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Autore: MagiaOscura    30/01/2019    1 recensioni
Tutti conoscono Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy e Andromeda Tonks ma nessuno sa come crebbero le tre sorelle e che tipo di rapporti avevano tra di loro. In questa storia vorrei descrivere la mia visione sul legame che le legava.
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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Erano ormai passati due anni dagli eventi a Villa Black, quando Andromeda fu brutalmente torturata e rinnegata dalla famiglia, perchè decise di non nascondere più l’amore che provava per Ted Tonks. Molte cose erano cambiate da quel momento. Andromeda, dopo essere stata salvata da Narcissa, fu ospitata dai signori Tonks per qualche settimana, fino a quando Ted, che non tornò a Hogwarts insieme alla fidanzata non ebbe il coraggio di chiedere in sposa la ragazza. Poco dopo una semplice cerimonia, i ragazzi rimasero a Londra, acquistando una casa confortevole grazie ai soldi che Lucius Malfoy gli aveva lasciato sotto le pressioni di Narcissa. Da quel momento Andromeda cominciò a sentirsi più libera e da tre mesi era diventata mamma di una bambina, Nimphadora, che aveva preso le caratteristiche da metamorfomagus del padre. Un giorno di fine settembre, la famiglia Tonks stava tornando a casa e Andromeda portava la carrozzella della figlia, soprannominata dal padre Dora perché trovava il nome della figlia orrendo, e ciò sembrava pensare anche quest’ultima, dato che ogni volta che sentiva il suo nome scoppiava a piangere. Ted invece portava quattro buste piene di cibo, perché Andromeda voleva cucinare qualcosa di nuovo.
“Coraggio Ted, smettila di sbuffare! Sei un uomo o che cosa?” esclamò divertita Andromeda, notando il volto stanchissimo del marito, che sembrava trasportare macigni.
“Piantala, Dromeda! Non ti ci mettere anche tu adesso! Sarà un miracolo se torno a casa vivo!”
Andromeda, vedendo il marito arrossato per la fatica, gli prese la busta della spesa più pesante, sorridendo scherzosa all’uomo che si sentì alleggerito immediatamente, e smise di annunciare il suo decesso imminente.
La famiglia passeggiò allegramente per altri dieci minuti, durante i quali Ted intratteneva la figlioletta trasformando il suo viso in quello di animali. Nimphadora amava quando il padre aveva il viso da maiale e amava tirargli il naso. Andromeda, dopo essere arrivati a casa lasciò al marito la carrozzella della figlia per aprire la porta dell’abitazione. La donna aveva deciso di vivere come una tranquilla famiglia babbana, per gratitudine verso il marito, che amava ben poco la magia. Ma Andromeda notò che la porta della casa era aperta, senza però essere rotta e quindi escluse automaticamente l’ipotesi che siano entrati dei ladri. Entrò in casa, poggiandosi la mano sulla tasca dove c’era la bacchetta, lasciando Ted a divertirsi con la figlia, ma quando vide chi c’era in casa, si sforzò di non scoppiare in lacrime. Riconobbe sua sorella minore Narcissa anche se era girata di spalle a guardare le foto che Andromeda aveva disposto in soggiorno, dai capelli biondi quasi d’orati e dall’eleganza.
“Ci…Cissy!” balbettò Andromeda, incredula di vedere la sorella a casa sua dopo due anni dall’ultima volta che si sono viste. Narcissa si girò lentamente verso la sorella, rivolgendo uno sguardo pieno di disgusto quando entrarono in casa Ted insieme alla carrozzella con Nimphadora.
“Salute, Narcissa” disse Ted alzando la mano, notando la presenza della cognata, ma notando lo sguardo perplesso e disgustato che gli rivolgeva, preferì lasciare la moglie insieme alla sorella.
“Andiamo, Dora. Lasciamo la mamma da sola con la zia”
“Zia” disse schifata Narcissa, guardando perplessa Nimphadora che dalla culla la guardava incuriosita.
“Si, zia – disse Andromeda alla sorella, notando il suo disagio – è la bambina che ho avuto con Ted”
“Non me lo dire nemmeno, ho i brividi a immaginare che tu possa aver avuto una figlia da…da…”
Andromeda guardò perplessa la sorella, ma non insistette nel parlarle della sua relazione con Ted. Ricordava ancora benissimo il giorno in cui riaprì gli occhi e ritrovò la sorella di mezzo accanto a lei.
“Bhe…sono contenta di rivederti, non immagini quanto io abbia pensato a te questo tempo”
“Davvero? – chiese incredula Narcissa, non credendo a cosa stesse sentendo – bhe, a volte anche io”
“Siediti” disse Andromeda, invitando la sorella ad accomodarsi su una sedia. Narcissa notò che la casa era molto ordinata, i mobili erano nuovissimi e molto eleganti e la stessa Andromeda indossava abiti molto belli e sicuramente non poco costosi. Andromeda versò una bibita particolare in due bicchieri che aveva un profumo molto forte, mai vista né assaggiata da Narcissa. Quest’ultima guardava la sorella versare la strana bibita, piuttosto incuriosita.
