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Autore: bloodymary79    19/01/2019    1 recensioni
Un'adolescente, negli anni 90, cerca di venire a patti con se stessa e il suo passato e di capire quale sarà il suo futuro attraverso la musica, gli amici, il primo amore.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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>> Three days in Rome, I laid my heart out, I laid my soul down alone, I'll always remember three days in Rome << (Sheryl Crow, The book)

Sally era alla fermata dell’autobus mentre aspettava, o forse era meglio dire, sperava, che Teo passasse. Da un po’ di tempo si era allungata la strada per andare a casa solo per poterlo vedere, o forse solo intravedere, e fissare anche solo per un momento quegli occhi color smeraldo dal taglio vagamente orientaleggiante e fargli un cenno di saluto con la mano, sorridendo imbarazzata.
Elena le aveva detto più volte che era una stupida, già che si faceva dei kilometri in più poteva quantomeno fermarlo e salutarlo come si deve, ma Sally si vergognava terribilmente, dato che nonostante fosse completamente cotta di lui lo conosceva pochissimo. Avevano trascorso tre giorni a Roma insieme ad amici comuni per l’ultimo dell’anno, lui cantava nel gruppo Marco, il suo migliore amico, e quando si erano presentati si erano messi  a ridere perché indossavano la stessa maglietta dei Pearl Jam, quella nera con Eddie Vedder in primo piano ed il nome del gruppo scritto in azzurro.
Nei due giorni seguenti non avevano parlato molto dato che erano entrambi molto timidi, ma ogni tanto si guardavano di nascosto, come studiandosi a vicenda. Sally in qualche modo sospettava che sarebbe stata una persona importante per lei, ma non aveva capito quanto finché non lo aveva visto salire sul palco la sera del trentuno ed aveva sentito una bellissima voce, morbida come il velluto ma bordata di metallo, raggiungere le sue orecchie. Sulle note di Bed of Roses dei Bon Jovi aveva sollevato lo sguardo verso di lei ed aveva sorriso e lei aveva capito che sarebbe stato l’uomo della sua vita, lo avrebbe sposato ed avrebbero avuto tanti bambini, ne era sicura. Quando era scoccata la mezzanotte era sceso dal palco per brindare e mentre teneva un bicchiere di spumante nella mano destra l’aveva stretta e le aveva dato tre baci sulle guance e lei aveva faticato a rimanere in piedi, non certo per il vino.
Quando erano tornati aveva fatto di tutto per raccogliere informazioni su di lui ed aveva scoperto che abitava in provincia e veniva in città in treno per frequentare il liceo artistico, che aveva la sua età ma frequentava la terza perché era stato bocciato in prima e, soprattutto, che non aveva nessuna ragazza.
Da allora tutti i giorni si faceva qualche chilometro in più per andare a prendere l’autobus vicino alla stazione nella speranza di vederlo, perché aveva gli occhi verdi più belli dell’universo e perché quegli occhi sembrava che volessero  leggerle dentro e lei, dopo quella vacanza a Roma, aveva completamente perso la testa, forse per la prima volta nella sua vita.
Mentre guardava i gruppi di ragazzi che camminavano verso la stazione si dava mentalmente della stupida domandandosi chi glielo facesse fare di stare lì a sbirciare fra la gente per una persona che, forse, non si ricordava nemmeno il suo nome. Sospirando si mise le cuffie del walkman e decise di ascoltare Nothing Else Matter dei Metallica, chiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare dalle note in attesa dell’autobus. Fece appena in tempo riaprirli per vederlo: si stava avvicinando con il suo carpettone in mano e questa volta stava venendo proprio verso di lei.
‘Ommerda, sta calma, sarà una coincidenza, perché mai dovrebbe venire a parlarti… ma sta parlando.. sta parlando con me, stacca il walkman idiota!’
“Sally…. Sally ci sei? E’ collegato il neurone?”
“Scusami… avevo il volume alto e non ti ho sentito…!” (‘figuradimmerda figuradimmerda…)
Teo le sorrise. Per Sally quello era il sorriso più bello del mondo.
“Ho sentito Marco e mi ha detto che sta organizzando per quest’estate, vorrebbe portarci nella pensione della sua famiglia a Moena e di dirtelo se ti avessi visto uno di questi giorni e mi ha detto di farlo sapere anche ad Elena. Magari ci troviamo tutti assieme e ne parliamo”.
Sally pensò che il suo migliore amico doveva conoscerlo meglio di quanto lei fosse disposta ad ammettere.
“Beh, penso di sì, se i miei sono d’accordo. Elena viene da me nel pomeriggio a studiare e gliene parlo”
“se… come no, studiare! Vorrai dire a guardare MTV tutto il pomeriggio! Ora scappo o perdo il treno, ci sentiamo presto!”
Sally lo salutò con un gesto della mano e si appoggiò al palo della luce, onde evitare di cadere dato che, per l’emozione, sentiva le ginocchia tremare. Non vedeva l’ora di arrivare a casa e telefonare ad Elena, anche se sapeva che l’amica-quasi-sorella sarebbe venuta a casa sua entro le quattro non poteva resistere.
  
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