e pentimento.

Nonostante fosse arrabbiata con loro non era certo sua intenzione fargli del male, ma lo aveva fatto e probabilmente avrebbero scritto chissà cosa sulla sua instabilità mentale e violenza magica. In ogni caso le importava fino ad un certo punto, la sua preoccupazione principale era un'altra.

Si morse il labbro secco e fece un profondo sospiro tremante, non voleva farsi giudicare per la persona che amava, nessuno aveva il diritto di farlo e la paura di perdere Jonathan la stava logorando.

Troppo peso gravava su una ragazza così giovane e non preparata alle dure pieghe della vita.

Come non comprendere le insicurezze di una ragazza la cui preoccupazione maggiore, fino ad un mese prima, era come chiedere al padre il permesso di far visita ad un villaggio umano.

Mavis si lasciò cadere a peso morto di schiena sul letto di camera sua, gambe piegate e piedi a terra mentre i suoi occhi lucidi fissavano il soffitto scuro e con alcune macchie di muffa. Era così paralizzata dalla sua angoscia che non aveva neppure le forze di alzare le gambe ed abbracciarle per chiudersi nel suo solito bozzolo come faceva di solito quando era triste.

Voleva piangere e sfogare la tristezza, voleva urlare e sfogare la paura, voleva alzarsi e prendere a pugni la porta per sfogare la rabbia, ma non ci riuscì, restando accasciata sul suo letto a forma di bara come una vecchia marionetta con i fili tagliati.

In quel momento rimase sola con se stessa, il mondo attorno a lei era come scomparso e fu in quel momento che si rese conto che la sua fanciullezza era davvero finita, troncata troppo bruscamente, catapultata suo malgrado in una realtà a lei sconosciuta e dura.

Le responsabilità che gravavano su di lei erano eccessive, a malapena sapeva gestire la sua vita ed adesso aveva fra le mani non solo il suo futuro, ma anche quello della sua persona amata e di suo padre.

"So cosa stai pensando..." una flebile voce gracchiante attraversò il silenzio di quella stanza, era lontana e appena percettibile, ma fece trasalire Mavis dal suo stato quasi catatonico e si guardò intorno per non vedere nessuno.

Per un attimo quella voce le ricordò ciò che non avrebbe mai più voluto ricordare, la voce di Lilith che l'aveva torturata fino a meno di un mese fa.

Aveva odiato come non aveva mai odiato nulla nella sua vita quella presenza nella sua testa, ma effettivamente la voce che aveva appena sentito era totalmente diversa, anche se in quel momento non le dispiaceva così tanto risentirla, almeno avrebbe avuto qualcosa da incolpare per tutti i suoi problemi.

Un battito d'ali piumate interruppe nuovamente il silenzio ed attirò l'attenzione della giovane vampira sul comodino dove un grande corvo imperiale ci era appena atterrato sopra.

L'uccello nero contraccambiò lo sguardo incuriosito di Mavis e starnazzò rumorosamente.

"Mi dispiace averti trascinato in questo casino." disse il corvo rammaricato, quella voce stridula era la stessa di prima e ciò fece fare a Mavis un sospiro di sollievo.

"Hal?" Domandò la ragazza alzandosi a sedere.

Il corvo rispose con un gesto di assenso con la testa, "Sono qui per vedere come stai. Lo so che ti chiedo molto, ma ho... abbiamo bisogno che tu stia bene."

Mavis sospirò, "E noi abbiamo bisogno che tu rimanga vivo e che l'ordine non ci colleghi a te. Ti rendi conto di quanto rischi a venire qui di persona? Soprattutto ora che ti credono morto." Lo rimproverò la giovane appoggiando il volto sulle mani.

L'uccello roteò gli occhi mugolando, "Cercherò di fare del mio meglio per aiutarvi, tu ed il ragazzo intendo, vedrai che andrà tutto bene."

"Dici?" Piagnucolò la vampira sempre tenendo il volto sulle mani.

Il corvo prese un momento prima di rispondere, "No, fino ad ora tutte le coppie miste sono state separate e agli umani coinvolti è stata cancellata la memoria." Disse sinceramente, forse anche troppo visto che Mavis sprofondò ancora di più con la testa verso il basso facendo scorrere le mani fra i capelli, "Forse non sono la persona migliore per tirare su il morale alla gente." Concluse il corvo ripensando a ciò che aveva appena detto.

Mavis non rispose, così la voce graffiante riprese, "Il tuo nervosismo non è dato solo dai vostri problemi legali, vero?"

La ragazza alzò la testa, i suoi occhi erano gonfi di lacrime.

"Da quant'è che non mangi?" Domandò l' uccello.

Mavis rifletté, "Direi dal banchetto prima del Consiglio."

