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Autore: credo_nei_sogni    19/01/2019    2 recensioni
Perché Harry aveva capito cosa fosse accaduto non appena era entrata nella stanza col volto rigato di lacrime. Aveva capito tutto non appena la ragazza gli aveva buttato le braccia al collo e aveva pianto appoggiandosi sul suo petto, come faceva da bambina.
E per un attimo, al Salvatore del mondo magico, parve possibile cancellare gli ultimi mesi. Ma una voce sempre più insistente gli ricordava che per nessun motivo avrebbe riportato indietro il tempo. Nonostante tutto, non avrebbe voluto mai altro. Se non lei.
[...]
Hermione respirava a fatica, mentre tutti i suoni scomparivano e venivano sostituiti dal martellare incessante del suo cuore. Draco era lì, diverso dal giovane ragazzo che aveva conosciuto. Anni prima aveva sognato quella scena, in cui lei lo avrebbe stretto forte. Ma in quel momento, non poteva fare altro che starsene in silenzio, ad osservarlo. I suoi occhi di ghiaccio sembravano lanciare fulmini, tanta la rabbia che provava dentro. E la donna fu quasi presa dai sensi di colpa, prima di scuotere la testa e ritrovare la compostezza. Lei non doveva più nulla a Draco Malfoy. L'uomo che le aveva spezzato il cuore. L'uomo che odiava più di tutti.
Genere: Drammatico, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Potter, Hermione Granger, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Da Epilogo alternativo, Più contesti
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The Hate

Albus Severus e Scorpius erano gli unici ragazzi in Sala Comune.
L'intero Castello era a cena, ma i due avevano preferito rintanarsi in quelle poltrone smeraldo, mangiucchiando distrattamente alcune cose che Adam aveva portato loro, a studiare Pozioni.
Scorpius, con il mestiere di suo padre, era assolutamente fantastico in quella materia, ma era Albus la vera leggenda.
Insieme avevano fatto vincere, solo in quella materia, quasi 100 punti a Serpeverde e ne erano molto soddisfatti.
«I tuoi parenti non si preoccuperanno, non vedendoti a cena?» chiese il biondo all'amico, che in tutta risposta scrollò le spalle.
Sua sorella era sempre con le amiche, mentre suo fratello, Rose e gli altri parevano evitarlo come la peste. Quella situazione lo buttava estremamente giù, ma decise di tenere quei pensieri per se.
Scorpius avrebbe attribuito la colpa di ciò alla loro amicizia, e avrebbe passato la successiva ora a sentirsi male, quasi fosse la causa di ogni problema esistente.
Forse dipendeva davvero dal loro legame, ma in quel caso Albus non avrebbe potuto far nulla: voleva bene a Scorpius e nemmeno i suoi parenti avrebbero potuto cambiarlo.
Continuarono a studiare, rendendosi conto del tempo che passava solo grazie all'ingresso dei vari studenti.

Rose e Milah stavano tornando in Sala Comune, seguite a poca distanza da Victor, Andrew e Adam.
I tre parlavano, ovviamente, di Quidditch e le due ragazze li osservavano sconsolate.
Milah aveva il terrore di salire su una scopa, mentre Rose amava volare, ma non capiva che cosa ci fosse di bello nel tirarsi una Pluffa rischiando di venir ammazzati dai Bolidi. Era l'equivalente del calcio babbano, ma almeno lì non si rischiava di farsi male sul serio.
Milah pronunciò la parola d'ordine 'drugoso' ed il gruppo entrò nella stanza, trattenendo a stento una risata quando Victor inciampò nei suoi piedi e cadde, trascinandosi la Gold a peso morto.
«Amico, credo non sia la tecnica migliore per portarla a letto» ironizzò Andrew, facendo definitivamente scoppiare a ridere il gruppo che si ritrovò al centro dell'attenzione.
«Zabini, essere il ragazzo della mia migliore amica non mi impedirà di Cruciarti» lo minacciò in risposta Milah, guardandolo storno.
«Restiamo un po' in Sala Comune?» chiese Adam, buttandosi a peso morto sul divano appoggiato alla parete.
Tutti annuirono e, in quel preciso momento, i due primini più discussi di Hogwarts si avvicinarono a loro.
«Grazie ancora per i panini, Adam» fece Scorpius rivolto al cugino, mentre riponeva il pesante libro su cui aveva passato la serata sul tavolo.
«Il primo anno passa le serate a studiare e noi che abbiamo i M.A.G.O a malapena conosciamo l'argomento delle nostre lezioni? La vedo tragica..» borbottò Milah, battendosi una mano sulla fronte.
