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Autore: Stella cadente    22/01/2019    2 recensioni
Hogwarts, 2048: dopo la Seconda Guerra Magica e una lunga ricostruzione, la Scuola di Magia e Stregoneria è di nuovo un luogo sicuro, dove gli studenti sono alle prese con incantesimi, duelli con compagni particolarmente odiosi, le loro amicizie e i loro amori – come qualunque giovane mago o strega.
Ma Hogwarts cova ancora dei segreti tra le sue mura; qualcosa di nascosto incombe di nuovo sul mondo magico e sulla scuola, per far tornare un conto in sospeso rimasto sepolto da anni...
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«Che cosa gli è successo?»
Il Preside sospirò.
«Anni fa, Black era Preside, ma... ben presto fu chiaro a tutti quale fosse la sua reale intenzione. Non voleva fortificare Hogwarts, bensì renderla più intollerante. Tutti noi insegnanti abbiamo temuto, finora, che tornasse. Io l’ho sconfitto ed esiliato, ed io l’ho privato di quello che era il suo posto. Un posto ambito, e soprattutto influente.»
[...]
«Ascoltami, Elsa» riprese, con tono cupo. «Fa’ attenzione, soprattutto al tuo potere. C’è bellezza in esso, ma anche un grande pericolo.»
Pausa.
«Ricorda», aggiunse, «la paura sarà tua nemica.»
Genere: Dark, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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27.
 
 
«Che cosa può volere quel mago da Merman?»
«Non lo so, ma ci scommetto quello che vuoi che l’uccisione della Goddess ha un significato in tutto questo; come un avvertimento, o qualcosa del genere.»
«E se dipendesse da Elsa?»
«No, di sicuro c’entra qualcuno di Serpeverde.»
Come era prevedibile, nella Sala Comune di Grifondoro nessuno aveva intenzione di dormire: tutti erano radunati vicino al camino – chi seduto per terra, chi comodamente messo sul divano o sulle poltrone – a fare supposizioni. Merida e Anna si lanciarono uno sguardo di sfuggita; sguardo che non passò inosservato ai  compagni. «Anna» fece Ercole, «potrebbe entrarci qualcosa tua sorella?»
«Sì, Anna» rincarò Jehan. «A questo punto devi dircelo.»
La ragazza sentì che il cuore le batteva a mille. «Io...» balbettò. «Sì, Elsa è coinvolta. Ma non è come pensate. Lei è buona...»
«Davvero?» Chiese Febo, senza cattiveria. «Ed è stata lei ad uccidere Eris?»
È stata lei ad uccidere Eris?
Quella frase rimbombò dolorosa nelle orecchie di Anna, che ammutolì di botto.
«D'accordo ragazzi» intervenne Merida, facendo da scudo all'amica col suo corpo. «È evidente che ad Anna non fa piacere parlare di questa cosa» disse, risoluta. «Quindi vi sarei grata se non la assillaste con le vostre domande. Noi per prime siamo coinvolte, quindi vi diremo tutto quello che sappiamo. È una promessa.»
Come sempre, le sue parole avevano zittito tutti. «Dal momento che Merman ha avvisato tutta la scuola, è chiaro che siamo tenuti a combattere, nessuno escluso» proseguì. «Ed è quello che faremo. O sbaglio?»
«Non sbagli» fu Febo il primo a parlare. «Ma converrai con me che solo sapendo cosa è successo capiremmo come fare» ragionò. «Altrimenti non avremmo mai neanche un punto di partenza.»
«Febo ha ragione» prese parola Philip. «Non potremmo mai farcela a contrastare Pitch Black, se non sappiamo tutta la storia. Merman non ci ha detto per cosa esattamente si stia avvicinando ad Hogwarts, e la cosa è molto sospetta.»
«Dovremmo parlare con Elsa» intervenne Esmeralda, decisa. «È l'unico modo.»
«Ci abbiamo provato per tutto il trimestre» sospirò però Merida. «Ma non c’è modo di cavarne qualcosa. Elsa non» sospirò, poi riprese, «Non riesce a ricordare niente. Tutto quello che sappiamo è che deve essere tenuta al sicuro.»  Tacque per un attimo, poi concluse: «Perché Black ha lei come obiettivo.»
Quella frase rese il silenzio teso e pesante. I Grifondoro si guardarono gli uni gli altri, senza sapere cosa dire. Fu allora che Anna fece un passo avanti e disse: «Mia sorella ha ucciso Eris Goddess.»
Tutti presero a fissarla allibiti, compresa Merida; ma la ragazza non si perse d'animo e proseguì. «Eris è stata trovata con del ghiaccio nel cuore, vicino alla Stanza delle Necessità. E, lo confermo: Elsa non riesce a ricordare niente, come ha detto Merida. È da quando è tornata ad Hogwarts, dopo la sua fuga, che sembra che alcune informazioni siano oscurate dalla sua stessa memoria.»
«Che vuoi dire?» chiese Esmeralda, ansiosa.
«Quando l'abbiamo ritrovata nella foresta, era vicino ad un palazzo di ghiaccio. Era stata proprio lei a crearlo. Aveva della brina scura su tutto il corpo, che è sparita solo con la Pozione Rivitalizzante. Dopo, però, non si ricordava niente di quello che era successo. Quella brina» fece una pausa, «Non era normale. Vedevo che anche Merman era preoccupato. Penso che...» e qui indugiò di nuovo, ma poi riprese. «Penso – anche Merman pensa – che Elsa sia sotto incantesimo» concluse, sotto lo sguardo stupito di tutti.
«Credo che ci sia anche un'altra persona ad essere osservata» disse ancora Philip. «Aurora Gold, una ragazza di Tassorosso. Mi ha mostrato un oggetto magico molto raro, da cui però abbiamo appreso che qualcuno la vuole per un altro scopo, evidentemente. Una minaccia incombe anche su di lei.»
«Gli elementi ci sono tutti» fece Merida. «È arrivato il momento di fare qualcosa.»
Fuori imperversava una tempesta, e i ragazzi sentirono come se quella tempesta si abbattesse su tutti loro.
 
