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Autore: Zelgadis91    30/01/2019    0 recensioni
L'estate di un giovane mago dalle tinte "rainbow" viene animata da un viaggio nel regno di Ungheria del XII secolo dove, tra splendidi uomini usciti da una copertina Men's Health e giornate innaffiate da litri di Cosmopolitan, si troverà coinvolto in una congiura che ha dell'assurdo. Riuscirà il nostro eroe a godersi qualche settimana di pace nonostante il contesto fantozziano?
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

“Dmitri! Potresti portarmi il vassoio con quello strano bicchiere che c’è in cucina, per favore?”
“Si, Mr. Blu”
Per tutta la mattina Dmitri, l’impavido cavaliere dagli occhi di zaffiro arruolato dal Mago come pagamento per le sue prestazioni nella ridente cittadina di Mészàrad, fu costretto ad assecondare le più umili richieste dell’uomo che sedeva in giardino. L’uomo si diresse verso l’abitazione, abbandonando sul ceppo l’ascia utilizzata per spaccare la legna. Una volta entrato storse il naso davanti a quel bicchiere trasparente contenente un liquido rosa. Avvicinò il naso curioso di capire di cosa si trattasse ma dopo alcuni istanti decise che si trattava sicuramente di una qualche pozione creata da quell’ambiguo essere. Preso il vassoio, si apprestò a servire il suo nuovo signore.
Quest’ultimo indossava un enorme paio di occhiali da sole, un cappello di paglia dalla tesa particolarmente larga e un costume a pantaloncino nero antracite.
“Oh Grazie!”
“Mio Signore, posso chiederle di cosa si tratta? É un rimedio per qualche malattia?” domandò chinando il capo, dopo aver visto il mago bagnarsi le labbra con quello strano liquido.
Il mago sorrise e, dopo aver abbassato gli occhiali sulla punta del naso, guardò fisso negli occhi Dmitri.
“Per qualcuno si… ahahahah… Ma no, non è una medicina. Si chiama Cosmopolitan! Ed è una delle migliori creazioni del periodo da cui provengo. Vuoi assaggiare?” chiese sorridendo e abbassando leggermente lo sguardo.
Sudato come un ghiacciolo ad agosto, Dmitri si ergeva in tutta la sua seducente figura a lato del mago con indosso solo un paio di pantaloni di cotone color giallo paglierino. Tese la mano verso il bicchiere e lo accostò alle labbra facendo appello a tutto il suo coraggio. Furono sufficienti poche gocce di quello strano liquido innaturale per iniziare a farlo tossire e a fargli uscire gli occhi fuori dalle orbite. Il mago rise sguaiatamente per quella reazione.
“Come fate a bere quella cosa…. È aspra ma anche dolce… ed è più forte di qualsiasi birra abbia mai bevuto alla locanda”
Il mago scoppiò a ridere di gusto portandosi una mano all’addome e prendendo con l’altra il bicchiere di Cosmopolitan.
“Hai ragione. È molto forte ma… dopo un po’ ci fai l’abitudine e crea una sorta di dipendenza. Ora, mio impavido cavaliere, vai a lavarti e preparati mentre mi faccio un bagno. Andiamo a fare due passi!”
Il mago si alzò in tutta la sua figura e si avvicinò ai gradini della piscina. Visto da dietro poteva dare l’impressione stesse registrando il nuovo spot pubblicitario di Dior ma la verità è che voleva solo fare la diva e dare qualcosa da vedere al suo cavaliere. Cavaliere che non solo non aveva realizzato di doversi recare nel suo bagno privato a farsi una doccia ma che aveva già calato le braghe e aveva seguito il mago in acqua.
“Dove tenete le sostanze per lavare capelli e corpo, Mr. Blu?” domandò l’uomo alle spalle del mago.
Ora.
Mio caro lettore.
Sì, proprio tu che stai leggendo.
Che da quando hai visto il rating non aspetti altro che qualcosa di succoso e peccaminoso accada.
La tua mente è già partita per la tangente… figurandosi corpi intrecciati in un scoubidou umano che ci danno dentro come Ana e Chris in 50 sfumature.
Ci ho preso?
Bhè, temo che resterai deluso.
