Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: ArrowVI    10/01/2019    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 4-6: Modo

 


Tanti pensieri passarono nella mente di Michael, in quel momento.

"Possiamo fidarci di lui?"
"Cosa sta nascondendo?"
"Chi è in realtà?"

Senza mai levare lo sguardo da Neptune neanche per un istante, Mike cominciò a indietreggiare lentamente, preparandosi mentalmente, e non solo, a un possibile scontro con il suo compagno.

Era molto teso: cominciò a respirare pesantemente, facendo profondi e lenti respiri, mentre una goccia di sudore gli scese dalla fronte, osservando con uno sguardo preoccupato l'espressione cupa che era apparsa nel volto di Neptune.
I suoi occhi sembravano quasi brillare di luce propria.


Le preoccupazioni di Michael, però, non durarono a lungo.
Dopo qualche secondo di tensione, infatti, Neptune cominciò a ridacchiare, quasi come se fosse divertito da qualcosa, lasciando Michael completamente sbalordito e confuso da quella sua reazione.


<< C-Cosa c'è di divertente?! >>
Esclamò Michael, sorpreso e, allo stesso tempo, preoccupato dal comportamento di Neptune.
Sotto il suo sguardo incredulo, anche gli occhi del suo compagno tornarono alla normalità.

<< Dovresti vedere la tua faccia! E' senza prezzo! >>
Esclamò il ragazzo, senza smettere di ridere neanche per un istante.


<< Rilassati, rilassati... >>
Aggiunse dopo qualche secondo di silenzio, smettendo finalmente di ridere.

<< Non sono un tuo nemico, volevo solamente farti spaventare un pochino... >>
Concluse, assumendo una espressione più seria.

Michael fissò il ragazzo per qualche istante, senza proferire parola, cercando di capire se lo stesse solamente prendendo in giro, nel tentativo di fargli abbassare la guardia.

<< Non sono proprio sicuro se posso fidarmi o meno... >>
Gli disse, con tono dubbioso.


<< Vuoi sapere perché hanno chiesto proprio a me di farvi da guardia del corpo? >>
Domandò Neptune a Michael.
Quella domanda lo colse alla sprovvista.

<< Hai... Detto che Ehra te lo ha chiesto, giusto? >>
Gli rispose Michael.

<< Corretto, è ciò che vi ho detto. Ma hai idea del *perché* abbiano chiesto proprio a me? >>
Continuò, Neptune, sapendo perfettamente di aver ormai attirato l'attenzione di Michael.

<< Hai detto che non potevano chiedere a quel tipo... Lancelot, giusto? Quindi... Hanno chiesto a te di farlo per questo. >>
Rispose, Mike, con un tono non deciso, quasi come se stesse facendo una domanda al suo interlocutore.

<< Non... Hai torto. Ma c'è altro dietro, che ho deliberatamente omesso, fin'ora. >>
Continuò, Neptune, mostrando un ghigno divertito al suo compagno.

<< Perché non sono sorpreso? >>
Rispose Michael.

<< Vedi... Anche se Lancelot fosse rimasto ad Avalon, non avrebbero mai chiesto a lui di farvi da guardia del corpo. >>
Cominciò Neptune, appoggiandosi alla ringhiera in ferro della nave con la schiena.

<< In primis, perché Lancelot odia a morte i demoni. Quindi... Insomma, non sarebbe stato felice di sapere che il suo compito fosse quello di fare da guardia del corpo al figlio di Azael, non credi? >>
Continuò, senza mai levare lo sguardo da Michael.

<< E il secondo motivo? >>
Domandò il ragazzo.

Neptune esitò prima di rispondere alla domanda del compagno.
Uno strano sorriso apparve lentamente nel suo volto.

<< Beh... Il secondo motivo, è che io ero la scelta che avevano in mente fin dal principio. >>
Quella risposta lasciò Michael completamente spiazzato, e infastidito.

<< Perché devi essere così criptico?! Se hai qualcosa che devi dirmi, fallo e basta! Non girarci intorno! >>
Esclamò Mike.

Sentendo le sue parole, Neptune sospirò, quasi con fare deluso.

<< Sei davvero un guastafeste... >>
Disse tra se e se, con fare malinconico.


<< Io e te... >>
Cominciò, dopo qualche secondo di silenzio, attirando l'attenzione di Michael.
Il suo sguardo era serio.

<< ... Siamo molto più simili di quanto tu possa anche solo immaginare. >>
Continuò.

<< Cosa vuoi dire? >>
Gli domandò Michael.

<< Non fare il finto tonto, sai di cosa sto parlando. >>
Rispose Neptune.
Michael abbassò lo sguardo per un istante, quasi con fare colpevole, per poi posare di nuovo uno sguardo deciso su Neptune.

