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Autore: Soul Mancini    16/01/2019    3 recensioni
Prendete i System Of A Down emergenti, aggiungeteci una sfida, due amici un po' troppo legati, 200 grammi di gelosia e 100 grammi di passione. Mescolate tutto e mettete in forno a una temperatura molto molto alta...
Risultato? Una "pink challenge"!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Daron Malakian, John Dolmayan
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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ReggaeFamily

Ciao a tutti!

Lo so, non metto mai le NdA all'inizio, ma stavolta avevo voglia di fare un po' al contrario :D

Metto già le mani avanti: questa ff è la banalità fatta a storia, non ha nulla di particolare o avvincente, mi rendo conto che l'idea non è una delle migliori. Ma avevo voglia e bisogno di scrivere una Jarohn e non ho potuto resistere. Perdonatemi perciò se la qualità lascia a desiderare, prendetela più come uno sfogo che una storia vera e propria. Comunque io mi sono divertita molto a scriverla, anche se non è di certo tra i miei racconti migliori!

Spero di riuscire a coinvolgervi e divertirvi comunque, e ringrazio chiunque spenderà qualche minuto per leggere :3

Buona lettura e buon WOAD a tutti!!! ♥






Pink Challenge




Daron prese un sorso di birra dalla sua bottiglia e si passò una mano sul petto nudo: la sua pelle era bollente e imperlata di sudore, così come i suoi capelli scompigliati. Doveva rimettersi la maglietta, anche se non ne aveva alcuna voglia.

Qualche ragazzina stazionava al lato del palco e di tanto in tanto sbirciava lui e i suoi compagni di band con gli occhi pieni di eccitazione. Era abbastanza strano per lui, non aveva mai avuto tanto seguito negli anni precedenti.

Daron, tu non ti vesti?” lo intercettò Serj, piazzandosi di fronte a lui con la sua maglietta tra le mani.

Daron scrutò il cantante, chiedendosi pigramente come potesse essere la sua chioma di capelli così ordinata dopo quel concerto devastante. Gli strappò l'indumento dalle mani e se lo gettò su una spalla. “Sì, tra poco.”

Datti una mossa. Io e Shavo siamo già pronti, usciamo a fumare. Tu ci raggiungi fuori?” gli domandò il cantante.

Daron annuì e prese un altro sorso di birra. “Ah, Serj... sai dov'è finito John?”

Penso sia andato in bagno” rispose l'altro, mentre si allontanava. Lui e Shavo si avventurarono fuori da quell'angolo buio e angusto che era il retro del palco, diretti verso l'uscita del locale. Le fan che fino a poco prima li scrutavano lanciarono dei gridolini acuti e subito li seguirono.

Daron rimase solo, immerso nella penombra. Aveva bisogno di quel momento di quiete dopo il concerto.

Ehi, Daron.” La voce di John, di ritorno dal bagno, lo fece sobbalzare. “Gli altri? Dove sono?”

Il chitarrista si voltò verso di lui e lo squadrò da capo a piedi: si era già rivestito, indossava una maglietta blu notte e un paio di jeans scuri, e i capelli erano appena umidi. Probabilmente si era dato una rinfrescata nel lavandino.

Daron lo trovava davvero tenero e adorabile, grande e grosso ma con quell'atteggiamento serio, pacato e riservato. Era l'ultimo arrivato nella band e ancora gli altri tre stavano cercando di inquadrarlo, ma non sempre era facile avere a che fare con una persona così introversa.

Tuttavia, nell'ultimo periodo, il rapporto tra lui e Daron aveva preso una piega inaspettata.

Sono usciti a fumare. Li raggiungiamo?” propose il più piccolo, accostandosi al batterista e fissandolo dritto negli occhi.

Sì. Ma vestiti, non vorrai mica uscire in strada a petto nudo.”

Daron mise su un sorrisetto malizioso. “Perché, saresti geloso?” insinuò.