“Assaggia, è buono però molto amaro” disse Andromeda alla sorella, che osservò il bicchiere come se fosse la cosa più strana del mondo.
“Che cos’è?” chiese dubbiosa la ragazza.
“Caffè, una specialità babbana. Ted è un avido consumatore di questa bibita”
“Ma sei matta? – esclamò Narcissa, non appena finì di ascoltare la sorella – io sono venuta per trovarti non per assaggiare babbanate”
Andromeda non si offese, infondo se lo aspettava che Narcissa rimanesse stizzita dalla sua offerta, e fece finta di nulla, cambiando discorso.
“Tu come stai? Come è andata con Hogwarts?”
“Ho preso il massimo dei M.A.G.O, ma il cialtrone di Silente non mi scelse come Caposcuola. Pazienza, di certo non mi mancherà quel posto. Tu invece? Come stai e come ti tratta quello lì?”
“Mi fa sentire una principessa ogni giorno e spesso mi fa dei regali, anche se non glieli chiedo e poi Nimphadora…cosa potrei chiedere di più?”
“Mmh, non so – disse Narcissa, fingendo di pensare – avere la certezza dell’eredità quando i nostri genitori tireranno le cuoia?”
“Sai benissimo che non mi è mai importato nulla dell’eredità…la situazione in casa come è ? Stai bene?”
Narcissa sorrise, ripensando con piacere a quanto la sua vita in famiglia sia migliorata, soprattutto da quando anche Sirius ha preso le distanze dagli insegnamenti rigidi e antibabbani della famiglia Black.
“Alla grande. Sai, anche Sirius sta seguendo la tua strada e io sto facendo tutto quello che posso per rendergli la vita ogni giorno più difficile”
Andromeda perse il sorriso sul volto, dopo aver soprattutto visto l’espressione di sadico piacere sul volto della sorella. La ragazza ripensò a tutto quello che dovette subire, e si sentì il cuore fermare al solo pensiero di Sirius torturato e maltrattato dalla sua famiglia.
“Cissy…non puoi sfogare il tuo odio contro Sirius, non puoi abbassarti al loro livello! Sirius è molto più nobile di quanto pensi!”
“Non avevo dubbi che tu difendessi il tuo amato Sirius, ma tranquilla…posso prometterti di non partecipare direttamente alle sue punizioni ma sicuramente non lo difenderò”
Andromeda restò amareggiata dalle parole della sorella. Non si aspettava che Narcissa e Sirius avessero creato tra di loro un rapporto strettissimo perché sapeva che i due sono molto rancorosi e vendicativi, ma aveva sperato che la sorella si sforzasse di essere più giusta. Non odiava Narcissa e mai la potrà odiare, ma trovava assurda la cattiveria verso Sirius. La tensione presente nella stanza fu smussata di nuovo da Andromeda, che preferì chiedere alla sorella novità anche su Regulus e Bellatrix. Narcissa raccontò alla sorella che il cugino più piccolo era diventato un Serpeverde e che era molto afferrato in Difesa contro le Arti Oscure.
Per quanto riguarda Bellatrix, Narcissa raccontò a Andromeda che si era unita ai seguaci di Tom Orvoloson Riddle, che tre anni prima annunciò all’intero mondo magico le sue intenzioni di assumere il controllo del mondo magico.
Andromeda rivolse alla sorella uno sguardo preoccupato, che non sfuggì a Narcissa. Nel mondo magico si mormorava di continue sparizioni di babbani e nati babbani e il primo pensiero di Andromeda andò a Ted e Nimphadora. La ragazza sperava ancora che Bellatrix non li venisse a cercare, ricordandosi del suo legame con lei, ma il cuore le diceva che la sorella maggiore se ne sarebbe disinteressata completamente del fatto che erano la sua famiglia. Per qualche secondo nell’abitazione ci fu un silenzio assordante, interrotto soltanto dai pianti di Nimphadora e dai versi buffi che faceva Ted, per divertire la figlioletta.
“Non capiscono nulla quei due…poveri sciocchi” esclamò Narcissa stizzita dall’apparente spensieratezza di Ted, che secondo lei non si dimostrava per nulla preoccupato per la moglie.
“E che cosa vuoi che facciano, Cissy! Dora è nata da poco, e Ted insieme a me prova a crescerla nella maniera più serena possibile”
“Dovrebbe essere in prima linea a difenderti…Dromeda, quella squilibrata di Bellatrix prima o poi verrà a cercarti e nel migliore dei casi…ti torturerà”
“Ti preoccupi di me??? E di mia figlia non ti importa nulla???” esclamò Andromeda, dopo aver capito che alla sorella minore importasse poco o nulla di Nimphadora.
Narcissa taque, provando a cercare le parole adatte per calmare la sorella, e decise finalmente di parlare, confidando a Andromeda che anche Lucius si era unito ai Mangiamorte subito dopo il diploma a Hogwarts.
