Videogiochi > Mass Effect
Ricorda la storia  |       
Autore: Uptrand    27/01/2019    23 recensioni
Gli Yahg hanno deciso di non rispettare gli accordi con il Consiglio della Cittadella e una numerosa flotta di conquista si sta muovendo verso la colonia salarian indipendente di Erinle.
Da due settimane sotto assedio degli yahg e difesa dalle forse dell Iniziativa di Difesa Galattica (I.D.G.) agli ordini del Consiglio.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eccoci con la prima long di questa nuova serie, suggerisco per una lettura di più facile compressione di leggere prima le seguenti storie OS per capire meglio certi eventi citati o legami tra personaggi: 
https://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3742548  (Dopoguerra 3: III reggimento Quina Flaso)
https://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3809229 (Dopoguerra 3: VII reggimento Fum'Zaen vas Girah

https://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3711338 (Dopoguerra 3 Concordato di Noveria ) 
https://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3738430(Dopoguerra 2 Derica Yorks) 
https://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3782696&i=1 (Dante) 

Il Consiglio si era riunito d'urgenza, le notizie arrivate negli ultimi minuti erano preoccupanti.
« Maggiore Maldros, qual è la situazione? » domandò il consigliere turian Deos essendo il l'ufficiale dei servizi segreti della medesima razza. 
Il diretto interessato, sul cui viso faceva mostra pittura bianca sugli zigomi, salutò militarmente portandosi la mano destra a tre dita a livello del torace.
« Consiglieri, i nostri satelliti spia hanno rilevato quello che non esito definire una flotta di conquista salpare da Parnack circa otto minuti fa. Le nostre analisi ci danno Erinle come destinazione, l'arrivo è previsto tra tredici ore. »
« Abbiamo cifre precise? » chiese il consigliere salarian Jerod, come tutti quelli della sua razza amava la precisione. Troppo spesso il significato delle parole era soggetto a interpretazioni personali. 
« Consigliere, come potrà vedere dal suo terminale vi sto inviando i file. Dalle nostre analisi hanno fatto decollare ogni nave militare in possesso del Dominio. 317 navi da guerra, ripartite centotrentacinque corazzate e incrociatori pesanti le restanti.  A dare appoggio a questa forza principale si aggiungono 283 navi di sostegno, queste sono formate per lo più da navi da trasporto con svariati incrociatori leggeri di scorta. Sulle forze terreste che trasportano crediamo che si aggiri tra le ottocentomila e le milleduecento unità. »
« Allarmante. » fu il solo commento del salarian.
Con calma saffica il consigliere umano Prince Prevot intervenne « Il problema sono il gran numero di corazzate, veramente elevato. Il Consiglio ha sempre cercato di porre un freno a uno sviluppo senza controllo degli armamenti. Dispiegare lo stesso numero di corazzate è impossibile, ma non credo sia un problema. Dico bene maggiore. » disse sorridente l'anziano militare, messo a ricoprire quel importante carica politica. Era un tenente colonnello dell'Alleanza dei Sistemi, la cui calvizia sembrava essere peggiorata da quando si occupava di politica. 
« Signore, esatto. Le corazzate sono terribilmente lente, senza navi di supporto possono essere colpite ai fianchi e affondate. Sia come numero di altre navi che livello tecnologico siamo in superiorità agli yahg. »
« La velocità batte la forza. » fu il commento compiaciuto del consigliere umano col il solito sorrisetto sghembo in parte nascosto da un paio di baffi grigi ben curati, a cui seguì l'intervento del consigliere quaria Nine'Fogar vas Sozal
« Questo se i governi da noi rappresentati accettano di mandare le proprie flotte. Al riguardo il governo di Rannoch si dichiara pronto a inviare la sua prima flotta, quattrocento navi in tutto. »
Leggermente isolati dalle altre potenze per trovarsi in un settore esterno della galassia, i quarian erano ben felici di intervenire in una faccenda politica di primo piano come quella. 
