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Autore: AlekHiwatari14    20/01/2019    0 recensioni
Questa è la storia di una ragazza normale che si ritrova a traslocare ignara che sia Konoha il luogo della destinazione, ma quella città non è la stessa. Tutto è cambiato e completamente diverso da come lo conosciamo, inoltre quella ragazza scoprirà la realtà su di lei, qualcosa che non immaginava affatto. Tra mille peripezie quotidiane si ritroverà ad affrontare un avventura bizzarra e fuori dall'ordinario scoprendo pian piano le differenze tra la realtà e la fantasia che gli avevano sempre fatto credere...
PRESENTI TUTTI I PERSONAGGI DI NARUTO, INCLUSI MINATO, KUSHINA E ALTRI.
Buona lettura.
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kiba Inuzuka, Menma Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sorpresa | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Naruto Shippuuden
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CAPITOLO 16


 
Rita:Ah... ok. Ricominciamo d'accapo. Prima o poi troverò qualcosa di utile. Non può essere davvero una ricerca all'impossibile.

Tentai di rassicurarmi, mentre mettevo nuovamente i libri di tecniche ninja sul tavolo dell'aula studio situato in biblioteca. Ormai era da un po' che mi recavo lì. Cercavo di studiare, di trovare un modo per far uscire il chakra, ma più leggevo e più mi rendevo conto dell'impossibilità della situazione. Non sapevo che ero osservata da lontano, ogni giorno, ogni attimo, dalla stessa persona.
Non sapevo che Menma fosse così preoccupato per me, da seguirmi ogni volta che mi allontanavo dalla classe, ma mentre lui vegliava su di me a mia insaputa, il cellulare mi squillò.
Erano giorni che non uscivo con i miei amici e sembravano essere tutti preoccupati per me e per il mio comportamento. Continuavano a mandarmi messaggi su whatsapp, sia in privato, sia nel gruppo creato per le uscite, ma non avevo alcuna voglia di rispondere.
Misi giù il telefono, con la parte dello schermo verso il tavolo e tolsi la suoneria. Non volevo sentire e vedere nessuno. Dovevo cercare e continuare a imparare ciò che c'era scritto in quel dannato libro in quella dannata biblioteca della scuola, ma ero a pezzi.
Più leggevo più mi rendevo conto che non sarei mai diventata una ninja. Il morale si abbassava sempre di più nonostante la forza di volontà e la positività che ci mettessi ogni giorno, ma era come cercare un ago in un pagliaio. Una ricerca senza fine verso l'impossibile.
Inaspettatamente, delle braccia mi avvolsero come un abbraccio da dietro. Colui che mi stringeva a se, aveva le braccia attorno alla mia gola e la testa appoggiata sulla mia.
Non avevo neanche voglia di capire chi fosse. Ero demoralizzata. Avrebbero potuto farmi di tutto in quel momento. Mi sentivo vulnerabile a tal punto da non ribattere e non lamentarmi di quella presa improvvisa. Sapevo che alla fine era qualcuno che conoscevo.
Non vedendo lamenti ne proteste quella stessa persona si insospettì. Sapeva che c'era qualcosa che non andava e voleva saperlo.

Kiba:Perchè non rispondi ai messaggi?

Mi domandò facendo scoprire chi fosse. Era l'uomo cane che da giorni cercava di parlarmi ed io evitavo costantemente. Non avevo alcuna voglia di parlare e poi quell'abbraccio mi faceva star più male che bene. Era come se fossi stata sola in una fossa buia e incompresa dal mondo. Mi sentivo isolata dal resto, come una farfalla che le vengono strappate le ali e non può far altro che sognare di volare, ma consapevole che non accadrà mai. Il mio silenzio incominciò a insospettirlo.

Kiba:Qualcosa non va? Avanti, parla! Perchè ti comporti così? Sei strana. Mi eviti da giorni e adesso neanche mi parl...

Si bloccò. Probabilmente aveva notato le mie lacrime che uscivano involontarie. Ero disperata. Non riuscivo a fare niente a parte quello. Piangere e sentirmi una perdente.

Kiba:R-Rita... perchè stai...?
Rita:Non ne sono capace!

Gli urlai con tutta la rabbia che avevo addosso, stringendo tra le mani l'ultimo libro letto.

Kiba:A cosa, scusa?

Mi chiese togliendo le sue braccia e sedersi accanto per iniziare a guardarmi più da vicino.

Rita:Non diventerò mai una ninja. Non sono capace neanche a fare la tecnica più semplice.
Kiba:E' normale. Sei ancora alle prime armi.
Rita:Non è così. Non è questo.
Kiba:E' inutile che ti demoralizzi. Le lezioni di Iruka sono sempre noiose e incomprensibili. Poi sei arrivata qualche mese fa senza aver mai fatto quelle lezioni. E' normale che...

