Figli dei fiori
Nella mattina imbevuta d’alba,
Aloni di sogni evanescenti
Sono petali incandescenti
che dal girasole al vento
Vanno.
Ruggiscono feroci
Le lacrime del dente di leone:
Lentamente in paradiso
Con un soffio di speranza;
Ne era intriso
Il tuo viso, umido,
Battezzato di gioia,
Adagiato nel mio palmo,
Debole come carta,
Ma sicuro come l’olmo.
E si snodano lente,
Cadenza di nozze
Le nostre dita, imperfette
Come affettuose bozze,
Sbiadite ossa di gesso,
Impalcature per il successo.
Si sradicano le radici
Dei nostri nomi e luoghi:
Che sia lettera o prato,
Ogni angolo di questo mondo
Farà al caso nostro
E sarà dal nostro lato;
Tu intanto chiamami col tuo nome:
Rimarró sempre io, qui
Irrimediabilmente ebbra di giada,
E tu, sempre verde poesia,
Irresistibilmente ebbro di cielo,
Al mio fianco, diafano, bianco,
Dimenticato ogni velo.
Morbidi confini di labbra
Si stendono: arcobaleni
In sella alle distese di nuvole,
Che ci sfioreranno
Guance, cosce, busti,
Deboli rimasugli di uomini,
In preda ai soffioni,
arenati negli arbusti.
Non di molto abbiamo bisogno:
Un silenzio tremolante,
Un riparo fra la gente,
Un fragile mazzo di soffioni
Pronto a volar via
Al minimo palpito d’anima tua
E mia.
Note dell’autrice:
Quando parte “All you need is love” dei Beatles succedono cose... e queste cose per quanto probabilmente banali vanno pubblicate.
Alla prossima,
Rhymesketcher