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Autore: masquerade930    03/02/2019    1 recensioni
E' il 1973. Due comunissime ragazze italiane - Cecilia e Rossella - riescono ad ottenere una borsa di studio per proseguire gli studi all'estero. Molto diverse tra loro ma amiche per la pelle, si ritrovano da un giorno all'altro catapultate a Londra, la patria della musica.
In che modo le loro vite si intrecceranno con quelle di Freddie Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon?
La storia è ambientata negli anni '70, poco dopo la pubblicazione del primo album dei Queen.
La fantasia si sovrappone alla realtà e, per esigenze letterarie, alcuni fatti realmente accaduti sono stati anticipati o posticipati di alcuni anni.
Spero vi piaccia, buona lettura!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cecilia, istintivamente, fece un passo nella direzione dei quattro giovani e prima che Freddie potesse aprire bocca disse - Ho sentito che ti lamentavi per i taxi. Purtroppo prima di noi c’era una numerosissima comitiva di turisti…vista però la precaria condizione in cui vi trovate passate pure davanti a noi, non c’è alcun problema - concludendo la frase con un sorriso. Freddie la stava ringraziando per la comprensione quando fu interrotto da Brian che, guardandola negli occhi con uno sguardo da cane bastonato, sussurrò - ti ringrazio molto per la disponibilità, ma non è il caso…non sto poi così male -  il poveretto riuscì a malapena a concludere la frase che iniziò a tossire bruscamente. - In ogni caso noi non abbiamo alcuna fretta - disse lei poggiandogli delicatamente una mano sul braccio e sfoderando il suo sorriso migliore - anzi… c’è un piacevole venticello qui quindi vi cediamo più che volentieri il posto, non è vero Ross? - l’amica annuì e sorrise; - visto che insisti.. accetto volentieri - replicò Brian con un tono di voce sempre più debole e aggiunse - comunque piacere, io son… - il chitarrista non fece in tempo a finire la frase che fu sopraffatto dalle voci di altri due ragazzi - grazie anche da parte nostra! Siete davvero gentili ragazze! - un ammiccante Roger e un imbarazzato John si intromisero tra i due; Brian, dal canto suo, schiuse le labbra come per voler dire qualcosa, ma qualche istante dopo scosse lievemente la testa facendo rimbalzare i suoi riccioli scuri e, morendosi tristemente il labbro inferiore, abbassò il capo. Cecilia notò che sia lo sguardo di Rossella sia quello di Freddie erano altrove; la prima si era imbambolata a guardare il ragazzo dai lunghi capelli castani mentre il secondo stava fissando un tizio vestito di tutto punto con valigetta ventiquattr’ore e un giornale di economia e finanza sotto il braccio che li precedeva nella corsa al taxi. A dire il vero anche John si comportava in maniera strana, il suo sguardo continuava a rimbalzare da Rossella al marciapiedi; “qui gatta ci cova” pensò tra sé e sé la ragazza. Non ebbe il tempo di riflettere che la sua attenzione fu catalizzata nuovamente da Brian che, nonostante stesse letteralmente sudando freddo dalla fatica, tentò di ripresentarsi - dicevo, mi chiamo Br..-  ma il chitarrista venne nuovamente interrotto.
- Accidenti, certo che certa gente è proprio maleducata - sbottò improvvisamente Freddie, andando a coprire per la seconda volta la voce dell’amico; allo sguardo sconsolato di Brian, Cecilia rispose con un sorriso sincero e una lieve alzata di spalle ai quali seguirono uno scambio di occhiate complici e divertite. La ragazza, intuendo quello che stava per accadere, raggiunse in tre saltelli il cantante
- Ehi che succede? - chiese al ragazzo inclinando lievemente la testa da un lato
- Nulla mia cara, stavo constatando come certe persone siano degli emeriti st… -
- Basta Freddie non dire altro -  un imbarazzatissimo John irruppe nel bel mezzo dello sproloquio chiedendo mille volte scusa al tizio in giacca e cravatta dopo di che spiegò la precaria condizione di salute di Brian, del fatto che si era beccato l’epatite a seguito di una vaccinazione e che erano reduci da un lungo viaggio; parlò per almeno cinque minuti senza fermarsi e una volta illustrata la situazione tutto ciò che si sentì rispondere dall’arrogante uomo d’affari  fu - mi spiace per il vostro amico, ma io ho delle faccende ben più importanti da sbrigare che non pensare alla salute di uno stupido capellone -
Freddie iniziò a insultare pesantemente l’uomo, sfogando tutta la rabbia e la tensione che aveva accumulato nei giorni passati; John tentò di calmare il cantante il quale, per tutta risposta, lo allontanò spingendolo piuttosto vigorosamente indietro; il poveraccio si inciampò nella valigia di Cecilia e in un istante si ritrovò seduto a terra.