Nonostante cercasse di tirarmi su di morale, non poteva riuscirci. Con quel libro aperto tra le mani, lo buttai nuovamente sul tavolo facendo rumore e inzittirlo. Tutte quelle parole mi facevano più male che bene. Non potevo sentirlo parlare ancora.
La rabbia che avevo dentro era indescrivibile.

Kiba:Ma che ti prende?
Rita:Io... non ho chakra.
Kiba:Che?
Rita:Ho il chakra bloccato! Capisci che significa? Non diventerò mai una ninja professionista!

Confessai con le lacrime agli occhi. Lui incominciò a fissarmi. Probabilmente aveva capito la gravità della situazione.
Inaspettatamente, dopo attimi di silenzio, mi prese tra le sue braccia, stringendomi nuovamente a sé, ma stavolta era diverso.
Riuscivo a sentire il battito del suo cuore.

Kiba:Solo perchè non hai chakra, non è detto che non puoi essere un ninja...
Rita:Lo so, ma... non voglio diventare un ninja come Rock Lee. Io sono diversa da lui. Non posso aggrapparmi alle arti marziali. Che razza di ninja sarei?

Sentii la sua mano appoggiarsi tra i miei capelli. Era strano. Mi sentivo rassicurata.

Kiba:Troverai la tua tecnica.Ne sono sicuro. Anzi, ti aiuterò se lo vorrai.

Quelle parole mi fecero staccare da quell'abbraccio. Iniziai a fissarlo. Era tutto troppo strano. Perchè l'uomo cane mi stava aiutando?
Istintivamente presi uno dei libri che c'era sul tavolo, tirandoglielo dietro la testa e vedere come reagiva. Insomma, mi stavo preoccupando e non poco. Dovevo accertarmi che stesse bene. In fondo quel comportamento non era da lui.

Kiba:Ehi! Ma sei impazzita?

Ecco l'agitazione di Kiba. Finalmente ero certa che non stava male o cose del genere.

Rita:Ah... ecco il Kiba che conosco. Stavi incominciando a diventare un pò troppo dolce. Non è da te.
Kiba:Cosa? Io? Dolce?
Rita:Si, tu sei un buffone che si prende gioco di tutti, no? Era fin troppo strano vederti in quel modo.

Dissi, alzandomi dal tavolo per allontanarmi da lì, quando impulsivamente lui si alzò.

Kiba:Eh no! Adesso ti sbagli!

Urlò sbattendo le mani sul tavolo nell'alzarsi per poi continuare con:

Kiba:Credevo di essere stato chiaro quando abbiamo fatto il pic-nic.

Mi bloccai di colpo. Quelle parole mi sorpresero. Non pensavo potesse realmente provare sentimenti del genere per me. Volsi lo sguardo verso di lui, mentre mi gridava in faccia la realtà dei suoi sentimenti.

Kiba:Tu... mi piaci veramente.
Rita:Che?
Kiba:Vuoi mettertelo in quella testolina che non sto scherzando? Tu mi piaci!

Continuò a confermare i miei sospetti. Io gli piacevo e la cosa mi suonava abbastanza strana. Tutti ci guardavano, mentre io stringevo quel libro imbarazzata e lui cominciò ad arrossire accorgendosi delle parole dette.
Spostai lo sguardo altrove, mentre lui faceva lo stesso mettendosi una mano dietro alla nuca. Chissà che diamine aveva in testa.
Era il momento più imbarazzante della mia vita. Non mi ero mai trovata in situazioni come queste. Non sapevo se fosse serio oppure volesse prendersi gioco di me. Sapevo che era un pagliaccio, che scherzava sempre, ma... era davvero possibile che si fosse innamorato di me?
Spostai lo sguardo su di lui. Ci pensai un po' su. Non poteva essere vero. Doveva per forza essere un'altra delle sue. Forse era un modo per prendermi di mira.
"Ma si, certo. Come ho fatto a non pensarci prima? Anche nelle altre scuole mi prendevano in giro così..." pensai per poi innervosirmi e non poco.
Ero delusa dal suo atteggiamento e da tutti mi sarei aspettata una presa in giro del genere, tranne che da lui. Ero del tutto ignara che quei sentimenti dentro Kiba erano più veri che mai.

Rita:Piantala di dire scemenze! Tsk... ed io che ti credo anche!

Incominciai ad alterarmi stringendo quel libro con il rossore in volto. Feci per allontanarmi da lui quando lui mi fermò. Mi prese per il braccio e disse la sua.