<< Mio padre, proprio come il tuo, era un membro dei Dodici Generali Demoniaci. Uno dei primi Dodici. Era conosciuto come "Il Pigro". >>
Quelle parole, fecero impallidire Mike, il quale non riuscì neanche a proferire mezza parola.
Rimase in silenzio a fissare il suo compagno, con una espressione scioccata stampata in volto, senza nemmeno muovere un muscolo.

<< Si chiamava Siegmund. Non aveva un cognome: quello che usò con noi era inventato. Motivo per cui uso quello di mia madre. >>
Disse Neptune, cominciando finalmente a raccontare.

<< Era... Veramente pigro, per usare un eufemismo. Non era qualcuno che amava sporcarsi le mani, quindi preferiva far lavorare le altre persone al posto suo, mentre lui stava tranquillamente a oziare, o fare i cavoli suoi. Il suo leader gli dava dei compiti da svolgere, ma lui non li portava mai a termine. Quindi, un giorno, gli diede un ultimatum: o avrebbe cominciato a lavorare come tutti i suoi compagni, o sarebbe stato cacciato. Mio padre non voleva nessuna delle due cose, quindi cercò di obbligare i suoi sottoposti a svolgere i suoi compiti... Ovviamente, però, non andò a buon fine: infatti, tutti i suoi sottoposti avevano ricevuto ordini precisi dal suo comandante, quindi lui non aveva più alcuna autorità su di loro. >>
Nel mentre che Neptune raccontò quelle cose, Michael poté sentire un tono infastidito provenire dal suo compagno.

<< Però, un giorno, ebbe l'illuminazione. Se nessuno dei suoi sottoposti poteva seguire più i suoi ordini, allora ne avrebbe cercato uno che non fosse legato al suo comandante. >>
In quell'istante, Michael capì perfettamente come sarebbe andato a finire quel racconto.
Abbassò lo sguardo, evitando quello del compagno.

<< Quindi... Alla fine, trovò una donna che sarebbe poi diventata mia madre. >>
Bastò quella semplice frase, per far capire cosa accadde dopo.

<< Poi, quando nacqui, lui la minacciò: "Crescerai tu questo bastardo fino a quando non sarà abbastanza grande e forte. Quel giorno, lo porterò via con me. Se non lo farai, vi ucciderò entrambi". 

Mia madre non poteva ribellarsi. Era troppo debole, in confronto a lui, e sapeva perfettamente che, anche se fosse scappata, lui l'avrebbe facilmente ritrovata.
Riuscì, quindi, a sopportare circa una dozzina d'anni insieme a quel bastardo. Anni e anni di abusi e minacce, vissuti con il terrore che, la mattina seguente, non avrebbe riaperto gli occhi. Io ero l'unica cosa che aveva, e lei era l'unica cosa che io avevo. 

Non mi odiava, anzi. Mi diede tutto l'amore e le attenzioni che una madre avrebbe dato a un figlio, nonostante tutto. 

Siegmund cominciò ad allenarmi fin da tenera età.
"Devi diventare forte."
Era solito dirmi.

"Così potrai essermi utile". >>
In quell'istante, Neptune si bloccò.

Una smorfia rabbiosa apparve nel suo viso, mentre strinse con forza i pugni.

Dopo qualche istante, prese un profondo respiro, calmandosi rapidamente.

<< Non gli importava di me. Non ero altro che la sua pedina: voleva che io diventassi abbastanza forte da svolgere i compiti che gli venivano affidati, al posto suo. 

Un giorno, non riuscimmo più a sopportare quella situazione. 
Mia madre provò a opporsi, ma fu inutile. 

"Prova a fare una cosa del genere un'altra volta, e ti uccido."
Le disse.

Quella stessa notte, provammo a scappare senza che lui ci scoprisse... Ma non andò a buon fine.
Era davvero innervosito: ricordo ancora le vene pulsare nel suo collo, quei suoi occhi furiosi... Ho ancora gli incubi di quando lui si trasformò  per la prima volta davanti ai miei occhi, mostrandomi finalmente il suo vero aspetto animalesco.

Attaccò mia madre, spezzandole una gamba e rompendole un braccio. 

"Te l'ho detto, donna!" >>
In quell'istante, Neptune cominciò a tremare: abbassò lo sguardo.

<< Era... Gigantesco, mostruoso. Fu in grado di afferrare la testa di mia madre con una sola mano, sollevandola da terra nel mentre con solo quel braccio. >>
Continuò posando di nuovo lo sguardo su Michael.

<< Non ricordo quasi niente, dopo quel momento. Ciò che, però, ricordo ancora perfettamente, è lo sguardo inorridito nel volto di mia madre, quando tornai in me stesso. >>
Aggiunse qualche secondo dopo, abbassando di nuovo lo sguardo verso il pavimento, con una voce che tremava.

