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Autore: MagiaOscura    11/01/2019    2 recensioni
Sono ormai passati diciannove anni dalla sconfitta del Signore Oscuro e dei suoi alleati. Adesso è giunto il momento dei figli, che dovranno vedersela anche loro con le forze oscure. In questa storia vorrei raccontare come i giovani Albus e Rose con l'aiuto dei propri amici e dei loro genitori affronteranno i tanti ostacoli che incontreranno a Hogwarts.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Teddy Lupin | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione, Rose/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Quel che rimaneva delle vacanze estive, i Weasley le passarono insieme ai Potter alternandosi tra Villa Conchiglia, Grimmauld Place e la Tana. James fu fastidioso come non mai, instillando in Albus la convinzione di diventare uno stregone oscuro se sarebbe finito tra i Serpeverde. Grimmauld Place, grazie alle sue dimensioni, spesso fungeva da arena per gli scontri tra James e Rose, con quest’ultima che rincorreva il cugino per i tanti piani dai quali era composta l’abitazione, causa della lite più recente era il fatto che James liberò il gufo di Rose in giro per la casa e l’animale aveva riempito di cacca l’abitazione.
“James, Rose! Volete piantarla? Sedetevi e cenate che è la nostra ultima cena prima di Hogwarts!” strillò Hermione, esasperata dagli insulti e dalle botte tra i due cugini.
“Hermione, e lasciali divertirsi! Sono giovani” disse Ron tuffandosi sulla sedia, affamato come al solito
“Ronald, come al solito quando si tratta di essere a favore del caos sei in prima fila, come sempre”
“Presa!” esclamò Harry, afferrando Rose e facendola volare in cielo come se fosse un aereo, facendola ridere divertita e poi la portò a sedere al suo posto.
“Grazie Harry” disse Hermione, grata all’amico per essere riuscito a calmare i ragazzi.
A Grimmauld Place, escludendo i bisticci tra Rose e James, si respirava un’atmosfera di allegria. C’erano anche Teddy e Victoire divisi però da Bill, che si era seduto tra i due ragazzi con il grande disappunto di Fleur, che apprezzava moltissimo Teddy. Anche la signora Weasley rimproverava il figlio per l’eccessiva gelosia. I due si sono portati anche i figli più piccoli, Louis e Dominique rispettivamente di 6 e 4 anni, nati molto tempo dopo Victoire. Mancavano all’appello Charlie Weasley, impegnato con i draghi, Percy e la sua famiglia impegnati a rappresentare il ministero nel mondo e George, Angelina e i loro figli che hanno dovuto disdire l’appuntamento a causa di impegni dell’uomo. La signora Weasley sospettava che fosse successo qualcosa ai Tiri Vispi Weasley.
Verso le undici la famiglia terminò la cena e tutti si divisero nelle varie stanze dell’abitazione: James ospitò nella sua stanza che una volta appartenne a Sirius e Hugo, che su ordine di Bill avrebbe dovuto dormire in una stanza piuttosto lontana da Victoire. Nella stanza di Albus che una volta era di Regulus Black avrebbero dormito Rose e Teddy mentre in quella di Lily Victoire, Louis e Dominique. Gli adulti invece si sarebbero ristretti nella stanza coniugale di Ginny e Harry, allargate tutte quante su ordine del secondo da Kreacher.
“Rose” disse Albus a bassa voce, per non svegliare Teddy che russava rumorosamente alla cugina. Lei dormiva nel letto vicino al suo, diviso da un comodino.
“Cosa vuoi – disse la ragazzina sbadigliando – domani ci dobbiamo svegliare presto, dormi”
“Scusa – mormorò Albus, parlando a voce ancora più bassa – dimmi cosa potrebbe accadere se finisco a Serpeverde”
“Ancora??? Al…ma se finisci tra i Serpeverde non cambierà nulla, resti sempre tu”
“James mi d…”
“James è un idiota. Ascolta – disse la ragazzina appoggiandosi sul gomito, guardando il cugino negli occhi – se finirai tra i Grifondoro sarei contenta perché sono quasi certa di finire lì, ma se finirai tra i Serpeverde sarei contenta lo stesso. Quella Casa deve ripulirsi la reputazione dopo quanto fatto in passato, e solo un mago pulito come te potrà farlo. Dormi ora, ho sonno e lo sai che sono intrattabile se non riposo abbastanza. Ti voglio bene”
“Anche io”
Rose si addormentò di nuovo, chiudendosi il viso con la coperta mentre Teddy non sentì nulla della conversazione tra i due cugini, appisolato come era. Albus invece si girò, da un fianco all’altro, immaginando il giorno dello Smistamento. Nella sua mente si alternarono vari scenari, Smistamento a Grifondoro con Victoire che in qualità di Caposcuola lo accoglieva nella Casa e lo scenario peggiore, quasi drammatico dello Smistamento a Serpeverde e aveva paura soltanto ad immaginare la reazione di tutti quanti.  Si immaginò lo sguardo deluso di Harry e Ginny, dei nonni, le prese in giro al limite del drammatico di James e lo sguardo di compassione di Teddy. Avrebbe voluto parlare con la signora Tonks, che era l’unica tra coloro che conosceva che furono smistate a Serpeverde.
