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Autore: Krestal    13/01/2019    3 recensioni
Ha diciannove anni, sa controllare il tempo, ha la miccia corta e poca voglia di impegnarsi. Quando Valerie Jenkins arriva alla Yuuei per uno scambio scolastico, riesce subito a fare amicizia con Aizawa Shota, complice una comune passione per i gatti. Valerie sa bene che la prima volta che combatterà davanti ai suoi compagni potrebbe stabilire se diventerà la sfigata del corso o qualcuno da ammirare. Sarebbe proprio un peccato se combattesse contro chi può annullarle il quirk, vero?
Storia ambientata durante il terzo anno di Eraserhead/Aizawa Shota e Present Mic/Hizashi Yamada
Eraserhead/Aizawa Shota x OC
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Present Mic, Shōta Aizawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12 - Inarrestabili

 

Shota era entrato dall’ingresso principale di quello che sembrava essere un centro congressi in disuso. Le finestre erano in frantumi, c’era polvere ovunque e in alcuni punti la moquette era bruciata, dovevano esserci state delle esplosioni.

Doveva essere veloce nel muoversi, quindi superò gli altri studenti e iniziò a correre, guardandosi intorno. Doveva trovare Hizashi e allo stesso tempo sperare di trovarsi in situazioni di uno contro uno. Se avesse avuto il costume da eroe, sarebbe stato molto più facile.

Oltre la hall c’era una sala con sedie, tavoli e un piccolo palco. Alcune delle sedie erano state buttate a terra. Shota si guardò in giro, cercando qualcosa di utile, ma non poteva concedersi il lusso di perdere tempo.

Andò verso le finestre, lì dove le sedie erano finite sul pavimento. Ne trovò una mezza rotta, spezzò una delle gambe e la prese in mano, con l’intenzione di usarla come arma. Per il momento avrebbe funzionato.

Non riusciva a comprendere la decisione di Mic di allearsi con lui, la trovava del tutto priva di logica. Era improbabile che Mic volesse fregarlo all’ultimo, era troppo leale per farlo, quindi era semplicemente una decisione sciocca, ma Shota non aveva motivo di rinunciare a un vantaggio del genere.

Oltre quella stanza, Shota si trovò in un ambiente con tanti piccoli uffici. Alcune delle pareti che li separavano erano state buttate giù.

I vetri tremarono, mentre un inconfondibile urlo costringeva Shota a tapparsi le orecchie: “Sono qui, Eraserhead!”

Bene, se non altro aveva trovato Mic. Se l’aveva sentito così forte, era sicuramente al piano terra come lui. Doveva solo trovare una cosa in uno degli uffici.

 

“Tu chi hai come preda e cacciatore?” Domandò Valerie.

Iida era davanti a lei. Avevano imboccato le prime scale che avevano trovato, visto che al piano di sotto ci sarebbero state da subito venti persone disponibili. “Minami come preda, Sanda come cacciatrice.”

“Chi è Minami?”

“Un ragazzo della sezione di supporto. Uno degli svantaggi dell’essere arrivato primo è che non ho idea di che quirk abbia.” Iida si guardò il polso, su cui aveva la fascia con il simbolo che avrebbero dovuto trovare. “Stella azzurra su sfondo giallo.”

“Sono qui, Eraserhead!” L’urlo fece tremare i calcinacci alle pareti. I due si portarono le mani alle orecchie.

“Ecco, se Hizashi è di là, andiamo dall’altra parte, una volta giù,” disse Valerie. “c’è Hizashi, presto ci sarà anche Aizawa, ed è il mio cacciatore.”

“Ha senso,” rispose Iida. Per fortuna non fece altri commenti.

In fondo alle scale c’era una porta chiusa. “Che si fa, adesso?”

“Se ho capito bene come funziona il tuo quirk, conviene tenerci per mano. Se dovessimo usare il mio, invece, ti metterò un braccio intorno alla vita, e preparati a correre.”

Valerie annuì. Non era sicura di riuscire a coordinarsi con una persona che conosceva così poco. Forse era stata una pessima idea. Iida le porse la mano destra, che lei prese con la sinistra, e aprì la porta.

Erano in uno stanzone pieno di piccoli uffici con le pareti sottili. Basse, ma non a sufficienza per permettere di vedere se c’era qualcuno.

Andarono avanti per un po’, con Iida che conduceva. Valerie non sapeva se avesse idea di dove stava andando. Era strano camminare mano nella mano con un tizio semisconosciuto, per quanto fosse solo un modo per sfruttare meglio il quirk di Valerie.