<< Aveva... Paura di me. Quando provai ad avvicinarmi a mia madre, lei si portò le mani davanti al volto, piangendo dal terrore in posizione fetale. 

Non avevo idea del perché, in quel momento.
Poi, però, notai il corpo privo di vita di mio padre nel terreno: era stato decapitato. >>
Sentendo quelle parole, anche Michael inorridì.
Rimase immobile con gli occhi spalancati ad ascoltare quel terribile racconto, incredulo.

<< Mi guardai istintivamente le mani, e vidi che fossi ricoperto di sangue. >>
In quell'istante, Neptune si bloccò, posando di nuovo lo sguardo su Michael.

Notando la sua espressione, Neptune decide di fermarsi.

<< Credo che possa bastare così. Non serve che io ti dica altro. >>
Gli disse, avvicinandosi poi lentamente verso di lui.

Gli posò una mano sulla spalla.

<< Scusami. Non volevo fare questo effetto su di te. >>
Gli disse, con un tono calmo.

<< Con... Chi stavi parlando poco fa? >>
Gli domandò Michael, ancora scioccato da quel terribile racconto.

<< Xernes Ravier, credo tu sappia chi sia. >>
Rispose Neptune, facendo un passo all'indietro, lasciando andare la presa sulla sua spalla.

< Il padre di Xane? >
Pensò Michael, confuso da quella risposta.

<< Voleva sapere come stesse andando la missione di scorta. >>
Aggiunse subito dopo Neptune, spiegando il motivo di quella chiamata.

<< Perché ci hai mentito riguardo al demone intorno al lago? E' un pericolo? >>
Chiese, subito dopo.

<< Certo che ti leghi le cose al dito, eh? >>
Domandò Neptune al compagno, grattandosi il capo.

<< No, non è niente di che. I militari non volevano far preoccupare inutilmente i cittadini, quindi hanno deciso di abbassare la Classe del demone resa nota al pubblico. Dopotutto, era un semplice ricognitore: non sono demoni aggressivi. >>
Sospirò, spiegando a Michael le ragioni di quella bugia.

<< Perché non ce l'hai detto prima? >>
Continuò, Michael, cercando risposte a tutte le domande che si era fatto fino a quel momento.

<< Non credevo ci fosse un motivo per farlo, dopotutto un ricognitore raramente ha incontri ravvicinati con gli umani. E, comunque, un gruppo di ammazza-demoni si è già occupato di quel Classe A, quindi non ci sono pericoli. >>
Quella risposta sembrò soddisfare Michael, ma c'era ancora qualcosa che non sembrò andargli a genio.


<< Michael... >>
Gli disse Neptune, dopo qualche secondo di silenzio, attirando la sua attenzione.

<< Non sono un tuo nemico, voglio che tu sappia questa cosa. >>
Continuò.

Michael non gli rispose: continuò a fissarlo in silenzio con uno sguardo ancora dubbioso.

<< Ehra mi ha chiesto di farvi da guardia del corpo, in modo che potessi darti qualche consiglio... Quindi ho intenzione di dartene alcuni. >>
Quelle parole attirarono l'attenzione del ragazzo, il quale ricambiò con uno sguardo incuriosito.

<< Che genere di consigli? >>
Gli domandò.

Neptune fece dei passi all'indietro: i suoi occhi si illuminarono ancora una volta, lasciando Michael di stucco.
Non si era ancora abituato a quella situazione.

<< Ogni mezzo-demone è diverso, ma c'è sempre qualcosa che ci accomuna. Sai cosa è? >>
Domandò Neptune al compagno.

Michael rimase in silenzio per qualche istante, pensando a una risposta, senza però trovare nulla di soddisfacente. 

<< Siamo... Ibridi? >>
Gli rispose.

<< No. Pensa chiaramente a cosa è successo quando ti sei trasformato per la prima volta. >>
Aggiunse Neptune, cercando di guidare il suo compagno nella giusta direzione.


Ripensando a ciò che i suoi compagni gli avevano raccontato, Michael abbassò lo sguardo, assumendo una espressione rammaricata.

<< Sono... Diventato un mostro. Ho perso il controllo e ho rischiato di- >>
Venne interrotto anche prima che potesse finire la frase.

<< Non siamo mostri. >>
Quelle parole, lasciarono Mike completamente di stucco.
Ma non riuscii a crederci.

<< Solo perché siamo diversi, non significa siamo mostri. Ciò che accomuna tutti i mezzo-demoni, è la rabbia. >>
Gli rivelò Neptune.

<< "Rabbia"? >>
Ripeté Michael.