Dicevamo…
Il mago si girò di scatto per lo spavento e i suoi occhi, ovviamente senza volerlo, si fissarono sotto la superficie dell’acqua. Proprio lì, tra le sue gambe…
“Dimmi Dmitri. Ho mai menzionato il fatto che dovessi seguirmi in piscina?”
“Eh… mi avete detto di lavarmi… mio signore”
“La risposta è no. E sei per caso imparentato con gli elefanti?” Lo sguardo nel frattempo si era spostato sugli occhi dell’uomo.
“Temo di non sapere cosa siano ma... la risposta è sempre no, vero?” domandò scettico, arretrando alla vista fredda dell’uomo
“Pazzesco. Ero convinto di sì! Comunque…” Mr. Blu chiuse gli occhi e prese fiato “Intendevo dire che devi lavarti come hai fatto ieri. Nel tuo bagno, nella tua doccia… ricordi? Manopola uno e due? Caldo e freddo?”
“Chiedo scusa. Mio signore”
E senza dargli il tempo di replicare uscì dalla piscina con le natiche in bella vista. Questo, agli occhi del mago, poteva tranquillamente dirsi un remake della pubblicità di Invictus di Paco Rabanne. L’uomo si diresse verso l’interno mentre il mago, perso in una dimensione parallela seguiva con la coda dell’occhio tutti i suoi movimenti
“E sti grandissimi cazzi!” esordì una voce femminile.
Il mago abbassò lo sguardo sulla superficie dell’acqua e vide il riflesso della sua grande amica, la Dea celebrata da secoli su quel pianeta.
“Hai visto che roba? Mi manderà ai matti! È un nudista… ne sono certo! Continua a spogliarsi senza preavviso. Il mio povero cuore non può resistere a tutto quel ben di Dio!”
“Già, prego! Quando vuoi… Comunque ad occhio e croce più che del tuo cuore mi preoccuperei del tuo cu…”
“DIDI!”
“Che vuoi? Occhio che quello ti apre come una noce di cocco!” e scoppiò a ridere in una fragorosa risata.
“Parlando di cose serie. Ieri mi sono imbattuto in un incantesimo di sepoltura ancillare concatenato. Non pensavo ci fossero persone abbastanza potenti da castare un incantesimo del genere in questa zona. Ne sai qualcosa?”
“Ehm… se devo essere sincera, no!”. La dea prese a grattarsi il mento cercando di fare mente locale “Mi sono persa quasi tutto il Medioevo a quel tempo. Ero impegnata ad evitare che alcuni miei fratelli invadessero la mia galassia… ma sto recuperando tutto su Netflix! Se scopro qualcosa ti faccio sapere, ok?”
“Per essere la divinità creatrice di questo angolo di universo… lasci molto a desiderare. Te l’hanno mai detto?”
“No! Ma sei sempre così gentile che quasi quasi ti auguro di essere penetrato senza lubrificante!”
“Fottiti”
“Dopo di te! Buona giornata, mia piccola sfranta!”
Sul sentiero per raggiungere il piccolo borgo di Mészàrad diverse persone si soffermarono a guardare con circospezione i due uomini… o meglio, uno di loro in particolare. Per l’escursione cittadina, Mr. Blu aveva scelto una camicia di cotone in dégradé blu e un paio di pantaloni terra di Siena bruciata mentre Dmitri, aveva optato per la sua divisa da cavaliere (non che avesse molta scelta nel caso). Flebili mormorii sulla figura del mago li accompagnarono per tutto il tragitto ma, nonostante Mr. Blu fosse abituato a far parlare di sé, non si poteva dire lo stesso del cavaliere.
“Ci stanno tutti guardando, mio Signore! Forse avrebbe potuto indossare qualcosa di più normale”
“Temo di non capire a cosa tu stia alludendo, mio caro! Sono vestito normalissimo” sbuffò il mago agitando distrattamente una mano a mezz’aria. Alcune persone nei paraggi urlarono per lo spavento di essere colpiti da un maleficio, altri pensarono che fosse un modo di sbarazzarsi di un peto persistente.
“Forse per il posto da dove venite. Ma qui… non molto. Perdonate, la scortesia, mio Signore”
“Smettila di essere così formale, Dmitri. È già da un po’ che volevo dirtelo. Non sono il tuo Signore, ok? Chiamami solo Blu!”
