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Autore: Montana    21/01/2019    1 recensioni
"Preoccuparsi significa soffrire due volte"
Newt è tornato da New York e per la prima volta dopo molti anni è felice.
La sfortuna però sembra avere un debole per il povero Hufflepuff, che viene trascinato in un'indagine trans-continentale. Tra segreti, bugie, nemici vecchi e nuovi, la strada che Newt deve percorrere si allunga per tutta l'Europa; riuscirà, con un po' di aiuto, ad arrivare sano e salvo alla fine?
[Seguito di "Cos'è successo a Newt Scamander"; non seguirà il canon degli eventi di "Animali Fantastici-I Crimini di Grindelwald"]
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Gellert Grindelwald, Newt Scamandro, Nuovo personaggio | Coppie: Albus/Gellert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'Newt Scamander's Saga'
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XI.
Dove Newt sta per farcela
 
4 Marzo 1927
Ufficio Auror, Ministero della Magia, Londra magica
Sera
 
Per quanto cercasse di nasconderlo, Amy era estremamente fiera di sé stessa. Non amava lodare le sue capacità, ma apprezzava quanto queste venivano riconosciute e lei veniva premiata. Un po’ come quando si era spezzata la schiena sui libri per sette anni ad Hogwarts ed era stata nominata Caposcuola e studentessa migliore del suo anno, solo che questa volta la posta in gioco era maggiore.
Nell’istante in cui Wolf aveva detto che alla squadra sarebbe servito uno Spezzaincantesimi aveva capito che quello sarebbe stato il suo momento, ma non era corsa al Ministero per offrirsi volontaria perché sapeva che Theseus non l’avrebbe mai accettata. Aveva aspettato, paziente come sapeva essere lei.
Theseus aveva fatto di tutto per non dover ricorrere a lei. Era andato in Germania con Wolf per esaminare il territorio del castello e gli incantesimi di protezione, poi quando gli era stato chiaro che erano troppo complessi per lui si era fatto dare da Dumbledore gli appunti sugli incantesimi per cercare di capirci qualcosa in più e si era maledetto per non aver mai frequentato Antiche Rune ad Hogwarts. A quel punto aveva chiesto a suo padre, che lavorava alla Gringott, se poteva raccomandargli un bravo Spezzaincantesimi; l’uomo l’aveva guardato perplesso e gli aveva chiesto se per caso Amelia avesse cambiato lavoro, al che Theseus aveva preferito cambiare discorso prima di avere un esaurimento nervoso. Il colpo di grazia però glielo aveva dato il capo del settore Spezzaincantesimi della banca, che sorridendo gli aveva detto che la sua miglior dipendente era senza dubbio Amelia Prewett. Così quella mattina quando era arrivata alla Gringott Amy aveva trovato ad attenderla un gufo marrone dall’aria austera, con una targhetta del Ministero e una lettera che la invitava a presentarsi all’ufficio del Capo Auror Theseus Scamander quella sera per discutere la sua possibile collaborazione a un’indagine. Amy ne era stata felice, ma sapeva che il fatto che Theseus fosse stato così formale nel convocarla voleva dire che era molto, molto arrabbiato.
Quindi ora stava diligentemente aspettando fuori dall’ufficio Auror, cercando di sembrare più contrita che poteva.
Finalmente si aprì la porta e comparve Wolf, involontario autore del suo destino «Signorina Prewett, prego» le disse, facendola entrare.
Passando per l’ufficio incontrò lo sguardo di Tina, ancora in pessimi rapporti con Theseus a causa dell’arrivo di Queenie, che le rivolse un sorriso incoraggiante coi pollici insù.
Theseus era alla scrivania, immerso nella lettura di un grosso libro. Le fece cenno di sedersi, chiuse il libro e tirò fuori dei fogli di pergamena.
«Allora signorina Prewett, come le è già stato comunicato abbiamo bisogno di uno Spezzaincantesimi per un’indagine di alto livello, secretata. Quindi per poter partecipare all’azione dovrà firmare questo accordo di riservatezza, più quest’altro documento per rendersi disponibile a futuri consulti o interventi in prima persona all’interno di questa indagine» le disse con tono pedante. Amy annuì.