Inoltre erano i soli membri del Consiglio a trovarsi nei Sistemi Terminus, la stessa parte di galassia di cui erano originari gli yahg che risultavano dei vicini sempre meno graditi. 
« L'Unione salarian è pronta a fare altrettanto, Erinle è pur sempre una colonia salarian anche se indipendente. Le cinquecento navi della sesta flotta sono pronte a essere inviate. » dichiarò Jerod, a tale affermazione seguì quella di Prince.
« L'Alleanza dei Sistemi vuole essere d'aiuto, la seconda flotta contribuirà con altre quattrocento navi. »
« Ottocento navi! La Gerarchia turian è pronta a impiegare la terza e la quarta flotta! » dichiarò solennemente Deos stupendo un po' tutti. 
« Mia caro collega, non stiamo di certo giocando al rialzo o forse vuoi turian avete qualche complesso. » commentò divertito il consigliere umano. 
« La gerarchia è da sempre la potenza militare del Consiglio, il mio governo vuole ricordarlo anche agli ultimi venuti. I turian non hanno complessi. » disse voltandosi verso il consigliere umano. 
« Certo, certo...scusi le parole di un vecchio e sciocco. » disse Prince chinando la testa.
« Conosco il “vecchio”, ma lo “sciocco” devo ancora incontrarlo. » gli rispose il turian. 
« Le Repubbliche asari sono pronte a inviare seicento navi. » affermò all'improvviso la consigliera asari Eriasa Iallivo.
« Strano, solitamente voi asari non siete così propense alla lotta. » fu il commento di Jerod che le sedeva affianco. 
« Un'illustre cittadina e membro del governo è attualmente prigioniera presso gli yahg, abbiamo il desiderio di salvarla. » rispose Eriasa.
A quel commento seguì un istante di silenzio, quanto successo in quella missione era quanto mai strano e alcun aspetti poco chiari. L'ambasciatrice asari Jeiya Thatora, tramite una capsula si salvataggio, si era lanciata nello spazio dopo che l'incontro con la nave yahg che doveva prenderla in consegna da quella della forza I.D.G era finito in uno scontro a fuoco. Più che catturata, si era consegnata spontaneamente a loro. Questa era l'idea di tutti, ma dirla apertamente era una cosa diversa. 
« Noi krogan non abbiamo navi, quindi possiamo solo darvi il nostro appoggio morale in questa battaglia. Se però sarà necessaria una battaglia di terra siamo pronti ad unirci, se qualcuno ci darà un passaggio. » commentò Bakara « Avrei però un altro suggerimento? »
Quando vide gli altri consiglieri pronti ad ascoltarla proseguì.
« Propongo di attivare la misura d'emergenza dei portali, quindi disattivare quello dello spazio yahg rendendo impossibile alla flotta nemica raggiungere Erinle. Vinceremo a priori, senza nemmeno il bisogno di combattere. » dichiarò la consigliera krogan. 
« Tuttavia...» disse Jerod ma non riuscì a continuare perché anticipato da Bakara, la krogan ben sapeva quale sarebbe stata la prima opposizione alla sua idea.  
« Tuttavia l'accordo sui portali ci autorizza a usare questa misura solo per i portali nello spazio del Consiglio, questo l'accordo con i vari governi dei Sistemi Terminus. Credo però che trattandosi degli yahg non ci saranno particolari contestazioni. » fu il commento finale di Bakara.
« Vuole sfruttare l'antipatia che gli yahg sembrano aver raccolto presso tutti. Sopratutto all'interno degli stessi Sistemi Terminus. » affermò Prince, provando a immaginare le motivazioni dietro a tale proposta. 
« Effettivamente...chi obbietterebbe per gli yahg? » domandò la quarian.
