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Autore: _Atlas_    23/01/2019    3 recensioni
A volte non serviva a niente rifugiarsi in laboratorio, i pensieri si aggrovigliavano tra loro negandogli la lucidità e l'ansia prendeva a tormentarlo senza lasciargli scampo.
A volte, da solo, pensava di non farcela.

Raccolta incentrata su alcuni temi importanti della vita di Tony Stark, con la presenza di personaggi fondamentali per il suo percorso.
[Dal post-Iron Man 3 ad Avengers: Endgame]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Demons'
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3.

Drowning







Il jet decollò non appena l'ultimo raggio di sole scomparve dietro le colline all'orizzonte, lasciando spazio a un'incantevole ora blu sulla costa californiana.
Dal finestrino Tony osservava il panorama in scala sempre più ridotta, fino a vederlo diventare un'enorme distesa abbagliante di luci artificiali. Da quella visione notturna scaturì una crescente malinconia che abbracciò interamente il suo corpo in una morsa gelida.
Rimase immobile intrappolato tra i braccioli del sedile, senza sentirsi in realtà turbato, ma solo tristemente consapevole che le sue azioni lo avevano infine condotto inesorabilmente verso la sconfitta.
Le sue paure avevano vinto Ultron e Ultron stesso ne aveva generate altre, mettendolo a nudo di fronte a una realtà che non sarebbe mai stato in grado di fronteggiare, nè controllare davvero.
Semplicemente, il suo mostro personale era troppo grande per poter essere annientato con il suo ingegno, e accettarlo come parte integrante di sè era una mossa ancora troppo difficile da mettere in atto.
Chiudersi in sè stesso, invece, gli riusciva ancora piuttosto bene e chiudere fuori gli altri dalla gabbia ossessiva che lui stesso aveva creato, negli ultimi tempi si era rivelato ancora più semplice.
Pepper era l'unica a cui era concesso oltrepassare quelle sbarre, ma solo di rado era riuscito ad accettarne i consigli e a metterli in pratica; erano poche le volte in cui si apriva con lei, ma non sapeva spiegarsi quando, nè il perchè qualcosa si fosse all'improvviso incrinato nel loro rapporto.
Probabilmente – anzi, ne era più che certo – la colpa era da attribuire a sè stesso, a quel giorno lontano in cui si era sottratto al suo sguardo per rincorrere le proprie angosce e in cui aveva deciso di chiudere definitivamente la porta della sua gabbia buttandone via la chiave.
L'aveva persa in quel momento, solo che era stato troppo occupato per rendersene conto.
Si erano abbracciati un'ultima volta pochi giorni prima, e poi l'aveva lasciata andare senza nemmeno provare a trattenerla; non la meritava, di questo era sempre stato consapevole.

Si portò le mani al volto e con le dita si strofinò le palpebre per alleviare il mal di testa che si portava dietro da giorni. Alla fine aveva deciso di lasciare Malibu per qualche tempo, sperando che l'energia caotica di New York potesse indirizzare i suoi pensieri verso mete meno dolorose e magari fare ritorno a casa quando avrebbe avuto la certezza di poter sistemare le cose.
L'altra faccia di New York, quella con le strade ridotte a campi di battaglia e con un portale alieno sulla testa, gli faceva ancora paura. Era stato in grado di sconfiggere il panico grazie ai consigli di Bruce e alla vicinanza di Pepper, ma concentrarsi sul proprio respiro non gli dava ancora il potere di distoglierlo del tutto dai suoi pensieri; il ricordo di quel giorno si confondeva con quello ancora fresco della Sokovia, doloroso e per certi versi più invadente.
Non riusciva ancora a credere come tutto si fosse concluso in un enorme disastro, per lo più accaduto per causa sua e per una sua distrazione; avrebbe voluto parlarne con Bruce, dirgli ciò che non aveva voluto ascoltare prima che scomparisse dai loro radar, parlare di quella maledetta visione che continuava a tormentarlo e infine scusarsi per averlo trascinato in quel progetto futuristico su cui lui lo aveva messo in guardia più di una volta.
Sì, New York avrebbe riportato a galla le ombre più scure della sua coscienza, ma forse mettersi a confronto con esse avrebbe fatto sorgere in lui nuove consapevolezze.

Posò nuovamente gli occhi sul finestrino incontrando il suo riflesso provato dalla stanchezza, riconoscendosi appena in quello sguardo privo di qualsiasi luce.
Abbassò le palpebre, aggrappandosi al rumore del suo respiro per evitare che altri pensieri si sovrapponessero tra loro, ma tanto sapeva che sarebbe stato inutile e che presto o tardi sarebbero tornati a fargli visita. Un portale, le grida delle vittime, i corpi delle persone che temeva di perdere, Ultron, poco importava con quale forma si sarebbero manifestati. Sarebbero tornati e ancora una volta lo avrebbero sommerso.
Liberò un lungo sospiro e per un istante ebbe la sensazione che i suoi polmoni si fossero alleggeriti, una piacevole e vaga illusione che presto sarebbe scomparsa, riportandolo alla realtà.
Tornò a puntare lo sguardo sul panorama notturno, perdendosi nel buio dei suoi pensieri.
Il jet continuò il suo viaggio verso New York, attraversando con rapidità la distesa di luci che illuminava il continente.







NdA
Buondì :D
Torno ad importunarvi con un capitolo un po' diverso dai precedenti e che in teoria avrei dovuto pubblicare più avanti. Dopo mooolti ripensamenti, ho deciso di inserirlo adesso nella raccolta per un motivo che poi capirete :P
Dunque, Tony è da solo - zan zan - e questo dovrebbe spiegare il perchè del titolo.
Considero il post Age of Ultron abbastanza tragico per lui, un momento di "sconfitta" che non intende condividere con terzi e che un po' spiega le sue condizioni all'inizio di Civil War. 
E a questo proposito, ci tengo a indirizzarvi alla raccolta Lost in Translation di _Lightning_, che ha colmato i vuoti del mio headcanon su questo argomento (unica differenza: nella mia versione è Pepper a chiedere la "pausa" a Tony) <3

Bien, è tutto :)
Grazie a chi continua a seguire la raccolta, spero che anche il seguito possa piacervi :)
E' probabile che i prossimi capitoli arriveranno un po' in ritardo, ho finito quelli pronti e la mia ispirazione è una grandissima stronza birichina :')
Un bacione e alla prossima,

_Atlas_
   
 
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