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Autore: SkyDream    09/01/2019    4 recensioni
Era cosa assai insolita che qualcuno bussasse alla porta di Fairy Hills, per questo motivo Erza si prese la briga di aprire nonostante fosse appena uscita dalla doccia. Le si presentò davanti un tipo assai strambo, con un occhio livido e una sigaretta tra le labbra.
"Cerco Lluvia Loxar".
Perchè, si sa, nella vita spesso il passato torna a cercarci. Nel caso di Lluvia stava per trascinarla via dal presente, pronta a bloccarla in quelle paure che non hanno mai lasciato il suo cuore.
Gray e Gajeel sono pronti a tutto pur di riportarla a casa, ma si può convincere qualcuno ad abbandonare i propri fantasmi?
_Dal testo_
«Akio adorava tormentare Lluvia, le diceva sempre di non piangere e di non provare emozioni o la sua pioggia avrebbe inondato tutto il mondo. E’ solo colpa sua se Lluvia per tanti anni ha finito con l’essere apatica davanti ogni sorte di minaccia o di tortura. Poi un giorno…»
[...]
«Libri di poesie, per l’esattezza. Lluvia non aveva mai visto il sole e collezionava poesie che descrivessero i raggi solari e l’estate, qualcosa che non aveva mai potuto provare addosso.»
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Gray Fullbuster, Gray/Juvia, Lluvia, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Soul Rain~

Il sole splende anche sui malvagi


«Sei preoccupato, Gray?».
La voce di Erza gli giunse chiara nonostante la mente affollata di pensieri.
Che domande, era ovvio che fosse preoccupato per Lluvia. Non sapeva quasi nulla del suo passato e scoprire a che sorta di cattiveria era stata costretta, lo aveva davvero fatto uscire di senno.
«Mi preoccuperò per lei quando la vedrò in difficoltà. Lluvia è forte, non credo ci sia di che spaventarsi.» rispose senza nemmeno voltarsi, andava di fretta e non aveva alcuna voglia di perdere tempo.
«Gray?» Erza lo richiamò nuovamente, la voce ferma ma non pretenziosa.
«Devi dirmi qualcosa?» le disse ancora con tono impaziente che faceva trapelare più di quanto non ammettesse.
«Non c’è nulla di male ad essere preoccupato per Lluvia, ma dopo che l’avrai riportata qui diglielo. Dille almeno che ti sei spaventato un po’, lei merita di sentirsi, se non amata, almeno benvoluta.»
Gray abbassò gli occhi e strinse i pugni, quella conversazione lo stava irritando e - diamine! - gli stava facendo perdere tempo.
«Va bene, le dirò che mi sono preoccupato per la sua scomparsa. Ora devo andare».
«Gray!» Erza stavolta aveva raggiunto una nota irritata, «Lluvia ti ama, lo sai quindi cerca di tenerlo a mente».
 