 
*
 
Nella Sala Comune di Tassorosso il clima non era affatto diverso. C'era chi era andato subito a dormire, riflettendo sulle parole di Merman; ma c'era anche chi si era radunato vicino al caminetto, seduto sul tappeto giallo canarino che accoglieva i riverberi delle fiamme. Tra questi, Kristoff, Aurora e Quentin sembravano i più angosciati. Perfino le piante che adornavano la Sala Comune sembravano avvizzite, come se fossero preda della stessa inquietudine che serpeggiava tra gli studenti.
«È davvero tutto troppo strano» diceva Kristoff, percorrendo l'area della stanza con lunghe falcate. «Insomma, prima Elsa scappa da scuola, Merman la prende sotto protezione per un motivo inspiegabile e poi salta fuori che un mago oscuro vuole tornare ad Hogwarts?»
«Si chiama Pitch Black, Kristoff» lo corresse Aurora.
«È uguale!» sbottò il ragazzo. Era fuori di sé; Anna gli aveva raccontato che Elsa aveva poteri sul ghiaccio, e gli era sembrato giusto ometterlo, perché in fin dei conti non sapeva quanti dei suoi compagni ne fossero a conoscenza... eppure sentiva che ormai tutto quello doveva venire a galla. E che forse per alcuni lo aveva già fatto. «Fra l'altro, non c'è scritto da nessuna parte di questo mago, e neanche i professori ci hanno mai detto niente. Io non ne so niente. Come facciamo a combattere contro qualcosa che neanche conosciamo?»
«Kristoff» lo riprese di nuovo Aurora, con gentilezza. «Non lo conosci perché sei nato in una famiglia babbana. Ma tra i maghi è abbastanza noto. Nessuno ha mai capito molto a riguardo, neanche gli Auror, per dire la verità. Così siamo giunti alla conclusione che Pitch Black sia più uno pseudonimo: per questo motivo non viene menzionato, nei libri di Storia della Magia. L’originario è stato Preside di Hogwarts, un tempo… ma parliamo di secoli fa; forse il mago di cui parla Merman ne ha preso solo il nome» disse. Si fermò per un istante, riflettendo ad alta voce. «Ogni tanto compare qualcuno con quel nome, ma non credo si tratti della stessa persona in tutti i casi. Comunque adesso, chiunque egli sia, sta osservando anche me.»
«Che cosa?» si intromise Quentin, agitato.
Aurora serrò le labbra, poi disse: «mi è stato rubato un oggetto magico a cui tenevo moltissimo, e precedentemente è stato usato perché qualcuno guardasse quello che facevo. Ora che ci penso, credo che non fosse un caso che mi sia stato inviato per posta. E forse il mittente non è quello che credevo...»
Kristoff era impietrito; il rimbombare di un tuono lo fece sobbalzare leggermente, riscuotendosi dai suoi pensieri. «Avete sentito cosa ha detto Merman, comunque» fece, con decisione. «Vuole che siamo tutti preparati. Penso che sia arrivato il momento di unire la scuola, e combattere.»
Aurora si morse un labbro, perplessa e ansiosa: sembrava orripilata dall'idea di usare la forza per ottenere qualcosa. «Combattere?» ripeté infatti.