No. Fuori però ci sono dieci gradi” replicò John, mentre il cuore gli martellava nel petto. Sapeva cosa sarebbe successo di lì a poco.

E, a dire il vero, non vedeva l'ora.

Daron gli intrappolò le labbra in un bacio intenso e passionale, ma un secondo dopo gli si era già scostato e ridacchiava. “Andiamo, Johnny. Vuoi farmi credere che se una ragazza mi guarda, mi desidera, mi tocca e mi bacia a te non importa niente?”

Senti, mettiamo in chiaro le cose.” Il batterista prese un profondo respiro prima di continuare a parlare. “Questi... i baci che ci sono sfuggiti nell'ultimo periodo... non significano niente. Io e te siamo soltanto amici.” Il suo volto era bollente, affrontare quell'argomento non era affatto semplice per lui.

Le labbra del chitarrista si storsero in un teatrale broncio. “Va bene, io e te siamo solo amici. Quindi non avrai alcun problema nel vedermi con un'altra persona.”

John affilò lo sguardo. “Cos'è, una provocazione?”

No, una sfida” affermò l'altro con un sorrisetto beffardo.

Sentiamo.”

Dimostrami che non sei geloso. Stasera prenderò di mira una ragazza, flirterò con lei, ci ballerò assieme. Tu ci dovrai osservare per tutto il tempo e non interverrai, niente scenate e niente interruzioni, almeno fino alle tre. Se vincerai, mi tingerò i capelli di rosa. Se perderai, mi porterò la ragazza in questione a letto. Accetti?”

John annuì, sicuro di sé. “Affare fatto, nulla di più semplice. Comincia a cercare un bravo parrucchiere, Malakian.”

Adoro vederti così agguerrito” cinguettò l'altro con gli occhi che luccicavano.

Il batterista gli lasciò una pacca sulla schiena nuda. “E adesso vestiti, voglio andare a fumare.”

Daron si infilò la maglietta in tutta fretta, mentre John rifletteva tra sé e lo osservava di tanto in tanto con la coda dell'occhio. Sarebbe riuscito a vincere quella scommessa? Era convinto che lui e Daron fossero solo amici, ma l'impulso di baciarlo fino a togliergli il respiro e di averlo addosso a sé si faceva più pressante ogni giorno di più e cominciava a essere spaventato da tutto ciò.

Sono pronto” affermò il chitarrista, picchiettandogli su una spalla.

John posò lo sguardo sul suo volto magro. “Ah, Daron, un'ultima cosa prima di andare...” Detto questo, lo afferrò per un braccio e lo attirò a sé, premendo con decisione le labbra sulle sue.

Daron ricambiò e si abbandonò contro il suo corpo robusto, facendogli scorrere una mano sull'avambraccio.

Poi i due si separarono e il chitarrista gli scoccò un'occhiata maliziosa, prima di sgattaiolare via dal backstage.

John scosse la testa e lo seguì.



La ragazza minuta e dai capelli castano chiaro ridacchiava con le sue amiche e si muoveva leggermente a ritmo di musica. Daron la osservava discretamente, appollaiato su uno sgabello davanti al bancone, in attesa del momento giusto per agire.

L'hai adocchiata?” mormorò John al suo orecchio.

Sì, ora devo solo avvicinarla a me. Ti farò mangiare la polvere, Dolmayan.”

Ragazzi, un altro giro? Birra per tutti?” strillò Shavo, comparendo al loro fianco in compagnia di Sevag.

Come vuoi.” Daron tornò a concentrarsi sulla sua preda, che ancora non accennava a voltarsi nella sua direzione.

John, anche per te? E siamo a quattro, okay. Sev, ma tuo fratello dov'è finito? Volevo offrire da bere anche a lui!” stava dicendo Shavo con entusiasmo, tenendo il conto dei bicchieri da ordinare al barista.

Ah, non lo so. Quello là riesce a essere ovunque e da nessuna parte!”

Qualche secondo dopo, i quattro ragazzi stringevano tra le dita un bicchiere di birra.

