Film > Captain America
Segui la storia  |       
Autore: Dida77    01/02/2019    2 recensioni
"Doveva portare il corpo di Bucky via di lì. Si era ripromesso di portarlo a casa con sé e lo avrebbe fatto."
Post Captain America: The Winter Soldier
Personaggi: Steve, Bucky, Natasha, un po' tutti.
La storia è stata scritta come regalo di compleanno per Rossella, splendida l'amministratrice del gruppo "Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart".
Un grazie infinito a Enid che ha betato questa storia rendendola mooooolto migliore. Se vi piace, è sicuramente anche merito suo.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dormirono di filato fino alla mattina successiva. Fu Steve il primo a svegliarsi, abituato come era ad alzarsi sempre molto presto per andare a correre.

La luce del mattino entrava dalle tende chiuse male la sera prima, e una lama di luce colpiva dritto Bucky in viso, anche se lui non dava segno di esserne infastidito. Steve ne approfittò per guardarlo dormire. Aveva sicuramente una cera migliore della sera precedente. Era così bello… come aveva fatto a dimenticare quanto fosse bello? Sorrise tra sé a quel pensiero sciocco da “donnicciola”.

Per la prima volta, dai tempi della guerra, gli venne voglia di avere in mano un foglio e una matita per fermare su carta quell'immagine. Da quando Bucky era caduto dal treno non aveva più disegnato. Non era più riuscito a prendere in mano una matita. Dopo la caduta sembrava sbagliato anche respirare, figuriamoci disegnare. E comunque non c’era più niente che valesse la pena di esser disegnato.

Rimase lì fermo per un tempo indefinito, praticamente senza respirare per evitare di svegliarlo e interrompere quel momento magico. Fino a quando non venne riscosso dal suono di una sveglia cattiva.

Era l'ora dell'antibiotico. Troppo importante per rimandare.

“Ehi Bucky.” Disse dolcemente accarezzandogli la fronte. La febbre c'era ancora, ma niente a che vedere con il febbrone della sera prima. “Buck, svegliati. È l'ora dell'antibiotico.”

Bucky si mosse piano, stirandosi come un gatto, come a godersi un cuscino e un materasso a cui non era abituato. Spostò la testa per aumentare il contatto contro la mano di Steve e poi, sorridendo, aprì gli occhi.

“Ciao.” Disse semplicemente.

“Ciao. Come stai? Dormito bene?”

“A dir la verità sembra che mi sia passato addosso un tir. Ma meglio. Sto meglio.” Rispose sorpreso anche lui. “Allora quelle medicine funzionano davvero…”

“Meraviglie del ventunesimo secolo.” Rispose Steve sorridendo. “Ma adesso è ora di controllare la ferita. Poi tocca all'iniezione di antibiotico.”

Bucky si accigliò e rispose serio. “Odio le iniezioni Steve. Ancora di più delle pasticche.”

“Lo so. Ma purtroppo non ci sono alternative. La ferita si è infettata e gli antibiotici sono l'unica possibilità che hai di uscirne bene.”

Steve nel frattempo si era alzato e aveva già preso in mano la sua preziosa cassetta. Meglio affrontare subito la questione antibiotico. Il suo atteggiamento non ammetteva repliche. Avrebbe fatto quell'iniezione ad ogni costo, sapeva quanto fosse fondamentale per la guarigione di Bucky.

“Ok. Ok. Tanto lo vedo che hai già deciso. Quando ti metti in testa un'idea sei più testardo di un mulo. Lo sei sempre stato. Dai… dimmi come mi devo mettere.”

“Rimani così e non guardare. Al resto ci penso io.” Rispose Steve scostando le coperte e facendo rapidamente l'iniezione, prima che Bucky cambiasse idea.

“Fatto. Visto? Non è stato poi così difficile…”

“Vero.” Convenne Bucky, dandogli ragione a malincuore. Poi continuò. “Sai Steve? Ho fame. Ho una gran fame. Pensi che possa provare a mangiare qualcosa?”

“Questa sì che è un'ottima notizia.” Rispose benedicendo il fatto di aver scelto un albergo non troppo di seconda mano. Prese il telefono e ordinò rapidamente una colazione in camera che poteva bastare tranquillamente per quattro persone.

Nel frattempo dette un'occhiata alla ferita, che aveva un aspetto molto migliore della sera precedente. Bucky aveva voluto di nuovo un asciugamano da mettere tra i denti, ma stavolta non servì. Il dolore era sopportabile e in pochi minuti Steve cambiò la medicazione.

