Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: daphtrvnks_    23/01/2019    1 recensioni
... - un dolore acuto e profondo si espanse per tutto il suo candido collo, esso imbrattato poi dal liquido cremisi del suo stesso sangue. Si sentì morire mentre i battiti del suo cuore aumentavano e le gambe diventavano molli, le dita esili delle sue mani, dalla bellezza pura come facessero parte di un quadro, si contorsero. -
.... -Quanti contrasti in un solo essere, luce e tenebre in un'unica persona. Qualcosa le era sfuggita alla vista ma la notò solo successivamente; dei bianchi guanti alle mani. 
'So cosa pensate, il mio nome è Kim Taehyung e sì, non appartengo a questo secolo.' -
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La luna era alta nel cielo, illuminava con il suo intenso bagliore le distese incolte di grano e i sentieri sterrati. 
Le fronde dei pini e salici si muovevano in armonia come in una danza senza musica, la folata soffiava tranquilla e il galoppare dei destrieri li conduceva verso Roma.
Lo stato pontificio con le sue arti li affascinava e i mantelli svolazzavano durante la cavalcata. 

Seokjin si lasciava cullare dalla brezza di luglio ascoltando attentamente le parole del suo compagno che nel suo abito seicentesco svettava in bellezza; un rosso vermiglio dai bottoni dorati e catenelle che avvolgevano il suo collo pallido.
L'accento che seguiva in ogni sua frase, del nord, lo affascinava, il francese che usavano per comunicare rendeva magica l'atmosfera. 

'Non siete mai stato nella Vestfalia? '

Egli scosse il capo lasciando che la frangia scura divisa in due parti venisse tirata indietro dal soffio della natura.
Si stagliava in lontananza la città, nelle sue costruzioni romane e nella meraviglia delle architetture imponenti, non comparabili con quelle di Firenze in cui oramai viveva. 

'C'è guerra e peste, al momento non ho neanche denari sufficienti per poter affrontare un viaggio di tale distanza.' 

Il cavallo dal manto bianco di Namjoon si fermò e il suo sguardo volse al cielo stellato. Seokjin rimase qualche secondo ad osservarlo per poi far avanzare lo stallone nella sua direzione. 

'Cosa ammirate?'

Chiese con curiosità accarezzando la criniera dell'animale, soffice e delicata al tatto. 

'Questo cielo e questa luna mi ricordano voi, il candore vi accomuna e fate rimanere senza fiato.' 

Il maggiore si lasciò travolgere da un rossore che si sparse per le guance e il volto portandolo ad abbassare lo sguardo per l'imbarazzo, non un sussurro uscì dalle labbra carnose e portando il mantello dietro le sue spalle fece riprendere lo stallone a proseguire. 

'Non mi paragonate a nulla messere?' 

Scappò una leggere risata che portò Namjoon a fare una smorfia e il ragazzo rispose a quella domanda posta con troppa franchezza.

'Non c'è nulla a cui possa paragonarvi.'


Passò con lentezza le dita tra i ciuffi scuotendoli appena.
La venuta del vampiro lo aveva scosso fin dentro l'anima in un turbolento vortice di ricordi che si erano fatti vivi nei suoi occhi lucenti, sembrava riprendessero vita tornando veri e palpabili.
C'era silenzio nella cucina, nell'oscurità teneva tra le mani una tazza di thè tiepido che aveva lasciato in sospeso come un altro ricordo...


'E non ci lasceremo mai
abbiamo troppe cose insieme
se ci arrabbiano poi
ci ritroviamo poi
un corpo e un'anima... -

Le finestre delle case erano illuminate dai riflessi delle piccole televisioni e le canzoni si facevano spazio tra le strade isolate di quella Milano uggiosa.
Non passava una macchina in quella sera di febbraio del 75' e uno sconosciuto era seduto con le mani nelle tasche di un lungo cappotto marrone su di una panchina, in solitudine.
Dinanzi a sé un parco colmo di fiori e pini, le altalene e gli scivoli. 

- Le stesse cose che vuoi tu
le voglio io e questo è amore
anche stasera noi - ' 

Sembrava monotono esser lì ogni sera d'ogni anno a vedere il mondo cambiare in quel paese che aveva iniziato ad apprezzare come casa.
La rilassante melodia gli fece chiudere le palpebre per qualche attimo beandosi di quelle piccole gocce cadute giù dai nuvoloni grigi e pesanti.