Rossella si precipitò immediatamente da lui chiedendogli se stesse bene; John arrossì in volto e annuì con la testa ma quando fece per alzarsi si accorse di essersi fatto male ad una mano. - Se ti fidi posso darci un’occhiata - disse timidamente la ragazza e proseguì - sai, sono all’ultimo anno di infermieristica - John naturalmente, seppur imbarazzatissimo, l’assecondò. Rossella afferrò delicatamente la mano del ragazzo, gli chiese di muovere singolarmente le dita, per verificare che non ci fossero fratture, e poi iniziò a tastargliela tutta chiedendogli ogni due per tre se nel punto in cui lo toccava aveva male. Notò che sui polpastrelli delle dita vi erano dei piccoli calli; glieli sfiorò delicatamente e sorridendo lo guardò dritto negli occhi facendo così avvampare le gote del ragazzo e chiese - sei un musicista vero? - John sgranò gli occhi stupito mentre la ragazza continuò - potresti suonare uno strumento ad arco, tipo il violino o il violoncello, però…- la ragazza si interruppe un istante - no, non mi sembri il tipo da violino disse ridacchiando - John dal canto suo sembrava più confuso che mai - suoni sicuramente la chitarra…o il basso. Ho indovinato? - chiese divertita Rossella. Il ragazzo strabuzzò gli occhi - effettivamente suono il basso, ma…com’è possibile che tra le mille professioni che ci sono al mondo… -
- I calli sulla punta delle dita non lasciano dubbi - lo interruppe sorridente la ragazza, poi sai suono anche io il basso, a livello dilettantistico, ma mi piace molto la musica e, appena ho tempo, mi diverto a strimpellare qualche strumento -
John ne rimase profondamente affascinato “una ragazza così simpatica e alla mano, con degli interessi non comuni così diversi tra loro” pensava tra sé mentre Rossella allungò le mani verso il ragazzo - Vedi? Anche io ho dei piccoli calli, non pronunciati come i tuoi ma l’origine è la stessa - il bassista, riportato alla realtà dalla voce della ragazza, sfiorò con le sue dita i polpastrelli della ragazza e sorrise.

Nel frattempo Cecilia non si dava pace “non può finire così, non può..non è giusto!” pensava tra sé e sé; se c’era una cosa che le aveva sempre dato fastidio era la prepotenza esercitata sui più deboli. La ragazza cercò di contare fino a dieci ma arrivata al sette si avvicinò a Freddie facendogli segno si smettere; il cantante, non capendo cosa volesse, si interruppe un attimo e la ragazza, approfittando del silenzio, con un’espressione impassibile e una calma non comune iniziò un lungo discorso nel tentativo di convincere l’uomo a cedere il posto ai quattro ragazzi. L’uomo la guardava sbigottita, come del resto tutti gli altri. Era riuscita anche ad interrompere la conversazione tra Rossella e John. L’unico ad avere in volto un’espressione da duro era Roger che decise di affidare Brian a Freddie per andare ad affiancare la ragazza lanciandole, una volta raggiunta, un’occhiata di approvazione; Cecilia, supportata dal biondino, continuò il suo discorso quando fu bruscamente interrotta - stupida ragazzina, smettila di darmi noia! - urlò seccato l’uomo.
La ragazza non si mosse di un millimetro e Roger intervenne all’istante minacciando di chiamare la polizia; dopo pochi istanti l’uomo sbraitò contro entrambi,  afferrò la sua valigetta ventiquattr’ore e se ne andò accompagnato da un lunghissimo e sonorissimo “fuck offfffff” da parte di Freddie.
Con la sua ennesima sbottata Freddie riuscì a strappare un sorriso a Brian; Rossella e John si guardarono reciprocamente e anch’essi sorrisero compiaciuti. Cecilia invece era come paralizzata “come diavolo ho fatto a dire tutto quello che pensavo al primo colpo, senza esitazione, senza alzare la voce? Non è da me..” pensava tra sé; mentre era assorta nei suoi pensieri improvvisamente si sentì afferrare la vita da due braccia robuste e poco dopo si ritrovò sospesa nel vuoto sorretta da un ragazzo che aveva appena conosciuto che saltellava con lei in braccio gridando - Evviva, l’hai fatto scappare! Grandissima! -  Roger era a dir poco euforico, continuava a saltare abbracciando la ragazza, mentre Freddie guardava divertito la scena.