Il giorno successivo Albus fu svegliato dal triplo baccano organizzato da Ginny, Hermione e dalla signora Weasley, ansiose come non mai. La sveglià suonò alle otto e come al solito le tre donne erano in preda all’ansia. I piani prevedevano di svegliarsi all’alba ma Ron pensò bene di ritardare la sveglia di qualche ora, scatenando l’ira della moglie che odiava quando i suoi piani non andavano come voleva.
“SIAMO IN TREMENDO RITARDO!!!” strillò Hermione, buttando il pettine per terra in preda all’ansia. Solo Ron riusciva a mangiare con tutta la calma possibile. Persino Harry si fece contagiare dalla paranoia delle donne. Finalmente, quando erano le dieci, tutti erano pronti, o quasi.
“Ronald, vuoi accompagnare tua figlia in pantofole?” chiese Hermione, esasperata dal totale menefreghismo del coniuge.
“Oh! Bhe, non è una cattiva idea” esclamò l’uomo grattandosi la testa imbarazzato.
“VAI A METTERTI LE SCARPE!!!” strillò la signora Weasley, facendo sobbalzare tutti i presenti dalla paura. Verso le dieci e mezzo, il limite massimo per non perdere il treno, i Potter, i Weasley e Teddy poterono andare. Ron, confuso per il troppo vino bevuto la sera prima, non riusciva ad allacciarsi le scarpe e per questo la comitiva perse un’altra mezz’ora
A King’s Cross le famiglie giunsero alle undici meno dieci, grazie a Hermione che dopo aver capito che non sarebbero mai giunti in tempo in auto, chiuse un occhio sulla smaterializzazione dei minori, ma promise a Ron di costringerlo a dormire sul divano per un mese intero come punizione.
Albus e Rose, che era la prima volta che si trovavano a King’s Cross in qualità di studenti, furono disorientati da tutto questo casino causato da tanti altri bambini che avrebbero cominciato Hogwarts. James salì immediatamente sull’Espresso senza salutare i familiari, Teddy invece si precipitò verso un uomo che salutava insieme alla moglie loro figlio, che si avviava anche lui a salire sul treno. Rose riconobbe con imbarazzo che era Draco Malfoy, visto che lo vide al Ghirigoro dopo aver rotto il naso a suo padre Lucius.
“Bene bene – esclamò Ron avvicinandosi insieme a Hermione e Hugo a Rose – quello dovrebbe essere Scorpius, insieme a suo padre. Non dargli troppa confidenza e superalo in tutti gli esami” disse l’uomo alla figlia, che gli rivolse uno sguardo meravigliato.
“Ron, insomma! Non vorrai già metterli contro da ora? Già ha fatto a botte con Lucius Malfoy!”
Ron si grattò nervosamente la testa, ma decise di dare ragione alla moglie, senza ammetterlo. Rose salì alla svelta sul treno mentre poco più dietro stava arrivando Albus, che si chinò facendo finta di allacciarsi le scarpe. Ginny, dopo aver osservato il figlio decise di lasciarlo da solo con Harry, che si avvicinò con discrezione al ragazzino.
“Che hai?” chiese Harry, notando il figlio inginocchiato, capendo che avesse qualche problema.
“Papà, e se finisco a Serpeverde?”
Harry guardò intenerito il figlio, per poi chinarsi anche lui e guardarlo negli occhi, identici a quelli di Lily.
