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Autore: Leatessa    21/01/2019    1 recensioni
POSTATO CAPITOLO 28
Dalla storia:
“Possibile che nella nostra famiglia, nessuno e sottolineo nessuno, sia in grado di comportarsi normalmente? Chi ha avuto questa idea? Io non intendo partecipare … non contate su di me …”.
Quelle furono le ultime parole famose di Albus Potter. Ovviamente, come giusto che fosse, prese parte all’iniziativa.
Quella domenica mattina, Rose lo buttò giù dal letto di malagrazia. Lo spinse sotto la doccia e tra una lamentela, un Merlino e un Salazar invocati a pieno Impeto riuscì a trascinarlo al villaggio.
-Lily, quindici anni di astuzia e prodigi, innamorata e senza freni darà inizio alla rivoluzione. Jim e Al aiuteranno il padre e la sua squadra di Auror nelle missioni più disperate. Il resto della combriccola sarà lì a dare una mano, l'amicizia riuscirà a tenerli tutti uniti?
La paura costringerà vecchi nemici e muovi amici a riunirsi ad uno stesso tavolo, per risolvere una serie di gialli che sconvolgeranno l'intero mondo magico!
Buona lettura...
{Capitoli:Prologo/Intro/Alla scoperta dei Black/Le disavventure di Lily&Tunia/La terrorista/Segreti di Famaglia/Le scelte sbagliate}
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Dursley, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'FORBIDDEN lOVE '
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CAPITOLO SEI

Albus, che solitamente il sabato mattina tendeva a non alzarsi dal letto meno che non fosse strettamente necessario, malediva suo padre in gigantese, per aver indetto un pranzo di famiglia. Era mezzogiorno. Avrebbe preferito restare lì a dormire, invece, un’infastidita Lily lo stava scuotendo come un sacco di patate. Con poco successo. "Non dovresti essere a Hogsmeade?" Le bofonchiò Albus tramortito, affondando la testa nel cuscino. "Io ero al paese. Ma non ti ho visto da nessuna parte e sono corsa fino a qui – prese fiato Lily - , siamo corse fino a qui!" Gli specificò sua sorella. Albus, alzò la testa dal cuscino per notare sulla soglia della porta, una timida Alice, indecisa se entrare o no nella stanza. "Entra pure Alice e scusa il disordine!" Si sorprese a dire Albus.

Alice era la migliore amica di Lily. Albus poteva affermare, con sicurezza, che la presenza della ragazza, nella sua vita, fosse un po' come avere una seconda sorella. Sempre presente e molto, molto silenziosa. Quasi quasi la preferiva a Lily. Alice entrò silenziosa affiancando la sua migliore amica, si guardò intorno spaesata e gli sorrise, arrossendo terribilmente all’altezza delle guance, notò Albus.
Albus si rese conto di essere braccato. Doveva alzarsi.

"Buon Godrif Al! Copriti! C'è Alice?" Albus, in boxer verde scuro, si vestì velocemente per poi chiudersi in bagno. Ma cosa aveva fatto di male?
Albus era pronto ad incontrare suo padre. In compagnia di due rosse, si apprestava, in clamoroso ritardo a raggiungere i tre manici di scopa. James e suo padre erano già lì. Da lontano sembrava stessero tranquillamente chiacchierando, Albus, notando lo sguardo di suo fratello, era certo che James stesse litigando con il padre. Di nuovo. James non faceva che litigare con tutti da quando Tessa l'aveva piantato, trasferendosi chi sa dove. James, secondo il parere di Albus, non aveva molta fortuna in amore. Non ne aveva affatto. Ed era strano. Al contrario di lui, che non aveva mai preso la faccenda seriamente e che si divertiva ad avere storie effimere con il gentil sesso, James era sempre stato un ragazzo serio, in quel senso. Nel corso della sua giovinezza aveva intrapreso due storie serie ed entrambe erano finite clamorosamente male. Albus era esterrefatto e tenendo in considerazione la sfiga di James aveva ben deciso che una relazione seria non era al caso suo. Forse non faceva neanche per James, si disse.