Iida sollevò una mano, facendole segno di fermarsi. Si era sentito un rumore forte proveniente da sinistra, come uno schianto. Poi, dei passi tra i corridoi creati dalle pareti dei mini-uffici. Erano almeno due persone.

Iida le fece cenno di proseguire verso la fonte del rumore. Valerie annuì.

Da destra arrivò un altro urlo di Hizashi, stavolta sicuramente più vicino. Era il momento giusto. Valerie lasciò andare la mano di Iida e diede lo stop, cominciando a correre.

Si imbatté in un terzetto di ragazzi, tutti e tre con le braccia sulle orecchie. Uno era Onohara, quello in grado di leggere il pensiero che l’aveva battuta alla USJ. Lui e gli altri due erano accomunati dall’avere un quirk poco utile in un combattimento.

Valerie prese le medaglie dei tre, quindi corse via. Aveva ancora qualche secondo di margine. Tornò da Iida e si mise le mani sulle orecchie. “Play.”

L’urlo di Mic riprese da dove era stato interrotto, facendola finire in ginocchio. Quando si interruppe, però, Valerie si tirò su e porse due delle tre medaglie a Iida, con un sorriso. Il rumore le aveva permesso di non essere sentita quando aveva dato lo stop.

Iida scosse la testa, prendendone solo una delle tre senza dire nulla. Valerie provò a insistere a gesti, ma il ragazzo fu irremovibile.

“Sono trascorsi i primi cinque minuti, quindi è arrivato il momento di annunciare la classifica!”

Valerie trasalì, nel sentire la voce che proveniva dagli altoparlanti, Iida invece restò calmo. Come poteva non averci pensato? Era normale che li dovessero tenere aggiornati.

 

Shota era il primo classificato, non poteva crederci. Certo, era solo una classifica temporanea, ma ne era stupito. Una volta che Mic gli aveva segnalato la sua posizione, l’aveva raggiunto ed erano riusciti a prendere cinque medaglie, visto che Shota aveva utilizzato un paio di auricolari trovati in uno degli uffici. A quanto sembrava, nessuno aveva ancora perso o preso i cinque punti. Avrebbe diviso i punti con Mic, ma visto che erano tutte persone del suo gruppo di partenza non avevano potuto farlo.

“Credo che ti stiano sanguinando un po’ le orecchie,” gli disse Mic, senza smettere di correre.

Shota si passò una mano sulla faccia; effettivamente, l’orecchio destro gli stava sanguinando, e i timpani fischiavano. “Va bene così.”

Correndo tra gli uffici, sentirono dei passi. Si diressero verso la fonte, che sembrava proseguire in modo lineare. Trovarono tre ragazzi — Onohara, che poteva leggere il pensiero, Ueda, una ragazzina in grado di attraversare gli oggetti, e Mori, un ragazzo della sezione ordinaria che sapeva far combattere le piante. Tre quirk interessanti, ma privi di utilità in un contesto come quello.

Aizawa si aspettava che scappassero, invece corsero verso di loro.

“Perché lo stanno facendo?” Domandò Mic.

“Non lo vedi? Non hanno più le medaglie.”

“Oh, già. Quindi?”

“Ignoriamoli.”

“Detesto scappare da tre che potremmo distruggere in due minuti, amico,” si lamentò Mic, seguendolo con riluttanza. “Lasciami almeno fare questo.” Senza smettere di correre, Mic si voltò e urlò, costringendoli a fermarsi.

“Se sono passati i primi cinque minuti, allora possiamo attaccare chi vogliamo,” fece notare Shota.

Il terzetto di prima sembrava aver attaccato qualcun altro, a giudicare dalle urla che si udivano nello stanzone. Beh, tanto meglio. Avrebbero cercato altra gente. “Andiamo al piano di sopra.”

 

“A cinque minuti dal termine della prova, la coppia Iida-Jenkins si conferma vincente. I due hanno letteralmente dominato senza alcun ostacolo — d’altra parte sono due dei miei studenti più brillanti! — sfruttando l’engine di Iida e il time control di Jenkins.”

Valerie guardò Iida e gli sorrise. Si erano concessi qualche secondo per riposarsi in uno degli uffici del primo piano, avevano barricato l’entrata con la scrivania.

“Iida è al primo posto con dodici punti. Jenkins, seconda, otto punti. Nemuri, terza, sei. La scelta di Nemuri di allearsi con Jenkins e Iida è stata senza dubbio azzeccata, ma non si può dire altrettanto di Jenkins, che ha rinunciato a cinque punti facili in cambio di un’alleata poco utile.”

“Non è vero,” intervenne Iida, guardando Nemuri. “Siamo una squadra. Sei stata fondamentale.”