«Immagino di non doverle dire di che indagine si tratta, visti i suoi rapporti stretti con molti membri della squadra» aggiunse, polemico.
“Tu compreso” avrebbe voluto rispondere lei, ma fece la brava.
«Nel caso dovesse accettare, la informo che il suo aiuto sarà richiesto già domattina per una missione nella Foresta Nera, in Germania. Ovviamente la sua assenza dalla Gringott sarà giustificata e non le verranno tolti soldi dallo stipendio. Ci sono domande? Bene, firmi qui e qui»
Prima ancora che l’inchiostro si fosse asciugato Theseus ripiegò le pergamene e le infilò nel cassetto «Allora la aspettiamo domattina alle nove»
«Theseus, la vuoi finire?»
Lui la guardò male «Cominciamo già con l’insubordinazione?»
«Mi scusi, signor Scamander. La vuoi finire? Capisco che tu sia preoccupato e che ultimamente tutti si intromettano nelle indagini, ma io non ne ho colpa. Non sono sicuramente stata io a mettere quegli incantesimi a difesa del palazzo, né sono venuta qui correndo a pregarti di prendermi nella squadra. Oltretutto non farò servizio attivo, sono solo uno Spezzaincantesimi, un consulente»
«E hai ripreso ad allenarti per fare la consulente? Non fare quella faccia, mezzo Ministero ti ha vista all’Accademia dei Duellanti. Te lo giuro, Amelia, tu non metterai piede sul campo di battaglia finché avrò fiato in corpo. Non sono riuscito ad evitarlo a mio fratello, ma per te non ci sono speranze»
«Va bene, non farò parte della squadra. Ma da come la vedo io, tutti corriamo dei rischi in questo periodo, con un mago oscuro in circolazione. Potrebbero esserci attacchi in qualunque momento e sono sempre stata dell’idea che è meglio stare pronti quindi ho ricominciato ad allenarmi. Non voglio partecipare a questa cosa per spavalderia o per fare bella figura, lo faccio perché siete miei amici ed è giusto che vi aiuti per quanto mi è possibile. Chiaro?»
Theseus si lasciò sfuggire un verso sconfortato «È durissima per me vedere tutti voi rischiare la vita, non capisci? Nessuno di voi ha scelto di fare l’Auror e non è giusto che veniate messi in mezzo. Sono solo preoccupato ma mi sembra di essere l’unico, qua tutti si fanno i loro comodi e tocca a me cercare di risolvere tutto prima che inizino i guai seri. Non sono felice che tu ti unisca alla squadra ma so che sei la persona più adatta quindi domani ti ringrazierò. Ma stasera non ne ho la forza. Vai a casa, domattina starò meglio»
Amy sospirò rassegnata e si alzò «Va bene, signor Scamander. Ci vediamo domattina alle nove»
Uscita dall’ufficio Auror si diresse direttamente ai camini e da lì subito a casa, dove trovò ad aspettarla Newt, speranzoso. L’amico era ancora a riposo, sarebbe rientrato in missione anche lui la mattina seguente.
«Com’è andata? Sei dei nostri?»
«Sì, sono dei vostri ma tuo fratello è ancora arrabbiato. Mi ha dato del lei tutto il tempo, mi sembrava di essere tornata ad Hogwarts quando faceva il Prefetto perfetto. Spero che domani si comporti meglio perché non ho certo bisogno del suo fiato sul collo… ma cos’è questo odore?»
Newt sorrise, fiero «Ho cucinato!»
«Cosa?! Da quando sai cucinare?»
«Questa poca fiducia mi ferisce. Non sono un cuoco provetto ma quando ero piccolo mia madre mi insegnò qualche ricetta, soprattutto dolci. Oggi mi annoiavo qui in casa, sapevo saresti tornata di malumore quindi ho fatto la torta di carote. Ho pensato che potremmo metterci sul divano a mangiare e chiacchierare come facevamo ad Hogwarts, mi ricordo che ci aiutava a non pensare la sera prima di un test»
Amy gli sorrise grata e gli diede una pacca affettuosa sulla spalla «Sei il migliore amico migliore del mondo, te l’ho mai detto?»
