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Autore: Il Maiale    29/01/2019    2 recensioni
A cosa era giusto pensare in quel momento? Forse avremmo dovuto chiederlo a Pietro e alla sua compagnia di amici, Andrea e tutti gli altri lì.
Quali sono le giuste domande da fare?
Fin da piccoli i nostri nonni ci avevano detto che nulla nella vita era sicuro, tranne la morte, e ci sentivamo traditi per questa enorme menzogna.
Doveva sentirsi così Giuda dopo i tre giorni. Ferito. Ingannato dal sistema.
Storia vincitrice al concorso per giovani scrittori indetto dall'università IULM e pubblicata nell'antologia "Pelle"
Genere: Dark, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ricordo che ci sentivamo traditi, in quel soggiorno di pochi metri quadrati, in silenzio, con la testa bassa e il naso pieno dell’odore di morte.
 
Politico era appoggiato con la spalla alla porta a fissare il vuoto, George carezzava la sua cavia, Beatrice non smetteva di muovere la gamba e San Livido non riusciva a distogliere lo sguardo da Jareth, lì in piedi, davanti a noi.
 
A cosa era giusto pensare in quel momento? Forse avremmo dovuto chiederlo a Pietro e alla sua compagnia di amici, Andrea, Giuda e tutti gli altri lì.
 
Quali sono le giuste domande da fare?
 
Fin da piccoli i nostri nonni ci avevano detto che nulla nella vita era sicuro, tranne la morte, e ci sentivamo traditi per questa enorme menzogna.
 
San Livido era l’unico che fra di noi credeva in un Dio, e il suo Dio era vendicativo.
 
George sudava freddo, appena Jareth ci disse che non era tornato per vendicarsi di noi San Livido scoppiò in lacrime inginocchiandosi, dicendo che gli dispiaceva, dicendo che in realtà avrebbe voluto fare qualcosa. George scattò in piedi, invece, correndo il bagno e facendo scappare la cavia che aveva fra le mani.
 
Doveva sentirsi così Giuda dopo i tre giorni. Ferito. Ingannato dal sistema.
 
Politico sbottò dicendo: «Che cosa vuoi da noi?»
 
E io lo vidi il perché di tutto quel rancore. Oltre all’ovvio motivo del “dovevi rimanere morto”, Jareth, dopo avergli tirato un pugno sul naso, gli aveva mangiato la prostituta davanti agli occhi. 222
 
Vidi anche le ragazze scomparse. Le vidi urlare sulla pelle mangiata di Jareth. Le vidi morire sul suo avambraccio.
 
Jareth gli sorrise. Disse che ci aveva pensato per tanto. Voleva ucciderci tutti ma poi, ragazza dopo ragazza, morso dopo morso, aveva preso realmente coscienza di quello che era.
 
«Poi ci sono arrivato,» disse, «non sono qui per vendicarmi ragazzi. Sono qui per farvi diventare ricchi.»
 
E potrei stare le ore a raccontarvi di cosa accadde dopo. Di come dal bagno uscisse la nube di fumo all’odore di erba da sotto la porta. Di come San Livido continuasse a chiedere perdono e a fissare il braccio mangiato di Jareth.
 
Di come Politico Anarchico si mise a tavolino con lui facendosi spiegare per filo e per segno ogni dettaglio, dimenticando la sua prostituta morta.
 
Potrei poi spiegarvi perché George Washington quando uscì dal bagno era così sconvolto da credere che tutto ciò fosse un sogno lunghissimo. Posso dirvi di come poi la cavia di Politico si fosse nascosta in una credenza del soggiorno, rimandandone intrappolata quando Beatrice la richiuse senza accorgersene. Potrei ma non lo faccio. Saltiamo descrizioni inutili. Saltiamo i retroscena introspettivi di ognuno di noi. Tanto non saprete mai cosa si prova a vedere nel proprio soggiorno il migliore amico morto che vi parla di come potete diventare milionari.
 
Eravamo le persone giuste per farlo. Eravamo futuri registi, futuri attori e scenografi, futuri pubblicitari, futuri pionieri dei media. Dovevamo attuare un piano semplice, mandare un piccolo messaggio. La massa avrebbe fatto il resto. Noi, futuri bugiardi della società, dovevamo semplicemente mettere in scena la realtà senza demonizzare il protagonista.
 
Ci rivelò che il primo zombie della storia fu proprio Gesù Cristo figlio di Nostro Signore onnipotente: quindi perché Jareth Aldo, morto e risorto, non poteva essere altrettanto?
 
La cosa facile poi era il dimostrare la veridicità della notizia, del nuovo salvatore. 223
 
La cosa facile era sparare ad Aldo senza che lui morisse.
 
Così lo facemmo.
 