« Io. » dichiarò la consigliera asari attirando l'attenzione di tutti « Se a livello personale sono d'accordo con lei, il mio governo mi ha dato istruzioni precise di non attuare una simile procedura. Come suo rappresentate devo ubbidire, mi dispiace consigliera Bakara. Come sa benissimo, senza il consenso a unanime del Consiglio tale procedura non è attuabile.» 
Jerod tornò a rivolgersi all'ufficiale « Immagino non vi siano dubbi sulla destinazione della flotta yahg? » 
« No signore, ogni nostro dato conferma Erinle come bersaglio. Le possibilità di un attacco diretto allo spazio del Consiglio sono al di sotto del cinque per cento. » spiegò Maldros.
« Sarà comunque saggio richiedere che il grado di allerta si alzato, come un maggior controllo di tutte le aree di confine. Non credo che i nostri governi obbietteranno. » suggerì Deos.  
Bakara annuì rivolta a lui « Mi trova d'accordo, è da sciocchi credersi invincibili. »
« Peccato che l'ambasciatore yahg Okex ci abbia lasciato subito dopo il triste incidente dell'ambasciatrice asari. Adesso avrei voluto sentire la sua opinione, anche se deve essere stato contento di abbandonare questo posto pieno di non-yahg. » commentò divertito il consigliere umano.
« Non abbiamo tempo per scherzare. » gli rispose severa la consigliera quarian.
Lui abbassò il capo « Le mie scuse. »
Il consigliere turian tossì per richiamare l'attenzione di tutti « Le forze che più rapidamente possono arrivare su Erinle sono quelle al nostro diretto comando: i reggimenti I.D.G. Già due di questi si trovano sul posto dallo scoppio del conflitto, quello turian e dei krogan. Fino adesso la difesa della colonia è stata possibile perché il governo di Parnack aveva rispettato l'accordo raggiunto con loro, il divieto di inviare forze militari fino alla stata stabilita dell'entrata in vigore del coprifuoco e decidere la sorte e l'eventuale suddivisione del pianeta dopo tale periodo. Contro una tale forza  d'invasione due reggimenti, di cui solo uno con navi spaziali, sono insufficienti. Propongo un dispiegamento immediato di tutte le nostre forze, non basteranno a fermare gli yahg ma sono certo che ci faranno guadagnare tempo prezioso. » 
I consiglieri annuirono fra loro in silenzio, ma Prince aggiungesse « “Forze del Consiglio arrivano per prime e salvano Erinle dalla caduta” decisamente una buona pubblicità per tutti noi. »
« Come ho detto in precedenza, questo “schiocco” di cui parlava devo ancora incontrarlo. » rispose Deos. 
La consigliera asari alzò la mano « Riporto la vostra attenzione solo su un dettaglio, niente di quello che gli yahg hanno fatto finora è una violazione del accordo con loro. Non ci sono dubbi sulle loro intenzioni, ma ancor nessuna delle due parti ha infranto le regole. Facciamo attenzione, nel caso inizi una guerra, di avere la ragione dalla nostra parte. » 
« Quello che dice è esatto. » commentò Jerod « Chiediamo che le flotte rimangono in attesa appena al di fuori dei portali. Appena gli yahg violeranno l'accordo, i militari potranno intervenire come piace a loro e subito. »
Tutti annuirono. 
« Signori, c'è ancora un dettaglio su cui vorrei la vostra attenzione. » dichiaro Maldros quando la ebbe « Sospettando un qualche contatto tra Parnack e Heshtok, abbiamo tenuti alcuni droni spia su quest'ultimo. Mentre la flotta yahg salpava, una trentina di navi con equipaggio vorcha faceva la medesima cosa. Si tratta per lo più di bande di pirate conosciute da tempo alla legge, i profili delle loro navi sono nei nostri sistemi da tempo. »
« Ritiene siano una minaccia? Rinforzi per la flotta yahg? » domandò il consigliere turian. 
