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Autore: Yurha    15/01/2019    1 recensioni
Il Natale era ormai alle porte nella città di New York.
Tutto si trasformò, infondendo un'atmosfera di gioia e festa in ogni suo abitante ma, sfortunatamente, un serial killer chiamato dalla polizia 'lo Strangolatore' fece la sua comparsa in una notte di inizio Dicembre, esattamente come un predatore in cerca delle sue prede indifese.
I Detective Lupo e Bernard, insieme ai Procuratori Cutter e Rubirosa, riusciranno a catturarlo prima che mieta altre vite e prima della Magica Notte dell'Avvento?
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10

Dopo che Mike accompagnò Connie alla sua auto, parcheggiata nei sotterranei della Procura, la ringraziò per avergli chiesto di fare un giro al centro commerciale insieme, poi le augurò la buonanotte quindi andò finalmente verso casa a riposare, con un’espressione sul volto completamente differente rispetto a quando uscirono dal 27° Distretto.
Lei, invece, si avviò verso il luogo un cui il suo uomo la stava aspettando.
Il ristorante italiano‘Romagna Mia’ era situato proprio a due passi dal palazzo in cui abitava Graham.
Si salutarono calorosamente con un bacio e un abbraccio quindi entrarono.
Connie notò immediatamente che tutto l’interno era color mogano con finiture dorate, molto elegante.
I loro soprabiti furono presi in consegna da una donna molto distinta al guardaroba e subito il maître li accompagnò al tavolo a loro riservato.
Non appena di sedettero, Graham notò il nuovo acquisto appoggiato sulla borsa. «Bellissimi guanti per una bellissima donna.» disse guardandola. «Sono nuovi?» chiese sorridendo.
«Si.» rispose quasi compiaciuta. «Comprati proprio questa sera con l’aiuto di Mike. Ecco spiegato il ritardo di cui mi scuso.»
Lui sembrò un pò incerto. «Mike? Oh, il tuo capo, giusto?»
«Esatto. Eravamo al 27° Distretto da questo primo pomeriggio, così prima di tornare in ufficio ci siamo fermati al centro commerciale per comprare questi, dato che il freddo si era fatto abbastanza pungente.» rispose cercando di sembrare il più innocente possibile ma sfortunatamente, la sua voce non corrispose alla sua espressione perchè mentre stava parlando, rivisse il momento in cui prese Mike a braccetto.
Graham non sembrava affatto contento che fosse andata a fare compere insieme a lui ma, fortunatamente, il maître tornò da loro con i menù prima che potesse rispondere.
Non appena Connie l’aprì, vide l’infinità di voci stampate e non seppe proprio da dove poter cominciare.
Sembrava tutto buonissimo ma alla fine, su consiglio di Graham, scelse dei Ravioloni di carne al Pomodoro mentre lui scelse gli Strozzapreti al Ragù e subito dopo ordinò una bottiglia di Morellino di Scansano Riserva, il vino più costoso sul menù.
Dopo che il maître li ringraziò con molta gentilezza, si avviò verso la cucina con i loro ordini.
Lei si rilassò pensando di essere riuscita ad evitare quella conversazione scomoda e imbarazzante.
Guardò Graham ma la sua mente subito la riportò ancora una volta e senza preavviso a quasi un ora e mezza prima, al centro commerciale, con Mike che guardava la vetrina allestita da cameretta.