Oh, guarda, la tizia sta venendo al bancone. Ed è da sola” sussurrò Daron all'orecchio di John, dandogli un leggero colpetto col piede.

Il batterista trasalì e lanciò un'occhiata alla ragazza che si avviava verso di loro.

Daron saltò giù dallo sgabello e mollò il suo bicchiere ancora mezzo pieno tra le mani di Shavo. “Scusa fratello, ho da fare.”

Ma...” protestò il bassista, poi si strinse nelle spalle e poggiò l'oggetto sul bancone.

Daron intanto si era allontanato da loro di un paio di metri e attendeva che la ragazza giungesse accanto a lui, rilassato e con un gomito posato sul ripiano in marmo del bar.

Lei lo affiancò qualche istante dopo e subito prese a lanciargli insistenti occhiate, senza però aprire bocca.

Daron sorrise, pronto ad attaccare bottone. “Ehi, bellezza. Ti è piaciuto il concerto?”

Lei impallidì e prese a fissarlo con i suoi grandi occhi verdi sgranati. “Ehm... sì, moltissimo! Tu sei il chitarrista, vero?”

Esatto. Molto piacere, Daron. Tu invece come ti chiami?” Le tese la mano e lei la strinse forte.

Io sono Daisy, il piacere è tutto mio! Sai, adoro i System Of A Down, vi seguo da quando eravate ancora i Soil!” cinguettò quella, cominciando a sciogliersi e farsi più sicura.

MI fa piacere! È sempre appagante sapere di avere delle fan così affascinanti sotto il palco” mormorò Daron suadente, facendosi più vicino a lei.

Gli occhi di Daisy brillavano, non poteva credere che quel ragazzo così attraente le stesse rivolgendo tante attenzioni.

Cosa vi posso portare?” li interruppe il barista, leggermente irritato.

Per me un gin tonic. Tu scegli quello che vuoi, piccola: offro io” affermò prontamente il chitarrista, posando una mano sulla schiena della ragazza.



Erano trascorsi trenta minuti dalla mezzanotte.

John non aveva perso di vista Daron e la tizia che aveva adescato nemmeno per un secondo. Aveva provato un leggero fastidio, simile a un pizzicore, quando lui le si era avvicinato tanto e le aveva offerto da bere. Aveva cercato di reprimere quella sensazione, si era dato dello stupido, ma ora che i due si trovavano al centro del locale e ballavano avvinghiati gli sembrava di impazzire. Doveva fare leva su tutto il suo autocontrollo per non fiondarsi da loro, spingere via la ragazza, stringere Daron a sé e fargli capire che non si doveva avvicinare a nessun altro.

Beh, John, come ti stai trovando nei System? I ragazzi mi hanno detto che sei un ottimo compagno di band!” gli si rivolse Sevag con un sorriso.

John inspirò profondamente, consapevole di dover riprendere il controllo di sé prima di rispondere. “Mi sto trovando molto bene, i ragazzi sono simpatici e le canzoni mi piacciono” disse in tono piatto.

Sev, tu lo sai, abbiamo cambiato diversi batteristi” intervenne Shavo. “Ma ora abbiamo fatto l'acquisto migliore della nostra vita, John è proprio quello di cui avevamo bisogno!” Il bassista mollò un'amichevole pacca sulla spalla del collega.

Avete mai pensato che potreste essere notati e diventare una band di successo? Io e Serj ne abbiamo parlato, mi ha detto che a lui piacerebbe” disse Sevag.

E a chi non piacerebbe? Puntiamo a quello, cioè, vogliamo condividere la nostra musica con il maggior numero di persone! Vero, John?” Shavo si voltò verso il batterista in cerca del suo supporto, ma lui non li stava nemmeno ascoltando e il suo sguardo era fisso su un punto al centro del locale.

John? Stai bene?” ripeté Shavo.