"Non è quello che intendevo," La interruppe il corvo, "L'ultima volta che hai bevuto sangue umano è stata dopo la lotta contro Ruthven ed Erzebeth, vero?"

La ragazza sospirò cupamente, non le piaceva parlare di quell'argomento. "In effetti si, ma non ho sete di sangue, non dopo così poco tempo!" Esclamò Mavis, la sua voce era carica di una rabbia immotivata.

Il corvo distolse lo sguardo da lei amareggiato, "Sto cercando di aiutarti." Rispose offeso.

La vampira si alzò di scatto dal letto dando le spalle ad Hal, "Non. Ho. Bisogno. Di. Sangue!" Disse Mavis scandendo ogni parola e serrando i pugni.

"Fa come ti pare, non è un mio problema." Riprese il corvo, "Dovevi saziarti quando ne avevi la possibilità, ma hai indugiato troppo, non puoi bere sangue ora, ci sono troppi mostri che ne fiuterebbero l'odore."

"Ho detto-" Rispose Mavis voltandosi di nuovo verso il comodino, ma non fece in tempo a continuare.

"Lo puoi negare quanto vuoi!" Starnazzò il corvo interrompendo bruscamente la ragazza, "Vedremo chi ha ragione quando aggredirai l'umano."

La vampira non ribatté, sembrava essersi calmata e pentita per aver perso le staffe, poi tornò a sedere sul letto appoggiando i gomiti sulle ginocchia e lasciando cadere la testa sulle mani.

"Come posso sperare di vivere con Jonathan se resisto appena un giorno senza sangue?"

"Non è facile." Disse il corvo e con un battito d'ali raggiunse Mavis sul letto atterrandole accanto.

"Tu che ne sai?" Brontolò Mavis.

Ma non ci fu risposta perché da dietro la porta qualcuno bussò timidamente.

"M-Mavis?" Era la flebile voce di Dracula.

"Si, papà. Entra." Rispose lei.

Il vecchio vampiro entrò lentamente chiudendo la porta dietro di sé, percorse il breve disimpegno e si fermò quando vide sua figlia, i loro sguardi erano entrambi tristi e preoccuparti, quasi impotenti, ma appena Dracula notò il corvo la sua espressione cambiò radicalmente. All'improvviso aggrottò la fronte e socchiuse gli occhi, la tristezza e la preoccupazione divennero nervosismo e rabbia.

"TU?" Ringhiò il conte, la sua voce era roca dalla collera, "Cosa ci fai da solo con mia figlia?"

"Anche per me è un piacere vederti." Rispose Hal beffardo.

"È solo venuto a vedere come stavo." Disse Mavis per proteggere l'operato del mostro che l'aveva aiutata molto in quei giorni.

"Ti ho detto che non puoi stare con mia figlia da solo!" Esclamò Drac ancora più alterato.

"Fosse la prima volta che mi trovo a letto con quel bocconcino di tua figlia." Ribatté il corvo ammiccante, sicuro di far alterare ulteriormente il vecchio vampiro ed infatti la sua reazione non tardò ad arrivare.

"Non osare parlare così di lei!" Ruggì Dracula puntando l'indice minaccioso verso il corvo.

L'uccello parlante lo guardò con occhi di sfida.

Il vampiro spostò lo sguardo sulla figlia, "Ti proibisco di incontrarti con lui se non in mia presenza." Le disse cupamente.

Lei lo guardò esterrefatta, "Sono un'adulta ormai, non puoi dirmi chi posso frequentare!" Esclamò arrabbiata.

"Ti sei già dimenticata cosa è successo l'ultima volta che ti sei fidata di altri vampiri?" La voce di Dracula era spezzata, detestava toccare quella ferita ancora fresca nella coscienza della figlia, ma doveva proteggerla a tutti i costi.

"Questo è un colpo basso Vlad." Si intromise il corvo.

Alle parole del padre Mavis si incupì, ma la curiosità prese il sopravvento, "Quindi anche tu sei un vampiro?" Domandò rivolgendosi al nero uccello.

"Tuo padre non te lo ha detto?" Gracchiò lui spostando lo sguardo da Mavis a Dracula.

Anche la ragazza guardò suo padre.

"Non volevo che tu pensassi di avere qualcosa in comune con lui." Rispose lui burbero, "Non farti fregare dall'aspetto giovane e moderno, non sai mai cosa ti può nascondere. Non ti devi fidare."

"Fortuna che ha te come esempio di persona degna di fiducia, vero?" Rispose Hal con voce tagliente, "Dopotutto occhio non vede, cuore non duole, no?"

