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Autore: Noa    19/01/2019    0 recensioni
Storia che parla di una Eos differente, dove Lucis, Tenebrae, Accordo e l'impero del Niflheim non sono i soli giocatori sulla scacchiera. Uno sguardo a come si è arrivati all'intricata situazione di Ardyn con gli Dei che lo hanno reso il demone che è diventato.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Re Regis accolse con freddezza l’arrivo degli Eruditi di Archadia, aveva forse nei suoi reconditi sogni sperato di ricevere un contrordine, che chiaramente non arrivò, vederli varcare l’ingresso della cittadella fu un colpo più duro di quello che non ammise. Giunsero nell’estate del quindicesimo compleanno di Noctis, l’anno in cui i capelli un tempo scuri del sovrano divennero improvvisamente grigi, vi ci si svegliò una mattina, con la stanchezza legata allo sforzo di mantenere la barriera a protezione di Insomnia.
Cinque arrivarono in una notte di pioggia, come d`accordo, ma restarono in quattro quasi immediatamente, il più anziano degli studiosi lasciò Insomnia dopo nemmeno un mese, promettendo visite periodiche al quartetto lasciato alla prigionia di Lucis, che tuttavia entro l`anno divenne un trio.
La chiusura di un’intera ala del palazzo aveva ovviamente aveva sollevato chiacchiere, l’iniziale scusa di una ristrutturazione non durò, così si dovette proporre qualcosa di più elaborato. Tutto il gruppo aveva accettato la recita imposta da Lord Amicitia, ubbidendo alle varie richieste, più o meno sensate, in modo impeccabile.
Fingevano di essere studiosi dei Daemons che avevano ottenuto un permesso speciale da sua maestà per usare antichi testi della Cittadella, questo se e solo se ci fosse stato il remoto caso di incontrare qualcuno dei nobili del consiglio o dei militari. Alle figure di rilievo a palazzo era stato detto che gli studiosi e gli storici in questione erano appartenenti ad un gruppo chiuso e data la guerra e la loro neutralità, in quanto provenienti dal Protettorato di Accordo, preferivano un distaccato anonimato.
Le regole a porte chiuse erano invece ben più severe, più macchinose e vessanti, a volte solo poste allo scopo di sfiancare gli storici. Il sovrano sembrava ossessionato dall`idea che si scoprisse che Archadia non era una landa delle fiabe e gli Arcadi erano di fatto un popolo con un passato intrecciato al loro.
Non dovete accedere al resto della biblioteca reale. Non dovete essere visti. Non dovete parlare con nessuno. Uscite nelle ore serali quando la cittadella si svuota dai politici. State nel cortile interno. Non parlate con le guardie. Non dite chi siete. Pena: la vostra vita.
Vestitevi come gente di Lucis. Vestitevi come gente di Accordo. Rimettetevi la veste da Eruditi.

La lista cambiava ogni settimana, almeno inizialmente, seguendo una malata parabola discendente di quello che chiaramente non era uno dei momenti migliori della guida di Lucis.I mesi passavano, ma la sua ossessione per le potenziali ragioni secondarie degli Storici non cedeva il passo, si faceva anzi intricata nelle opzioni.