Ho... bisogno di un'altra birra” affermò, poi si voltò verso il barista e attirò la sua attenzione con un cenno.

Sperava che l'alcol lo aiutasse a rilassarsi, gli sembrava di poter esplodere da un momento all'altro. Daron aveva preso a baciare quell'essere insignificante con cui stava ballando. Non poteva sopportare che le sue labbra si posassero su quelle di un'altra persona, dopo che erano state a contatto con le sue.

Ehi, sei sicuro di stare bene? Ti tremano le mani” gli fece notare Sevag con apprensione e preoccupazione.

Sto bene” affermò lui con calma, afferrando il bicchiere di birra che il barista gli porgeva. Lo tracannò tutto d'un fiato, poi fece qualche passo in avanti. “Scusate ragazzi, vado a fare un giro, ho bisogno di sgranchirmi le gambe.”

Shavo e Sevag si scambiarono un'occhiata confusa quando il batterista si fu allontanato.

Un po' strano il vostro batterista” commentò Sevag.

No, è una persona a posto. Dobbiamo solo lasciargli il tempo di adattarsi a noi e conoscerci!” ribatté l'altro con un sorriso.



L'una e un quarto.

John spostava nervosamente lo sguardo dal suo orologio da polso alla pista da ballo, in cui la tizia dai capelli castano chiaro ancora civettava con Daron, lo accarezzava ovunque e gli si incollava addosso.

Il chitarrista aveva incrociato il suo sguardo un paio di volte e pareva abbastanza divertito; John aveva sostenuto i suoi occhi scuri, cercando di restare calmo e imperscrutabile. Non voleva dare soddisfazioni a Daron, voleva vincere quella fottuta scommessa.

E non voleva ammettere, né a lui e né a se stesso, che quella che provava non era semplice attrazione.

John in quel tempo non era stato fermo un attimo: era andato in bagno, aveva fatto nuovamente tappa al bancone del bar – ormai l'alcol stava cominciando a dargli alla testa, forse stava davvero esagerando – e aveva fatto un'altra passeggiata per il locale. Qualsiasi attività era buona per non restare con le mani in mano.

John rimase perplesso quando, all'improvviso, Daron e la ragazza lasciarono la pista e si avviarono verso l'ingresso del locale. Il batterista li seguì e, quando li vide indossare i loro giubbotti, capì che stavano per uscire, probabilmente per fumare una sigaretta.

Una parte di lui gli suggeriva di restare dentro, almeno si sarebbe potuto sottrarre alla vista di quei due insieme, ma allo stesso tempo sapeva di doverli seguire perché anche quello faceva parte della scommessa. E poi voleva tenere sott'occhio Daron, non poteva permettere che la situazione con quella tipa degenerasse e andasse troppo oltre.

Così attese che i due varcassero la soglia, poi indossò il suo giaccone e li seguì. Una volta all'aria aperta, la prima cosa che gli venne spontaneo fare fu recuperare sigarette e accendino dalle sue tasche e fumare. Si sentiva così nervoso e agitato, provava un mare di sensazioni contrastanti e non sapeva come gestirle.

Posò gli occhi su Daron e la sua preda, che ridevano e fumavano a qualche metro da lui. Si stavano divertendo un sacco, a quanto pareva. E lei non distoglieva per un attimo lo sguardo dal viso del chitarrista, lo mangiava con gli occhi, aveva una mano posata sul suo braccio e aspirava il fumo dalla sigaretta di Daron.

John sbuffò e una nuvoletta di fumo fuoriuscì dalle sue labbra.

Ehi, John!” Una voce familiare attirò la sua attenzione. Il batterista si voltò e si trovò faccia a faccia con Serj. Quest'ultimo gli sorrideva amichevolmente e gli faceva cenno di avvicinarsi. John ne avrebbe volentieri fatto a meno, ma non poteva essere scortese con il suo amico senza motivo.

Come mai sei qui da solo?” gli chiese il cantante quando si fu avvicinato.

Avevo voglia di fumare e sono uscito.”