«Sì, Aurora» aggiunse Quentin, la voce gentile che tremolava leggermente. «Ormai temo non ci resti altro da fare.»
«Domani parlerò con Anna, mettendomi d'accordo con i Grifondoro» affermò Kristoff. «E per quanto riguarda i Serpeverde...»
«Ci penserò io» terminò Quentin. «Parlerò con Megara e vedrò che posso fare.»
«Ed Elsa?» ricordò Aurora, apprensiva.
«Merman si sta occupando di lei» disse Kristoff. «Anna mi ha raccontato tutto, stamattina. Pare che Pitch Black l’abbia presa di mira, ma è in buone mani. Almeno spero.»
Quelle parole restarono ad aleggiare nel silenzio, accompagnate solo dal crepitare del fuoco nel caminetto. Tra i Tassorosso regnava un mutismo quasi inquietante.
«Nonostante questo, un piccolo aiuto non sarebbe male» proseguì poi. «Perciò... Non c'è proprio nessuno che la conosca meglio?» diede voce ai suoi pensieri, con tono urgente. «O qualcuno che se la sente di scoprire di più?»
«Ci proverò io» si sentì una voce. Una ragazza con dei lunghissimi capelli biondi si fece avanti, un lampo determinato a guizzare negli occhi verdi.
«Chi è?» mormorò il ragazzo, diretto ad Aurora.
«Kristoff» lo ammonì l’amica, con una gomitata. «È Lily Corona» disse, prendendolo da parte. «Ti ricordi? Quella ragazza che è arrivata l'anno scorso da Beauxbaton; doveva essere smistata in Corvonero, ma all'ultimo momento ha scelto Tassorosso.»
«Quella strana?» chiese, senza troppi complimenti, spalancando un po' gli occhi. Aurora sospirò, ma sapeva che il suo amico non era l'unico ad aver mostrato perplessità: tutti quanti, in realtà, erano rimasti ammutoliti nel sentire che proprio lei aveva detto una cosa simile. E neanche lei stessa si fidava totalmente di quella ragazza: era troppo... beh, sì, strana.
Non sapeva neanche chi fosse esattamente; si faceva chiamare Lily, ma tutti i membri della Casa Tassorosso sapevano che non era il suo vero nome.
«Sì» annuì lei, di malavoglia – non le piaceva dire cose brutte di altre persone. «Ma hai sentito Merman, dobbiamo essere tutti uniti.» Fece una pausa. «D'accordo» disse poi, rivolgendosi a Lily, «cosa sai di Elsa?»
«Oh, grazie!» esclamò però la ragazza; probabilmente non l'aveva neanche ascoltata, perché l'aveva subito abbracciata di slancio. «Non ve ne pentirete! Sapete, conosco qualcuno di Corvonero che potrebbe sapere di più. Ho molti amici in quella Casa e potrei aiutarvi con la faccenda di Elsa. In fin dei conti ci sarà una pista da seguire, no?» fece, con un gran sorriso. Sembrava così entusiasta di essere stata coinvolta dai suoi compagni… Aurora si chiese come facesse ad essere così solare; perfino lei faticava a restare positiva in quel momento così buio.
Probabilmente era proprio di persone come Lily che c'era bisogno, ma nessuno lo avrebbe mai ammesso.
 
