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Autore: OcaPenna    27/01/2019    2 recensioni
Madlene non sarebbe mai stata una Douglas. Riuscirà a trovare se stessa a Nassau?
Gates/NuovoPersonaggio
Prequel di "Maschere e catene" (coming soon, link in storia)
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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A New Hope

di Oca Penna

 
 
 

Benritrovati! 
Siamo già al terzo appuntamento con le vicende di Madlene. L'ultima volta l'avevamo lasciata in una brutta situazione: il mercantile del padre, sul quale si era imbarcata fingendosi un giovane mozzo, era stato attaccato da una nave pirata. Riuscirà a salvarsi? Troverà comunque il modo per raggiungere Nassau?

Come sempre vi ricordo che state leggendo il prequel di Maschere e Catene.

Buona lettura e, mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate :D tutte le recensioni costruttive sono molto ben accette. :P

 

 


Quando i pirati l’avevano strattonata alla luce del ponte, tutti i castelli di buoni propositi che aveva edificato nella sua mente erano andati in frantumi. Aveva pensato all’eventualità che il viaggio non andasse come previsto, edotta dalle lunghe letture. Sapeva anche che la sua particolare condizione avrebbe reso la cattura un problema non da poco: se i pirati avessero scoperto una donna sotto quelle stoffe ruvide, per bene che le andasse, l’avrebbero venduta come schiava o a un bordello, in alternativa avrebbero tanto maltrattato il suo corpo da lasciarla in fin di vita. Dunque era d’importanza cruciale che continuassero a crederla John il mozzo nella speranza che fosse di quelle navi capitanate da gente ben disposta verso chi sceglieva d’abbracciare la pirateria. Ma sul ponte, quel giorno, la vista di tutti quei corpi ammassati, i loro occhi vuoti che la fissavano persi, il sangue che trasudava dal legno con quel puzzo greve di morte e i visi ubriachi di violenza di quegli altri rimasti in piedi, le tolse ogni volontà, e quando distinse, appoggiato seduto contro l’albero, il corpo morto del cuoco, il senso di vuoto e desolazione ebbero la meglio e svenne. 

Nel sonno dell’incoscienza aveva vissuto di nuovo il tuono dei cannoni, gli spari, il clangore delle spade e la pancia della nave che rimbombava convulsa sotto le urla dei caduti. Ora che la coscienza riemergeva lenta dal sonno, si portava dietro strascichi di quel terrore cieco accelerandole di nuovo il battito e dandole la lucidità che solo la paura per la propria vita sa dare.
«È uno spreco, secondo me».
La voce arrivava da poco lontano e dovette combattere contro l’istinto di aprire gli occhi per vedere a chi appartenesse.
«Hai sentito il signor Radcliffe: una puttana qualunque non ce la pagherebbe che una miseria, ma una vergine… per una vergine il signor Noonan ci riempie le tasche!»
Sotto il lenzuolo era vestita, ma dovevano essersi resi conto dell’inganno perché una veste femminile aveva sostituito il cotone ruvido degli abiti di John ed era sparita la benda che le aveva nascosto il petto. Tirò un sospiro di sollievo al pensiero di aver ingoiato in tempo i suoi anelli.
«Ma scusa, tu per cosa la usi la tua parte? Per scoparti le ragazze di Noonan, la usi! E allora perché farci pagare da lei per non scoparci ora quella che, poi, sarà una delle sue ragazze e dovremo pagarla per poterla scopare?»
Il silenzio che seguì tolse il fiato a Madlene. Quelle bestie, quei corpi secchi di rovo con i capelli di stoppia e i nasi adunchi non li voleva su di sé. Quegli insetti che avevano spento il corpo del signor Norrington e trafitto la sua voce di caverna non li voleva addosso.
«E poi Radcliffe cosa ne sa di vergini? Quello è bravo a ricucire ferite al più.» aveva continuato la voce che perorava la sua rovina.
«Non parlar male del signor Radcliffe! A Londra sarebbe stato un medico di signori! E poi la ciurma ha già deciso: si fa come dice il capitano, così avremo un bottino come si deve, la Guthrie ci farà credito e la Trinity avrà un buon nome di nuovo. Ma tu cosa vuoi capire? Tu pensi solo al tuo attrezzo, Sanderson!»
E quindi un medico l’aveva guardata, guardata abbastanza da capire che era ancora vergine. Arrossì al pensiero del suo corpo incosciente perlustrato a quel modo. Eppure era stato questo a salvarla: il pudore non salva, farsi guardare tra le gambe a volte sì, ecco un’altra cosa su cui riflettere.
«La Guthrie, la Guthrie… ecco un’altra che avrebbe bisogno di un bel bastone, che a fottersi donne le è venuta stretta come quella di una bambina, te lo dico io! E noi tutti a preoccuparci della signorina Guthrie!»
Andarono avanti borbottando oscenità verso questa signora, oscenità di cui Madlene capiva solo in parte, ma le era sufficiente. A quanto poteva capire, l’autorità del capitano e del medico di bordo, insieme alla promessa di un bottino consistente, erano il suo scudo per evitare di diventare carne da macello per quel branco di lupi affamati. Il destino che la attendeva una volta a terra non era certa che fosse migliore, ma avrebbe avuto modo e tempo di riflettere. Ora, quello che contava era rimanere lucida, cercare di non cedere alla voglia di piangere e urlare ma mantenere la concentrazione e trovare la maniera di volgere le cose a proprio favore, per quanto possibile. Doveva recuperare gli anelli, e per questo era meglio mostrarsi docile e accondiscendente: più fosse riuscita a entrare nelle grazie di quei mostri, più libertà avrebbe avuto di muoversi. Si sarebbe offerta di rammendare per loro, da quello che aveva visto sulle navi i lavori di rammendo non finivano mai e questo le avrebbe messo in mano ago e filo.
Prostituta. Della vita reale delle prostitute, di quello che in effetti comportava quella condizione al di là dei giudizi morali, si rendeva ora conto di sapere pochissimo. Sapeva delle malattie, questo sì, ma molto vagamente. L’avrebbero venduta. Dov’erano diretti esattamente, ancora a New Providence?