-Clarus, stai andando dal Re?-
-Cor?- si fermò nello svolto di uno dei corridoi intorno alla sala del consiglio, -si, vuole un rapporto su... di loro- c`era una velata tensione nella voce.
-Che cosa vuole che facciano ora?-
-Ti prego non ricominciare, sua maestà è provato dalla situazione a Nord con gli Angoni-
-E` paranoico, Clarus!- sibilò veemente il generale, mentre l`altro si guardò intorno rapidamente e poi spinse l`amico e compagno d`armi verso un angolo.
-Abbassa la voce, amico mio- calcò il tono il consigliere, -gli Arcadi hanno dato più che buone ragioni per cui preoccuparci-
-Che gli Dei mi folgorino! Parli come un politico, se Cid fosse qui sai che glielo direbbe dritto in faccia. Ha bisogno di sentirselo dire dannazione! Non di venir coccolato nella sua follia-
-E` provato Cor! Stanno iniziando in modo visibile, i danni… e ha dovuto iniziare ad insegnare al principe il warping ed il controllo dei suoi poteri- voce più contenuta, tono fermo, - guarda suo figlio e teme di starlo condannando ad essere il suo sostituto come batteria del cristallo-
-Giusto anche questo, è troppo protettivo con il principe, ma se la prende con degli studiosi come un bullo di periferia? com`è?-
-Noctis ha quindici anni-
-Sedici il mese prossimo da che mi risulta. E lo tiene in una campana di vetro antiproiettile, quando lui alla sua età era già stato in guerra-
-Cor, erano altri tempi, la guerra era diversa allora. Lo ha quasi perso una volta, ovviamente lo sta preparando, ma serve tempo-
-Preparando?- sgranò gli occhi il militare, guardandolo in cagnesco, -farlo vivere in simbiosi con il nipote di Sylas e farlo picchiare da tuo figlio in una sala d`armi senza dirgli nulla di quello che accade non è prepararlo-
Il consigliere si seccò alla stoccata su Gladio, rivolgendo al Marshal un`occhiata davvero torva.
-Qualche altro commento utile, amico mio?-
-A quanto pare no, ma se non intendi parlargli francamente Clarus, lo farò io!-
-Abbiamo una guerra aperta, ma ti irriti per un branco di Storici? Cosa mi sto perdendo Generale?- controbatté graffiante, le allusioni sul figlio lo avevano proprio smosso dalla sua posa di paziente membro del consiglio, risvegliando il suo sé passato, più bellicoso ed aggressivo, un po’ come Gladio di cui ora ricordava molto i toni collerici.
-Quello non è il nemico!- tuonò di rimando e per fortuna nessuno stava passando nel corridoio.
-Non è il nemico oggi, non sappiamo nulla di Archadia-
-Non sappiamo nulla perchè Lucis non si è presa la briga di lasciare note sensate per chi sarebbe venuto, dimentichi di un maledetto patto vincolante stipulato sul Cristallo!-
-Ora vuoi fare un processo agli intenti?-
-Voglio buonsenso maledizione!-
Stava per ribattere con più forza Clarus, avendo un attimo posato il mantello del diplomatico, ma qualcuno svoltò nel corridoio. Passata la tensione iniziale per bloccarsi e riconfigurarsi nel portamento i due si ritrovano fissati da un cipiglio scettico e compito da parte di Lord Scientia, aveva un tomo dalla copertina cremisi sottobraccio.
-Sylas...- disse semplicemente il generale.
-Interrompo qualcosa?-
-Solo uno scambio di opinioni-
-Intenso ed appassionato a quanto pare- ironico, ma l`allusione era chiara.
-Il Re mi aspetta, con permesso- lasciò il campo rapidamente senza davvero salutare il militare.
-Era questa la tua idea di dialogo costruttivo, di cui parlavamo l`altro giorno?-
-Non farmi la predica Sylas, dobbiamo fare qualcosa. Clarus non vuole sentire, vuole dargli tempo- sibilò con sdegno, ma trattenne la voce, muovendo qualche passo via dal corridoio di passaggio, -dovresti parlare tu a Regis, digli quello che hai scoperto, gli aprirebbe gli occhi-
-Cor non posso irrompere con una cosa simile, non ho lo stesso rapporto che avete voi con sua maestà. Non ho combattuto con lui in guerra, non sono stato membro della sua guardia, sono solo un Accademico-
-Il suo dramma è per certi versi accademico al momento, probabilmente il fatto che tu non gli sia troppo vicino come conoscenza è solo un bene, ha bisogno di uno schiaffo di realtà-
-Non si schiaffeggia sua maestà, Cor. Al massimo lo si consiglia-
-I consigli non bastano, pensaci- gli tirò un`occhiata sghemba e questo fu il suo congedo.
Lord Scintia rimase solo nel silenzio del corridoio, con i passi marziali del Marshal in allontanata, trasse un profondo respiro.
Il tempo per i dubbi a quanto pare stava per finire.

...

Agosto era un mese cupo per Regis, il compleanno del figlio era come un momento di valutazione negativa del tempo che passava. Un altro anno, altri danni dovuti alla barriera, altre conversazioni sospese con Noctis, argomenti off limits che si impilavano in una lista già fastidiosamente lunga.
Quest`anno il Re aveva deciso di cambiare le cose però, sentendosi un codardo a nascondersi dietro la scusa dei troppi impegni volle incontrare uno degli storici, creare una connessione o fingere che potesse essercene una invece di usare Sylas come traduttore di intenti.
Aveva convocato lo storico per dopo il tramonto, per essere certo di non avere impegni ed essere solo, ma fece comunque tardi, il consiglio si era protratto oltre agenda, i rapporti di guerra erano fastidiosamente preoccupanti. Regis si sentiva la testa scoppiare, l’affaticamento generale non giovava e l`unica cosa che avrebbe voluto era chiudere per un attimo gli occhi. L`idea dell`incontro lo irritava enormemente, in un modo che nel privato del suo animo trovava alieno, era sempre eccessivamente critico ed ostile verso gli Arcadi, come se non potesse mantenere la lucidità senza che la rabbia prevalesse.
Poteva avere dai venticinque ai trent'anni, ma era difficile dargli età reale, aveva i capelli bizzarramente bianchi con riflessi argento, leggermente lunghi con la frangia frastagliata che con talune ciocche gli ricadeva sugli occhi, di un rosso cremisi intenso. Era un giovane alto e snello, non muscoloso, ma atletico, sembrava quasi stonare il suo fisico con l`idea di uno studioso di storia.
Come tutti gli altri vestiva con l`abito nero degli Eruditi, non indossava il copriveste essendo estate, ma portava la divisa a maniche lunghe completa, come ordinato. A guardarlo Regis si sentì un infame.
Probabilmente nelle due ore passate in quella stanza esposta al sole c`erano stati trenta gradi e lì l`aria non aveva condizionamento, solo una finestrella sul cortile interno dava sollievo e se ora era sostenibile, prima probabilmente non lo era stato altrettanto.