“No no no…anche lui e anche tu siete dei loro???” disse Andromeda sconvolta, non aspettandosi una rivelazione così scioccante.
“No…io no, lui si. Sarà anche un modo per controllare quella matta di Bellatrix. E’ questo che volevo dirti, io farò tutto ciò che è in mio potere per fare in modo che non ti accada nulla, ma tu non uscire troppo allo scoperto. In qualsiasi momento possono prendersela e Bellatrix vuole secondo lei, tagliare i rami secchi della nostra famiglia”
Andromeda restò muta, non sapendo cosa dire. Pensò la ragazza che se Bellatrix arrivò a torturarla brutalmente, sicuramente avrebbe potuto fare del male a Ted e a Dora, anche se era una bambina. Restò immobile, guardando preoccupata Narcissa e nella sua testa si immaginò tutto quello che Bellatrix avrebbe potuto fare alla sua famiglia.
“Eh…Lucius…lui…ch…”
“Lucius non  ti torcerà un capello…e neanche alla tua ‘famiglia’” disse prontamente Narcissa. Il desiderio di quest’ultima non era sicuramente dare sofferenze alla sorella, l’unica che la trattò con affetto in famiglia prima che finisse in disgrazia. Il suo desiderio era vendicarsi della sua famiglia, e fare in modo che accadesse qualcosa a Bellatrix sarebbe stata la vendetta migliore nel suo modo di vedere le cose. La ragazza sorrise malignamente e ciò non sfuggì a Andromeda, che guardò orripilata la sorella.
“Perché…sorridi???”
“Niente, immaginavo uno scenario che potrebbe rendermi allegra”
“Qu..ale?”
“Immaginavo quando Lucius simulerà un incidente in una delle sue caccie al babbano. Sai? La segue spesso e pur evitando di sporcarsi le mani con quel sangue putrido, sa cosa fa. Non vedo l’ora quando simulerà un grave scontro con gli auror…colpendola per sbaglio con un’anatema che uccide”
“Cissy – disse Andromeda orripilata dalle parole della sorella minore – non vorrai…far morire Bellatrix? Dopotutto è nostra sorella, non puoi farlo!”
“Ah no !? – esclamò impaziente Narcissa, innervosita dai dubbi della sorella – la stessa che quasi ti uccise insieme a quei bruti? Chissà come sarebbe finita se non fossi tornata insieme a Lucius. Sarà meglio andare…altrimenti quei cialtroni dei nostri genitori si insospettiranno, Lucius li sta intrattenendo da ore ma alla lunga cominceranno a chiedersi dove mi trovo”
“Di già??? Ma ci siamo appena riviste e già te ne vai?” disse Andromeda, delusa dall’imminente partenza della sorella.
“Scrivimi all’indirizzo di Villa  Malfoy, vivo lì e tra qualche giorno sposo Lucius. Potremo sentirci molto più spesso e perché no, anche vederci”
Sul viso di Andromeda si illuminò uno sguardo di speranza, dato che spesso in questi anni passò motli giorni in preda alla nostalgia per la mancanza di Narcissa, che pur non essendo mai stata una campionessa in quanto dimostrazione di affetto, fece moltissimo per lei. Non potè fare a meno di abbracciare fortemente la sorella minore, che restò rigida come un albero e stupita dal gesto della sorella.
“Che significa?” chiese incredula Narcissa, stupita dal gesto di Andromeda.
“Ti abbraccio…non ci hanno mai abbracciate da piccole, me lo hanno insegnato Ted e i suoi genitori.”
“Bene…possiamo smettere ora però, sai che odio queste cose sdolcinate”
Narcissa salutò in modo affrettato Andromeda prima di andarsene, lasciando quest’ultima a guardare malinconica la porta di casa. La ragazza si sedette al tavolo, girando sempre sullo stesso punto il  cucchiaio nella sua tazza di caffè.
“Dora si è appena addormentata…ho sentito tutto”
Andromeda sobbalzò, non aspettandosi l’arrivo del marito che tuttavia non sembrava minimamente turbato da quanto ascoltato.
“Prendi Dora e vattene, il più lontano possibile. Vattene, meglio perdervi che sapervi morti” disse la ragazza, non riuscendo a trattenere le lacrime.
“Ma sei matta??? Dopo tutto quello che abbiamo passato adesso mi ordini di andarmene insieme a Dora? Piantala, Dromeda”
“Hai sentito cosa ha detto Narcissa? Bellatrix è una di loro, potrebbe farvi del m…”
“E io vi difenderò come ogni uomo deve fare. Ha anche detto che non avrebbe permesso di farci del male…seguiamo il suo consiglio e viviamo tranquillamente senza dare nell’occhio”
“Ted – disse Andromeda, prendendo il marito per le mani – sei sicuro di ciò che dici? Non sopporterei se vi succedesse qualcosa”
“Si, mai come adesso. Come disse il prete, nella buona e…”
“…cattiva sorte” terminò la frase Andromeda, rincuorata dal coraggio del marito.
 
 

 
   
 
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