“Albus Severus Potter, porti il nome di due tra i più grandi maghi che io abbia mai conosciuto che furono presidi di Hogwarts. Uno di loro fu smistato a Serpeverde ed è l’uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto”
“Ma se per caso vengo smistato? Insomma…ci sono andati tanti maghi osc…”
“E allora la Casa dei Serpeverde avrà guadagnato un brillante giovane mago che potrà soltanto fargli bene. E adesso andiamo? O di questo passo l’Espresso partirà e rischi di non venire smistato in nessuna Casa” sorrise l’uomo al figlio, che si alzò timidamente, avvicinandosi agli zii.
“Attento ai Serpeverde…non ti fidare di loro”
“RON!!!” strillò Ginny, sapendo di quanto Albus fosse terrorizzato dallo Smistamento. L’uomo, abituato agli strilli della sorella, della madre e della moglie neanche fece caso, e diede un buffetto a Albus, che si affrettò a salire sull’Espresso.
Mentre Rose afferrò Albus per un braccio, per trascinarlo insieme a lei in uno scompartimento libero dato che James ne occupò uno con il suo gruppo di amici, in uno c’era Victoire e Scorpius, con quest’ultimo che sembrava triste e dispiaciuto.
“Pensa se finisci a Grifondoro, sarei contentissima! Ti aiuterei a farti molti amici!” esclamò Victoire, guardando uno sbigottito Scorpius.
“Ma sei pazza !? – esclamò incredulo il ragazzo – non voglio sentire mio padre e mio nonno appena torno a casa per Natale. Non fare amicizia con quello, non fare amicizia con quell’altro e poi finisco a Grifondoro. Mio nonno morirebbe di crepacuore metre mio padre mi caccerebbe via di casa”
“Ma dai, non lo farebbero mai – disse Victoire, evitando di dire ad alta voce che secondo lei Draco lo avrebbe potuto fare veramente – tua madre e tua nonna non lo permetterebbero mai. Se invece dovesse accadere bhe…potrai sempre venire a stare da me. Sai, Louis e Dominique sono piccoli, mi piacerebbe avere qualcuno più grande in casa con cui parlare, mi sento così vecchia in casa”
Scorpius nell’ascoltare le parole di Victoire ebbe strane sensazioni. Da una parte l’ipotesi di vivere con i genitori di Victoire lo attirava. Gli capitò di passare alcuni momenti a Villa Conchiglia ed apprezzò moltissimo l’atmosfera allegra che respirava in quella casa. Bill e Fleur Weasley non mostravano nessuna ostilità verso di lui. Stessa cosa non si poteva dire di Draco e Lucius. Ogni giorno gli ripetevano di non socializzare con nati babbani, mezzogiganti, veela e chiunque non fosse purosangue, e la situazione degenerava quando interveniva nelle diatribe Astoria, per evitare che al figlio venissero impartiti gli insegnamenti puristi tanto amati da Lucius Malfoy. La signora Malfoy invece, evitava di esporre il suo parere e non si schierava né con la nuora né con il marito e il figlio. E il ragazzino, stanco dalle continui discussioni in famiglia spesso andava dalla signora Tonks, dove quasi sempre c’erano Teddy e Victoire, sotto la supervisione di Bill Weasley.
Mentre i due ragazzi parlavano di Hogwarts e delle materie, allo scompartimento bussarono Albus e Rose, che notarono con sorpresa la cugina insieme a Scorpius.
“Victoire, ma non dovresti fare i tuoi doveri da Caposcuola?” chiese Rose alla cugina, sapendo di quanto fosse impegnativo il ruolo di Caposcuola.
“Oh…si – esclamò la ragazza, colta allo sprovvisto dalla domanda di Rose – riposavo, parlavamo. Perché non vi presentate?” disse la ragazza rivolta a Scorpius, Rose e Albus per cambiare discorso. Voleva evitare di ammettere il fatto che stesse trascurando i suoi doveri.
“Io già la conosco e non mi piace” esclamò all’improvviso Scorpius, rivolto verso Rose, che non perse tempo a reagire.
“Sai una cosa??? Neanche tu mi piaci e nemmeno tuo nonno. Andiamo, Albus” esclamò furibonda Rose, tirando per il braccio Albus, disorientato da cosa stesse accadendo, ma seguì la cugina.
“Ma che ti è saltato in mente? E’ così che vuoi fare amicizia?” disse Victoire stizzita a Scorpius.
“Che cosa avrei dovuto fare? Ha picchiato mio nonno quella!”