Kiba:Perchè diamine non mi credi?
Rita:E perchè dovrei credere a queste scemenze? E' ovvio che mi stai prendendo in giro.
Kiba:Non sto dicendo scemenze. Che dovrei fare per farmi credere da te? Buttarmi giù dal balcone?
Rita:Potrebbe essere un'idea.

Improvvisamente, l'edificio incominciò a tremare. C'era stata un esplosione all'ultimo piano ed io mi ritrovai a cadere a terra.

Kiba:Tutto bene?
Rita:Credo di si.

Risposi vedendolo vicino a me che tentava di alzarmi, quando Akamaru incominciò ad abbaiare correndo verso il corridoio.

Kiba:Akamaru! Dove vai?

Chiese cominciando a correre per prendere il cane. Non riuscivo a capire. L'allarme antincendio suonò ed io vidi la gente correre a destra e a sinistra. Rimasi completamente immobile, mentre mi spingevano facendo cadere i libri a terra. Non sapevo che fare.
Ero terrorizzata. Non mi ero mai trovata in circostanze del genere. Non sapevo nemmeno come funzionasse il piano di evaquazione. Avevo paura e letteralmente pietrificata. Stava succedendo tutto troppo in fretta. D'un tratto sentii una mano che mi prese il polso. Mi voltai e vidi lui, Menma.

Rita:Menma?
Menma:Non parlare! Dobbiamo uscire di qui e alla svelta. Seguimi!

Confusa, mi voltai nella direzione di Kiba, vedendo che era proprio lì, mentre Menma mi trascinava con sé. Non opposi resistenza, decisi di seguirlo. In fondo anche l'uomo cane farà lo stesso, no? Inutile che lo aspettavo. Inutile che lo seguivo. Già avevo avuto troppe prese in giro da lui e poi Menma mi infondeva molta più protezione rispetto a Kiba.
Kiba era esattamente come Naruto, una testa calda. Allora se è così, perchè mi sentivo presa in giro e delusa al solo pensiero che erano menzogne quelle parole? Possibile che senza volerlo mi fossi davvero innamorata di lui?
Ero fuori di me. Era come se il mio corpo fosse staccato dalla mia mente. Mi sentivo in balia di me stessa e se non fosse per la mano di Menma che mi trascinava via, probabilmente sarei rimasta ferma immobile ad aspettare la mia morte.

Menma:Attenta!

Urlò, vedendo una carta esplosiva attaccarsi al muro e tirandomi un attimo prima che esplodesse.
Eravamo sotto attacco. Evitavamo bombe su bombe e non comprendevo bene il motivo di quella situazione. Insomma, era una semplice scuola. Perchè attaccarla?

Rita:Ma che diamine sta succedendo?
Menma:E' un vero e proprio attacco alla scuola.

Fece notare, spostando lo sguardo verso le finestre situate nel corridoio dove corravamo.
D'un tratto qualcosa prese la mia attenzione. Mi fermai di colpo, guardando fuori da una di quelle finestre.
Nel fermarmi, la mano di Menma scivolò e lui si ritrovò più avanti di me.

Menma:Rita? Che stai facendo? Andiamo!

Disse vedendo che mi staccai dalla sua mano e guardavo fuori.
Non sapeva che stavo vedendo l'artefice di quegli attacchi.
In quell'istante mi si aprì uno spiraglio di luce. Avevo ancora una speranza per diventare un ninja formidabile e con prestazioni uniche che non sarebbero state come quelle di Rock Lee.
Non era tutto perduto come pensavo. C'era ancora una possibilità.

Menma:Rita!

Sbraitò il mio nome, ma ero troppo presa da quei pensieri: "Ma si, la va o la spacca."
Tanto non avevo nulla da perdere. Già avevo perso tutto della mia vita. Non mi restava altro che tentare.
La finestra era ridotta in brandelli ed io presi un respiro mentre Menma correva verso di me.
Senza pensarci due volte, mi gettai nel vuoto. Il motivo? Beh, scopritelo nel prossimo capitolo!
 
***
Intanto...prima di tutto ciò, a mia insaputa succede qualcosa...
 
Kiba:Ragazzi, siete riusciti a parlare con lei?

Domandò a Hinata e a Shino, vedendoli insieme a Naruto e Sakura.

Hinata:Purtroppo no. Le stiamo mandando messaggi da giorni.
Sakura:E' tutto fin troppo strano. Non è da lei comportarsi così.
Naruto:Se è per questo nemmeno Menma è normale in questi giorni.

Rivela il ragazzo, incrociando le braccia e vedendo Menma prendere la cartella e uscire di classe per seguirmi da lontano.