“Perché non mi dite il vostro vero nome?”
“Perché è meglio che tu non lo sappia”
“Perché?”
“Cos’hai 5 anni che continui a chiedere il perché?”
“No! Un’ ultima domanda…”
“Sentiamo…”
“Perché arrossite ogni volta che mi vedete nudo?” domandò con sguardo fisso il cavaliere. Non era così ingenuo come dava a vedere ed era curioso di vedere come avrebbe risposto il mago di fronte ad una domanda del genere.
“Bhè…è molto semplice!” iniziò a rispondere il ragazzo fissando qualche ciottolo sulla strada. Iniziarono ad imboccare il ponte per l’ingresso del borgo mentre il sole del mezzodì, alto nel cielo, giocava con le ombre disegnate dai loro corpi. “Da dove vengo io… non siamo più così schematici con le preferenze sessuali. E, diciamo che, persone come il sottoscritto tendono ad avere una preferenza per gli uomini… piuttosto che per le donne. Ti sarei grato, quindi, che non andassi in giro nudo come se niente fosse…”
Si fermò e lo guardò in faccia.
“Capisco. Bhè, cercherò di fare attenzione. Mi scuso per la mia noncuranza… Blu” rispose con un mezzo ghigno sulle labbra.
L’aveva capito! Bastardo… aveva capito tutto ma si stava divertendo a farmelo ammettere! Questa me la paga!
Per le strade Mészàrad aleggiava un piacevole profumo di pane appena tostato, fieno e fiori di campo. Per essere un piccolo borgo medievale, Blu si sorprese di non percepire puzza di urina, animali sudati o stallatico. L’igiene delle persone sembrava decisamente di migliore di quanto sperato nonostante i margini di miglioramento potessero essere molti.
“L’ultima volta mi è sembrato di vedere un droghiere, un medico o farmacista… insomma qualcuno che vende erbe medicinali. Avete qualcuno del genere in paese?” iniziò a chiedere il mago guardando lungo i lati della strada. Piccole bancarelle, negozi ricavate dalle case si affacciavano lungo tutto il corso centrale. Le persone contrattavano sui prezzi e chiacchieravano in estrema serenità almeno fino a quando il loro sguardo non si posava sul mago.

“Si, abbiamo qualcosa del genere. Ti ci porto”

Poco dopo essersi avviati per la traversa che conduceva verso il droghiere, i due uomini furono interrotti dalla presenza di un gruppetto che sbarrò loro la strada.


“Come osi mettere piede nel nostro borgo? Che hai fatto al povero Dmitri? I suoi capelli! Siete un vile”
“Ma quanti complimenti di primo mattino, piccolo Conte! Come state? Piaciuto il volo di ieri?” sogghignò il mago rimirando il corteo di uomini alle spalle del conte. Un piccolo sospirò scappò dalle sue labbra senza che nessuno se ne accorgesse. Nessuno ad eccezione di Dmitri ovviamente. Spostò lo sguardo dal mago a quello che stava fissando e poi capì.
“Voi! Avrete anche conquistato la fiducia di mio padre ma non riuscirete a soggiogare anche me! Io ho capito di che pasta siete fatto. Siete qui per seminare il terrore a Mészàrad… ma non ve lo permetterò!”
“Caspita! Come siete arguto… e come pensate di fermarmi?” domandò sorridendo avanzando di qualche passo
“Farò qualsiasi cosa in mio potere per fermarvi, statene certo!”
“Vostra altezza, la vista di uomini nudi sembra sia un suo punto debole!” si intromise Dmitri, divertito anche lui dal siparietto dei due. Per strada, i più coraggiosi si erano nascosti per assistere a quanto sarebbe accaduto mentre gli altri, decisero che non valesse la pena perdere tempo per una baruffa il cui vincitore era ovvio.
“Ma che cazz…. Dmitri!? Cosa stai dicendo?”
Blu, leggermente arrossito, si voltò verso il suo cavaliere palesemente seccato mentre l’altro, dal canto suo, sollevò le mani per aria come aveva imparato dal mago.