 
La mattina seguente quando arrivò in ufficio Theseus trovò tutti gli altri già pronti ad aspettarlo. Amelia, per sottolineare la sua professionalità, aveva l’uniforme completa da Spezzaincantesimi, e nascondeva il nervosismo sorseggiando tè e chiacchierando con Newton.
«Buongiorno. Newton, ben tornato, come ti senti?» chiese al fratello.
«Sto bene, grazie. Sono contento di essere tornato»
«Non stento a crederci. Bene, la passaporta si attiverà tra due minuti, quindi tenetevi pronti» disse Theseus, estraendo dalla valigetta una vecchia sciarpa a righe «Dumbledore ci raggiungerà direttamente in Germania» aggiunse.
Gli occhi di Amelia si illuminarono al pensiero di rivedere il vecchio professore che tanto ammirava. Prese per un braccio Newt, che offrì galantemente l’altro a Tina facendola sorridere. Poi Tina toccò Wolf, che prese in mano l’altro lembo della sciarpa tenuta da Theseus, e in un momento il gruppo scomparve.
 
 
Da qualche parte nella Foresta Nera, Germania
 
Atterrarono dall’altra parte, tutti con grazia a parte Tina che fu costretta ad aggrapparsi a Newt per non cadere, facendolo arrossire come non mai.
«Merlino, che freddo!» esclamò Amy, il fiato che diventava subito vapore.
Wolf la guardò con aria saccente «In Germania fa freddo, signorina Prewett, avrebbe dovuto portarsi dietro una sciarpa. Comunque basta un semplice incantesimo per stare un po’ meglio» aggiunse, puntando la bacchetta contro la Spezzaincantesimi.
«Abbassa subito quella cosa!» gli disse lei, già in posizione di difesa. Wolf la guardò perplesso, lei scrollò le spalle «Non si sa mai. Non amo che mi si puntino le armi addosso, signor Wolf. So riscaldarmi anche da sola, grazie mille»
Suo malgrado, Theseus era ammirato. Certo, i meccanismi di difesa dell’amica scattavano facilmente a causa del trauma passato, ma almeno aveva degli ottimi riflessi. Forse aveva ragione a dirgli di non preoccuparsi per lei.
Uno schiocco li fece trasalire tutti, ma era solo Dumbledore.  
Il professore sorrise, calmo «Buongiorno, spero non mi stiate aspettando da molto. Signorina Prewett, è un piacere rivederla. Prego, le faccio vedere il posto»
Fu chiaro subito a tutti che lì dove Dumbledore stava indicando non c’era nessun palazzo, solo alberi a non finire. Amy però tirò fuori la bacchetta e picchiettò nell’aria, facendo tremolare una barriera magica.
«Interessante… professore, dice che è un Cerchio di Ginnungagap? Potrebbe esserci qualcosa nel terreno da cui trae la sua forza, bisognerà spostarlo prima di poterlo aprire. Poi, se non sento male, dietro c’è un cancello con un sigillo a nove rune. Giusto, professore?»
Dumbledore annuì «Penso di sì, signorina Prewett, e non escludo che ci siano altri incantesimi di protezione all’interno del palazzo. Ma facciamo le cose con ordine: vuole spostare lei il cerchio? Le consiglio di sollevarlo, ci sono meno rischi»
Amy s’inginocchiò per terra nell’erba fredda, appoggiò la bacchetta al suolo e cominciò a cantilenare. Ben presto una sottile linea di scintille uscì dalla punta e corse via veloce, disegnando il contorno di un enorme cerchio. La barriera magica si fece improvvisamente opaca e visibile e tremò forte quando il cerchio cominciò a pulsare e ad alzarsi, seguendo docilmente la bacchetta di Amy. Quando fu sufficientemente in alto, la ragazza lanciò un’occhiata al professore che subito brandì la bacchetta e con un colpo fermo distrusse la barriera: davanti agli occhi attoniti e ammirati del resto della squadra comparve un imponente palazzo con un portone in ferro battuto. Con un sospiro Amy lasciò ricadere il cerchio magico, poi si dedicò al cancello.
