“Il volersi bene si costruisce. Ma l’amore quello vero, no. L’amore lo senti immediato, non ha tempo. È dire “ti sento”, non ha tempo. Un contatto di pelle, un abbraccio, un bacio. Mantenersi, il mio verbo preferito, tenersi per mano.
Ti può bastare una vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è f0lle, sempre e comunque.
- Erri de Luca
Turn Around and down mask
“Mi chiedo perché non puoi ammetterlo e basta”.
Il suo tono deluso e pieno di amarezza ti da la stessa sensazione di un coltello che trafigge la carne. Il tono ma anche lo sguardo, gli occhi lucidi ma l’evidente sforzo che Peter fa per cercare di non piangere, per cercare di darsi un contegno. Probabilmente non ci riuscirà. Hai sempre odiato vederlo piangere, ironico che la causa della sua sofferenza sia proprio tu.
Dovevi aspettartelo. Certo che dovevi. Se tu l’adulto fra i due, avresti dovuto fermati quand’eri in tempo, ma oramai il tempo è andato.
Cerchi di non lasciar trapelare le tue emozioni mentre guardi quegli occhi, Dio quegli occhi, quelle labbra, quel magnifico, unico giovane ragazzo – troppo giovane – in grado di farti mandare al diavolo tutto, ragione, morale e ideali.
“Peter, te l’ho già spiegato”, cerchi di dire paziente. “Quello che c’è stato non dovrà più accadere”.
Sai per certo che tale affermazione non farà altro che infiammarlo di più. E infatti, Peter si fa avanti, la fronte corrugata, le guance rosse e i pugni stretti.
Non può accettarlo. È come un bambino che fa i capricci, eppure non è un capriccio il suo, sono i sentimenti di una persona che in una sola notte è tanto maturata.
Forse sei stato tu a toglierli l’innocenza?
“Ma perché?”, la sua voce adesso trema. Scoppierà a breve, te lo senti. “Ci sono delle cose che ho sentito, cose che non posso dimenticare. E so per certo che neanche tu puoi dimenticarle”.
È incredibile come riesca a guardarti dentro. Ciò ti fa paura, probabilmente ti fa sentire vulnerabile. Un altro degli effetti che Peter ha su di te.
Vorresti dirgli che anche per te lo è lo stesso, che di certo non potrai dimenticare la magnifica sensazione delle tue labbra sulla sua pelle, il sapore dei suoi baci, l’ardore e la passione con cui pronunciava il tuo nome.
Vorresti, ma non puoi. Perché è sbagliato, lo è moralmente, eppure il tuo cuore grida esasperato altro, tutt’altro.
“Ammetto di aver sbagliato”, dici ancora. “E so che sei deluso, arrabbiato, amareggiato. Hai ragione, hai perfettamente ragione. Ma è stato un attimo, la follia di una notte. Hai confuso l’affetto con l’infatuazione, l’amore”.
Cerchi di convincerti di questo, di convincerti del fatto che l’ammirazione che Peter ha sempre avuto nei tuoi confronti sia più simile a quella che un figlio prova per il proprio padre, ma hai avuto modo di capirlo la notte precedente.
Non era più un ragazzino tra le tue braccia, ma un uomo a tutti gli effetti, un uomo che cercava te e le tue attenzioni.
“Non puoi sapere quello che sento!”, esclama, spazientito, sembra non avere più le parole per spiegarsi. “Non è semplice affetto, non lo è. Non so come io lo sappia… però lo so! L’affetto è un’altra cosa. E anche per te non lo è mai stato, lo so, l’ho sentito quando ti ho conosciuto, ma non ho mai neanche lontanamente pensato che per te potesse essere lo stesso. Perché è lo stesso, me lo hai dimostrato, accidenti!”.
È vero, vero, vero, non è mai stato affetto, ma sei sempre stato abile a nasconderlo, per vergogna, perché pensavi sarebbe passata.
Ma non passa, oh no, l’amore non passa. Nasce, cresce e matura, persiste alle intemperie, resiste alle tue stupide paure. Perché sì, Tony Stark. Indubbiamente sei tu quello impaurito, quello codardo. Perché Peter ha affermato di amarti con la spontaneità tipica dei bambini e tutto quello che sai fare è cercare di allontanarlo.
Per questo ti odi. Odi il tuo essere stato fragile, la tua difficoltà nel risolvere questi problemi. Se solo fossi riuscito a controllarti… ma come avresti potuto?
Siete umani, tutti e due. Non avresti immaginato che con il calare della notte la tua maschera cascasse lasciando uscire ciò che era dietro.
E con delicatezza ti eri avvicinato e decidendo di mandare al diavolo tutto – perché non avresti potuto fare altrimenti – lo avevi baciato. Era stato il gesto più naturale del mondo, per niente strano come avevi immaginato. Naturali erano state le sue braccia che poco dopo si aggrappavano a te con disperazione, naturale era stato il vostro cercarsi famelico, il togliersi i vestiti e il prendervi in tutti i modi sensibili. Era stato allora che l’avevi sentito. Una persona, esattamente come te, ma anche diversa. Una persona i cui occhi lucidi traboccavano di ardore e ammirazione. Avevate sentito l’essenza l’uno dell’altro e vi eravate uniti. Ma l’alba aveva distrutto la magia e come un codardo avevi abbandonato il giaciglio in cui vi eravate consumati.
Non può essere amore. Confondere quest’ultimo con il semplice affetto, la stima, è facile, il confine è sottile. Non puoi cedere, non è giusto, non è giusto per entrambi, non è giusto per Peter. Perché lo vedi così fragile, cose sensibile – contrariamente a te – che temi possa spezzarsi fra le tue braccia.
E questo non lo vuoi. Ha già un’incrinatura nel suo cuore e non vuoi peggiorare a situazione.
Speri che sfumerà tutto, come un bel sogno. Le mani di Peter adesso però si aggrappano a te, ti cercando disperatamente, quella è la sua silenziosa preghiera, non rifiutarmi. Non allontanarmi, rimani qui.
Il fiore è sbocciato senza che potessimo far nulla per fermarlo.