“Presto, miei soldati! Catturiamo il mago!” a quelle parole, il giovane conte iniziò a liberarsi dei vestiti per poi recuperare la spada e puntarla verso il forestiero. Gli altri quattro cavalieri della scorta, seppur scettici, seguitarono le indicazioni del capo e ben presto cinque uomini nudi si trovarono a rivolgere tutte le loro spade contro il giovane uomo.
“Oddio… Sembra l’intro di un video porno di YouPorn! Abbassate le armi e nessuno si farà male” mugolò il mago paonazzo sollevando le mani a mo’ di resa. I suoi occhi vagavano su quei corpi scolpiti da chissà quante ore di allenamento.
Uno sguardo fugace verso il cielo con gli occhi languidi dal piacere:
“Grazie Santa Lady Gaga da New York City!”
“È inutile che provi a combattere! Ora sappiamo il tuo punto debole! Sarai incarcerato e messo al rogo per i tuoi crimini! Prendetelo!” ordinò il piccolo Conte.
“Mio sig… Blu. Non so se posso intervenire o no…” domandò Dmitri che fino a quel momento era stato con le braccia incrociate.
“Tranquillo! Ci penso io” mormorò il mago facendo l’occhiolino ai ragazzi che si stavano avvicinando. Il suo tono della voce si abbassò leggermente e, uno alla volta li fissò negli occhi come a carpirne l’animo. I soldati si fermarono e così fece il conte. Una mano del mago si avvicinò alla camicia sfilando lentamente i bottoni dalla loro asola. Si morse appena le labbra e fece passare la punta della lingua sulla rima superiore delle labbra.
“Adesso… basta. Perché mi attaccate? Non è quello che vorreste davvero… Ho ragione?”
Il mago avanzò verso i soldati che in breve lo circondarono come se fossero caduti in una trance. I loro respiri si fecero affannosi, dopo aver appena sfiorato la pelle delle braccia o del collo del mago. Il figlio del conte emise un gemito prima di cadere sulle ginocchia e appoggiare la testa sul grembo dell’uomo.
“Io… non capisco! Io… Vi desidero! Vi desidero come mai nessuno prima… passate la notte con me!” bofonchiò il nobile sfregando le mani sulle cosce e inspirando il profumo della camicia dell’uomo come fosse aria di montagna.
Quel momento fu rotto dalla voce degli altri cavalieri che al suono di No, con me! o Siate mio! iniziarono a sfregare i propri membri eretti contro l’uomo come a marcare il territorio.
“Quando schioccherò le dita, proverete… un piacere immenso. Più grande del desiderio che provate in questo momento. Ok? Uno, due…”
“WAAAAAA!!! Che sta succedendo? Come… come… Perché tutti questi cavalieri sono… O Mio Signore! Ahhhh” Come un grugnito a ciel sereno, padre Jànos era comparso in tutta la sua molesta grassezza. Le sue mani congiunte alla bocca tradivano una certa fame, e non di cibo ovviamente, che faticava a controllare. Tese una mano a mezz’aria strizzando quei suoi piccoli occhi porcini sugli uomini che non si erano lasciati distrarre e continuavano a muovere i fianchi verso il mago.
“Blu! Smettila… sono sempre i miei compagni! É uno spettacolo indecente!”
Dmitri, che fino a quel momento era stato in disparte a vedere come se la cavava il mago, si sentì estremamente infastidito da quello spettacolo. Avrebbe potuto fare qualsiasi cosa per sconfiggere i suoi vecchi compagni ma questo… era evidente che volesse umiliarli.
“Indecente… si… indecente… ahhh” cantilenò il prete avvicinandosi a Dmitri “E’ un piacere vedere che tu sia sano e salvo… Dmitri!” Le mani del prete si arpionarono intorno ai bicipiti del cavaliere mentre con gli occhi non si staccava da quei ceri pasquali che erano apparsi per la strada.
Il mago sbuffò e con uno schiocco di dita destó gli uomini da quello stato di incoscienza in cui li aveva fatti cadere. Questi si guardarono intorno spaesati e, ben presto, la loro attenzione fu attirata dai loro amici tra le gambe e dal fatto che il mago fosse proprio a un palmo da loro.