Okay. Ti presento Josh e Aiden, due miei vecchi colleghi di università. Abbiamo iniziato a chiacchierare qua fuori, è per quello che sono sparito dal locale” spiegò Serj, accennando ai due ragazzi con cui stava conversando fino a poco prima.

John si presentò, strinse cordialmente la mano a entrambi e ricevette da loro diversi complimenti per il suo modo di suonare.

Lui provò a concentrarsi sulle loro conversazioni nella speranza di riuscire a distrarsi, ma finiva sempre per gettare un'occhiata alla sua sinistra, dove Daron e la ragazza parlottavano tra loro e si abbracciavano in maniera disgustosa.

Daron non ha perso tempo, ha subito trovato un passatempo” bisbigliò a un certo punto Serj, dandogli di gomito.

John non rispose, perché non sapeva che dire e perché aveva paura di lasciarsi sfuggire qualche parola di troppo.

Non so se ti può interessare, John, ma durante il concerto una ragazza niente male ti stava mangiando con gli occhi per tutto il tempo... insomma, se ti annoi le potresti dare una possibilità...” continuò il cantante in tono cospiratorio.

No, non mi interessa!” sbottò subito John. Poi si rese conto di aver ribattuto troppo precipitosamente e scosse la testa. “Scusa, è che sono un po' stanco, oggi non è giornata. E non mi va di avere a che fare con qualche tipa.”

Okay.” Serj si strinse nelle spalle e tornò a conversare con i suoi amici.

Senti, ho un po' freddo, torno dentro” annunciò sommessamente John, rivolgendo un cenno di saluto anche a Josh e Aiden.

Va bene, tra poco vi raggiungo” affermò il cantante.

John si avviò verso l'entrata, ma prima rivolse un'occhiata a Daron per fargli capire che si era già stufato di stare là fuori. Lui gli rivolse un occhiolino, segno che anche lui sarebbe tornato presto all'interno, trascinandosi dietro la ragazza.

Il batterista fece il suo ingresso nel locale e venne nuovamente investito dal calore di quel luogo. Era intenzionato a raggiungere Shavo e Sevag, magari sarebbero riusciti a distrarlo, ma cambiò subito idea quando li notò che facevano i cascamorti con alcune ragazze in un angolo del locale.

Così si diresse al bancone, ordinò un'altra birra e poi prese posto su una poltroncina attorno a un tavolo inutilizzato.

Qualche minuto dopo, Daron e la ragazza che aveva adescato si baciavano con passione su un divanetto poco distante da lui.

Ah, quanto avrebbe voluto demolire il tavolino che gli stava di fronte con un pugno!



Daron?” mormorò Daisy mentre il chitarrista le mordicchiava il lobo di un orecchio, la voce incrinata dal piacere.

Dimmi, piccola” le soffiò lui sulla pelle.

Ho l'impressione... che il tuo amico... il tuo nuovo batterista ci stia spiando. È tutta la sera che ci sta alle calcagna.”

Daron rise. Sapeva benissimo che Daisy aveva ragione, ma doveva convincerla del contrario.

Ma no, non ci sta spiando. John non lo farebbe mai, è una persona molto discreta e riservata. È stato un caso che si trovasse negli stessi luoghi in cui eravamo noi” le assicurò tra un bacio e l'altro, scendendo lentamente sul suo collo.

Lei affondò le dita tra i capelli del chitarrista. “Sarà... ma a me mette inquietudine.”

Dopo gli parlerò e chiariremo questa cosa. Ora non ci pensare” tagliò corto Daron.

Daron, io ti voglio” mugolò allora lei, stringendosi ancora di più al suo corpo.

Oh, Daisy, non so se oggi sarà possibile” ammise il ragazzo in tono teatralmente affranto.

Perché?” protestò Daisy in tono lamentoso.

Tra poco ho un impegno.”

Che impegno?”

Daron cominciava a stufarsi. Quella tizia faceva troppe domande e si impicciava di questioni che non la riguardavano.