"Smettetela!" Tagliò corto Mavis, "So dell'oscuro passato di mio padre. Ora è cambiato, magari è troppo apprensivo, ma lo fa per proteggere me e Jonathan."

"L'umano?" Disse il corvo ridacchiando, "È solo un accessorio per renderti felice, se è ancora qua è solo perché tuo padre non può vederti triste."

"Non è vero!" Esclamarono padre e figlia all'unisono.

Il corvo ridacchiò ancora, "Una promessa è una promessa. Ed io non ho ancora riscosso il mio tributo."

Dracula fece mezzo passo indietro, non riuscì a mascherare la sua espressione preoccupata ed i suoi occhi sembravano implorare Hal di non aprire il becco, nel vero senso della parola.

"Smettetela di battibeccare!" Sbuffò Mavis, con un tono più rabbioso del necessario, si vedeva che c'era qualcosa che non andava in lei e purtroppo stava peggiorando.

Era la seconda volta che quel vampiro accennava ad un debito non riscosso che Dracula gli doveva, ma nonostante la curiosità di Mavis fosse molta temeva troppo di scoprire a quale prezzo suo padre aveva assoldato quel guerriero dragone per salvarla da Camazotz e vista la sua reazione capì che gli aveva promesso qualcosa di valore inestimabile.

"Dobbiamo chiedere più tempo." Disse il corvo rompendo gli attimi di silenzio, "Mavis non è nelle condizioni per affrontare il Consiglio in questo momento."

Nessuno dei due rispose. La vampira sapeva che sarebbe stata la cosa migliore da fare, ma voleva sentire prima cosa ne pensava suo padre.

"È fuori discussione, se Shin Ryu scoprisse che siamo in difficoltà ci colpirebbe ancora più duramente." Rispose il conte incrociando le braccia, "Dobbiamo andare avanti senza farci vedere indeboliti."

"Quanto è alto il ragazzo?" Domandò l'uccello curvando la testa verso la ragazza che lo guardò stranita, "Così intanto vi procuro una bara per spedire il cadavere dissanguato ai genitori." Concluse ridacchiando.

"Non è divertente!" Esclamò Mavis arrabbiata per la mancanza di tatto di Hal.

"Ovvio che no, non era affatto una battuta."

"Di che stai parlando? Punirò duramente chiunque provi anche solo torcere un capello a Jonny!" Disse il conte autoritario.

"Il problema sono io." Sospirò Mavis con un filo di voce.

Dracula si incupì, non erano certo le parole che voleva sentire, "Vado a prendere una bottiglia di Similsan."

"Non farmi ridere, vuoi davvero placare la sua sete con del sangue sintetico? Sai che in lei non c'è una normale essenza magica." Lo fermò il corvo, "Comunque Mavy sei più forte di quanto immaginassi, nonostante un duello mortale e tutto lo stress degli ultimi giorni mi aspettavo una reazione ben peggiore."

"Mavis dovrà accontentarsi del cibo che abbiamo, i draghi hanno perquisito la camera 99, temo che non ci sia rimasto nulla di loro tranne i vestiti." Disse Dracula.

"Cosa?!" Esclamò Mavis preoccupata, questa notizia la turbò molto.

"Mi hai preso per un coglione come tuo padre?" Sbottò il corvo, "L'ho messo al sicuro, sangue di quella qualità non lo lascio in mano ai draghi."

"Grazie, ma il problema è adesso, se non lo posso bere prima del Consiglio che facciamo?" Domandò Mavis incapace di trovare una soluzione da sola.

Dracula fece una smorfia scocciata quando si accorse che la figlia aveva posto la domanda non a lui ma a Hal.

"Non c'è tempo di agire in alcun modo. Vai e cerca di non mangiare Jonathan."

La vampira sospirò delusa, sperava in un aiuto concreto ed invece doveva contare solo su stessa e sulla sua forza di volontà.

"Come fai?" Disse lei alzando leggermente la testa e guardando l'uccello, "Hai detto che vivi fra gli umani, come riesci a..."

"A resistere alla tentazione di morderli?" Lui concluse la frase, "Non ho mai detto che resisto." Concluse con voce sprezzante.

La breve pausa del Consiglio straordinario dell'Ordine del Drago è quasi finita, Mavis non ha potuto bere sangue e la sua sete inizia a sentirsi, riuscirà la giovane vampira a resistere al richiamo del sangue di Jonathan ed a convincere i giudici a permettere questa relazione interrazziale? Seguitemi nel prossimo capitolo!

Grazie a tutti per aver letto la mia storia nonostante i lunghi tempi di aggiornamento. Riuscirò ad essere più presente? Non lo so, ma farò il possibile. Voi intanto lasciate qualche commento, le vostre parole, sia positive che negative, sono il miglior ringraziamento.

  
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