 

Sulla Trinity Madlene aveva avuto modo di pensare. Ancora una volta aveva imparato tenendo le orecchie ben aperte e osservando. Come aveva sperato, tutti avevano iniziato a dimostrare una certa simpatia nei suoi confronti quasi da subito e si vedeva nel modo spartano ma accomodante con cui la trattavano. Lei si era ostinata a dare a tutti del voi, senza mai venir ricambiata, e a riservar loro la cortesia del più garbato salotto di Londra e, rifiutandosi di comportarsi da prigioniera disperata, pian piano anche loro avevano smesso di considerarla tale.
Era rimasta per tutto il tempo chiusa nella cabina del capitano Burges, senza mai nemmeno accennare alla volontà di uscirne e, anzi, dando a intendere che riteneva un privilegio potersi godere la traversata lontana dal sole e dalla salsedine. Allo stesso modo era riuscita a far sentire il capitano un’ospite nella sua stessa cabina, trattandolo come un rispettabile padrone di casa, alzandosi con deferenza ogni volta che entrava o usciva dalla stanza e intrattenendo conversazioni in cui si curava di risultare sempre appena appena più istruita di lui, ma di un soffio soltanto. D’altronde si era stupita rendendosi conto che la sua compagnia non le dispiaceva: i suoi modi miti gli conferivano un’aria famigliare, come se stesse prendendo il tè con il farmacista o il droghiere. Aveva impiegato del tempo a comprendere come potessero quegli occhietti gioviali aver prodotto quel bagno di sangue a cui aveva assistito, ma dopo settimane ad assistere alle discussioni e al via vai di persone che venivano a discutere con lui, aveva inteso la prigionia di cui il capitano era vittima quanto lei. Non era il signor Burges a comandare la ciurma, ma la ciurma a comandare lui. La ciurma, bestia a tante teste e con occhi e orecchie ovunque, con una volontà granitica e fame continua di sangue e oro, aveva un solo cervello e una sola voce: il signor Crane, il quartiermastro, un uomo secco, nervoso, rosso di capelli e con il naso storto e il mento sfuggente, brutto, piccolo di statura, parlava al capitano col tono tranquillo di chi non ha bisogno di alzare la voce. Eppure qualcosa le lasciava intendere che anche il suo potere non fosse nulla di stabile e definitivo. Una cosa le era diventata chiara: quando su una giacca non si hanno cuciti dei gradi che autorizzino il potere una volta per tutte, questo resta sospeso agli sguardi deferenti degli altri, al modo in cui chinano il capo parlando, e basta una volta che il tono sia differente, che il mento resti alto, e quel filo rischia di spezzarsi. Ogni cosa tra quella gente era fragile, soggetta ai venti e alle maree come il legno fradicio su cui poggiavano i piedi.