Mettemmo in rete il video più spettacolare di sempre, pubblicizzandolo su ogni nostro canale personale.
 
Potrei raccontarvi della reazione dei genitori di Aldo, ma a nessuno interesserebbe davvero questa storia.
 
Vi racconto invece della miriade di insulti ricevuti, vi racconto dello stupore degli utenti.
 
Vi racconto della soddisfazione provata nel pugnalare Aldo così tante volte da perderne il conto e dello sconforto nel vedere che non si accasciava mai a terra, nemmeno una volta.
 
Non moriva mai.
 
Potrei raccontarvi come furono quelle prime settimane, con il mondo diviso a metà tra chi credeva che Jareth raccontasse il nuovo verbo e chi invece diceva che era solo un esperimento sociale fatto da degli studenti di cinema qualsiasi.
 
Era un continuo di adulazioni e sputi in faccia.
 
Potrei raccontarvi di come Beatrice rimase incinta andando a letto con un qualcuno che l’aveva contatta sui social, potrei invece raccontarvi di come George passò dalle semplici canne a prendere metadone per continuare ad essere in quello stato di consapevolezza astratta della realtà che lo circondava.
 
Ci contattò un agente dopo due settimane di dibattiti nei programmi del pomeriggio in cui nessuno ci chiamò mai per confermare o smentire le varie voci che giravano sulla vicenda, e dopo due settimane che Politico Anarchico incolpava Washington per la scomparsa della sua cavia domestica.
 
E potrei anche qui raccontarvi di contratti e percentuali percepite e di accordi e strette di mani, ma sarei noioso e perderei la vostra attenzione.
 
Vi dico quindi che al primo dibattito in piazza di Jareth, con i suoi apostoli e i suoi venti follower di un una cittadina sconosciuta lì davanti a noi che lo guardavano con ammirazione e George Wa- 224
 
shington che ci chiedeva dove gli avessimo nascosto la macchina del tempo, qualcuno chiese se Beatrice fosse la Maria Maddalena dei giorni nostri e Politico Anarchico un San Pietro moderno.
 
Vi dico che dopo quell’incontro in piazza, nel mini van che ci portava in albergo, Jareth azzannò il collo del nostro agente mentre questi parlava di quanto fosse stato tutto fantastico e re-twittato già un considerevole numero di volte. Di come il video delle sue perle avesse già centoventinovemila visualizzazioni.
 
Ricordo che mentre tutti noi eravamo terrorizzati e schifati, premuti l’uno contro l’altro il più lontano possibile da Jareth e l’agente urlante che si sentiva mangiare la faccia, George se ne stava lì accanto, con la fronte poggiata al finestrino e gli occhi sognanti.
 
Potrei poi raccontarvi di come abbiamo occultato ciò che rimaneva del cadavere e di come abbiamo pulito l’auto, perché è ovvio che lo abbiamo fatto, ma non ve lo racconterò.
 
Stavamo vedendo un po’ di popolarità, non potevamo perdere l’occasione.
 
Quella sera tornammo a casa sporchi di terra e sangue, con le anime così corrotte che cercai di non guardare nessuno per non essere costretto a vedere pensieri proiettati sulle loro fronti.
 
Quella sera Politico Anarchico aprendo la porta del suo appartamento venne investito da un sottile odore di decomposizione.
 
Quella sera finalmente Politico Anarchico trovò la sua cavia, morta, intrappolata nel mobile, deceduta per stenti.
 
***
 
Ricordo che un giorno avevamo pranzato tutti insieme a casa di Beatrice.
 
C’era Politico con la sua telecamera a provare varie inquadrature mentre Jareth mangiava, perché di certo non potevamo dire che si nutriva di persone organiche come ad esempio i suoi follower. Avevamo migliorato la sua immagine. La sorella di Beatrice aveva 225
 
innestato un lembo di pelle nuovo nell’avambraccio mangiato. Lei era una costumista, la sua amica era make-up artist.
 
E io ripeto, infatti, che eravamo esattamente le persone giuste.
 
Ci chiesero una percentuale, ovviamente.
 
«Lo facciamo per la causa, certo. Ma con la sola visibilità non si campa.»
 
Ci dissero guardandosi negli occhi. E io lo sapevo, lo avevo visto, che condividevano il letto.
 
Ho visto sulle labbra della make-up artist il bacio della sorella di Beatrice.
 
Politico, con la telecamera puntata su di loro mentre truccavano Jareth, disse: «Ma non è che siete lesbiche voi due?»
 
Disse: «Mi dispiace ma non possiamo collaborare con voi.»
 
Disse: «Puntiamo a un target di persone dalla mentalità ristretta.»
 