Nemuri gli sorrise. “Oh, sei così dolce!”

Iida parve imbarazzato. “Ho solo detto la v—“

“Non sento la classifica,” li interruppe Valerie.

“Aizawa, quarto, cinque punti, a parimerito con Hizashi. Interessante la loro alleanza, trovo che dimostri come una solida amicizia possa essere più utile di molti quirk. Quinta, invece…”

“Dobbiamo solo continuare a scappare,” disse Valerie.

“Mi stupisce che i punteggi siano così bassi,” commentò Iida, sovrappensiero. “Immagino che i cinque punti persi nel non avere neanche la propria medaglia siano determinanti. È possibile che più di una persona passi con un punteggio di zero, o addirittura negativo.”

“Non ci avevo pensato!” Disse Nemuri. “Hai proprio ragione.”

Valerie sospirò. “Se hai finito di fare complimenti a Iida, possiamo pensare al da farsi, per favore?”

“Rilassati, Valerie, siamo già in un’ottima situazione,” disse Nemuri.

“Credo che Nemuri abbia ragione. Inoltre, agitarti non servirà a nulla.”

Forse avevano ragione, ma Valerie detestava attendere come poche cose al mondo.

 

“Te l’avevo detto che ce l’avrei fatta anche senza prendere i tuoi cinque punti,” gli disse Mic. Ormai faceva quasi fatica a sentirlo. Anche l’altro orecchio aveva iniziato a sanguinargli da un po’, le cuffie non erano neppure lontanamente sufficienti a limitare i danni.

“Come vuoi.” Restava comunque una scelta del tutto irrazionale. Shota aprì la porta del piano superiore. Erano in un corridoio pieno di porte, probabilmente vecchi uffici.

Mic si guardò intorno. “Ci nascondiamo, giusto?” gli chiese.

“Dipende. Se troviamo qualcuno, combattiamo.” Non voleva rischiare né che Mic potesse cambiare idea e attaccarlo per avere quei cinque punti, né che qualcuno prendesse proprio quella medaglia. Non avrebbe certo disdegnato altri punti.

Shota cercò di aprire la prima porta sulla sinistra, ma era bloccata. Diede una spallata, ma senza risultati.

“Qualcuno si è chiaramente barricato dentro,” disse a Mic. “Troviamo qualcosa per sfondare la porta.”

Mic alzò gli occhi al cielo. “Non vedo il senso di cercare altri punti, ma… come vuoi. Che ne dici di quello?” Mic indicò un attaccapanni metallico piuttosto spesso.

Shota annuì. Sollevarono l’oggetto. “Tre, due, uno… Adesso!”

La porta traballò senza cedere. Diedero un altro colpo, ma invece di spingere in avanti furono sbalzati all’indietro. La porta era stata letteralmente scardinata dall’interno.

La stanza era in penombra, le tendine erano state tirate giù. Sullo stipite della porta si stagliava la colossale figura di Sanda, con i suoi capelli lunghi e rosa. Sulla maglietta, la ragazza aveva quattro medagliette.

Shota si preparò a combattere e attivò il quirk, ma la ragazza restò ferma.

“Non ho intenzione di combattere contro di voi. Ignoratemi, e io farò altrettanto.” La voce di Sanda era tranquilla e profonda.

“Col cazzo,” mormorò Shota.

Sanda sospirò. “Come vuoi, allora.” La ragazza fece un passo indietro, rientrando nella penombra. Scelta ovvia, visto che si potenziava con l’oscurità. Aizawa lasciò cadere l’attaccapanni e le si scagliò addosso. In un uno contro uno avrebbe perso, ma c’era anche Mic.

Sanda si spostò di lato, colpendolo al fianco con un pugno che gli tolse il respiro. Shota finì contro un armadio, facendo cadere dei fogli sul pavimento. Usò di nuovo il quirk su Sanda — gli occhi iniziavano a bruciargli sempre di più, ma doveva resistere — mentre lei lo caricava. Shota si spostò di lato, ma la forza della ragazza fu tale da sfondare il muro con l’armadio.

“Oh, cazzo. Ve l’avevo detto!” sentì dire a una voce familiare.

“Tappati le orecchie!” urlò Mic.

“Fermatevi!” gridò Shota a sua volta.

Sanda si bloccò con il pugno a mezz’aria.

Shota si voltò verso il buco nel muro. Dall’altra parte c’erano i suoi cinque punti, Valerie. Tornò a guardare Sanda. “Sei ancora disponibile per la proposta di ignorarci a vicenda?”