«Non avevo idea che uno Spezzaincantesimi potesse fare tutto questo» ammise sottovoce Tina a Newt.
«Generalmente finiscono per occuparsi di pacchi sospetti, ma questo è il lavoro per cui vengono istruiti. Amy sognava un’opportunità del genere da anni» la rispose Newt, sempre sottovoce per non disturbare la magia che andava compiendosi davanti ai loro occhi.
Amy toccò con la bacchetta una decorazione metallica del portone, che si tramutò in una bizzarra serratura con delle rune incise sopra. Dumbledore fece per avvicinarsi ma lei lo fermò con la mano libera. Le ci volle qualche minuto ma decifrò tutte e nove le rune, fece ancora qualche incantesimo e finalmente la serratura si sbloccò. Con un cigolio sinistro il cancello si aprì, rivelando un ingresso buio tutto in pietra nera. Amy si girò verso la squadra: era sudata per lo sforzo e tremava leggermente, ma con un sorrisetto fiero indicò la porta e disse «Benvenuti a casa Grindelwald, signori e signora»
 
Il palazzo era grande, freddo e deserto. I passi degli Auror riecheggiavano lugubri per i corridoi e le stanze dagli alti soffitti, le punte delle bacchette non illuminavano che fino a pochi metri più in là.
«Sembra di stare nelle viscere dell’inferno» commentò Theseus, prima di spedire in alto una palla luminosa, che non riscaldava ma almeno dava un po’ più di luce alle stanze.
«Ora, se trovate cose che non si aprono, rune che non riuscite a decifrare, fogli di pergamena srotolati ma senza nessuna scritta, chiamatemi. Non toccate niente finché non mi sarò assicurata che non sia pericoloso, d’accordo? Non voglio dovervi portare al San Mungo per riattaccare dita o orecchie» si raccomandò Amy.
C’era qualche trappola che fu disinnescata, in uno studio una scrivania dai cassetti sigillati che si rivelarono pieni di documenti importanti e una stanza chiusa a chiave che nemmeno gli sforzi congiunti di Amy e Dumbledore riuscirono ad aprire.
«Dev’essere magia familiare, per quella ci vuole un permesso speciale del Ministero o un membro della famiglia stessa» spiegò Amy infastidita.
«Chiederò qualche favore al Ministero di Berlino, allora. Spero non facciano delle storie, quando si parla di famiglie purosangue diventano ancora più rigidi» disse Wolf.
La loro attenzione fu richiamata da Tina, rimasta nello studio a esaminare i documenti «Ehi Wolf, c’è qualcosa sulla Maga Nera! Delle ricerche, sembra che Grindelwald abbia indagato su di lei»
«Chi è la Maga Nera?» chiese Amy.
«È una donna che abbiamo incontrato a Parigi, gli Auror francesi ci avevano detto che era solo una pazza appassionata di voodoo»
«Cosa se ne fa Grindelwald del voodoo? Professore, sa per caso se crede in questo genere di cose?» chiese Theseus.
Dumbledore scosse la testa «No, anzi: Gellert ha sempre trovato offensivo che i babbani fingessero di saper fare magie. Può darsi che questa Maga Nera sia una vera strega, forse una Magonò?»
«Questi appunti parlano di una famiglia Purosangue ma non ci sono nomi. Non capisco perché sia così importante per lui, però. Dovremmo tornare a interrogarla, quando ci ha detto di non conoscere Grindelwald stava mentendo, evidentemente» rifletté Tina.
«Ci sono delle foto?»
«No, solo schemi e mappe. Newt, tu hai trovato qualcosa?»