Il mago del ghiaccio aveva ripreso a camminare, affondava i piedi nelle pozzanghere che si erano formate per tutta Magnolia. Sentiva il respiro entrare ed uscire, freddo, dai suoi polmoni.
Non che lo infastidissero quelle temperature nefaste, ma non contribuivano allo scarso clima gioioso che, da qualche ora, sembrava aver travolto tutto.
Chi si credeva di essere quello spocchioso di Akio? Bruciare tutti i libri di Lluvia.
Gray riusciva ancora a ricordarla, aveva il sorriso sarcastico tirato su quelle guancie pallide e gli occhi contornati di nero, come se nemmeno dormisse. Oh se la ricordava, con quell’ombrello sulla testa e l’aria scura attorno a sé.
“Magari quelle poesie erano l’unica cosa che riuscivano a farla sorridere, dannato!” pensò tirando un calcio ad un sasso che, inevitabilmente, rotolò fino al fiume.
«Fai bene ad essere agitato, Fullbuster!» disse una voce dirompente alle sue spalle. Gajeel lo raggiunse in un paio di falcate e camminò al suo fianco senza aggiungere altre parole.
«Non ti ho chiesto di venire con me, Gajeel, posso andare a recuperare la mia nakama anche da solo».
«La tua nakama? Fino a prova contraria è anche la mia, e di Levy e del resto della gilda.» rispose il Dragon Slayer sorridendo davanti la cocciutaggine dell’altro. Era ovvio che tenesse a Lluvia quanto lui, se non di più.
Peccato che non avesse intenzione di dimostrarlo.
«Lluvia doveva aiutarmi per una missione, se fossi potuto andare da solo avrei lasciato a te la parte del principe azzurro.» sbottò sarcastico Gray mentre sentiva il cuore rotolargli nel petto.
Possibile che quelle nuvole che stava seguendo fossero sempre così lontane? Sembrava uno di quei sogni dove correva, senza raggiungere mai la meta.
«Calma lo spirito, Stalattite di ghiaccio, riesco a sentire il fragore della pioggia poco lontano. Non manca molto!» lo rassicurò Gajeel sfoggiando il suo udito da drago che, soprattutto in certe occasioni, si dimostrava particolarmente utile.
Gray dovette ammettere che il suo amico non si era sbagliato, pochi metri dopo l’asfalto era ancora umido e, poco dopo, le gocce di pioggia li travolsero.
«Qualunque cosa le stiano facendo, a giudicare da come è combinato il paese, non deve essere bella». Le parole di Gajeel tuonarono forti nella mente di Gray.
Ricordava di aver visto più di una volta una casa abbandonata lì vicino, non era sicuro che fosse proprio quello il posto dove Lluvia era andata, ma aveva la sensazione di non sbagliarsi.
Senza preoccuparsi dell’altro, Gray prese a correre. Voleva assicurarsi che Lluvia stesse bene, che non le avessero fatto del male e provò l’incontenibile voglia di consolarla per quella perdita che era stata costretta a subire in silenzio.
Non riusciva a perdonarlo, sentiva il suo potere di ghiaccio che spingeva e chiedeva di essere liberato e di distruggere ogni cellula di quel mostro di Akio.
Arrivò davanti la casa, non era particolarmente grande e ma si vedeva che era stata restaurata di tutto punto da una buona dose di magia. Non c’erano dubbi: lei era lì. Con lui.
«Lluvia!» urlò Gray dando un calcio alla porta di legno ed entrando senza troppe cerimonie. Trovò la stanza ben arredata: un divano di pelle, un camino acceso e perfino un kotatsu con sopra una tazza di tè ancora caldo.
Per un attimo si sentì spaesato, poi venne colto dal terrore. Una potenza spaventosa gli fece tremare le spalle.
«Non aspettavo visite, Gray Fullbuster, discepolo di Ur e mago di Fairy Tail.» pronunciò il nome della gilda quasi sputando, disgustato all’idea di un gruppo di maghi che inneggiavano a valori astratti come l’amore e l’amicizia.
«Così sei tu Akio? Ho un conto in sospeso con te!» gli rispose l’altro voltandosi per guardarlo negli occhi. Aveva due pupille celesti che risaltavano sotto il ciuffo di capelli così scuro. L’abbigliamento poi, così antiquato da risultare inopportuno, riuscì perfino a inorridirlo. Corrispondeva perfettamente alla descrizione di Erza.
«Inutile che guardi le mie bretelle vintage, Fullbuster, io almeno ho dei vestiti addosso!».
Osservazione giusta, era innegabile, ma Gray non si fece problemi quando scoprì di essere a petto nudo. Ancora.
Era proprio di vizio ormai…
«Comunque sia, non credo di aver mai avuto l’onore di conoscerti. Come potresti avere un conto in sospeso con me, di grazia?». Akio si sedette sul divano, infilò i piedi sotto il kotatsu e soffiò sulla tazza calda, come se l’altro fosse un vecchio amico.
«E’ inutile che fai finta di nulla. Ti sei messo contro Fairy Tail e ne pagherai le conseguenze».
Akio sorrise, aveva steso le labbra fino all’impossibile con il risultato che il volto gli si deformò come fosse un demone.
«Non mi pare di aver fatto torto a nessuno, Gray Fullbuster, ho solo ripreso ciò che era di mia proprietà e di cui voi vi siete presi cura temporaneamente. Vi ringrazio per averle messo un tetto sulla testa, con tutta quella pioggia che si trascina dietro, chissà che raffreddore!» rise. Rise in modo sguaiato e diabolico, con pura cattiveria.
