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Autore: Gaia_0703    01/02/2019    2 recensioni
Leopardi aveva lo Zibaldone, io ho questa storia. Chiamatela come volete, excursus di pensieri o comunque taccuino poetico. questa storia prima si chiamava "everything that drowns me makes me wanna fly" e il suo motto era "la carta è più paziente dell'uomo". Però io ero una persona diversa allora. Questa raccolta è rivolta a tutti coloro che per un periodo della loro vita si sono sentiti inadeguati e soli, non lo siete. E leggendo capirete perchè.
se possibile vi chiedo di arrivare a leggere almeno fino al secondo capitolo prima di chiudere la storia (dopo si fa più leggera alla lettura) e di recensirla in modo che io possa migliorarla!grazie c:
Genere: Poesia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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È strano rileggermi, è come se parlassi con una persona che non sono io, visto quanto sono cambiata. sono passati più di quattro anni dall'ultima volta che ho scritto qualcosa su questo sito, quattro anni in cui le cose si sono rovesciate e i rapporti che io avevo con persone e cose si sono modificati. fa strano leggere i pensieri della 14enne che scriveva quelle parole, a posteriori sembrano tutte frasi fatte. la visione che ho di me stessa e della vita è diversa adesso, tanto diversa che a volte giudico la mia visione precedente male. ho ripensato alle parole versate su questo schermo circa due settimane fa, perchè mi è stato detto che ho risposto alle domande del primo capitolo. andando a rileggerlo ho avuto il forte impulso di cancellare questa storia o riscriverla, ma poi ho capito che è grazie a quella ragazza, al suo vissuto e ai suoi pensieri (tutti nei capitoli precedenti) che sono quella di adesso. ho deciso che a quella ragazza va reso giustizia anche se non posso rispondere alle domande che lei si era posta quattro anni fa perchè sono domande che non hanno più senso di esistere rivolte alla persona di adesso. voglio dirle grazie per come è stata, dato che è il motivo per come sono adesso, e lo voglio fare continuando questa raccolta di pensieri raccontando quello che è stata e quello che è diventata. raccontando la ragazza che ero e che sono, nell'ottica di quello che all'epoca avrei voluto essere.

Il 21 luglio 2016 ho capito di essere depressa e che non potevo continuare così. È una constatazione necessaria perché quello è stato il momento che ha sancito la svolta. Sono convinta che molto è dovuto al fatto che stessi per cambiare classe e quindi volevo far conoscere a quelle persone nuove la nuova me. . Se prima mi volevo così male da non curarmi per nulla (Dante mi avrebbe fatto stare con gli Accidiosi), dopo la cura che avevo di me stessa era diventata fondamentale e avevo anche inziato a capire come avrei voluto essere in futuro. Ho capito che il mio essere in quel modo faceva allontanare le persone e che era lo stesso motivo che mi faceva essere infelice quindi dovevo cambiare mentalità. Quello è stato il radical change che mi ha portato qui. Questo è una parte di quello che ho scritto nel mio diario il 21 luglio 2016:
< […] da un po’ di tempo ho addosso una depressione che non vuole proprio abbandonarmi e sinceramente non so come mai. So soltanto che questo è derivato dal fatto che mi sento sola […] e non so più come fare perché tutti coloro a cui tengo se ne vanno o mi rifiutano. […] non posso nemmeno fermarmi e stare male perché questo tipo di cose va combattuto con il sorriso, […] cosa hanno le altre che a me manca? Ho deciso che da adesso me ne frego perché mi sono rotta di stare così. Va avanti da otto anni e ho deciso che vincerò io >.

Il primo maggio 2017, quasi un anno dopo, le cose erano ribaltate. Avevo in testa una persona che di lì a poco mi avrebbe fatto soffrire, la stessa che però mi avrebbe permesso di costruire le fondamenta di quello che sono adesso. Quel giorno, il mio diario recita così:
< […] ultimamente l’italiano è la lingua che mi rappresenta di meno, spesso mi ritrovo a pensare prima in inglese oppure nella lingua russa le cose trovano l’esatta forma che hanno nella mia testa. […] siamo così piccoli. Ci sono migliaia di persone, storie, monumenti e lingue che sono però solo un’infinitesima parte dell’universo. Siamo piccoli e i nostri problemi sono piccoli quanto noi, solo che noi uomini siamo stupidi e li facciamo diventare giganti. Ci sono cose che non andrebbero manco prese in considerazione e noi riusciamo a farci venire l’ansia anche su quelle. Tipo io e M. Ci sono un sacco di cose parecchio peggiori rispetto che dire a una persona che la ami, la gente muore tutti i giorni e io mi faccio venire la paranoia per un idiota. […] perché dobbiamo vergognarci di andare da qualcuno e dirgli “ti amo”? è una cosa di cui tutti si vergognano ma non ha senso. Se ripudi i tuoi sentimenti ripudi te stesso e se neghi le tue emozioni neghi chi sei, menti. […] vabbè che per il karma la vita è puttana ma non possiamo farci nulla, tanto vale provare a cambiare le cose. Prima o poi la sfiga finisce. Penso che sia per questo che ho deciso di parlare con M, almeno posso dire di averci provato. Mi sono stufata di stare a guardare.>
Quello è stato il primo mattone della casa che è la mia persona adesso, perché ho deciso che volevo essere una persona sincera, una di quelle che ti dice quello che pensa in faccia.

Se a luglio 2016 avevo capito di essere depressa, nel 2017 ho capito che fino a quel momento ero stata una cretina.
  
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