"I miei figli costantemente in ritardo" Harry Potter sorrise e abbracciò Albus poi in un impeto di gioia tirò su Lily per poi bloccarsi a metà opera affermando che forse Lily era troppo cresciuta per certe cose. Non che lui fosse invecchiato, chiariamoci. Albus seguì la sua famiglia, costatando per l'ennesima volta, di come sua madre non fosse presente.
Harry aveva prenotato la saletta privata al primo piano. Voleva avere, con i suoi figli, una conversazione privata. Non fidandosi, dopo essersi accomodati ed aver ordinato il pranzo, temporeggiò chiedendo di come se la passassero in quegli ultimi tempi e se avessero bisogno di qualcosa. Quando il pranzo fu servito, Harry, lanciò un muffiato e chiese ai suoi figli la massima attenzione. Doveva anche sbrigarsi. Hermione lo aspettava in ufficio.
"E' una cosa segretissima vero papà?" Harry, sorrise alla figlia chiedendole di poter parlare senza interruzioni. Lily, che non era di certo la tipa a cui piaceva fare silenzio, si impegnò moltissimo. Tenendosi le mani sulla bocca a mo di tappo. Sua figlia per quanto passassero gli anni, manteneva atteggiamenti tipici dei bambini che ad Harry facevano tenerezza. Sperava che Lily non crescesse mai. Desideri.
"E' una cosa importante ... Voglio premettere che le nostre vite potrebbero essere un po' scombussolate!" Inizio Harry, cercando di prendere tempo e studiando attentamente le reazioni dei figli. James, arrabbiatissimo con il mondo, aveva messo su quello sguardo stufo e scocciato, quello sguardo che a detta di Harry voleva dire solo una cosa: "Vai al sodo, siamo i tuoi figli, siamo abituati ad eventi bizzarri nella nostra famiglia!". Albus, attento, sembrava si fosse illuminato come se aspettasse quel giorno da un bel po' di tempo. Tanto tempo. Sua figlia Lily, muta, sorrideva sorniona come a dire: "Novità, finalmente ci divertiamo un po'!".
"Vedete é da un po' che ci stiamo preparando, politicamente, a questo passo!" Iniziò Harry. Prese fiato e continuò, convinto. "Nel mese di dicembre si terranno le elezioni ministeriali. Con l'appoggio di Hermione e del ex ministro, dopo averne parlato con vostra madre, mi sono candidato a Ministro della Magia. Lunedì ci sarà la prima conferenza stampa..."
"Ministro della magia?" L'unico dei suoi figli ad aver preso parola, interrompendolo, era stato Albus. James era troppo sbalordito dalla situazione e Lily, probabilmente, stava già macchinando qualcosa. "Si, Al. Cosa ne pensi?".
"É da anni che ci lavorate vero? Anni... E vieni a dircelo qualche giorno prima che lo sappia tutto il mondo magico? Ti interessa sul serio quello che pensiamo? O sono rimorsi di coscienza?" Suo figlio Albus, non aveva mai avuto peli sulla lingua. Harry si trovò d'accordo con lui. Perché non ne aveva parlato prima con i suoi figli?
Perché c'era troppo in ballo? Perché tutto quello che stava succedendo in Inghilterra, da mesi a quella parte, l'avevano messo nella condizione di accettare le pressioni del ministero? Perché Hermione aveva ragione? Il mondo magico stava nuovamente affrontando un periodo difficile e di avere uomini incompetenti a guidare il paese, proprio non potevano permetterselo? Per tutte quelle cose?
"Albus, non aggredire papà a quel modo. Credo ci sia altro. Qualcosa che non può dire. Si dia il caso però, che in accademia io abbia sentito qualcosa..." James, lo guardò. Aspettando che lui, Harry Potter, continuasse. Aspettando che raccontasse qualcosa. Lily non aveva detto una parola. Aspettava anche lei? "James ha ragione. Ma non posso ancora parlarne. Le informazioni in mio possesso sono insufficienti, più che altro resoconti di Teddy."
"Papà! Sei a capo degli Auror, come fai a non saperne nulla?" Lily, la sua bambina, vedeva il mondo con gli occhi della fanciullezza. Come poteva spiegarle tutta quella faccenda? Qualcosa che non capivano neanche loro? Come poteva dire a sua figlia, la dolce Lily, che la magia era in pericolo? "Lily, amore, saprai tutto a tempo debito. Va bene? Tornando alla candidatura, Garret O'Gallan é il mio rivale, ha molti sostenitori, soprattutto chi nel mondo magico, é stanco di vedermi in prima pagina". Ed erano tanti. Harry, si domandava, di continuo, come mai si trovasse in quella situazione. Cosa aveva per la testa? Avrebbe dovuto staccare, dedicarsi a Ginny. Viaggiare con lei, come si erano ripromessi anni prima. Invece era lì, ad un passo dalla carica più importante del Ministero magico. "O'Gallan dici? I suoi figli sono miei compagni di corso. Corvonero entrambi. Lei é stata con Scorpius l'anno passato!" Disse Albus, capendo con chi  aveva a che fare suo padre. Una famiglia di arrampicatori sociali. Brienna O'Gallan aveva torchiato Scorpius per mesi, sia prima che uscissero insieme sia dopo che lui l'aveva mollata per uscire con la Flint. "Sai Al, non ci frega granché delle ragazze che si porta a letto Malfoy!" Obbiettò sua figlia Lily, con tono irritato. "Lily! Che modi sono... Sei una signorinella!" Almeno Harry ci sperava. Sua figlia aveva quindici anni dopotutto, non poteva rallentare il corso degli eventi. Non poteva proprio.
Harry, spiegò per bene ai figli come si sarebbero svolti gli eventi. Dopo la conferenza stampa di lunedì, ne sarebbero seguite altre, dove con parsimonia avrebbe spiegato il suo piano politico. Nei primi di dicembre, in data ignota per il momento, tutti i maghi maggiorenni sarebbero stati chiamati alle urne. Hoqwarts avrebbe organizzato delle passaporte e gli studenti avrebbero avuto la priorità, in modo da non perdere le lezioni. "Tu e Lily, arriverete assieme. Resterete tutto il giorno e anche James. Il permesso per l'accademia verrà recapitato al più presto e Severa é stata già informata." Terminò Harry stanco. "Bene, sono le quattro. Per voi é meglio rientrare. James andiamo insieme a Londra?". Concluse Harry guardando l’orologio. Era in ritardo, Hermione e il suo fedele assistente Franz, lo stavano sicuramente aspettando.
Harry congedò i suoi figli accompagnandoli fino al portone di ingresso, smaterializzandosi a Londra subito dopo, con James.