“Sei bravo.” Disse Bucky. “Ricordi giovanili?”

“Sì, la mamma scocciava sempre con queste cose. Non sono mai riuscito ad imparare a cucinare, ma con le medicazioni ero bravo. Ti ricordi?”

Rapidamente si persero nei ricordi d'infanzia. Bucky ancora sdraiato a letto, Steve sulla poltrona lì accanto. La stanza era calda e la neve, che aveva iniziato a scendere fuori, rendeva l'atmosfera ancora più intima. Ricordava gli inverni a Brooklyn.

“Ti ricordi quanto ci piaceva la neve?” Chiese ad un tratto Bucky. “Adesso non mi piace più.” Continuò pensieroso. “Odio il freddo sai? Ho avuto così tanto freddo in questi anni da non sentirlo nemmeno più. Ma lo odio comunque. Mi ricorda ciò che ho fatto.” Continuò rabbrividendo, con gli occhi bassi. “Anche quei teli sul tetto dove mi hai trovato andavano bene perché tenevano lontano il freddo, in qualche modo…” Disse alla fine, con un filo di voce.

“Vuoi un'altra coperta?” Chiese Steve, un improvviso nodo alla gola.

“No, no. Sto bene. Si sta bene in questa stanza. È bello qui, con te, al caldo.” Rispose con un sorriso tirato e guardandolo di nuovo negli occhi. Il peso di ciò che era successo in tutti quei decenni in cui erano stati separati incombeva su di loro.

Il bussare del cameriere spezzò un'atmosfera che si era fatta imbarazzante. Steve andò alla porta, prese il vassoio ingombro di cibo e lo appoggiò sul tavolino. Poi si avvicinò al letto e aiutò Bucky che stava già provando a mettersi seduto.

“Aspetta, ti aiuto io, cretino.”

“Mi… mi gira la testa Steve. Non credo di farcela.” Disse improvvisamente Bucky strizzando gli occhi e appoggiando la testa alla spalla di Steve quando un colpo di nausea inatteso lo colpì. Steve lo sostenne, accarezzandogli la schiena e aspettando che la nausea si calmasse.

“Shhh. Tranquillo, adesso passa. È normale. Devi solo mangiare qualcosa. Aspetta che ti sistemo i cuscini, così ti appoggi.” In un attimo mise un altro paio di cuscini dietro a Bucky, in modo che, appoggiandosi, rimanesse comunque semi seduto.

“Mi sembrava di aver più forze di così.” Disse imbronciato, mentre si appoggiava ai cuscini con un sospiro di sollievo.

“Sbruffone. Stai andando benissimo. Ora tranquillo e bevi.” Gli rispose mettendogli in mano un bicchiere di succo di arancia. “Ti servono liquidi e vitamine.”

“Non avevo visto tanto cibo tutto insieme da un sacco di tempo, Steve. Hai ordinato per un esercito.” Disse quando iniziò a riprendersi e riuscì a dare un'occhiata al vassoio.

Il biondo guardò il vassoio pieno di pane, marmellata, burro, biscotti, croissant, cereali, latte, caffè, uova e pancetta e alzò le spalle per far capire che, secondo lui, non era poi troppa roba. “Ho fame.” Rispose semplicemente con la bocca piena mentre affrontava una gigantesca tazza di latte e cereali. “Tu cosa vuoi?” Continuò a bocca piena.

“Non ne ho idea, Steve.” Rispose con aria triste. “Mi sembra di non essere più in grado di prendere decisioni così… così… normali. Non mi ricordo cosa mi piacesse mangiare, cosa mi piacesse fare… Non mi ricordo e basta. Mi ricordo di te, di noi… Ma il resto rimane come avvolto nella nebbia, per quanto mi sforzi.”

Steve lasciò perdere per un attimo la sua tazza e guardò Bucky negli occhi. “Non possiamo cambiare ciò che è stato. Ma potremmo provare a ricominciare… Cosa ne pensi? Pensi che potremmo provare?”

Per un po’ Bucky non rispose, come se fosse perso nei suoi pensieri, poi annuì “Ok, Steve. Ma ho bisogno che tu mi aiuti.” Rispose abbassando di nuovo lo sguardo.
Non c’era bisogno di sentirsi dire altro. “Ma certo che ti aiuto, cretino. Dai… Iniziamo con pane burro e marmellata.” Continuò lasciando da parte i cereali per preparargli la colazione.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Captain America / Vai alla pagina dell'autore: Dida77