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Autore: _Akimi    11/01/2019    6 recensioni
[7 parole - 7 coppie diverse]
I. Roger/Freddie - Gatto
II. Brian/Roger - Sigarette
III. John/Freddie - Specchio
IV. Roger/John - Automobile
V. Brian/Freddie - Luna
VI. John/Brian - Sguardo
VII. Freddie/Mary - Letto
"«Un giorno dovrai dirmi cosa trovi di interessante nel guardarmi dormire, lo sai?»
Domanda Mary, schiudendo le palpebre e posando il primo sguardo assonnato sul volto di Freddie; quest’ultimo si abbandona al pizzicore delle proprie labbra, concedendosi una risata che soffoca non appena lei ricambia il suo abbraccio.
«Interessante, non so,» le risponde canticchiando, troppo distratto dal lieve tremolio delle sue palpebre per formulare una qualsiasi frase di senso compiuto. «Ma sei diversa quando dormi.»"
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II.
Sigarette


 

Un sospiro profondo.
Cerca di non parlare, di non alzare la voce inutilmente, ma solo un breve passo lo divide da un momento di irrazionale rabbia e ciò che lo infastidisce è sapere che sì, come sempre, non servirà a nulla litigare per un motivo così sciocco.
Un altro sospiro profondo; riempie i polmoni dell’aria più pura che riesce a trovare, la cerca disperato, tenta di percepirla con tutti i sensi, ma la stanza è buia, grigia, inquinata dalla sgradevole puzza di tabacco che mai ha sopportato nella sua vita.
La percepisce già su di sé, impregna i suoi vestiti, mentre ogni tossica particella di fumo lambisce silenziosa la sua pelle, consapevole che una semplice doccia non basterà per far svanire l’odore.
Eppure, Brian è combattuto - lo è, forse come mai prima d’ora, perché voltandosi verso la giusta direzione, riconosce il poco di piacevole che quelle dannate sigarette simboleggiano.
Esattamente lì, su un divanetto logoro, due dita stringono un filtro consumato, il senso di nausea si dissipa e l’odore incriminato diventa sinonimo delle notti passate a comporre assieme, delle pigri chiacchierate appena svegli e di lui - quel bastardo di Roger, con i suoi arroganti sorrisi e battute sarcastiche.

«Terra chiama Brian May.»
Le parole riecheggiano nello studio per un paio di lunghi, lunghissimi secondi, sbalzando sulle quattro pareti prima di raggiungere il diretto destinatario.
Ma Brian non risponde, almeno non subito; si limita ad osservare la figura del batterista mentre immaginarie formule e inspiegabili numeri gli fluttuano attorno - una folle visione dopo settimane trascorse tra tazze di caffè e manuali universitari.
«Diamine, da quanti giorni non chiudi occhio?»
Suona come preoccupazione, ma non è; sarebbe strano, troppo strano, vedere Roger interessarsi a qualcun altro che non sia sé stesso - una dimensione che potrebbe esistere solo in un sogno e, in modo sciocco, Brian inizia a domandarsi se non sia effettivamente frutto di un lontano mondo onirico.
Ma la realtà non concede tempo per riflettere, al contrario, piomba su di lui senza alcuna gentilezza e il sentore di tabacco diventa ancor più forte quando Roger si lascia cadere al suo fianco.
«Sai, c’è chi studia seriamente qui dentro.»
«Scusami, Newton del ventunesimo secolo.»
Alza le mani in segno di resa, ma ride - come suo solito - perché trova qualcosa di terribilmente divertente nell’aria svampita dipinta sul viso di Brian; è atipica per un cervellone del suo calibro, ma può essere considerata adorabile, seppur Roger non sia così masochista da confessarlo.
Conosce May troppo bene - non si scambiano parole stucchevoli e altre leziosità, sarebbe tradire sé stessi, in un qualche strano modo; il loro rapporto merita più di certe convenzioni, e di sicuro nessuno dei due vuole apparire banale agli occhi dell’altro.
Sarà sciocco, ma è una verità incontestabile - scientifica, la chiamerebbe il chitarrista.

«Comunque, tu e il tuo adorabile tanfo di fumo potete ritornarvene dall’altra parte della stanza.»
Brian cerca di apparire inamovibile, davvero, ma un sorriso tremante giunge lì, sulla bocca, non appena nota l’espressione sul viso di Roger; cerca di apparire offeso, lo stronzo, ma pur essendo un ottimo musicista, non si può dire lo stesso delle sue abilità da attore dilettante.
«Ti adoro anche io, lo sai?»
Lo lascia con quello, un fugace bacio e, di conseguenza, con l'amaro sapore di sigaretta sulle labbra.




 
Angolo dell'autrice
A quanto pare la coppia più gettonata qui in giro è la Brian/Roger (non so perché ne sono stupita, sinceramente) - e mi frullava in testa da un paio di giorni l'idea di scrivere una storia incentrata sul fumo, dato che il mondo è diviso tra chi ha la nausea facile e chi è fumatore incallito. (scherzo, ci sono anche gli ibridi. Mai fumata una sigaretta in vita mia, ma ho aspirato tanti di quel fumo passivo che, mhbo, ci ho fatto l'abitudine.)
Comuunque, ne approfitto per ringraziare moltissimo chi ha deciso di recensire, seguire questa raccolta - non credo che stilisticamente sia il mio lavoro migliore, ma mi sto divertente a scrivere, quindi per ora è l'unica cosa che conta.

Alla prossima, finalmente cazzo con John!
 
  
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