<< I mezzo-demoni, come ben saprai, rilasciano di solito la loro energia come risposta a traumi molto forti, quali rabbia, dolore, odio... Ci sono tanti fattori scatenanti. Le prime volte che ci trasformiamo, non siamo in grado di controllarci. 

Spesso, molti mezzo-demoni attaccano persino le persone a loro care, inconsciamente. E' successo a tutti noi, non sei l'unico. >>
Gli rivelò Neptune, cercando di rassicurare il suo compagno.

<< Ma proprio per questo, possiamo dare consigli a quelli che non sanno come controllarsi. >>
Quelle parole furono in grado di attirare l'attenzione di Michael.

<< So cosa pensi, cosa ti spaventa. Non vuoi essere un pericolo per i tuoi compagni. Non vuoi far loro del male. Ma, allo stesso tempo, ti senti sotto pressione: sai che ora sei sotto il mirino, quindi li metterai inevitabilmente in pericolo. 

Devi capire che non puoi più tornare indietro: ormai ci sei dentro. Non hai nulla da guadagnare, ma hai tutto da perdere. >>
Sentendo quelle parole, Michael cominciò a tremare.

Era vero, era esattamente quello che lo preoccupava.
Sapeva che, volente o nolente, ormai aveva messo in pericolo tutti quelli che erano intorno a se.


<< Non potrai scappare per sempre: prima o poi, dovrai accettare chi sei. Non significa che devi farlo ora, quantomeno che debba piacerti. Ma dovrai imparare a conviverci. E questo significa che dovrai cominciare a lavorare su un modo per "rimanere te stesso", quando perderai il controllo. >>
Gli disse Neptune.

Michael sollevò lo sguardo, mostrando al suo compagno occhi increduli e preoccupati.

<< Come dovrei fare una cosa del genere? >>
Domandò il ragazzo.

<< Non ne ho idea. Alcuni, dopo la prima trasformazione, non perdono più il controllo. Altri, invece, devono lavorare duramente per trovare il modo giusto. Siamo tutti diversi, e il mio metodo potrebbe non funzionare con te. L'unica cosa che posso dirti, è questa... >>
Gli rispose Neptune.

<< ... Quando senti che stai perdendo il controllo... Non opporti a quella sensazione. >>
Quelle parole colsero Michael alla sprovvista: non era assolutamente quello che si aspettava di sentire.

<< Rabbia, odio, dolore, paura... Non dovrai trattenerli. Lascia che quei tuoi sentimenti siano liberi. Lascia che pervadano il tuo corpo. Ma, fai attenzione che non prendano il sopravvento. Il potere di noi mezzo-demoni è originato da quei sentimenti, ma non significa che dobbiamo sottometterci a loro. Non dovrai combattere quelle sensazioni, ma non devi lasciare che siano loro a vincere. >>
Quelle parole sembrarono quasi una presa in giro, per Michael.

<< Quello che stai dicendo non ha senso! Come dovrei fare una cosa del genere?! >>
Esclamò, infastidito.

<< Lo so che non ha senso! Non è un qualcosa che dovrebbe essere spiegato a parole! Non posso dirti come fare. Ciò che posso dirti, però, è che prima o poi dovrai trasformarti di nuovo, e non potrai permetterti di non essere in controllo del tuo stesso corpo. In modo da mantenere il controllo, però, dovrai esserti allenato mentalmente. Non è un qualcosa che riuscirai a fare da un momento all'altro, io ci ho messo anni prima di riuscire a mantenere il controllo di me stesso. Dovrai creare uno stato mentale dentro cui entrare in quei momenti. Per esempio, qualcosa a cui pensare quando sentirai che la trasformazione è in atto, qualcosa che possa dare fuoco alle fiamme, ma allo stesso tempo tenerle sotto controllo. >>
Spiegò Neptune, cercando di risultare il più chiaro possibile per evitare problemi al suo compagno.

C'era già passato, dopotutto, e voleva evitare che qualcuno commettesse i suoi stessi errori.

<< Come... Dovrei fare una cosa del genere? >>
Chiese Michael a nessuno, guardando le sue stesse mani.

<< Io penso a mia madre. >>
Sentendo la risposta di Neptune, Michael posò ancora una volta lo sguardo su di lui.

<< Quando sento che la trasformazione è in atto, penso a quei momenti di paura, di rabbia. Ma riesco a rimanere me stesso, perché so che voglio proteggerla, che farei di tutto per evitare di vederla soffrire di nuovo. Il tuo modo... Dovrai capirlo tu stesso. >>
Aggiunse.


____________________________________________________________________________________________________________

Sono finalmente tornato, dopo una lunga pausa Natalizia-di Capodanno.
Fine del capitolo 4-6, grazie di avermi seguito e alla prossima con il penultimo capitolo del volume 4!

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: ArrowVI