Lo vedevo, il disgusto della make-up artist. Vedevo il disappunto della sorella di Beatrice. Vedevo sulla pelle l’odio del mondo contro di loro e il loro odio contro il mondo.
 
Vedevo i pensieri di entrambe sulle loro fronti, l’immagine del quarto stato formato da un esercito di lesbiche arrabbiate. Con la sorella di Beatrice in primo piano, una mano in tasca e l’altra a sorreggere il giacchettino sulla spalla, con l’amico transgender che cerca di fermarle con in grembo delle Jimmy Chou.
 
«Io credo sia innaturale che due donne condividano il letto,» disse San Livido, «immagino che quando consumate usate dei dildo o roba simile. Non è meglio allora il membro di un vero uomo?»
 
E io vedevo altro disgusto.
 
San Livido in fondo era il vero credente, il vero cristiano cattolico praticamente. Uno di quelli che ti sapeva redimere con un pugno.
 
«Sai cosa è innaturale invece?» disse la make-up artist sbattendo i pennelli sul tavolo «Risorgere dopo tre giorni è innaturale; trasformare l’acqua in vino è innaturale…»
 
«Rimanere incinta vergini è innaturale.» 226
 
Potrei ora descrivervi della diatriba nata fra San Livido e le due lesbiche, ma non ve la racconto. Vi dico però che alla fine vennero assunte.
 
Jareth, il nuovo Messia e noi i suoi nuovi apostoli.
 
Aveva preso talmente sul serio il suo ruolo che si era ordinato on line tutti i libri della Bibbia e aveva cominciato a leggerli a qualsiasi ora del giorno e ovunque si trovasse.
 
Anche mentre lo truccavano lo vedevi leggere. Aveva persino cominciato a pregare.
 
Aveva compiuto un cambiamento mistico.
 
Stava diventando quasi una figura astratta, in silenzio, lì nell’angolo a leggere, mentre noi preparavamo le prossime campagne pubblicitarie. Mentre Politico provava le inquadrature e mentre Beatrice provava le battute da dire in pubblico.
 
Avevamo allestito degli incontri, in piazza o in qualsiasi altro posto all’aperto dove potevamo far venire le persone senza pagare un centesimo. Dove Jareth poteva raccontare qualche novella e dove noi ci esibivamo come apostoli moderni.
 
Beatrice, che studiava recitazione con noi in accademia, era la saggia donna. Figura celestiale con un passato da sgualdrina. Pensava di poter sfondare nel mondo di Hollywood così.
 
Fu in uno di questi raduni improvvisati e pubblicizzati sui social che avvenne la svolta che ci fece prendere il volo.
 
C’era Jareth, in mezzo a tutti noi, che blaterava di qualcosa sulla parola del signore. C’era Jareth che dava prova di non poter morire. C’era un uomo preso fra il pubblico con un coltello in mano che lo affondava nel suo cuore. C’era l’ovazione di fronte al miracolo divino.
 
Era tutto come al solito, con un po’ più di gente del raduno precedente.
 
Eravamo in mezzo a un parco, seduti su delle panchine mentre Jareth intratteneva e Politico e San Livido registravano. San Livido era il nostro tecnico del suono e delle luci. 227
 
Avvenne per caso, o per volontà di nostro Signore, che cadde un uccellino dall’albero proprio vicino a dove stavamo svolgendo lo spettacolo.
 
Accadde poi che una vecchietta dal cuore tenero lo raccolse, tenendolo fra le mani, senza che desse nessun segno di vita. Era morto. Forse gli era esploso il cuore. Forse un’embolia al cervello. Forse si era strozzato con un verme.
 
Sta di fatto che quel fottuto uccellino era morto stecchito.
 
Quando poi, però, Jareth, con il microfono in mano e la vecchietta a fianco, disse: «Nella via celeste, ora la sua anima vola insieme a quella dei vostri cari» quel fottuto uccellino cominciò a cinguettare riempiendo il silenzio di tutto il nostro pubblico.
 
Un altro miracolo. Il primo e vero miracolo effettivo da parte di Jareth.
 
Ci fu un’ovazione generale. Ci furono lacrime. Ci furono applausi e urla.
 
Jareth ne rimase così affascinato e sconvolto che non volle parlare per tutto il resto della giornata. Noi piangevamo e urlavamo al miracolo da parte di Jareth, il nostro nuovo Messia, ma dentro cominciava a smuoversi un fastidio irrazionale.
 
Vi racconto che il giorno dopo la messa on line del video cominciammo a ricevere telefonate importanti, quelle che volevamo fin da subito, da parte di testate giornalistiche e di programmi televisivi. Eravamo il fenomeno mondiale che aveva diviso la chiesa in due tra chi osannava il nuovo Messia e chi diceva che era uno scherzo del diavolo.
 
 
 
  
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