“Che cosa è successo? Che… che maleficio è questo?” domandò una delle guardie
“Avete continuato ad accusarmi di fare malefici o di congiurare contro di voi senza che vi abbia mai dato l’ardire di pensare qualcosa del genere. E bene, adesso l’ho fatto! Quando un essere umano posa il suo sguardo su un mago o una strega di un certo livello, quest’ultimo cade vittima del suo fascino e si sente immediatamente attratto da lui o lei. Quindi, ve lo ripeto per l’ultima volta, smettetela di darmi fastidio o vi asservirò al mio comando come tanti piccoli burattini. E adesso sparite dalla mia vista!”
Quei poveri uomini corsero a recuperare le loro vesti e se la diedero a gambe senza guardarsi indietro mentre il conte, con occhi carichi di astio, si allontanò con calma e resilienza dopo l’affronto subito.
“Ora portami dove ti ho chiesto. Abbiamo ancora molte cose da comprare prima di cena! Arrivederci padre!” esclamò risoluto il mago, disintegrando con lo sguardo la botte umana che si era attaccata a Dmitri. Tra i due vi fu uno scambio di sguardi secco e risoluto prima di procedere lungo la strada.
***
“Parola d’ordine?”
“L’importante è farlo sempre con chi hai voglia tu”
“E se ti lascia lo sai che si fa?” domandò una voce greve
“Trovi un altro più bello che problemi non ha”


Lontano da occhi indiscreti, dove nemmeno la notte più oscura riusciva ad insinuare le sue languide dita, i piccoli occhi porcini di padre Jànos erano fissi davanti ad una vecchia acquasantiera. Una sola torcia ad illuminare la stanza che, celata da un pesante portone in legno massello, conteneva solo il recipiente in pietra e uno scranno consunto.
“Come procedono le cose a Mészàrad, Jànos?” domandò una voce femmine.
La superficie dell’acqua si increspò prima di rivelare la figura di una splendida donna dai capelli corvini e gli occhi verdi come smeraldo.
“Mia signora, l’arrivo di questo strano mago sta portando il paese in subbuglio. Non potete capire che cosa è successo oggi? Sono ancora traumatizzato…” mormorò portandosi le mani contro uno dei suoi seni.
“Raccontami per filo e per segno… Quest’uomo mi sta già sulle palle che non ho!”
Il parroco prese a raccontare quello che aveva visto con dovizia di particolari… forse anche troppa per una persona che si definiva di chiesa.
“Tutti quegli uomini nudi ed eccitati intorno a lui… un tale spreco, Jànos… non convieni?”
“Si, mia signora! Uno spreco indicibile! La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state le parole che ha usato contro il giovane conte, un’anima tanto… volubile”
“Che ha detto?”
“Ha detto che quando un mago o una strega rivelano il loro vero volto agli esseri umani questi si invaghiscono perdutamente di loro e, a quando pare, perdono il controllo, vanno in una specie di trance mistica. Sembravano inebriati dalla sua presenza, eccitati solo a guardarlo… tutto questo è abominevole e profondamente ingiusto. Ditemi, mia signora… anche voi potete tanto?”
Ci fu un minuto di silenzio mentre la donna ripensava a quanto detto; poi, scuotendo il capo, riprese a fissare il ciccione.
“É una menzogna. I maghi non possono tanto… deve aver usato un qualche incantesimo di ammaliamento. Non ci sono dubbi”
“Non sembrava avesse pronunciato nessuna formula o avesse fatto alcun rituale. Indagherò, se vi aggrada mia signora”
“Si, mio diletto! Non possiamo lasciarci contrastare dalla prima fattucchiera che ci passa tra le mani! Siamo arrivati prima noi! Banchetteremo noi, con questi prelibati ragazzi! Ora ti saluto, è giunto il momento tanto atteso e ricorda... sii discreto”
“Un nuovo piano malvagio è giunto a termine”
“No, che dici? Sono passati i 10 minuti previsti per il mio pediluvio! Buonanotte, ciccio!”
L’immagine della donna sparì e, strappata la torcia dal muro, il buon padre si diresse a passo spedito verso le cucine per sfogare tutta la frustrazione accumulata dal giorno. Per fortuna, aveva avuto in dono un cappone ripieno nel pomeriggio.
  
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