« No a entrambe le domande signore. Il loro numero è troppo esiguo e le navi malandate per essere un pericolo per qualcosa che non sia un cargo civile o una colonia senza difese. Inoltre sembrano essersi diretti in direzione totalmente opposta. » 
« Grazie maggiore, volevamo già richiedere un aumento della sicurezza ai confini ma questo rende tutto più urgente. Vi è altro? » chiese Bakara.
« No signori. » 
« Un attimo lavoro maggiore, può andare. » disse Deos congedandolo.
« Signori. » eseguì il saluto di prima e si volto incamminandosi verso l'uscita. 
« Direi che possiamo trasmettere gli ordini. » commentò Jerod. 

 
*****

A Fort Hanshan, base sotterranea e QG della flotta I.D.G. situata su Noveria, l'ammiraglio Olivia W. Shepard era circondata dai suoi ufficiali maggiori, mentre assieme studiavano l'operazione da svolgersi in base agli ordini ricevuti. 
« Sostanzialmente il nostro compito sarà quello di far casino. » fu il commento iniziale con cui decise di stemperare un po' l'atmosfera. Aveva solo trentaquattro anni, un'età giovane per il suo grado, ma aveva già imparato come affrontare certi riunioni. L'eccessiva serietà poteva anche essere un danno. 
Dopo qualche sorriso e una risatina strappata, la rossa continuò il suo discorso puntando ben sui presenti i suoi occhi verdi. Voleva essere certa di poter contare su tutti, se c'erano dubbi dovevano saltare fuori adesso. Lei li fissava cercando di cogliere qualche incertezza. 
Non ci avrebbe visto niente di male, erano tutte persone e non automi da guerra. 
« Le navi yahg hanno un elevato volume di fuoco ma sono lente e imprecise, la loro tecnologia molto più arretrata della nostra. Per vincerli ci basta trattenerli fino all'arrivo dei rinforzi, loro invece ci devono battere. Quando vedrò la formazione assunta dal nemico, vi saprò dare ordini più precisi. Purtroppo dover difendere la colonia ci costringe a una minor mobilità, in ogni caso mi fido del vostro giudizio. Sentitevi liberi di dare gli ordini necessari, in base alla situazione in cui vi troverete. » Lanciò un'occhiata al orologio appeso al muro della sala conferenze.
« Fortunatamente abbiamo saputo della partenza della flotta yahg mentre accadeva. Tredici ore alla partenza, ne hanno ancora dodici di viaggio mentre a noi sono sufficienti otto ore per giungere a destinazione. Avete tutti un'ora di pausa se volete chiamare casa o qualcuno. » annunciò e tutti sorrisero a sentirla. 
Olivia, figlia di militari, sapeva bene quanto era brutto scoprire della partenza dei propri cari senza aver avuto la possibilità di un'ultima parola.
Adesso era lei a trovarsi nella stessa situazioni dei suoi genitori, quando erano ancora in servizio attivo. Uscì.
Fortunatamente il percorso da fare in auto era breve, la base non era enorme. Si diresse alla scuola, non le ci volle molto per trovarsi davanti a Dante e Decunia. Al personale in segreteria spiegò di dover parlare ai figli, uno di loro andò a recuperarli mentre a lei non sfuggirono gli sguardi indagatori che le rivolsero pur non chiedendo niente. La completa mobilitazione delle forze I.D.G. non poteva passare inosservata. 
Si sentì preoccupata che ambedue i figli potessero aver intuito qualcosa, già prima del suo arrivo.  
« Ciao mamma. » la salutò il primo. 
« Zia... » chiese la giovane turian che ormai qualche termina umano l'aveva imparato. 
Si fissarono un'istante, a vedere Olivia nella divisione bianca le ritornò alla mente un'altra immagine. Quella dei suoi genitori prima della partenza.
La donna esitò, sorrise mostrando la propria insicurezza nel gestire quel momento. Alla giovane turian non servì altro. 
« Stai partendo, stai andando a morire anche tu! » quell'affermazione spiazzò Olivia e prima che potesse dire qualcosa Decunia corse via sconvolta lungo il corridoio. Sfuggendole di vista appena voltò a destra.