Shino:Che vuoi dire?
Sakura:Già, lui è sempre lo stesso.
Kiba:Sono d'accordo. E' strano uguale.
Naruto:No, voi non capite. Lui non si è mai comportato così. L'altro giorno è venuto da me cercando di capire come mai Rita non degnava nessuno di uno sguardo e se si fosse comportata così anche con noi.
Kiba:Aspetta! Non dirmi che Menma è...

Farfugliò comprendendo qualcosa che nemmeno io ero a conoscenza.

Naruto:Si, secondo me gli piace Rita, ma non lo vuole ammettere. E' da giorni che quando lei esce di classe lui la segue. Non so nemmeno dove diamine vanno.

Kiba ormai sull'orlo di una crisi nervosa, decise di prendere Akamaru e cercare le nostre tracce. Era stanco e cominciò a balenargli per le mente una qualche possibile relazione segreta tra me e lui.
Non sapeva la realtà dei fatti. Non sapeva che la verità era che stavo allontanando tutti da me perchè stavo male.
Una volta trovato in biblioteca, però, si rese conto che Menma era lì, appoggiato vicino alla porta che mi osservava da lontano.

Menma:E' così da giorni.

Rivelò, sentendo la presenza di Kiba accanto a lui.
Si voltò e l'uomo cane non riuscì a capire subito di cosa si trattava.

Kiba:Che vuoi dire? In che senso è così da giorni?
Menma:Ogni giorno, dopo le lezioni, si fionda qui e non fa altro. Prende dei libri, per poi mettersi seduta su quel banco a studiare e studiare per ore. Le squilla il telefono. Lo vede, toglie la suoneria e continua a studiare. L'altro giorno è rimasta fino all'ora di chiusura.
Kiba:Pensi che c'entri qualcosa con i sensei?
Menma:Non credo. E' come se qualcosa la tormentasse, ma non ne sono sicuro.
Kiba:Lascia fare a me. Vedrai che non c'è niente di male. Magari è solo un piccolo malinteso come quello dell'altro giorno.

Rassicurò avvicinandosi a me, mentre Menma lo afferrò per il braccio, bloccandolo.

Menma:No, non puoi farlo.
Kiba:Perchè?
Menma:Se qualcosa la turba deve essere lei a cercarci.
Kiba:Senti, tu non hai mai fatto l'amicone di nessuno. Sarai anche il fratello di Naruto, ma... non sai nulla su Rita. Anzi, penso che tu debba starci alla larga.
Menma:E perchè mai?
Kiba:Perchè lei è la mia ragazza, chiaro?

Quelle parole lasciarono sorpreso il corvino che lasciò la presa.
Kiba si ricompose e dopo un'occhiataccia decise di venire verso di me, ma facendo ciò aveva solo demoralizzato il ragazzo. In parte era vero. Lui non era amico di nessuno, tranne di Sai e di Sasuke se quelli potevano essere considerati amici.
Aveva il volto basso, quando alzandolo vide tutta la scena.
Vide l'abbraccio, il mio scoppiare in lacrime e l'essere confortata da Kiba. Gli venne un nodo allo stomaco a guardarci.
Abbassò lo sguardo, pensando che ciò che quell'uomo cane gli aveva detto fosse vero. Con il cuore a pezzi si allontanò, ma non fece nemmeno due passi che sentì l'esplosione seguito da Akamaru che correva verso l'uscita.

Kiba:Akamaru! Dove vai?

Sbraitò Kiba correndolo dietro e prendendo il cane per il guinzaglio.
Menma intuì che non era nulla di buono. Le persone correvano a destra e a sinistra ed io ero in balia delle onde. Vedendomi terribilmente smarrita e confusa dalla situazione, non ci pensò due volte a venire verso di me e prendermi per mano.

Rita:Menma?
Menma:Non parlare! Dobbiamo uscire di qui e alla svelta. Seguimi!

Nel frattempo, Kiba ritornava da me per portarmi in salvo, ma vide che Menma mi trascinava con lui rimanendo lì fermo e immobile.
L'immagine di me strappata da lui e la mia mano che prendeva quella di Menma era come un colpo al cuore.
Le mie parole e quella immagine lo faceva star male. Era come se avessi detto tacitamente che preferivo Menma a lui, ma non era così.  Io non preferivo nessuno. Non pensavo a nulla ed ero solo estremamente confusa da tutto ciò che mi circondava.
Kiba non voleva cedere e decise di seguirci. Il fatto che stessi passando troppo tempo con lui, che mi stavo isolando e tutte quelle voci che giravano di una probabile relazione tra me e Menma lo feriva. Voleva vederci chiaro, così non esitò a correre nella nostra direzione.

Kiba:Akamaru, andiamo! Non dobbiamo perderli!
   
 
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