«Sono sicura che il cugino di Adam e Potter II sarebbero in grado di spiegarci le lezioni di Lumacorno, stando a quello che si dice in giro» commentò Victor seriamente impressionato, invitando poi i ragazzini ad unirsi a loro.
Gli occhi grigio-azzurri di Rose si scontrarono col verde pallido di quelli di Scorpius solo per un momento, facendola rabbrividire.
«In realtà mi sono appena ricordata di aver promesso a James di raggiungerlo »
Rose scattò in piedi, ricevendo uno sguardo comprensivo di Andrew ed uno accusatorio di Albus.
«Ora basta, mi spieghi per quale motivo te ne vai ogni volta che mi avvicino?» sbottò il bambino, perdendo la pazienza.
James a quell'ora era sicuramente ancora in giro per il Castello sotto il Mantello Dell'Invisibilità, a combinarne una delle sue insieme a Fred o Hugo.
«Non è affatto vero» tentò lei, abbassando lo sguardo.
Cosa diamine poteva dirgli?
'Non voglio star con voi perché il tuo migliore amico è il figlio di mio padre, che non sa di avermi come figlia perché è stato un fottutissimo stronzo con mia madre' ?
No, decisamente no.
«Si ch'è vero. É dal tuo compleanno che non mi hai rivolto più di due parole in croce e siamo a Novembre! Ogni volta che tu e James state insieme da qualche parte e mi avvicino vi zittite di colpo e poi tu scappi via neanche avessi visto la Morte»
«Adesso basta Al» esclamò una voce che, stranamente, non apparteneva né a Rose né ad Andrew.
Era stato il giovane Malfoy a parlare, poggiando delicatamente una mano sulla spalla dell'amico.
«É per me che non si avvicina a te. Il problema non sei tu, ma io.» fece, osservando la ragazza come a sfidarla a dire il contrario.
«Come, prego? » si intromise Adam Notte, lanciando alla ragazza un'occhiataccia.
«Stanne fuori, Adam» fece Andrew, fulminando l'amico con lo sguardo.
«Questa cosa riguarda anche me. Scorpius è mio cugino e non permetto che venga trattato così, soprattutto da chi si definisce mia amica» sibilò velenoso il biondino.
«Io sono d'accordo con lui, è il mio migliore amico e  non voglio rinunciare alla nostra amicizia perché tu e James avete chissà quale problema nei suoi confronti!» disse Albus, alzandosi in piedi.
In quel momento, era più simile ad Harry di quanto pensasse.
Rose rimase un attimo colpita: era quel tipo di discorso che ci si aspettava da James, con la sua boccaccia e il suo orgoglio Grifondoro, non dal sempre calmo e scaltro Albus.
«Non ti ho mai chiesto di rinunciare alla sua amicizia » sussurrò lei, evitando di alzare gli occhi e far notare le lacrime che li riempivano. Perché Malfoy non aveva potuto aspettare un altro anno per avere un figlio? Lei avrebbe lasciato Hogwarts e non sarebbe mai venuta a conoscenza di quel ragazzino.
«Però finché sarò suo amico, tu non mi parlerai più. Giusto?»
Il silenzio che avvolse la stanza sembrò anche raggelarla.
Se Albus era arrabbiato, Adam Nott era furioso.
Scorpius era zitto, ma con uno sguardo carico di odio e tristezza.
Rose era al limite, di lì a poco sarebbe scoppiata ed Andrew continuava a spostare lo sguardo tra lei ed Adam, non sapendo dalla parte di chi schierarsi. Avevano entrambi ragione, ma Adam non sapeva e non poteva capire.
E Milah e Victor se ne stavano in silenzio, confusi e incerti sul cosa dire, scambiandosi occhiate preoccupate.
«Quindi tutte le belle parole che mi hai detto erano una farsa?» ruppe il silenzio Scorpius, cercando di non far notare il tremolio nella sua voce.
Era abituato a sentirsi odiato, emarginato e giudicato, ma lei si era finta sua amica, aveva finto di essere dalla sua parte. E faceva male sentirsi traditi così, anche se da una persona che conosceva appena.
«Quando Leigh mi ha accusato quella volta a Colazione, perché sei venuta a cercarmi?» continuò, vedendo che non riceveva risposta.
«Perché non meritavi di essere trattato così, nessuno lo merita. Ma questo non significa che io debba necessariamente voler passare del tempo con te» disse lei, alzando lo sguardo.
Quegli occhi che la guardavano come se fosse stata un'assassina le fecero venire voglia di vomitare, ma non li evitò.
Voleva la verità?
Era quella.