Olivia la chiamò per fermarla, ma restò inascoltata. Aveva pensato che dirlo di persona sarebbe stato meno traumatico, adesso non ne era più così convinta.
Con la difficoltà che adesso non sapeva cosa fare: Doveva trovarla e parlarle? Era meglio lasciarla da sola? Se le avesse parlato adesso, forse si sarebbe solo arrabbiata ulteriormente? Ma poteva lasciarla così?  
« Mamma... » chiamò Dante, puntandole addosso quelle sue inusuali iridi rosse « Se ti prometto di badare a Decunia, tu mi prometti che starai serena qualsiasi cosa farai e tornerai? »
Aveva solo dodici anni, spesso era ingenuo e un espressione intontita in viso che non si riusciva a decifrare. Una carnagione di color ambrato e i capelli bianchi gli conferivano una dolcezza che ben rispecchiava il suo animo, come adesso che cercava di essere lui di confronto alla madre adottiva. 
Lei si chinò ad abbracciarlo forte. 
« Mi posso unire? » chiese una voce maschile che conoscevano bene entrambi. 
« Arturus, come mai qui? » chiese lei al marito, a quell'ora sarebbe dovuto essere al lavoro. 
« Ho pensato di venir a prendere i ragazzi per portateli per un saluto prima della partenza. È confermata? » chiese con una nota di preoccupazione. 
« Si. »
« Mi preoccupa non accompagnarti, ma so che sarai in buona compagnia. Si dice che sarà inviato anche il I reggimento, se è vero e conoscendo Steve starà bestemmiando per questo impegno improvviso. Ma...Decunia? » disse notando ora la sua assenza.
« Lei... » e gli fece un succinto riassunto dell'accaduto. Lui sospirò, muovendo appena le sue mandibole. 
« Ho detto a mamma di non preoccuparsi per Decunia, perché ci baderò io. » dichiarò Dante che guadagno una pacca di stima dal genitore « Bravo ometto e io ti darò una mano. » 
Marito e moglie si salutarono con un bacio prolungato, leggermente imbarazzati alla fine quando si accorse che Dante li aveva fissati per tutto quel atto. 
« Ora fa il tuo dovere e torna, a Decunia ci pensiamo noi. » gli disse Arturus salutandola. 
A quel punto a Dante venne una domanda « Papà cosa si prova a baciare una ragazza. » 
« Aspe... cosa? Io...posso dirti che è una gran bella sensazione. » rispose sperando di cavarsela con così poco, anche se non avrebbe saputo descrivere altrimenti quegli attimi. 
Quando vide che Dante non era intenzionato a fare altre domande tirò un sospiro di sollievo, ma anche contento che cominciasse a interessarsi all'argomento. 
Ignorava che il ragazzo aveva già un'idea precisa “Chissà se riuscirò a convincere Alexya a baciarmi così? Sarebbe bello... “ quando sentì la mamo dell'adulto sulla schiena si voltò verso di lui. 
« Andiamo a cercare Decunia. »  gli sentì dire. 
Lui annui convinto, aveva fatto una promessa alla mamma e voleva mantenerla. 

***** 
Il sole splendeva su Beckestein, in una sonnolente giornata di primavera dove tutto era tranquillo e pacifico. 
TEMPO SCADUTO! TEMPO SCADUTO! … La frase urlata dagli altoparlanti era ripetuta al massimo volume, mentre cinquemila soldati interrompevano ogni loro attività diretti di corsa verso i magazzini dell'armeria. 
All'interno di essi, perfettamente ordinate attendevano le armature corazzate NC-13 armate del fucile T-17. Numeri affissi su ciascuna le contraddistinguevano, rendendo facile capire quale fosse la propria. 
Inserendo i piedi nell'apposito spazio, l'armatura si richiudeva sul soldato che risulta così pronto al combattimento. 
