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Autore: Rowan Kane    29/01/2019    1 recensioni
Semplici pensieri riassumono un cambiamento
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quante volte vi sentite vuoti dopo la fine di una relazione importante? Sia chiaro, con relazione non si parla solo di coppia, esiste anche l’amicizia e quella è molto importante. Significativa. Se coltivata, intensa. E quando finisce, per definirla con un comune modo di dire, “si spezza il cuore.” Ovviamente è inesatto, il cuore rimane integro e continua allegramente a battere. È il peso dei pensieri che ci schiaccia, come un trauma:la ferita è fresca e sanguina ancora e il nostro corpo reagisce in una serie di modi. Ecco, la stessa cosa:la tachicardia, nel mio caso, è una di queste, e il cuore non mi si spezza, ma mi esplode nel petto. Prima di tutto c’è la rabbia mischiata al dolore, ma niente di serio;la sera passa e ci si sente svuotati, stremati, stanchi. Il giorno dopo c’è uno stato di calma e dura per qualche giorno, perché non ci si rende conto di aver subìto un trauma, si fatica a realizzare, si pensa che andrà tutto bene anche se si sa che qualcosa si è rotto, ci è stato strappato via. È forse la parte più strana:fatichiamo a realizzare e allo stesso tempo l’abbiamo capito, lo sappiamo, è così, punto e basta, eppure una parte di noi, insistente e provocatoria, non lo sa accettare, non lo realizza. Dopo qualche giorno, finita la calma, anche quella parte esplode. Esplode sul serio. La parte della rabbia è già passata, ora c’è la parte dell’odio, un’odio intenso mischiato a un profondo dolore. Di solito lo si prova in proporzione all’affetto che si è provato per l’altra persona, e come potrebbe essere altrimenti? Una persona di cui ci importa poco o che non fa alcuna differenza nella nostra vita, non ci fa sentire nulla. Forse un po’ di rabbia, un po’ di dispiacere, ma come tutto il resto, passa. Perciò ora c’è forse la fase più pesante da quel punto di vista, perché si sente TUTTO:il dolore non fa respirare, la depressione annienta ogni pensiero e schiaccia a letto, l’odio ci consuma. In tutto questo è insito l’amore, altrimenti non proveremmo tutto questo. Sì, questa è la parte dolorosa, in cui si sente tutto e non si vorrebbe sentire niente. Non parlo di morte, sia chiaro. Parlo di sentire un tale livello di angoscia all’altezza dello stomaco da volerselo strappare via. Parlo di sentire qualunque pensiero nella mente e volerla solo poter spegnere. Parlo di sentire il cuore a mille e non volerlo sentire affatto. Ed io amo il suono del cuore, è il più bello che esista. Si può paragonare questo stato a un campo bruciato, o ad una città bombardata. Distrutto. Non c’è più nulla di agibile. Completamente spazzato via. La calma arriva dopo, ma si può definire più come la quiete dopo la tempesta. Piano piano si rimettono insieme i pezzi, con tutti mezzi che si hanno, ci si arrangia un po’ con colla e scotch. Ma tu sei sempre lo stesso? Quando qualcuno ti abbandona, ti butta via come un giocattolo rotto, ti fa capire quanto poco tu sia importante in realtà, ti liquida con una scusa talmente patetica da sembrare perfino una barzelletta, è difficile che tu sia lo stesso. Non dopo che hai basato le tue convinzioni in tre anni di quello che credevi fosse uno dei rapporti più importanti della tua vita e che invece si è rivelato solo una bugia. Grossa, spietata e crudele. E anche se sai di non meritarlo, anche se sai di non aver fatto niente e di aver dato tutto, non puoi sentirti come prima, non puoi pensare di amare come prima, né di fidarti di qualcuno. Ti sei fidato troppo e questo ti ha distrutto. Se non vali neanche la pena di una spiegazione sincera, faccia a faccia, come puoi pensare di sentirti come prima? Non è possibile, chiunque può dire che si va avanti, ma a vedere come. Uscirai anche da questo stato d’animo, la semplice tristezza. Con calma, riprenderai a respirare. Ma chi sarai quando riuscirai a farlo?
   
 
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