Lei non voleva avere a che fare con Scorpius. Non voleva vedere se, oltre che fisicamente, le assomigliava nei modi di essere. Non voleva sapere di  lui, né di suo padre. Voleva solo fingere che non esistesse per l'intero anno e poi non vederlo mai più.
«Perché?» chiese Albus, alzando il tono di voce.
«PERCHÉ NON VOGLIO AVERE A CHE FARE CON UNA FAMIGLIA DI MANGIAMORTE, IN NESSUN MODO.» urlò esausta, scappando fuori dalla Sala e venendo immediatamente seguita da Andrew.
Scorpius raccolse i libri e poi sparì verso il dormitorio, infuriato e ferito.
Adam ed Albus si guardarono negli occhi e poi, sospirando, andarono dal giovane Malfoy. Lui non sarebbe rimasto solo, aveva loro.
«L'ho detto che quest'anno sarà tragico...» sussurrò Milah, causando a Victor un sorriso amaro.



Intanto, nella Torre di Grifondoro, James Sirius Potter osservava il fuoco scoppiettante con la testa fra le mani. Quella mattina, vedere Hermione e Draco insieme l'aveva scosso. E se inizialmente non aveva pensato ad altro che correre a raccontarlo a Rose, in quel momento non aveva la più pallida idea di cosa fare.
Avrebbe voluto chiedere un consiglio a suo padre, ma come gli avrebbe spiegato che era scappato da scuola?
No, di certo Harry non era la persona migliore con cui parlare.
Sua madre era ancora peggio, si sarebbe come minimo presentata ad Hogwarts e lo avrebbe affatturato davanti all'intera scuola.
Forse doveva parlarne con Andrew, ma sospettava che lui non sarebbe stato di grande aiuto, visto che non avrebbe esitato a riportare tutto a Rose.
Ma cos'era giusto?
Del resto, i due stavano solo parlando. Magari si erano trovati per caso e la zia gli stava intimando di starle lontano? Avrebbe allarmato Rose per nulla.
E poi, di cosa si sarebbe preoccupata di preciso? Di certo sua madre non aveva detto a Malfoy di essere lui il padre di Rose. Non lo aveva fatto in diciassette anni, perché ora avrebbe dovuto cambiare idea?
Sospirò sconsolato, scompigliandosi ancora di più i capelli.
Ogni volta che si nominava Scorpius, Rose diveniva intrattabile. Figurarsi se avesse nominato Draco Malfoy.
Le sue riflessioni vennero interrotte da Alice e Dominique, che scesero le scale del dormitorio chiacchierando a bassa voce.
James le ragazze non le avrebbe mai capite: insomma, quando lui non sopportava una persona (e svariati nomi rientravano in quella lista) la evitava come la peste, loro invece pur odiandosi evidentemente, continuavano a fingersi amiche dietro a sorrisi storti e finta cortesia.
Non che la cosa gli dispiacesse particolarmente (Alice era la sua migliore amica e Dominique sua cugina e convivere con loro due in guerra non sarebbe stato facile), ma non trovava un senso alla cosa.
«Che ti succede, Jamie?» fece Dominique sedendosi accanto a lui, quasi contenta di sottrarsi alla chiacchierata con la Paciock.
«Nulla Domi...e ti prego, smettila con questo fastidioso nomignolo» borbottò, allontanandosi leggermente dalla rossa.
Ogni volta gli diceva quanto lo odiava, e lei puntualmente continuava con ancora più costanza.
«Dai, sai che puoi parlare con noi..» intervenne Alice, prendendo posto sulla poltrona e fissandolo curiosa.
James si leccò le labbra prima di voltarsi verso le due. Infondo un consiglio gli serviva.
«Allora, c'è questa mia amica. Ora io ho visto una cosa che se lei sapesse la farebbe preoccupare. Però, se non gliela dicessi mi sentirei terribilmente in colpa. C'è anche da dire che quello che ho visto potrebbe anche non essere nulla e io le metterei grilli in testa inutilmente.. » spiegò, cercando di tenersi sul vago il più possibile.
Le due stettero in silenzio per qualche istante e il giovane Potter pensò che non avrebbero risposto.
«Devi dirglielo» sentenziò Alice d'un tratto.
«No che non deve» ribatté Dominique, osservando l'altra con fare sprezzante.
'Oh grazie, siete molto d'aiuto'  pensò sarcastico James, rammentandosi mentalmente di non affrontare mai più conversazioni serie con entrambe nello stesso momento.
«L'onestà è fondamentale, soprattutto se tieni davvero ad una persona. E poi, se lo scoprisse da sola e sapesse che tu hai taciuto? Non credo che si potrebbe perdonare una cosa simile» continuò Alice, ignorando bellamente la Weasley.