Così Daron decise semplicemente di non risponderle.

Trascorse qualche altro minuto in cui i due, cullati dal calore del locale e dalla musica rock che risuonava ad alto volume, esplorarono i loro corpi attraverso i vestiti leggeri che indossavano e si lasciarono scie di baci roventi sul viso e sul collo. Daron si stava divertendo, era anche piuttosto eccitato, ma sapeva di non potersi spingere oltre. Lui quei baci li voleva dare a John, lo stesso John che in quel momento li scrutava senza farsi notare e veniva consumato dalla gelosia.

Già, Daron avrebbe voluto mollare Daisy là dov'era e scaraventarsi addosso al suo batterista. Quella sfida aveva fatto comprendere tante cose anche a lui.

A un certo punto qualcuno si schiarì la voce a pochi centimetri da loro e i due si irrigidirono; Daisy scattò in piedi, rossa in volto, mentre Daron si limitò a sollevare lo sguardo. Riconobbe subito la figura imponente di John, che lo inchiodava al divanetto con un'occhiata tagliente.

Il chitarrista avrebbe voluto esultare. Alla fine il batterista aveva ceduto, perdendo la sfida!

Sì?” gli si rivolse, socchiudendo le palpebre.

Sono le tre e un minuto” gli comunicò lui in tono piatto.

Cazzo. La scommessa sarebbe stata aperta fino alle tre, quindi l'orario era stato superato e Daron aveva perso.

Oh” mormorò, alzandosi dal divanetto e stiracchiandosi.

Questo cosa significa?” intervenne Daisy con una punta di isteria nella voce, piantandosi le mani sui fianchi.

Scusami, piccola. Ti avevo detto di quell'impegno, no?”

Sei uno stronzo, non puoi lasciarmi così!” ringhiò lei, artigliandogli un braccio.

Lui puntò i suoi occhi in quelli verdi di lei. “Mi dispiace davvero, Daisy. Sarà per un'altra volta, ma ora devo proprio andare. Spero che tu non ce l'abbia con me.” Le lasciò una carezza distratta sui capelli prima di allontanarsi insieme a John.

Che ne dici di andare a fumare una sigaretta? Così ne parliamo” propose subito il batterista.

Daron annuì. Moriva dalla voglia di stare solo con lui.



I due oltrepassarono il mucchio di persone che fumava sul marciapiede davanti al locale, ignorando chiunque cercasse di attirare la loro attenzione. Per fortuna il bar si trovava all'angolo di un vicoletto cieco, così i due voltarono l'angolo e poterono avere un po' di privacy.

John non perse tempo: afferrò Daron per i polsi, premette la sua schiena contro la parete e lo intrappolò, corpo contro corpo e labbra contro labbra. Si prese quel bacio con avidità e urgenza, deciso a cancellare il sapore di quella sconosciuta dalla bocca di Daron.

Ehi” mormorò il chitarrista quando si separarono, bisognosi d'aria. Incrociò lo sguardo di John e lo trovò lampeggiante di desiderio misto a qualcos'altro che non seppe identificare.

Non provare mai più a fare qualcosa del genere, chiaro?” sibilò John in tono autoritario.

Oh, quindi sei geloso? Ho vinto la scommessa?”

John si lasciò sfuggire un sorrisetto. “Fino alle tre non te l'ho manifestato, quindi cercati un bravo parrucchiere.”

Starò d'incanto con i capelli rosa.” Daron liberò i polsi dalla stretta di John, si aggrappò alle sue spalle larghe e riprese a baciarlo intensamente. John affondò le dita tra i suoi capelli e lo trascinò ancora più vicino a sé, non sopportava che un solo centimetro della sua pelle non fosse a contatto con quella del chitarrista.

Daron sorrise sulle labbra di John. Quel nuovo batterista gli stava piacendo un sacco, era stato davvero un ottimo acquisto per i System Of A Down.



   
 
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