Sanda, però, stava guardando Iida, nella stanza accanto insieme a Nemuri e Valerie. “Sei un tipo strano,” disse a Shota. “Ti avrei pure detto di sì, ma a questo punto alleiamoci. Lì ci sono i miei cinque punti.”

“Cosa?” Mic aveva l’aria di chi non ci stava capendo un cazzo.

“Affare fatto,” le rispose Shota.

 

Si erano trovati nella proverbiale merda fino al collo. La porta era bloccata dagli oggetti che loro stessi avevano usato per barricarla, l’unica via di fuga — il buco nel muro — era ostruita da Sanda e Aizawa.

“Siamo tutti classificati, non possiamo ignorarci?” Propose Nemuri.

Aizawa stava annullando il quirk di Valerie. Non poteva in alcun modo uscirne.

“Non credo che sia questo il senso della competizione,” disse Sanda, con la sua solita tranquillità. “Mi sentirei scorretta a non combattere fino all’ultimo.”

Valerie continuava a pensare a tutti i possibili scenari. Contro il quirk di Nemuri, erano alla pari. Avrebbe danneggiato entrambe le parti, era quasi inutile. Iida era al limite, e lei non poteva fare niente se Aizawa continuava a fissarla. Se non si contavano i quirk, chiunque avesse Sanda dalla propria parte era in vantaggio.

Aveva perso.

Di sicuro, però, non si sarebbe arresa. Doveva solo attendere l’istante in cui Aizawa avrebbe battuto le palpebre. Aveva un’idea.

“Mancano due minuti!” Urlò la voce di Kobayashi, come a sottolineare che aveva poco tempo.

Era questione di secondi. “Nemuri, usa il tuo quirk!”

Nemuri, che aveva già la lampo della maglietta aperta per sfruttare meglio il profumo, annuì. Valerie si buttò verso di loro, prendendoli entrambi per mano.

“Stop!” Un dolore lancinante le trapassò il cervello mentre estendeva la bolla di stasi sia a Nemuri che a Iida. In quel singolo secondo, Aizawa aveva annullato Nemuri invece di lei.

“Valerie!” urlò Nemuri.

Valerie sentì il sangue che le scorreva dal naso. Faticava perfino a tenere gli occhi aperti. “Iida, credo che tu possa riuscire a trasportare una persona. Preparati, prendi Nemuri, e quando darò il play corri contro Sanda. Dovreste riuscire a passare.”

Nemuri scosse la testa. “E tu? Non possiamo abbandonarti!”

“Io posso pensare a me stessa. Me ne posso andare da sola, ma dovete andare.” Un altra fitta minacciò di farle esplodere il cranio in mille pezzi. “Adesso!”

Iida annuì. “Valerie ha ragione, il suo quirk è il più utile per andarsene da sola. Le basterà un momento in cui Aizawa non guarderà.”

Senza interrompere il contatto fisico, Iida e Nemuri si alzarono e lui le mise un braccio intorno alla vita, attivando l’engine sulle braccia. “Quando vuoi.”

“Non hai mai sanguinato così tanto, stai…”

“Play!”

Iida corse contro Sanda, che si scansò. Vide la ragazza che iniziava a correre dietro ai due. Valerie sorrise, almeno loro due ce l’avrebbero fatta. Lei no, l’aveva sempre saputo, ma un eroe doveva sapere quando sacrificarsi per i propri compagni. Poi cadde a terra, e per un breve istante fu sicura che sarebbe morta. L’ultima cosa che avrebbe visto sarebbe stato Shota, chino su di lei, che le urlava di restare sveglia mentre una pozza di sangue si allargava accanto a lei.

 

_____________________

L’angolo dell’autrice

 

Ehilà, rieccomi!

Mi scuso davvero di cuore per avervi fatto aspettare così tanto per la pubblicazione di questo capitolo. Purtroppo non sono stata molto bene, e tra questo e le feste di mezzo non sono più riuscita ad aggiornare. Sorry ç__ç

Per il resto, che dire? Mi sono divertita un sacco a scrivere questo capitolo. Valerie ha sicuramente qualche problema nell’autocontrollo, però stavolta è stato per un motivo diverso, ovvero “salvare” i suoi amici. Povera ç__ç Certo che pure Shota, che se la vede morente davanti agli occhi, non se la passa troppo bene, eh!

Spero di aggiornare con tempi un po’ più brevi al prossimo giro. Ho ancora qualche capitolo da parte, ma mi resta una parte da scrivere e spero di riuscirci, ultimamente l’ispirazione è a terra come il mio umore.

Un mega giga grazie a chi mi segue, legge e recensisce. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, alla prossima <3

K.

   
 
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