Victoire non riuscì a trattenere le risate e Scorpius si innervosì molto con la ragazza. Anche se non condivideva i suoi ideali, detestava quando qualcuno gli mancasse di rispetto.
“Ascolta, posso non essere d’accordo con lui ma è mio nonno e non potrò mai in vita mia essere amico di una che gli ha mancato di rispetto in questo modo. E non sto dicendo che avesse ragione, anche lui provoca ma è sempre mio nonno”
Victoire, senza proferire ulteriore parola, uscì dallo scompartimento e dopo circa dieci minuti tornò insieme a Albus e Rose, con quest’ultima che era furibonda con Scorpius.
“Bene, adesso vi presentate. Lei è Rose. Rose, lui è Scorpius. Albus, presentati anche tu”
“No” esclamarono in coro Scorpius e Rose, facendo sorridere Victoire.
“Bhe…è già un passo in avanti. Siete d’accordo su qualcosa. Rose, ci sono caramelle a volontà, so che ti piacciono tanto un sacco”
“Non quelle sue”
“Neanche te le avrei date” esclamò indignato Scorpius.
Victoire, mentre Rose e Scorpius cercavano di ignorarsi, notò Albus imbarazzato davanti alla porta dello scompartimento, increduto e imbarazzato per la scena a cui stava assistendo. Non sapeva dalla parte di chi schierarsi: Harry e Ginny si raccomandarono di non cercare nemici almeno sul treno per Hogwarts e non voleva essere in disaccordo con Scorpius già dal loro primo incontro ma dall’altra parte odiava quando qualcuno maltrattava Rose, anche se a dire il vero quest’ultima sapeva difendersi più che bene da sola.
“Mentre loro fanno conoscenza perché non ti siedi, o vuoi passare il viaggio in piedi?” chiese Victoire a Albus, che si affrettò a sedersi vicino a Rose mentre quest’ultima neanche si accorse di lui, furibonda come era con Scorpius.
“Sai, Victoire, mi chiedo come tu possa essere una parente di questa qui” disse Scorpius, scatenando ancora di più l’ira di Rose, determinata ormai a saltargli addosso, se non fosse per Victoire che si mise  tra i due.
“Ehi! E’ mia cugina…bada come ci parli!”
“Non mi serve la tua difesa Al, se solo si spostasse Victoire…SPOSTATI!”
“No, non mi sposto! Sono Caposcuola, posso punirti”
“Tu cosa!?” esclamò indignata Rose mentre Victoire cercava di restare il più seria possibile, anche se la situazione nella quale si trovava la divertiva moltissimo e non poteva immaginare quanto lo zio Ron sarebbe stato orgoglioso di lei.
“Io mi vergognerei di una cugina così – disse acido Scorpius, rivolto a Albus – io ho avuto parenti rivoltanti e abbiamo risolto in famiglia non considerandoli come tali. Potresti fare la stessa cosa e anche tu, Victoire”
Albus e la ragazza non sapevano cosa rispondere. Il primo era tentato dal dare un pugno sul naso a Scorpius, ma si trattenne, desideroso di dare retta ai consigli dei genitori almeno durante il viaggio sull’Espresso. Ma stessa cosa non fece Rose, desiderosa ad avere l’ultima parola come sempre d’altronde.
“Bhe…e tu potresti non considerare come parente tuo nonno. Non oso immaginare quanto fossero rivoltanti i parenti che avete rinnegato se uno come lui non è stato rinnegato”
Scorpius balzò in piedi, furibondo per le parole della ragazzina, e stessa cosa fece quest’ultima. Se Rose era pronta a fare a botte, il ragazzino la guardò offeso ma poi tornò a sedersi e non parlò per il resto del viaggio.
‘Colpito e affondato’ pensò Rose soddisfatta, guardando Scorpius sedersi imbronciato e in silenzio al suo posto. Victoire, pensando di essere la colpevole di questa prima discussione tra i due, preferì non insistere e si sedette vicino a Scorpius mentre Rose si decise a mangiare qualche caramella insieme a Albus. Quest’ultimo era piuttosto a disagio e parlò il minimo necessario, chiedendosi in quale manicomio fosse finito. La tensione fu molto palpabile fino a quando l’Espresso cominciò a rallentare e Victoire suggerì ai ragazzi di cambiarsi.
Circa mezz’ora più tardi il treno cominciò a fischiare e pian piano si fermò: era arrivato a Hogwarts.
 

 
   
 
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