 
***

James, non aveva molto da fare a Londra. Non aveva molto da fare in generale, per come la vedeva lui.
Gli esami all’accademia erano andati abbastanza bene: al primo test, aveva totalizzato punteggio pieno e anche la prova fisica non era andata tanto male; l’incontro con la psicomaga era stato un fiasco in compenso, la professoressa Flemonth, aveva intuito, dopo solo cinque minuti di colloquio, che James Potter era stato appena scaricato. James, che doveva sostenere la prova psicologica per entrare in accademia, sembrò scordarsene per tutto il tempo passato in compagnia della donna, parlandole a ruota libera dei suoi problemi sentimentali. Un fiasco totale, continuava a ripetersi James, dopo essere uscito dallo studio ed aver raggiunto i suoi compagni di sventura.

Il punteggio, per come la vedeva James, anzi, per come si era prefissato durante tutto il corso delle vacanze, era stato scarso. Era entrato in accademia per un soffio, ottantacinque punti totali e i cinque, erano di merito per aver preso il massimo del voto alla prima prova. James, insoddisfatto, aveva evitato di dirlo ai suoi ma, come spesso accadeva nella sua famiglia, la notizia era fuoriuscita dall’accademia e aveva girato di bocca in bocca, raggiungendo le orecchie dei suoi cugini nel reparto Auror del ministero e in seguito quelle della sua gigantesca famiglia. James, non ne poteva più, sempre a parlare di lui e dei suoi insuccessi.
Londra quella sera era molto silenziosa. James, che di stare nel mondo magico non ne aveva voglia, si diresse verso il primo locale babbano  che riuscì a scovare tra le viuzze di un quartiere al quanto appariscente, Camden Tawn.
Ordinò da bere un birra rossa. Tessa, che non amava in modo particolare il mondo babbano e, che sin da piccola aveva ripudiato le sue origini, per quanto la infastidisse frequentarlo, era consona portarlo a bere birra. La birra, caso strano, le piaceva. James le prime volte, l’aveva trovata aspra e poco invitante ma con il tempo aveva imparato ad apprezzare la bevanda babbana. La preferiva rossa e corposa e capitava che ne bevesse anche più del consentito. Tessa era solita portarlo a casa. Quella sera James era da solo, avrebbe dovuto bere con moderazione o non avrebbe saputo di certo come tornare a casa. Smaterializzarsi era impensabile e i camini babbani avevano il brutto vizio di non essere collegati con quelli magici. Una fregatura in somma, si ritrovò a pensare James mentre sorseggiava la sua seconda birra.
James, preso dai suoi pensieri, si soffermò ad osservare una strana coppia che con sguardo attento era entrata nel pub in quel preciso momento. Se non si fosse trovato in quel quartiere bizzarro, James avrebbe affermato con sicurezza, che quell’uomo e quella donna, fossero due maghi un po’ più grandi di lui. Ma, si trovava a Camden Tawn e, aveva imparato in quella lunga estate che lì avevano la strana usanza, le persone, di risultare bizzarre anche agli occhi di altri babbani. Smise di guardali, si alzò e dopo aver pagato, lasciò il locale.
 
