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Autore: Sylvia Moons    11/01/2019    1 recensioni
"Malfoy si era allarmato quando aveva visto l'Animi Speculum illuminarsi (...) Nascondeva qualcosa che non voleva che l'Animi Speculum rivelasse? Non aveva già creato abbastanza guai con le sue azioni segrete? E di quali angosce poteva mai esser preda lui, che si era personalmente attivato per essere lui stesso causa di angoscia per la gran parte dei suoi compagni di scuola? Hermione decise che l'avrebbe scoperto."
Questa è una fanfiction con protagonisti due dei personaggi più amati e odiati di "Harry Potter" della grande J.K.Rowling: Hermione Granger e Draco Malfoy. Non sarà la solita Dramione, ma spero vi piaccia comunque! A parte la sequenza di fatti e dialoghi, sono miei solamente il personaggio di supporto di Sylvia Moons e l'Animi Speculum, un oggetto magico di grande rilievo nella mia storia che ho immaginato potesse trovar collocazione nel mondo della Rowling. La storia è ambientata ad Hogwarts dopo la sconfitta di Voldemort. Mi sono inventata che i nostri eroi stanno ripetendo l'ultimo anno di scuola.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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– Fermo! – gridò Hermione, ansimando mentre correva su per le scale della torre di Astronomia. – Malfoy, fermo dove sei! –
Era esattamente dove la Mappa aveva indicato: appoggiato alla balaustra da cui era precipitato Silente la notte dell’invasione dei Mangiamorte. Quando l’aveva sentita gridare il suo nome si era voltato verso le scale, ma appena la vide comparire si girò di nuovo a contemplare i giardini sotto la torre.
– Cosa vuoi, Granger? – disse atono.
– Che tu non faccia nulla di stupido – rispose lei, con la mano che reggeva la bacchetta dietro la schiena. Quella di Draco era tra le sue dita, metà al di qua e metà al di là della balaustra.
– Di stupido? – fece lui, con una smorfia amara. – Potrebbe essere la miglior decisione da… –
Si interruppe come se si fosse improvvisamente ricordato di qualcosa. La fissò intensamente, gli occhi foschi velati da qualcosa che Hermione non riconosceva. Come fosse offeso e umiliato al tempo stesso. E, forse, qualche altra cosa ancora.
– Tu lo sai. Sai davvero perché sono qui. –
Hermione non rispose, ma avanzò di un passo. Lui non parve farci caso.
– L’Animi Speculum si è acceso e lo sai leggere, del resto tu sai sempre tutto… Ma a quanto pare non sai che quel che c’era nella sfera non è affar tuo. –
– Lo è invece… –
– No! Non avresti dovuto impicciarti! Ora vedi di sparire! –
Ma anche se sembrava furente non alzò mai la bacchetta. Riportò lo sguardo al cielo come se volesse semplicemente ignorarla.
– Se vuoi saltar giù mi sta bene – mentì Hermione. – Prima però c’è una cosa che devi dirmi. –
– Io non ti devo niente – mormorò lui.
– Voglio sapere perché mi hai cancellato la cicatrice. –
Draco deglutì a vuoto e non rispose. Si era rabbuiato e le sue mani, intorno alla balaustra, erano tanto contratte che sembravano artigli.
– Non sapevi che l’avevo, vero? Bellatrix Lestrange me l’ha fatta in casa tua, ma in quel momento non eri presente e poi siamo scappati tanto in fretta che non hai fatto in tempo a notarla. E con tutto quel che è successo dopo… Non ne hai mai saputo niente. L’hai vista solo qualche giorno fa, quando ti ho versato l’acqua in infermeria. –
Draco taceva, ma lei non avrebbe smesso. Fece un altro passo verso di lui.
– Hai capito che era opera sua perché sapevi che mi aveva torturato… E chi altri avrebbe potuto usare quella parola orrenda? –
– Io – rispose lui, con un sorriso al fiele che nascondeva qualcosa.
Vedendolo, Hermione desiderò avere con sé l’Animi Speculum. O esser capace di farlo parlare di più.
– Già, tu. L’hai usata più di una volta per insultarmi senza la minima remora, ma oggi hai deciso di farla sparire per sempre dalla mia pelle. Anzi, lo hai deciso molti giorni fa. Sei andato in biblioteca e hai trovato un libro, una pozione per cancellarla… Hai provato a ricrearla nella Stanza delle Necessità e ci sei riuscito. –
Draco sussultò e le lanciò un’occhiata di sbieco solo vagamente sorpresa. Pareva perso in altri pensieri.
– Come diavolo fai a saperlo? Mi hai seguito? –
– Quello che non so è dove hai preso gli ingredienti per… –
– Non ci hanno ancora svuotato tutta la casa – la interruppe lui, sprezzante. – Anche se poco ci manca. –
– Dimmi perché lo hai fatto. –
– Non ha nessuna importanza. Nessun beneficio, per quanto mi riguarda. Fatica sprecata. –
– Che beneficio pensavi di trarne? –
Ormai Hermione era a non più di un paio di passi da lui. La bacchetta di Draco tremava tra le sue dita.
– Volevi sdebitarti? –
– Al diavolo! – sbottò lui, e sollevò la bacchetta nello stesso istante in cui Hermione faceva altrettanto. – Io non ho debiti con voi! Non vi ho certo chiesto di salvarmi la pelle, quel giorno! Avete fatto tutto da soli! –
Ma non usò la bacchetta sguainata. Non fece assolutamente nulla.
Poi un guizzo sul suo volto spiccò come un lampo in una notte buia.
– …Ma magari vuoi rimediare adesso. –
Stese il braccio fuori dalla balaustra e lasciò andare la bacchetta, che precipitò roteando nel vuoto. Un passo avanti e il suo mento sfiorò la punta di quella di lei.
Ora erano occhi negli occhi; quelli scuri, decisi di Hermione e quelli chiari, luminosi di Draco.
– Fallo, Granger. Rimedia. Pensa a Fred Weasley. –
La gola di Hermione si strinse all’istante in un nodo dolorosissimo. Lontano, nella sua memoria, Fred rideva accanto a George.
– Fallo per tutti quei morti. Per Silente, per Piton, per Goyle e tutti gli altri. Per la scuola distrutta, le famiglie separate, la vecchia vita che non tornerà… –
La voce di Draco si andava spezzando e i suoi occhi, ancora fissi in quelli di lei, erano sempre più lontani. Sempre più persi.
Ecco cos’altro era. Disperato.
– Rimedia, Granger. –
   
 
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