Una mano corazzata alzò la visiera e Steve W. Shepard sospirò profondamente deluso « Una bella giornata rovinata. » mormorò tra se il comandante capo del I reggimento, ma si riebbe subito.
Facendo udire il suo vocione « Muoversi gente! Qualcuno spenga quei cazzo di altoparlanti, abbiamo sentito! Ci manca solo che i civili vengano a romperci le balle perché abbiamo disturbato il loro riposo pomeridiano. » 
Quell'idea gliene fece venire un'altra o per meglio dire gli evitò una certa dimenticanza, azionò l'omnitool e mandò il messaggio. Dopotutto lei era l'arma segreta del I reggimento, o almeno a lui piaceva definirla così anche se per lo più per scherzo, e dimenticarsela non sarebbe stata una bella figura. 
Anche se a detta di molti un'arma segreta conosciuta da tutti, non era poi così segreta. 
****** 

Stiamo andando in guerra ad ammazzare yahg, quindi muoviti ad arrivare. Partiamo da Beckstein tra quattro ore. Ciao.
Steve.


A Isabella parve illuminarsi il viso per l'emozione, era davvero felice che Steve l'avesse invitata. 
Una luce improvvisa fece distrarre la bionda modella dai suoi pensieri e dal messaggio, guardò con disappunto i fotografi presenti e gli altri spettatori di quella sfilata di moda. 
Le era arrivato proprio mentre stava calcando la passerella, incurante di loro aveva aperto il suo omnitool per leggerlo. 
Si voltò infastidita da quello scomodo vestito che non le permetteva di correre. Un tizio che vagamente ricordò essere l'organizzatore della sfilata le si parò davanti agitando le braccia, blaterando qualcosa sul fatto che non poteva, doveva sfilare e tante altre cose. 
Il cazzotto sulla mascella lo lasciò dolorante a terra.
Ignaro della sua fortuna di essere vivo, Isabella fiutava già l'odore del sangue impaziente di trasformare quella fantasia in realtà. 
La sua scorta rapidamente la circondò, salì in auto diretta allo spazioporto e fu durante il tragitto che si ricordò di una cosa sull'essere invitati. 
Non le sembrava importante, ma era la prima volta che Steve l'invitava e decise di fare le cose per bene. 

 
***** 
« Dei cioccolatini? Grazie ma perché? » chiese Steve prendendoli da Isabella con indosso l'armatura da phantom.
« Mi hai invitata, non bisogna presentarsi a mani vuote. » 
« Ehm...ok, grazie. » disse leggermente dubbioso, era sicuro che quelli fossero i primi cioccolatini regalati per “Per cosa...essere chiamati per andare in guerra? Va beh,il cioccolato è cioccolato.”  e rivolgendosi alla moglie « Ilary me ne prenderesti tu uno? Con questi guanti carrozzati non riuscirei mai ad afferrarli. »
Lei lo guardò con disappunto mentre teneva in braccio la figlia di due anni « Steve, capisco che dovette aspettare l'arrivo dei trasporti ma questo ti va bene? » 
I dubbi della donna erano dovuti ai soldati invece di aspettare in file ordinate vicino alle piste di atterraggio, se ne stavano alla rinfusa a parlare fra loro o con i familiari che come lei erano venuti a salutare i soldati alla partenza. 
Altro particolare che di norma non sarebbe consentito, ma la disciplina nel I reggimento non arrivava a quei livelli e Steve non era pignolo. 
Alla domanda della donna lui azionò la trasmittente e disse « Soldati volete mettervi in riga e ascoltare un discordo del vostro comandante o cazzeggiare? »
« Cazzeggiare! » fu la risposta corale di tutti. 
Lei, per niente incoraggiata, gli disse « Non farmi preoccupare e torna presto. » 
Lui sentì uno strano ma piacevole formicolio a quelle parole, era la prima vola che il I veniva mobiliato da quando si erano sposati. Cercò di buttarla sul ridere per non farla preoccupare. 