«Ecco la solita cazzata di chi vede tutto bianco o nero e ovviamente solo una santarellina come te poteva pensarlo» sbuffò la rossa, rivolgendosi poi a James.
«Se non sei sicuro di quello che devi dirle, non farlo. La feriresti e potrebbe anche essere inutile. Quando sarai sicuro lo farai e lei capirà di certo, perché avresti taciuto solo ed esclusivamente perché le vuoi bene. Vuotare il sacco per avere la coscienza in pace è puro egoismo, mentre alcune volte, per il bene dell'altra persona, è necessario tenersi dentro tutto, anche al rischio di esplodere.»
Lo sguardo di Dominique si fece estremamente triste, come se sapesse bene cosa si provava in quella situazione.
James, dal canto suo, non seppe cosa rispondere.
Entrambe avevano ragione e di conseguenza non aveva tratto alcun beneficio dal loro parlare.
«Beh, io non perdonerei mai qualcuno che mi nascondesse qualcosa.» sbottò Alice, incrociando le braccia al petto.
«E allora perché non racconti al mio caro cuginetto che hai una cotta per lui?»
Alice sgranò gli occhi e divenne color pomodoro, prima di voltare di scatto la testa verso il moro che abbassò lo sguardo, colpevole.
Si era lasciato sfuggire davanti a Dominique e Luis quell'informazione, uno dei tanti pomeriggi che avevano passato insieme alla Tana.
La Paciock scosse la testa, prima di correre verso il dormitorio per sfuggire a quei due: che la Weasley sapesse della sua cotta per Hugo la infastidiva non poco, ma che fosse colpa di quel grandissimo cretino di James la faceva sentire tradita come le era capitato raramente.
Rimasti soli, James fissò scocciato sua cugina.
«Era proprio necessario?»
«Si, era proprio necessario. Continua a fare la santarellina e l'ipocrita, quando sbaglia esattamente come tutti noi comuni mortali» replicò Dominique, spostando un ciuffo dei lunghi capelli rossi.
«Sai Domi, sei tu quella che si ostina a fare la prima donna. E anche se sono tuo cugino, comincio a stufarmi dei tuoi atteggiamenti!» la rimbeccò lui, alzandosi e costringendola così a fare altrettanto.
«Se ti infastidisco così tanto vattene pure dalla tua amichetta» fece lei di rimando.
James si strattonò i capelli, cercando di non urlare.
«Si può sapere qual é il tuo cazzo di problema con Alice? Non c'entra nulla lei»
«Ah no?» lo sfido, con gli occhi scuri divenuti quasi neri per la rabbia.
«Morgana, sei insopportabile. Ci credo che non hai amiche e che ogni ragazzo di Hogwarts non ti abbia voluto per più di una notte! Continua a fare la stronza e ti ritroverai completamente sola!»
Dopo aver urlato quelle parole, il ragazzo avvertì il senso di colpa inondargli il petto. Voleva bene a sua cugina e non pensava tutte quelle cattiverie.
Prima che potesse scusarsi, la mano di Domi lo colpì con una forza che non credeva fosse umanamente possibile.
«Vaffanculo James» sussurrò asciugandosi una lacrima;  poi risalì anche lei verso il dormitorio.
James Sirius Potter restò a maledirsi per qualche minuto, con la mano poggiata sulla guancia dolorante, poi andò a letto. E prima di addormentarsi pensò a quanto fosse semplice passare dall'affetto all'odio in pochi secondi.




30 Settembre 1996
Hermione sospirò rumorosamente, aggiustandosi un ciuffo ribelle dietro l'orecchio. Se l'anno precedente era stato tosto, quello in corso si prospettava impossibile.
Le lezioni sembravano sempre più difficili, tanto che svariate volte si era ritrovata a chiedere alla McGranitt di rispiegare gli argomenti ed inoltre anche a Pozioni non andava divinamente.
Era non poco infastidita dall'uso di Harry del libro del 'Principe Mezzosangue', ma si era imposta di non dire nulla al riguardo.
Harry..
Hermione cercava di non darlo a vedere, ma era terrorizzata: da quando aveva saputo della Profezia, ogni volta che guardava il suo migliore amico aveva il brutto presentimento che fosse l'ultima.
«Movimentate le selezioni di Quidditch di Grifondoro» esclamò una voce, facendola sobbalzare.
La Granger si portò una mano al petto per lo spavento, fissando contrariata Blaise che aveva preso posto accanto a lei.
«E tu come lo saifece.
«Ero , osservavo la concorrenza» scherzò lui, aprendo un libro di Trasfigurazione.