«Ci sono delle lettere mezze bruciate nel camino, una ha come mittente uno dei due maghi che mi hanno aggredito. Qui invece c’è un elenco di luoghi, alcuni sono in Inghilterra ma molti sono scritti in tedesco e non riesco a capire» rispose lui sollevando delle pergamene. Wolf gliele prese dalle mani e iniziò a leggere «Sono le ultime residenze conosciute di molti suoi ex alleati, probabilmente ha mandato loro le lettere per riconvocarli a sé. Alcuni però sono scritti in codice, una volta che li avremo decifrati questa lista ci sarà molto utile per farci un’idea di chi è dalla sua parte e dei luoghi dove potrebbero ospitarlo. Secondo voi si può fare qualcosa per le lettere bruciate? Per vedere chi ha risposto alla sua chiamata?»
«È difficile recuperare ciò che è stato bruciato, ma si può sempre provare. A Hogwarts abbiamo un laboratorio di pozioni ben fornito, forse qualcosa riuscirò a fare» rispose Dumbledore.
Il rumore di un’esplosione nella stanza accanto li fece sobbalzare ma furono subito raggiunti dalla voce di Amy, che tra un colpo di tosse e l’altro disse «Sto bene, sto bene, sto solo cercando di vincere contro questa maledetta porta»
«Amelia, ti prego, non farci saltare in aria proprio adesso» la redarguì Newt senza poter nascondere un sorrisetto «Datele un po’ di tempo e saprà come fare» aggiunse poi sottovoce al resto della squadra.
 
Quando finalmente terminarono le perquisizioni era ormai sera, e stanchezza e fame cominciavano a farsi sentire. Mentre riordinavano i documenti da portare al Ministero, Tina propose «Potremmo andare a bere qualcosa, una volta a Londra. Che ve ne pare? Così festeggiamo anche il ritorno di Newt nella squadra»
«Ehi, il mio arrivo non è abbastanza importante?» protestò Amy, seduta a gambe incrociate davanti alla porta alla quale non era riuscita a fare neanche un graffio.
«Tu non fai parte della squadra, Prewett, ricordatelo» l’ammonì Theseus, causando qualche secondo di gelo e imbarazzo generale.
«Però anch’io ho voglia di stare un po’ al calduccio da qualche parte, quindi approvo la tua idea, Goldstein. Newt, avete finito con le scatole?»
«Questa è l’ultima. Professore, ecco le lettere, o quel che ne resta» disse Newt porgendo a Dumbledore una busta piena di carta carbonizzata.
«Abbiamo preso tutto? Bene. Amelia, alzati da lì se non vuoi passare una notte all’addiaccio in Germania. Andiamo, su» comandò Theseus spingendo i suoi sottoposti fuori dal palazzo. Poi lo sigillò di nuovo e il gruppo si smaterializzò a Londra.
 
 
Al Grifone Sbilenco, Diagon Alley, Londra magica
Più tardi quella sera
 
L’atmosfera era calda e rumorosa dentro al pub e Tina era contenta di potersi finalmente rilassare un po’. Erano stati giorni pesanti, tra l’attacco a Newt e l’improvviso arrivo di sua sorella che l’aveva messa in cattiva luce con Theseus. Ora che Newt era tornato e l’indagine aveva fatto dei passi avanti però era bello avere una serata di relax e chiacchiere.
Newt era andato al bancone a prendere da bere e lei l’aveva accompagnato per stare un po’ con lui. Erano tutti un po’ alticci, tanto che Newt le stava praticamente tenendo la mano davanti a tutti e lei non si sentiva minimamente in imbarazzo (in ospedale era stato diverso, lui aveva rischiato di morire e lei era così sollevata che tenergli la mano era stato quasi un modo per convincersi che era veramente lì con lei). Le stava raccontando le ultime novità sulle creature: gli Snasetti erano sempre più incontenibili, persino per la loro mamma, c’era stata una nuova nidiata di Occamy e il Kelpie si era finalmente mostrato un po’ più cordiale nei suoi confronti.
«L’altro giorno sembrava che l’Erumpent fosse di nuovo in calore e mi è venuto subito in mente Jacob, l’aveva proprio conquistata!» rise Newt.
«Probabilmente gli avrebbe dato meno problemi di mia sorella! Poveretto, non vorrei davvero essere nei suoi panni. Queenie dice che è arrabbiatissimo»
Newt la guardò stupito «Hai parlato con Queenie?»