« Ti faccio vedere un trucco che ho insegnato ad Isabella. Dammi un cioccolatino. »
« Cosa? Perché? » disse allibita. 

Il piccolo rettangolo di cioccolato ondeggiava senza cadere, appoggiato sul naso di Isabella che senza troppe difficoltà lo teneva in equilibrio su di esso. 
Steve intento avevo preso a contare, tutti attorno la gente la fissava divertita, arrivato al tre batte rumorosamente le mani. 
Una piccola spinta e il cioccolatino volò in aria, preso al volo da Isabella che lo mangiò in un boccone. 
Tutto divertito Steve si girò vero la moglie « Piaciuto? »
Lei lo guardò con disappunto « Lei hai insegnato un trucco da cani? »
« Si! » disse entusiasta « La mia idea è che Isabella è come un cane. »
« Steve...mah...che maniere. Non sono cose da dire. » e guardando verso Isabella « Se ti senti offesa sappi che ti do ragione. »
Isabella, nel suo solito modo di fare, inclinò appena la testa incerta sul da farsi. A quel gioco lei piaceva. 
Derica, il secondo in comando, si avvicinò a Steve « Signore, la corazzata turian Vapilia è in arrivo dalla Cittadella per portarci a destinazione. » 
« Molto bene, la cosa più complicata sarà far salire i pezzi d'artiglieria Titano. Cominciamo con quelli e averti Lofirn, la loro gestione è una sua responsabilità. »
« Signore. » e dopo un cenno di saluto a Ilary corse via. 
« Penso sia ora di comportarsi con un minimo di serietà, sapevo che c'era la fregatura ad accettare questo lavoro. Porca merda. »
La moglie si scandalizzò a quelle parole « Steve! Non dire certe parole con la bambina presente!»
« Eddai ancora non capisce. Fammi dare un ultimo bacio a te e alla bambina. »
« Non fare lo sciocco, non sarà l'ultimo e lo sai. » rispose lei cercando di controllare l'ansia. 
Con un po' di difficoltà data dall'armatura lui si chinò verso la moglie. 
« MEDA! » disse una vocina.
Rimasero bloccati, scioccati. Una strana atmosfera si era creata, aleggiando minacciosa.
« Meda, Meda, Meda... »
Steve si voltò di scatto e corse via da un Ilary inferocita che ferma dov'era gli urlava « Non credere di cavartela, dovrai tornare a casa...e non pensare che ferirti a un piede ritarderà la punizione, solo perché sarai in ospedale. » 
Lei non se ne accorse, ma dentro alla corazza lui sussultò a sentire l'ultima frase. Era proprio quello che stava pensando per cavarsi d'impiccio. “Ma dannazione, credevo che certe scene fossero solo trovate da telefilm. “
Intanto Ilary aveva smesso di urlargli dietro, anche se la bambina continuava a ripetere felice la nuova parola. Si voltò verso Isabella « Per favore, se riesci, evita che si faccia male. »
Nuovamente il phantom inclinò la testa, sbatté le palpebre un paio di volte e … « Ok. » avviandosi a raggiungere il suo amico. 
Ilary, ancora incredula che le avesse risposto, mormorò tra se « Non avrei mai creduto di trovare rassicurante sapere Isabella con Steve. » adesso però aveva un altro problema da risolvere.
Tenendo la bambina sollevata davanti a se « No Alexandra...brutta parola, non si dice..no, no no. »
La figlia parve capire, si zittì fissandola e tornando ad essere allegra subito dopo senza più ripetere la nuova parola. Sperando di aver risolto la situazione, Ilary si voltò indietro per riportare entrambe a casa. 
« Utane. » esclamò a un tratto la bambina, congelando la madre sul posto che la guardava sconvolta. “Questa dove l'hai imparata?”
L'unica risposta fu la risatina allegra di Alexandra.
   
 
Leggi le 23 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mass Effect / Vai alla pagina dell'autore: Uptrand