Un altro piede sfondò la porta, stavolta scardinandola.
«Il raffreddore sarà l’ultimo dei tuoi problemi, stupido verme!» Gajeel aveva gli occhi furenti, si vedeva come stava cercando di resistere all’impulso di prendere Akio per il bavero e fiondarlo dentro il camino acceso.
«Tu saresti stato il prossimo a seguirmi, Gajeel, quindi vedi di calmarti.» gli rispose l’altro smettendo di sorride e, con stupore dei presenti, riprendendo un’espressione seria.
«L’unico posto dove ti seguirò sarà l’Inferno, Akio. Dov’è Lluvia, cosa le hai fatto?» Gajeel sentì le mani e i polsi irrigidirsi fino a diventare puro ferro. Aveva così tanta energia dentro che avrebbe potuto distruggere tutta Magnolia con un soffio.
«Gajeel, Gray-sama? Perché siete qui?». La voce di Lluvia, atona e lenta, li fece voltare entrambi.
Gray trasalì come se avesse visto un fantasma: Lluvia aveva accorciato i suoi lunghi capelli blu riprendendo la bizzarra acconciatura con cui l’aveva conosciuta; gli occhi erano contornati di trucco nero e tra lo spacco del vestito - lì sulla coscia dove si sarebbe dovuto vedere il marchio di Fairy Tail - spiccava una fasciatura candida.
«Che domande! Siamo venuti a riprenderti.» le rispose Gray con tono d’ovvietà. Il tarlo del dubbio gli si insinuò nella mente fino a costringerlo ad accettare quell’ipotesi.
«Gray-sama, Lluvia non può tornare a Fairy Tail. Il suo posto è qui con Akio-senpai. Lluvia ha mentito per anni, ma ora non può più farlo». Atona.
La voce della maga non tradiva la seppur minima emozione.
Gray lo trovò quasi angosciante.
«Perché non vuoi tornare, Lluvia? Fairy Tail è casa tua, preferisci restare con questo maniaco?» esplose il mago del ghiaccio sentendo la rabbia salirgli in circolo.
«Non sono un maniaco, sono solo psicolabile.» puntualizzò Akio senza scomporsi e continuando a bere dalla sua tazza mentre si godeva lo spettacolo.
«Lluvia, cosa ti ha detto?» urlò Gray sentendo il panico salirgli, aveva il petto scosso da tremori che non riusciva a frenare. Perché non poteva controllare quella situazione e la sua reazione emotiva?
«Lluvia ha fatto male a tanta gente, Gray-sama, e porta su di sé anche la vita di una persona. Fairy Tail è un posto troppo puro per poter ospitare una criminale come me, ho sempre ferito il cuore delle persone e portato la pioggia ovunque, non merito di stare con voi».
Gray rimase impassibile, anzi, fu tentato di prenderla a ceffoni per farla rinsavire.
Ma non avrebbe osato mai.
«E’ questa la favoletta che le hai raccontato, Akio?» si inserì Gajeel avvicinandosi al nemico con aria furente.
«Io non le ho raccontato niente, l’ho solo aiutata a farla ragionare e sai meglio di me che il suo racconto fila».
Gajeel, ormai al limite della sopportazione, prese la tazza dalle sue mani e la lanciò verso il camino. Subito Akio schioccò le dita e la tazza cambiò consistenza divenendo liquida, il fuoco si alimentò ed una fiammata invase la stanza.
Akio schioccò ancora le dita e le vampe divennero di ferro puro, si staccarono da terra e colpirono i polsi di Lluvia incatenandola al muro.
«Lluvia, tu fai parte di Fairy Tail e a nessuno è mai importato del tuo passato!» urlò Gray ancora una volta, non riusciva a capire se stesse parlando sul serio o se fosse opera di Akio.
Lluvia era talmente buona di cuore che in realtà non si sarebbe stupito nello scoprire  che pensava davvero tutto ciò.
«Akio-senpai ha ragione, io sono stata malvagia!». Lluvia cominciò a piangere, piccole lacrime scendevano dai suoi occhi mentre restava crocifissa al muro.
Gajeel, anziché prendere Akio per il bavero e ucciderlo, si avvicinò a Lluvia e la liberò da quelle fiamme di ferro che la tenevano bloccata, poi le mangiò.
«Il sole splende anche sui malvagi.» le disse ancora masticando il ferro «E dovresti saperlo bene, questa frase di Seneca me la ripetevi sempre. Per questo ti sei ripresa quella volta, nonostante Akio ti avesse bruciato tutti i libri di poesie».
Lluvia lo guardò con profondo dolore ma, notò Gray mentre ascoltava, sembrava che qualcosa nei suoi occhi stesse cambiando.
«So che ti senti in colpa, Lluvia, e anche io penso spesso a quello che ho fatto a Levy, alle cicatrici visibili e non visibili che dovrà tenersi tutta la vita. Ma c’è una cosa che ti scalda, oltre il sole, e dovresti conoscerla bene.» la invitò Gajeel mentre la fissava, ancora seduta a terra a stringersi contro il muro.
« Conserva l'amore nel tuo cuore. Una vita senza amore è come un giardino senza sole dove i fiori sono morti. La coscienza di amare ed essere amati regalano tale calore e ricchezza alla vita che nient'altro può portare.1» ripetè Lluvia voltandosi verso Gray.
Si fissarono per un lungo momento, poi il mago del ghiaccio si rese conto che fuori la pioggia aveva lasciato il posto ad un tiepido sole.

 
 
[1] O.Wilde.
 
Aggiornamento sabato pomeriggio!
   
 
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