“Credo fosse James Potter, quel ragazzo che è appena uscito dal locale!” Leda Applewhite, cerco di scorgere James dalla finestra del locale, quella che affacciava sulla strada ma il ragazzo che lei non conosceva, doveva già essersi smaterializzato. Il ragazzo di fronte a lei, invece, continuò chiedendole a che scopo si erano incontrati, di tutta fretta, quella sera. “Cyrus, sto partendo e anche di fretta. A te devo dirlo, nel caso qualcuno venga a cercarmi. Non fare quella faccia, non dovrebbe accorgersene nessuno.” Leda, osservò il fratello e gli porse delle chiavi. “Controlla casa ogni tanto e non dare nell’occhio, ti farò avere mie notizie al più presto!”.
Cyrus Applewhite, non aveva la minima idea di cosa Leda stesse combinando. Aveva perso il conto dei mesi e degli anni, aveva smesso di capirla e ora a soli ventinove anni, sua sorella continuava a metterlo nei guai come quando erano piccoli e lui copriva, le sue malefatte, con i genitori. Ma, da chi doveva coprire Leda? A questa domanda Cyrus non sapeva dare una risposta. “Leda!” Cyrus, voleva farle innumerevoli domande, voleva sapere cosa cercava, perché cercava ma, rimase zitto. Afferrò le chiavi che Leda gli porgeva e se le mise in tasca.  In silenzio.
Leda, sua sorella, era una bellissima ragazza per quello che credeva Cyrus. Aveva qualche anno meno di lui e hai tempi della scuola, era corteggiatissima. Leda, assomigliava in modo incredibile alla madre. Era alta con lunghi capelli biondo – rossicci; al contrario di lui che aveva ereditato la chioma folta e corvina del padre. Avevano gli stessi occhi, azzurri, limpidi, trasparenti ma, in quella trasparenza, lui, non riusciva a scorgere nessun segreto della sorella. Leda si alzò e salutò suo fratello, baciandoli una guancia e passandogli una mano in quell’ammasso di capelli corvini, promettendoli che presto si sarebbero rivisti. Leda non aveva idea di quanto presto. Non aveva idea di nulla. Il suo unico pensiero, in quella notte di ottobre, era raggiungere la Francia e non perdere per nessuna ragione al mondo, la pista che stava seguendo. Ne andava della sua vita, si ripeteva come un mantra. Della sua vita.
Cyrus Applewhite, rientrato a lavoro, scombussolato e rammarico di non poter essere d’aiuto alla sorella, osservò, nascosto dietro un pilastro, una Lily Potter – frettolosa – dirigersi verso i sotterranei. Cyrus, per quanto fosse un professore, amato dagli studenti, quella notte, lasciò correre. Fece finta di nulla e rientrò nei suoi alloggi. Appena fosse stato abbastanza sicuro che la scomparsa di Leda era passata del tutto inosservata, sarebbe andato nel suo appartamento. Qualsiasi cosa Leda nascondesse, era lì che l’avrebbe trovata.

 
                                                                                           ***

Lily – frettolosa -  non aveva notato il professore di trasfigurazione. Correva verso i sotterranei, dove lei e Rose, di buona lena, stavano lavorando alla pozione. Lavorare con Rose, si trovò a pensare a Lily, era da malati. Sua cugina, aveva degli orari rigidi da rispettare e non si poteva mai, proprio mai arrivare in ritardo. Albus e Malfoy che, per due sere di fila avevano fatto tardi, erano stati esonerati dal caparbio compito di assistenti fino a data da destinarsi. Lily, ne era contenta, non vedeva Malfoy da giorni e questo le migliorava l’umore, per come la vedeva lei. Raggiunta la stanza, Lily non vi trovò nessuno. Guardò l’orologio. Era al quanto strano, lei, era stata puntualissima perciò non si spiegava perché dell’assenza di Rose.
Diede un’occhiata alla pozione, per poi eseguire alla lettera quello che Rose aveva appuntato sul bloc-notes. Il lavoro stava procedendo parecchio bene. Lily, a stare da sola, si annoiava parecchio. Dopo più di mezzora iniziava a preoccuparsi per l’assenza della cugina. Che le fosse successo qualcosa? Lily, in realtà, non fece in tempo a preoccuparsi perché in quello stesso momento Malfoy entrò nella stanza, composto e distinto, come suo solito, con un leggero colorito rossastro sulle guance. Che avesse corso? Non che a lei interessasse, specifichiamo.