'Noi siamo più che mai, un corpo e un'anima.'

Scattò in piedi nel sentire quella voce così familiare sussurrare al suo orecchio le parole di quella canzone.
Si sentì travolgere dai brividi al pensiero di aver quasi osato dimenticare quanto bello e particolare fosse il suo tono. 

' Namjoon? Non scherzare con me. ' 

Non percepì altro se non la voce del presentatore fare avanti nuovi cantanti e le vetrate delle finestre venir mosse dal vento che leggiadro aveva portato fin ai suoi piedi dei petali di smeraldo.


'Anche tu sveglio?' 

Kassava si sedette al suo fianco portando i capelli rossastri sulle spalle.
Nel buio riusciva a individuare le sue iridi brillanti e le sorrise con gentilezza spostando la tazza in avanti. 

'Già... non riesco a riposare bene. E tu?' 

Ella sospirò chinandosi sulla superficie in legno e si sfogò di tutta l'inquietudine e la confusione che l'affliggeva. 

'Non ho idea di ciò che sta accadendo, ho abbandonato gli studi e ora mi ritrovo in una casa con gente sconosciuta e improvvisamente scopro di essere un vampiro ed io... io sinceramente non avrei mai voluto tutto questo.' 

Seokjin arcuò le labbra in un sorriso, conosceva bene quella sensazione di smarrimento e l'aveva provata, sì, secoli e secoli prima. 

'Nessuno lo vorrebbe ma non sembri dispiacertene o sbaglio?' 

L'aura di onestà che avvolgeva la figura del ragazzo incuriosiva Kassava, riusciva a leggere le emozioni di chi aveva intorno senza il minimo sforzo e nuovamente crollò in una nube di domande, senza risposta, vorticavano insistentemente portandola ad un gran mal di testa. 

'Non avevo progetti per il futuro e non li ho neanche adesso, aspetto, ma esattamente non so cosa.' 

'Dai tempo al tempo e vedrai che tutto avrà un senso.' 

Seokjin le fece segno di andare e lei intuì che voleva essere lasciato da solo con i suoi pensieri.
Capiva quanto la presenza di Namjoon lo avesse reso inquieto e che in quel momento sarebbe stato inutile disturbarlo, dunque si alzò, lasciò una bacio a fior di labbra sulla fronte del moro e ritornò nella sua camera gettandosi tra le calde coperte. 

Ci volle un attimo perché la stanchezza si impadronisse del suo corpo ma un mugugno e le lenzuola tirate dal lato destro la svegliarono di soprassalto cancellando il torpore del sonno e rimpiazzandolo con la sorpresa e lo spavento.
Quando il battito del suo cuore divenne più lento e regolare il respiro di Taehyung la tranquillizzò.
Girato di spalle stringeva con le dita esili il tessuto del cuscino e il volto d'avorio era parzialmente illuminato dai raggi lunari rendendolo etereo con i crini neri a cadergli sulle ciglia lunghe.
Rimase a fissarlo facendo attenzione a non sprecare ogni minimo dettaglio del suo volto perfetto, lo impresse nella sua mente come una fotografia e con delicatezza si sporse sfiorando con la punta del suo naso colma di lentiggini la guancia fredda del giovane. 

'Non stai dormendo...' 

Sussurrò a un palmo di distanza dal suo orecchio ma non ebbe risposta, imperterrito egli continuava a far finta di dormire e Kassava si chiese se fosse davvero così. 

'Taehyung...

Il nome scandito dalla sua bocca non provocò nessun effetto e sconsolata si rigirò dal suo lato coprendosi, un altro mugugno e lo coperte vennero tirate ancora.
Provò ad ignorare il suono del suo respiro e l'immagine che i suoi occhi avevano colto ma risultava impossibile, egli era così perfetto da assomigliare a un angelo. 

'Amelia...' 

Sgranò gli occhi, Taehyung aveva appena parlato e non era il suo nome quello ma di un'altra.
Collegò Amelia alla donna del ritratto, quella di cui poteva riconoscere solo la candida mano.
La stava sognando e poteva sentire il cuore del vampiro battere più velocemente, il fiato divenire più corto.
Amelia, era questo il suo nome?


  
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