FARE POESIA AL GIORNO D’OGGI
Fare poesia
al giorno d’oggi;
sciogliersi sotto ai soli estivi
del deserto decadente,
e lasciarsi cullare dai tiepidi
inverni
di un’atmosfera in mutamento.
Sentirmi come quando si è sotto la
doccia,
l’acqua che scorre,
lava, purifica
le imperfezioni
dei miei giorni peggiori.
E dei giorni peggiori ce ne sono
tanti;
sono quelli in cui, perlopiù,
mi sento un misero pezzo di carne.
Perché il mio animo
è fuso nella carne stessa?
Al diavolo tutto questo,
al diavolo i patimenti di un corpo
non voluto!
Se io non fossi un involucro,
se non fossi carne coperta da tessuti
sintetici,
sarei anima e mi fonderei
con la materia oscura e le onde
gravitazionali;
sfiderei il tempo
e la velocità della luce,
il solo pensare
sarebbe il senso di esistere.
Invece, Dio mio, guarda che miseria…
ossa, sangue, dolore;
malanni, raffreddori,
gola dai mille spilli conficcati
nelle tonsille.
Odori vani
e nessuna metamorfosi;
sono qui, racchiuso
in quello che non ho mai richiesto.
Se la morte fosse libertà garantita,
l’abbraccerei subito.
La verità è che non ho neanche il
dono
di essere crisalide;
siano beati i bruchi,
che son vermi striscianti
destinati a spiccare il volo.
E che volo;
si guardino le farfalle
nella loro infinita bellezza regale.
Nulla in confronto a peli e a corpi
che invecchiano.
questa è una corsa senza speranza,
poiché si va solo avanti
e non si torna più indietro.
A trent’anni vorrò tornare ad averne
venti in meno,
andare ancora a scuola a imparare le
tabelline,
giocare con l’abaco.
Leopardi piangerebbe assieme a me,
lo so;
noi siamo due condannati,
nella carne la condanna
che nasconde il nostro animo
e lo cela quasi fosse una farfalla
magnifica.
È che la farfalla l’abbiamo dentro,
siamo solo scorze che non si
squarceranno mai.
Nel mio stato,
mi sento alquanto miserabile;
fosse per me, starei tutto il dì a
raccogliere
rose d’inverno,
e la notte canterei fino a perdere la
voce,
per invocare lo spirito di una patria
andata perduta.
Invece di notte devo dormire,
ho il vincolo della carne stanca,
eppure non prendo sonno
e tribolo come se non ci fosse un
domani.
È l’insonnia donata dal malessere
diffuso dentro e fuori di me.
L’abbraccio di Morfeo
è caldo e spensierato;
a questo penso,
stanco, miserabile e ammaccato.
Fare poesia al giorno d’oggi
è il sonno di una notte mancata.
NOTA DELL’AUTORE
Poesia scritta solo con passione ^^ spero vi abbia
intrattenuto piacevolmente, anche se come al solito tendo a concentrarmi su
argomenti miei e piuttosto strambi xD