Scorpius, aveva corso. Scorpius, correva quasi mai. Stava odiando Rose in quell’istante. Lui e Lily, si guardarono a lungo, la ragazza era indecisa se chiederli perché della sua presenza o dove si fosse cacciata Rose. Non per forza in quell’ordine. Scorpius per confermare la sua tesi, disse che Rose era tornata tardi dall’appuntamento con Marckus e aveva mandato lui a visionare la pozione. Evitò astutamente di dire, che Rose, gli aveva anche chiesto di far compagnia alla cugina, sapendo quanto poco amasse stare sola e senza niente da fare.

Da quando Albus gli aveva fatto la fatidica domanda, lui, Scorpius, aveva evitato la compagnia di Lily il più possibile. Non voleva far insospettire il suo migliore amico. Insospettire di nulla, ovviamente, dato che a lui non è che piacesse Lily in quel senso. Certo nell’ultimo periodo la trovava più simpatica e meno capricciosa del solito ma non voleva significare nulla! Non significa che era caduto ai piedi della Potter. Mai!
Scorpius e Lily, passarono così due ore della loro vita: in silenzio ed osservando la pozione; Lily, poco prima che scoccasse la mezzanotte aggiunse nel calderone due crine di unicorno, mescolo per bene e infine disse che per quella sera avevano finito. Stare in compagnia di Malfoy, per Lily, era uno strazio. Alle volte capitava che parlassero per ore, altre di non dire una parola per delle ore. Con quel ragazzo non c’era una via di mezzo e Lily, trovava quell’atteggiamento alquanto irritante.
Scorpius, seguì Lily, sigillò la stanza e si offrì di accompagnarla in sala comune. “Non scomodarti Malfoy! Conosco la strada!”. Lily, non aveva nessuna buona ragione per rifiutare. In cuor suo però quella richiesta l’aveva agitata. Ogni volta che Malfoy le proponeva qualcosa, per un nano di secondo le mancava il respiro. Lily non si spiegava come ciò potesse accadere. Lei, da anni, odiava quel ragazzo. Durante l’estate, per una serie di disparati eventi, quel sentimento era andato via via scemando. Se non poteva più affermare con certezza di detestarlo almeno, in cuor suo, poteva essere certa che il suo atteggiamento la infastidisse; quel suo essere scostante dava a Lily l’impressione che Malfoy si prendesse perennemente gioco di lei. Molto più che gli anni precedenti.
Quella sera, invece, Lily, ebbe la sensazione che il respiro le mancasse per una buona ragione. Perché era Malfoy. E non lo odiava quasi più. O almeno, lo odiava molto meno di prima, si disse.

Lily, l’aveva lasciato lì. Dopo aver rifiutato la sua cortesia, era scappata via di corsa, come se si fosse ricordata di una cosa molto importante. Scorpius, shoccato, si rese conto che un istinto innato, che non sapeva di avere, lo stava spronando a seguirla. Di corsa. Non lo fece.
Non avrebbe seguito Lily Potter.
Mentre rientrava nella sala comune, quello stesso istinto, che aveva scoperto di avere poco prima, gli disse – come una coscienza – che ogni lasciata era persa. E lui quella sera aveva perso?
Albus e Tarquin, erano lì, in sala comune. Albus, osservava con attenzione la mappa del malandrino. “Avresti potuto accompagnare Lily!” si sentì dire Scorpius, da un Albus irritato che stava ripiegando la mappa per metterla via. “La strada la conosce!”. Non aveva nessuna voglia di litigare con Albus. Non per Lily.
 
Lily Potter, quella sera, aveva fatto una scoperta. Non aveva ancora ben capito la portata di tale novità ma, agitata, si apprestava a coricarsi. Raccomandandosi, di non parlarne con nessuno. Forse, con Alice se solo non l’avesse giudicata negativamente, ovviamente.
   
 
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