-Sono stato trattenuto- tagliò corto il Re nel nascondere il senso di colpa, senza nemmeno un saluto.
-Certo, vostra maestà- disse imperterrito lo studioso eseguendo un lieve inchino, era composto e formale, ma qualcosa nei suoi occhi infastidiva il sovrano. Il modo in cui lo guardava, il modo in cui sembrava leggere le sue debolezze.
-Credo sia la prima volta che parlo con uno di voi, intendo dopo l`incontro iniziale con il vostro Maestro- tergiversò, - il tuo nome?- molto informale volutamente.
-Toturi Akodo-
-Da quale principato provieni?-
-Vodacce-
Telegrafico il ragazzo rispondeva alle domande senza esitare, lo sguardo dritto davanti a sé, la voce ferma, non c’era intimidazione in lui o senso di disagio. Eri li davanti al Re di Lucis e non vi era nessun senso di stress, mentre per il sovrano tutta la conversazione sembrava fonte di dubbio ed inadeguatezza.
-Conosci il Principe di Dalmasca presumo?- continuò con le domande.
-Sì, maestà-
-Vi ha relegato qui a leggere tonnellate di libri, a tempo indeterminato, avrai qualcosa di più elaborato da dire?-
-Il Principe non ci ha forzato a fare nulla, questo è il volere del Nie, secondo il concordato con Lucis. E’ un privilegio conoscere-
Irritazione. Pressante, vivida sottopelle, a fatica manteneva l’espressione composta.
-Ovviamente- voce greve, serrando la presa di una mano sul bracciolo della sedia, una tensione quasi dolorosa nel braccio.
-Siete un uomo nobile, Re di Lucis- disse poi all’improvviso l’Erudita rompendo l’attimo di faticoso controllo che stava scivolando via dal sovrano. Sorrise, aveva un viso davvero bellissimo ed una malinconia profonda nello sguardo, in quei suoi occhi rosso sangue.
-C-come?-
-E’ subdolo e meschino, lo scotto di essere il Guardiano del Cristallo, ma state ancora combattendo, il vostro animo è davvero nobile. Siete stato coraggioso a voler testare i vostri nervi con questo incontro- proseguì insinuante.
Regis si ritrovò sul chi va là, la rabbia stava avendo un’impennata di colpo e contrariamente al caldo estivo sentì un brivido lungo la schiena.
-Di cosa vai parlando?- chiese con un mezzo sibilo.
-Il montare della rabbia, i pensieri maniacali, il disprezzo atavico ed assurdamente radicato…- elencò con enfasi nella voce, -il Cristallo ricorda Archadia, solo voi avete dimenticato, come avevate dimenticato ai tempi di Egill-
-Scegli con molta cura le tue prossime parole -minacciò cupo il sovrano.
-E’ difficile, vostra maestà, perché discernere è ostico in questo momento e le vostre sensazioni vi ingannano in parte, ma avete voluto incontrarmi, prestate attenzione al vostro istinto, non tutto è plagiato- insistette l’altro, - possiamo rallentare il processo, l’uso del cristallo ovviamente vi indebolisce da questo fronte, ma è gestibile, potete gestirlo, se combattete le sensazioni che non vi sono proprie vedrete le cose in modo diverso, con i vostri soli occhi-
-Silenzio!!- tuonò Regis di colpo, in un impeto, non se ne era nemmeno reso conto ma aveva evocato talune delle sue armi che puntavano ora alla gola dello Storico. Il desiderio di passarlo da parte a parte era così inteso che lo turbò profondamente.
Toturi non si era mosso di un millimetro, nemmeno una traccia di ansia sul volto calmo, come se non stesse proprio badando alle lame mortale intorno alla sua testa.
-Come ho detto maestà, siete nobile, non avete ancora perso- sussurrò amichevole, con un sorriso incoraggiante.
Regis voleva dire qualcosa, mentre il caos gli invadeva la mente, come un subdolo sussurro, il tarlo dell’incertezza. Quando riuscì ad aprire bocca però fu tardi, qualcuno bussò alla porta, fu a quel punto che il giovane sollevò la mano destra, per errore forse, ed una delle lame lo ferì di striscio a due dita. Le armi sparirono in uno scintillio e lo Storico sorrise, un sorriso strano.
-Migliorerà, vostra maestà -
-Perché?-
-Il patto di Re Egill è con voi e noi con lui-

  
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