Sorrise lievemente però nonostante fosse uno dei pochi ricordi tra i più dolci riguardanti Mike, cercò comunque di eliminarlo, essendo in quel momento con il suo uomo e non trovando giusto pensare a qualcun altro ma la gioia che provò nel vedere il suo capo quasi fosse tornato bambino le riempì il cuore di felicità.
«Connie?» chiese Graham guardandola dolcemente.
«Si?» rispose portando la piena attenzione sull’uomo davanti a lei. “Maledizione, non riesco a togliermi dalla testa Mike con indosso la divisa da baseball della Procura, eppure Graham è proprio qui davanti a me.. Dovrei pensare a lui, non a Mike.” pensò notando lo scherzo che le stava facendo la sua mente.
Le sorrise. «Amore mio, ho qualcosa che ti renderà felice.» disse allegro, tirando fuori dalla tasca la sorpresa. «Sono riuscito a trovare gli ultimi due biglietti per ‘Lo Schiaccianoci’ della New York Ballet Company al Lincoln Center.»
Lei si portò entrambe le mani al volto, sorpresa. «Tesoro è.. Fantastico.»
Lui notò la piccolissima esitazione nella sua risposta. «Vuoi vedere questo spettacolo, giusto? Cioè, ne abbiamo parlato per giorni e giorni..»
«Certo amore mio, lo desidero tantissimo.» rispose, accettando quel regalo.
Il maître tornò con il cestino del pane e la bottiglia di vino, che stappò e versò ad entrambi.
Dopo che ne presero un sorso, Connie continuò. «Graham è un regalo bellissimo, davvero. Non merito un uomo tanto generoso come te.» disse distogliendo poi lo sguardo.
«Ma?»
«..Potrebbe esserci una leggera sovrapposizione temporale tra la fine dell’orario d’ufficio e l’inizio dello spettacolo. Il caso comincia a prendere la giusta piega e siamo solo in quattro ad occuparcene. Di solito per un serial killer si forma una task force da almeno dodici persone tra polizia e ufficio legale.»
«Bhè, vedila in questo modo, se hanno lasciato ad indagare solo quattro su dodici persone per un serial killer del genere, allora siete sicuramente i migliori di tutta New York.» disse compiacendosi del fatto che lei fosse tra le persone menzionate. «Ma se gli investigatori hanno preso le ferie, tu non potresti prendere l’ultimo permesso prima di Natale?»
A quel punto, Connie non riuscì a trovare le parole giuste per spiegargli tutta la situazione ma ci provò comunque. «Certo che potrei ma amore mio, cerca di capire. È un caso d’alto profilo molto difficile. Chiunque potrebbe essere la prossima vittima e potrebbe diventarlo in qualsiasi momento ed è proprio per questo motivo che tutti noi dobbiamo mettere il nostro più totale impegno nelle indagini. Ne va delle vite che possiamo salvare e rendere giustizia a chi non abbiamo salvato. Anche Mike lo dice sempre.» rispose sperando fosse abbastanza come spiegazione.
Graham pensò per un secondo. «Ma essendo questo Mike il più alto in grado a seguire le indagini, ha sicuramente più esperienza e poi.. Se manchi per una sera, non morirà mica, no?»
«Certo, lui potrebbe benissimo restare in ufficio senza di me, come lo è stato migliaia di volte ma lo conosco e so benissimo che in casi difficili come questo non deve restare solo e lo dico perchè sarebbe capace di stare in ufficio tutta la notte e tutto il giorno dopo ad arrovellarsi il cervello fino a farsi venire un’emicrania e non vorrei arrivare a vederlo sdraiato sul divano, sofferente e con la cravatta annodata sugli occhi, com’è successo alla fine di novembre e altre volte prima di quella.. Credimi, ha davvero bisogno di me. Io, in un certo senso, sono la sua pace mentale.» disse in difesa di Mike ma notò uno sguardo contrariato. «Tranquillo Graham, lui sa di noi ed è contento che io non sia più sola. Mi dice sempre che non dovrei rimanere in ufficio più del dovuto. È davvero un capo gentile e comprensivo come lo sono pochi.»
«Bhè, se la metti così, puoi anche prenderlo in parola e potresti riuscire a convincerlo a lavorare otto o nove ore, invece che dodici o per tutta la notte. Faresti un favore sia a lui che a te stessa.»
«Io e lui facciamo capo al Procuratore McCoy, non possiamo fare ciò che ci pare, anche se Jack ci asseconda quasi sempre, ma sfortunatamente questa volta, anche lui ha ordini da eseguire e provengono sia dal Sindaco che dal Procuratore Generale. Siamo tutti sotto pressione e sotto gli ordini di qualcun altro.» disse cercando, ora, di difendere la sua vita professionale. «Posso dirti per certo che Mike si presenterà in ufficio anche la Vigilia, il giorno di Natale e la notte di Capodanno se non chiudiamo questa storia in fretta. Vorrei evitarglielo se possibile, perciò dobbiamo lavorare a pieno regime in questi giorni.»
Graham aggrottò le sopracciglia. «Certo che ti dai un bel daffare per difenderlo.» rispose geloso.
Lei sentì le guance scaldarsi improvvisamente. «No.. È.. solo che ci conosciamo da tre anni. È sia il mio capo che un amico stretto. Mi dispiace per la sua situazione ma allo stesso tempo, lo capisco perchè mi ci rispecchio perfettamente.» rispose cercando di nascondere il suo imbarazzo.
Lui però la guardava, cercando di catturare i suoi occhi. «Dimmi la verità, Connie. C’è qualcosa tra voi?» chiese in fine a bruciapelo.
Lei fu colta alla sprovvista.
Sentì una stretta allo stomaco e il sangue andare alla testa, lasciando tutto il resto del corpo completamente ghiacciato, tanto che le sue mani iniziarono a sudare freddo. «Ma che ti salta in mente, Graham?! No, assolutamente no!  Lui è solo un amico. Abbiamo passato un numero di ore infinito in ufficio e in tribunale e qualche volta ci siamo fatti un bicchiere insieme dopo il lavoro, prima di tornare alle nostre case. Questo è tutto. Io non mischio lavoro e vita privata.» rispose guardandolo ma, a giudicare dall’espressione sul suo volto, sembrava divertito dalla situazione d’imbarazzo di Connie.
«D’accordo ma sai.. Ho chiesto perchè pensavo che il mio carisma fosse scomparso dato che hai parlato solo di lui e lo difendi a spada tratta.»
Lei non rispose, non sapendo cosa dire. Sorrise e prese un altro sorso di vino. «Allora raccontami un pò della tua giornata, amore mio.» disse cercando di fargli cambiare discorso.
Graham sorrise sempre più divertito, poi le raccontò della sua giornata piena in ufficio con degli investitori un pò troppo pignoli ma nel mezzo della conversazione, i loro piatti arrivarono.
Non appena Connie ne sentì il profumo, il suo stomaco si aprì del tutto.
«Allora, che ne pensi?» chiese lui guardando la sua espressione.
«Ha sia l’aspetto che il profumo fantastico!» rispose sincera, forzando però un sorriso.
La sua mente era ancora proiettata nei suoi ricordi, nell’ufficio di Mike mentre a notte fonda mangiavano cibo cinese, discutendo e preparando i casi da portare in giudizio.
Tutto quello le sembrò che fosse successo secoli prima e le mancavano da morire quelle serate.
Ma in realtà le mancavano quei piccoli momenti in sè o le intere notti passate insieme a Mike in un Ufficio deserto?

  
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