«Sei stata fortunata: Burges ha fatto un bel guadagno a venderti intatta, ma tu lo hai fatto più grande.» Idelle le parlava, la voce pratica e secca di donna le puliva via i mesi di mare e i rimasugli di John dalla pelle grattandole la schiena.


Appena sbarcata a Nassau era stata portata al cospetto del signor Noonan e di Miss Mapleton. Lui non le aveva fatto, in realtà, altra impressione che un senso di unto e sporcizia, ma quella vecchia le era apparsa come una strega delle favole alla luce tremante delle candele che screziavano di lunghe ombre l’incarnato latteo e gli occhi incavati. La trattativa era stata semplice e non l’aveva riguardata affatto fino al momento in cui le era stato messo davanti il foglio da firmare. Lei era stanca, impressionata dalle dita adunche che le indicavano lo spazio e le tendevano la penna, ma un moto d’orgoglio l’aveva mossa a leggere, sedendosi impettita al tavolino, dall’inizio alla fine. L’idea di valere solo centocinquanta reali l’aveva molto offesa, in principio. Sapeva di cavalli dal buon pedigree venduti per tre volte tanto, ma poi si era resa conto che questo non era che un vantaggio per lei: per essere libera avrebbe dovuto ripagare a Miss Mapleton il valore del proprio prezzo (che si premurò di far correggere, dato che lo scritto riportava duecentocinquanta reali, nonostante lo scambio di quasi la metà) più gli interessi, maturati al quaranta per cento annuo. Nel frattempo avrebbe dovuto ripagare a Miss Mapleton l’affitto della stanza e il vitto, il tutto lavorando a prezzi calmierati tali da rendere l’accumulazione quasi impossibile. Per fortuna aveva i suoi anelli, cuciti di nuovo nei vestiti, e uno solo di quei tre tesori sul mercato di Londra avrebbe reso trecento reali senza difficoltà.


«Il primo giro lo pagheranno bene. Fingi che ti faccia un po’ male, anche se non è vero, gli piace. Se sei brava e la voce gira non avrai problemi: lavoro c’è per tutte ma le migliori possono scegliere. Lavati sempre bene come ti faccio vedere e se il sangue non viene, corri da me che qui figlioli non ne vogliamo».
L’acqua calda e la stanchezza per poco non la facevano addormentare, cullata dalla voce di quella nuova amica. No, non era un’amica, non doveva cadere nel tranello di pensare d’aver trovato un’altra Hope, doveva ascoltare, capire, perché la sera dopo, con un uomo in camera e lei da sola, avrebbe dovuto sapere che cosa fare.
«Idelle, posso chiederti ago e filo? Quella maglia lacera è di stoffa buona e vorrei ricavarne qualche cosa»
Idelle aveva guardato il cencio poggiato sulla sedia e aveva acconsentito, stimando la praticità di quella ragazzina che non pareva per nulla impressionata dalla situazione e conservava lo spirito pratico.
«Dovremmo pensare a questi capelli, una parrucca dovrebbe esserci» continuava Idelle sciacquando la zazzera scura «Che idea travestirsi da mozzo! Come t’è venuta, Hope?»
Come le era venuto di dare quel nome, Hope, come suo? Era stato così, d’istinto, forse per il bisogno di sentire nell’aria un nome amico a tenerle compagnia. Amici, alleati, ecco cosa le serviva adesso, qualcuno di cui potersi fidare e di cui conoscesse le ragioni. Da Idelle doveva stare in guardia, sentiva per istinto che quel suo avvolgerla nel cotone lindo  e volare via con un frullo d’ali a cercarle una parrucca, non era onesto. Non capiva il perché però, dov’era il suo guadagno?
Ci avrebbe pensato l’indomani. Ora il letto morbido e confortevole dopo i mesi sulla branda, le lenzuola pulite e il profumo ritrovato della propria pelle la chiamavano al riposo. Si addormentò sorridendo perché, malgrado tutto, era a Nassau, era arrivata nel mondo di Faith e nessuno, nemmeno la candida Idelle, aveva trovato strano il suo colore.

 

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