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Autore: AlsoSprachVelociraptor    11/01/2019    0 recensioni
Lloyd Richmond, giovane film-maker dal fisico fragile, la mente contorta, il cappello della Planet Hollywood calato sui suoi cinici occhi azzurro ghiaccio e il fidato coltellaccio appeso alla cinta, è pronto a tutto per diventare il regista che ha sempre sognato di essere.
Anche essere mandato dalla BBC a Ronansay, un'isola sperduta a nord delle fredde coste della Scozia e bagnata del tremendo mare del Nord a indagare su un misterioso hotel che si dice essere infestato dai fantasmi.
All'albergo, tuttavia, Lloyd troverà segreti ben peggiori di uno spirito; scheletri nell'armadio, doppiogiochisti pericolosi, destini segnati nel sangue, porte chiuse a chiave, il mare del Nord affamato che chiederà sempre più sacrifici umani.
E sì, anche un fantasma.
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[Storia liberamente tratta alla serie tv "Two Thousand Acres of Sky" della BBC, anche se NON c'è bisogno di conoscere la serie per leggere la storia, dato che ne è solo ispirata. Anzi, se non la conoscete è molto meglio]
Genere: Comico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ronansay era un'isola così brutta e piccola che non c'era nemmeno su Wikipedia, né su Google Maps.

Miserabile, patetica, eppure...

Il Mare del Nord, lì, aveva un significato diverso. Lloyd ci si era perso più volte con lo sguardo mentre era sul vecchio e sporco traghetto che l'avrebbe portato dalla Scozia fino a quell'isoletta patetica.

Era verde acqua, delle volte. Verde puro, altre volte virava sul blu freddo, e brillava di una luce intensa e mai vista prima. Altre volte era semplicemente, inquietantemente nero.

Lloyd l'aveva già visto il Mare del Nord, ma non quel Mare del Nord. Era diverso. Lo sentiva.

Arrivò quando ancora il sole non era completamente sorto e il faro dell'isola lo acciecò per qualche istante. Il capitano del traghetto, uno scozzese bastardo originario di quell'isola che già odiava, rise a voce alta quando Lloyd si ritrasse dalla fastidiosa luce del faro.

Le valigie di Lloyd erano più pesanti del ragazzo stesso, così fu praticamente obbligato a farsi aiutare da quel maledetto scozzese. Più lo guardava e più lo odiava, e forse quell'uomo se ne accorse dagli sguardi carichi d'odio del più giovane.

-Non guardarmi così, bambino. Vi conosco, voi di Londra! Simpatici, ma un po' freddi, eh?-

Lloyd non rispose.

-Dove soggiorni?-

-Al B&B vicino alla spiaggia.-

-Ah, da altri londinesi!-

Lloyd lo guardò male, ma un po' meno male del solito. Erano di Londra anche i gestori dell'albergo? Che Pennis l'avesse tradito? Divenne tutto rosso in faccia, e lo scozzese dovette averlo visto, perchè scoppiò ancora a ridere. Era così divertente?

-Ti troverai bene, anche se quell'albergo...-

-Lo so, lo so. Sono qui per questo.- rispose il londinese, con un sorrisetto beffardo che di felice o contento, però, aveva ben poco.

L'hotel faceva schifo, e non doveva essere ristrutturato o semplicemente aggiustato da un sacco di anni. Lo accolsero un uomo corpulento e una donna bassa e dal viso duro. Sorridevano entrambi, ma Lloyd piacevano poco.

Come tutti, del resto.

No, anche meno.

Dietro di loro, tre ragazzi. Un ragazzotto sovrappeso sulla trentina, dai capelli biondi a spazzola e lo sguardo da bulletto, una ragazza sulla ventina, bassa e castana dallo sguardo curioso ma non troppo, bella ma decisamente comune e col classico trucco da instagram influencer, e una ragazzetta diversa. Non assomigliava troppo agli altri due. Adolescente, molto più giovane degli altri due, i suoi capelli erano di un rosso scuro, quasi mogano, e i suoi occhi color mare non verdi, non blu, zigzagavano da Lloyd alle sue enormi valigie a Lloyd ancora, instancabili come il Mare del Nord. Alta e dalle spalle e fianchi larghi, anche se aveva un po' la faccia da cane bastonato.

-Lloyd Richmond?- fece la donna bionda, che doveva essere la madre delle tre bestie. Il suo tono era duro tanto quanto il suo viso, anche se stava cercando di sorridere, e il suo fisico era snello e affilato come un coltellino a serramanico fermo in una posa nervosa che, a giudicare dal suo viso, avrebbe probabilmente voluto piantare nell'addome del suo ospite. Lloyd annuì a malapena. Era bassa, così bassa da arrivare sì e no alle orecchie del ragazzo che si era sempre ritenuto un tappetto.

Lloyd superava a malapena il metro e settanta, e non arrivava di certo al metro e settantacinque. L'uomo al suo fianco, anche lui con accento londinese, era alto circa quanto Lloyd. La ragazzina più giovane dei tre figli era ben più alta anche dell'uomo a cui, sinceramente, non somigliava per niente.

Era probabilmente alta oltre il metro e ottanta e, sinceramente, un pensierino su di lei l'avrebbe potuto fare...

-Sono Abigail e lui è Robert. Chiamaci Abby e Robbie!- trillò la donna con una voce che però non era squillante come il tono che voleva assumere. Non le piaceva. E Lloyd era molto più bravo di lei a questo gioco.

Sfoderò un sorrisone e scosse la sua mano, mostrandole il lato più gentile di sé. Nella sua testa, si vedeva accoltellarla ripetutamente e strapparle quella odiosa faccia dall'osso del cranio. Quel pensiero rese il suo sorriso ancora più naturale e magnetico.

Era questo il suo segreto!

Robbie era solo un'imbecille che puzzava di alcol, Abby una stronza, e le tre bestiacce loro figlie non sembravano da meno.

-Loro sono Alfred, Charlotte e Johanne. Sono i nostri figli!-

I tre non dovevano essere molto più giovani o vecchi di lui, ma li salutò lo stesso con gran rispetto. L'unico maschio dei tre, il corpulento Alfie, sorrise meravigliato a quel saluto così elegante. Charley, la stronza, non lo degnò di uno sguardo. La ragazzetta, Jo, rimase intontita e ferma come pietra, evidentemente a disagio.

Odiava tutti e cinque, ora.

-È molto presto- continuò Abby, cercando di scortare Lloyd dentro l'albergo mentre Jo e Alfie prendevano le sue valigie. -vuole riposarsi un altro po'?-

Lloyd le rivolse un risolino. Lei non sapeva che lui dormiva solo quattro ore a notte, quando dormiva.

Negò e, stringendosi nel proprio enorme giaccone, fece il primo passo dentro l'albergo.

Un brivido gelido scosse la sua schiena, e Abby e famiglia cercarono di ignorare lo sguardo turbato di Lloyd.

-La sua camera è di qua, mi segua. Qui, ogni mattina, dalle sette alle dieci, si tiene la colazione. Questa è la sala degli ospiti. Spero si troverà bene qui.-

Lloyd non ne era del tutto sicuro

   
 
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