 
*
 
 
Megara si sentiva sola come non mai, in mezzo alle ipotesi dei suoi compagni, nella Sala Comune di Serpeverde. Lei, che per prima era coinvolta, si asteneva da ogni dialogo: non aveva voglia di parlare di quello che era successo, quando sapeva che proprio tra i suoi compagni di Casa si celava il colpevole di tutto ciò – o almeno il complice. Mentre i ragazzi parlavano agitati per la morte di Eris, aveva notato che c’erano altre persone che, come lei, stavano in silenzio in un angolo: Claude Frollo e Hans Westergård.
Melicent non c’era. Era andata subito al dormitorio, e nessuno, ovviamente, ci aveva trovato niente di strano; a Meg ribolliva il sangue all’idea che i suoi sospetti potessero essere veri e che quella ragazza – non riconosceva più un’amica in lei, ormai – non avesse il minimo senso di colpa.
E se uccidesse qualcun altro?
Era evidente che l’oscurità camminava tra di loro. E lei aveva bisogno di far sì che questo non accadesse, anche se non sapeva come: negli anni, aveva imparato che i Serpeverde erano un gruppo variegato e che la sua Casa radunava sotto uno stesso stemma persone molto diverse. Era pressoché impossibile conciliare le idee di tutti. E poi Merman aveva detto, poco prima, che avrebbe voluto che tutta la scuola combattesse contro il nemico: come allearsi con i Grifondoro senza che si creassero discussioni?
Sospirò: doveva pur tentare qualcosa. Era l’unica che poteva unire i Serpeverde sotto un obiettivo comune.
Decise di cominciare da Hans; così, sicura che nessuno l’avrebbe notata, si alzò e raggiunse il ragazzo. Guardava le acque del Lago Nero agitate dalla tempesta che si andava alzando, sovrappensiero; quasi non si accorse della sua presenza, finché lei non esordì con un  neutro «ciao».
«Ciao» le rispose poi, con lo stesso tono piatto. Per un attimo Meg si sentì in imbarazzo: sembrava che Hans non avesse nessuna voglia di parlare con lei. Era come se avesse altri pensieri per la testa; per un attimo, la sensazione che anche lui avesse contribuito a far avvicinare Pitch Black ad Hogwarts la sfiorò con le sue dita sinistre.
«Senti, non mi piace girare intorno alle cose, per cui...» cominciò. «Eri qui quando è successo, vero?»
Il ragazzo annuì: appariva in qualche modo spento, preoccupato. Ed era maledettamente teso. Non alzava gli occhi su di lei; Megara lo conosceva poco di persona, ma dalla fama che aveva a scuola non avrebbe mai detto potesse comportarsi in quel modo, come un bambino spaventato.
A quel punto capì.
«Tu» disse, dopo un profondo sospiro, «conosci di più su questa storia.» Sembrava più un’affermazione che una domanda, ma ebbe comunque l’effetto sperato: Hans sollevò i suoi occhi verde-nocciola su di lei, guardandola in modo indecifrabile.
Poi le disse qualcosa di inaspettato.
«Domani mattina, dopo Pozioni, nella Foresta Proibita. Se sei riuscita a capire qualcosa in tutto questo tempo che corri dietro ad Elsa Arendelle, quello che ti dirò non ti stupirà» fece, serissimo.
«D’accordo» rispose lei.
Si allontanò e, al riparo da sguardi indiscreti, si sollevò la manica del maglione; sotto la sua pelle, dei segni scuri, come fatti d’inchiostro, stavano prendendo forma. Era da quella volta che avevano cominciato a comparire, e adesso diventavano sempre più fitti. Tutto ciò la preoccupava e la rendeva ansiosa.
Sospirò. Non si fidava di Hans, ma aveva capito che scoprire quale fosse la verità era più importante di ogni altra cosa.
Inconsapevolmente, tutta la scuola si preparava a contrastare la magia oscura, mentre tra i Corvonero regnava il silenzio.
 




 
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Ciao a tutti!
Ho visto un aumento di recensioni, in questi giorni, e ve ne sono davvero grata; state contribuendo a far crescere questa lunga, difficile storia, e mi ci voleva, visto che non ho – come già detto – un rapporto facile con questa fic. Sono sempre stata piena di intoppi, idee che si accavallavano l’una sull’altra e non riuscivano a prendere una forma, e io mi sentivo smarrita. È anche grazie al vostro supporto se ora sono “tornata nei binari”. GRAZIE.
Venendo a noi, siamo ad un punto di svolta, ma le alleanze che si stanno formando sembrano buone. I Grifondoro e i Tassorosso cominciano a mobilitarsi, mentre i misteriosi Serpeverde si trovano divisi. È un capitolo transitorio, questo, ma fondamentale. Spero tanto vi sia piaciuto 😊
Alla prossima,
Stella cadente

PS: avete riconosciuto Lily, vero?



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«In fin dei conti ci sarà una pista da seguire, no?» fece, con un gran sorriso.
  
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