Erano gli unici in tutta la biblioteca e la cosa inquietava leggermente la ragazza: chissà cosa avrebbero pensato gli altri alunni vedendoli.
«Non ci ho proprio fatto caso» ammise lei, tornando a prestare attenzione al tema di Difesa Contro le Arti Oscure che Piton aveva assegnato loro.
«Eri troppo presa dal festeggiare la vittoria del tuo amico rosso, suppongo » insinuò vago Zabini, facendola nuovamente disconcentrare «è proprio una fortuna che McLaggen abbia mancato l'ultima pluffa in modo così clamoroso e incredibile...Quasi fosse stato Confuso...»
Hermione arrossì vistosamente, sforzandosi di tenere lo sguardo basso.
«Eh già...»
«Credevo che voi Grifondoro infrangeste le regole solo in situazioni di emergenza. Anzi, trattandosi di te pensavo le infrangessi solo quando "costretta" da Potter» la provocò Zabini, smascherandola.
Aveva visto tutta la scena ed era non poco sbalordito.
Una voce salvò la mora da quella situazione imbarazzante.
«Herm, sono ore che ti cerco. Giuro che non sopporto più Ron, la prossima volta che...» stava sbottando Ginny Weasley, interrompendosi poi quando notò il Serpeverde.
«Interrompo qualcosa?…» chiese, alzando un sopracciglio scettica.
«No» rispose velocemente Hermione.
Lo sapeva che tutti avrebbero pensato male!
«In realtà ero venuto per dire ad Hermione se voleva accompagnarmi alla cena da Lumacorno sabato, so che anche lei è stata invitata e che Potter ha la punizione con Piton» disse lui, facendo spalancare ad entrambe le ragazze la bocca per lo stupore.
«Ehm..volentieri» fece lei, sorridendo timidamente. In fondo era contenta di avere un po' di compagnia.
«Hai bisogno d'altro? » si intromise la rossa, lasciandogli intendere di lasciarle sole.
«Si Weasley, avevo bisogno di una mano in trasfigurazione » le rispose, con un sorriso da Serpe stampato in faccia.
Lei lo fissò, indecisa sul lanciargli o meno una fattura.
«Allora vi lascio studiare» disse Ginny, guardando Hermione come a dirle 'dopo facciamo i conti'.
Poi uscì dalla biblioteca, veloce  come era entrata.
«Ti serve davvero una mano col compito della McGranitt? » chiese lei confusa, voltandosi verso Blaise.
«Nah, volevo solo far innervosire la Weasley» sussurrò lui, continuando  a sorridere insolente.
«E poi noi stavamo parlando di come il Prefetto di Grifondoro infranga le regole per aiutare il suo boy-friend» le disse ancora, ricevendo una spinta.
«Io e Ron non stiamo insieme»
«Però lo vorresti»
Hermione stava per replicare a tono, quando un gruppo di Serpeverde entrò in Biblioteca: Daphne Greengrass, Theodore Nott e Draco Malfoy.
Lo sguardo dei tre saettò sui due, e uno sguardo di puro disgusto si dipinse sul loro volto.
«Ormai in questa scuola c'è solo puzza di Mezzosangue e traditori del loro sangue» borbottò ad alta voce Draco, utilizzando quasi le stesse parole che aveva usato quando aveva incontrato il Trio a Diagon Alley.
Hermione non diede peso all'insulto rivoltole, ma pensò a cosa potesse aver portato Blaise a litigare in quel modo coi suoi amici.
Anche Zabini, irrigiditosi, pensò che non ci fosse altro da fare che fingere di non sentire.
«Nulla da dire al riguardocontinuò Malfoy.
«Piantala, Draco» sbottò la bionda al suo fianco, continuando però a rivolgere agli altri due uno sguardo ostile.
«E di fare cosa? "Carina la Weasley, ma non uscirei mai con una traditrice del suo sanguefece il furetto, riportando le parole che Blaise aveva pronunciato in una delle loro conversazioni notturne sulle ragazze di Hogwarts.
Il ragazzo scattò in piedi, deciso a rendere a Draco lo schiantesimo del primo Settembre, ma fu trattenuto da Hermione.
«Non ne vale la pena Blaise» sussurrò e lui annuì.
Daphne guardò i suoi due amici, non sapendo dalla parte di chi schierarsi: era tutto il mese che si divideva tra i due, parlando con Blaise solo quando non era con il biondo. Theodore intervenne, riuscendo a trascinare via Draco dalla biblioteca. Hermione e il ragazzo si guardarono negli occhi, poi come se nulla fosse successo tornarono sui libri: l'odio che separa le persone, non li avrebbe scalfiti.

   
 
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