Tina si morse la lingua «Oh, maledetto vino elfico. Sì, lo ammetto, ci siamo scritte un paio di lettere. Principalmente io le ho scritto per sgridarla e lei per giustificarsi. Ti prego, non dirlo a tuo fratello»
Newt fece il gesto di chiudersi la bocca a chiave «Parola di Hufflepuff. Comunque non ti devi preoccupare per lui, gli passerà. Non è abituato alle cose che gli sfuggono, è un po’ maniaco del controllo. Poi, ora che si è aggiunta anche Amy…» aggiunse, dando un’occhiata alle sue spalle; rimasti al tavolo, Amy stava ancora spiegando nei dettagli le sue idee per sconfiggere la porta magica a Theseus, più ubriaco di tutti, che la ascoltava senza dar cenno di capire una sola parola.
«Credo che a mio fratello piaccia Amy» concluse Newt, con una naturalezza che sorprese Tina. Erano già a questo livello di confidenza?
“Segui il flusso, Tina” si disse, e guardò Newt con aria interessata «Ah sì?»
«Sì. Credo che gli piacesse anche quando eravamo a Hogwarts, una volta un ragazzo ha cercato di approfittarsi di lei e quando Theo l’ha scoperto l’ha buttato giù dalla scopa durante una partita di Quidditch; giuro, non l’ho mai più visto colpire un bolide con così tanta rabbia. Le faceva la corte, ma lo faceva nel modo sbagliato e lei non lo sopportava, lo trovava viscido e sgradevole. In più mi trattava male, e Amy è sempre stata un po’ chioccia» aggiunse ridacchiando.
«Adesso però vanno d’accordo»
«Sì, non so quando è successo. Siamo tornati dalla guerra e improvvisamente erano amiconi. Ma penso che lui provi qualcosa, ha avuto delle fidanzate ma non l’ho mai visto comportarsi con nessuna come fa con Amy. È un maniaco del controllo ma è soprattutto uno che ci tiene alle persone, si prenderebbe cura di tutti se potesse»
«Questo spiega molte cose, in effetti» considerò Tina «Ma lei?»
«Oh no, lei ha occhi e cuore solo per Collins. Siamo fedeli, noi Hufflepuff» aggiunse, lanciando a Tina un’occhiata ammiccante del tutto data dall’alcol.
«Fa caldo qui dentro, non trovi?» si lasciò sfuggire Tina, nervosa.
Newt non rispose, si limitò a continuare a guardarla sorridendo. Le si avvicinò ancora di più e alzò una mano per metterle a posto una ciocca di capelli, facendola allo stesso tempo arrossire e rabbrividire. Le accarezzò la guancia con delicatezza e attenzione, e lei inclinò il viso per accompagnare il movimento. Newt aveva la gola secca, Tina si sentiva il viso in fiamme ma non era importante.
«Due burrobirre e un calice di vino elfico! Scusate se vi ho fatti aspettare»
La voce del barista li fece sobbalzare e i due si allontanarono immediatamente, come se si fossero scottati. Col viso del colore dei capelli, Newt balbettò qualcosa dando i soldi al barista poi prese i drink per sé e per il fratello e tornò in fretta al tavolo, seguito da Tina ancor più imbarazzata di lui.
Al tavolo, Amy e Theseus provarono a far finta di non aver seguito la scena istante per istante, ma delle risatine mal soffocate li smascherarono subito. Persino Wolf, che aveva passato la serata a provarci con la vicina di tavolo, sogghignava.
«Beh, che dire» fece Amy alzando un bicchiere mezzo vuoto (l’ultimo, si appuntò mentalmente Newt, non doveva più permetterle di bere per quella sera e doveva ricordarsi di controllare se c’era ancora Pozione Postsbornia in casa per la mattina dopo) «Propongo un brindisi alla nostra squadra così… affiatata»
A Theseus per poco non uscì la burrobirra dal naso, incapace di trattenere ancora le risate. Tina si nascose dietro il suo calice di vino, desiderando ardentemente di sparire. Newt guardò male Amy, che in risposta gli rivolse il suo miglior sorriso da brava amica, poi scosse la testa sconsolato.
  
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