Cecilia però si accorse di non riuscire a gioire come il ragazzo; certo era contentissima di essere riuscita a far scappare quel tizio ma i suoi occhi non riuscivano a staccarsi da Brian il quale, dal canto suo, continuava a fissare il marciapiedi quasi come se volesse evitare di assistere allo spettacolo improvvisato del batterista.
- Ora basta ti prego, mettimi giù..mi sta venendo il mal di mare! - Cecilia supplicò Roger di farla scendere; naturalmente il biondino non eseguì l’ordine al primo colpo ma continuò a saltellare con la ragazza in braccio; si decise a posare la ragazza solamente alla sua terza implorante richiesta.
Freddie stava per iniziare le presentazioni ufficiali quando notò un taxi in lontananza.
- Ragazze, il taxi sarà qui in un minuto quindi sarò brevissimo. Oggi avete avuto la fortuna di conoscere quella che a breve diventerà una band leggendaria, noi siamo i Queen; io sono Freddie, il cantante, poi abbiamo il bravo ragazzo del gruppo al basso, ossia John, alla batteria non può che esserci il provocante Roger mentre alla chitarra il nostro “lemon boy” ovvero Brian. - E voi, come vi chiamate? -
- Io mi chiamo Rossella mentre lei è..-  la ragazza lasciò la frase volutamente in sospeso certa che l’amica sarebbe intervenuta con il suo solito fare energico a completarla, ma Cecilia sembrava in un’altra dimensione - dicevo, lei è ..-  e diede uno scappellotto all’amica che tornò quindi alla realtà - oh scusatemi mi ero distratta un attimo, io sono Cecilia, piacere! -
Nel frattempo il taxi aveva raggiunto il gruppo; iniziò quindi la fase dei saluti. Freddie fu il primo a salire in macchina e si sedette accanto all’autista, non prima di invitare le ragazze ai prossimi concerti - non sappiamo ancora quando riprenderemo a suonare in giro, dipende tutto dalla convalescenza di Brian; in ogni caso ci farebbe molto piacere avervi tra il pubblico -
Roger aiutò il taxista a caricare i bagagli dopo di che salutò le ragazze abbracciandole contemporaneamente; i suoi capelli biondi andarono ad accarezzare la guancia destra di Cecilia mentre i lunghi capelli di Rossella si impigliarono nella zip del giubbotto di pelle del ragazzo; - ora così sei costretta a venire con noi -  disse Roger con fare provocante facendo l’occhiolino alla ragazza.
- Roger, smettila di fare il cascamorto - intervenne con tono seccato John, lasciando così Brian da solo e aggiunse - piuttosto aiutala a liberarsi dalla tua zip -
- Perché non ci provi tu? ogni volta che tento di fare qualsiasi movimento le tiro i capelli.. -  replicò il biondino strizzando l’occhio al bassista il quale, imbarazzatissimo, cercò di liberare la malcapitata dalle mani e dalla zip di Roger. Cecilia guardava divertita la scena quando improvvisamente si sentì afferrare dolcemente il polso da lunghe dita affusolate; un Brian sofferente, oramai ai limiti delle forze, le si avvicinò e, recuperando le ultime energie rimaste le sussurrò - Grazie, grazie di tutto davvero -  e non staccando gli occhi da quelli della ragazza proseguì - mi farebbe molto piacere se venissi a sentirci suon.. - ma fu interrotto per la terza volta.
- Accidenti ma che state combinando, muovetevi a salire in macchina! -  urlò Freddie riportando tutti alla realtà.
Brian alzò gli occhi al cielo e Cecilia, sorridendogli, si liberò dalla debole presa del chitarrista per poi prendergli la mano e stringerla tra le sue - grazie per l’invito, verrò sicuramente -  un sorriso apparve sul suo volto stanco del ragazzo.
- Mi dai una mano ad accompagnare Brian in macchina? -  domandò Roger a Cecilia con tono divertito - certo, non sono molto robusta ma farò del mio meglio - rispose la ragazza voltandosi verso il batterista; il biondino nel frattempo si era sfilato il giubbotto di pelle rimanendo in camicia. Non si trattava di una camicia classica; il tessuto era lucido, forse raso o seta, e decorato con colorati arabeschi. La scollatura, parecchio pronunciata, e i primi bottoni, volutamente aperti, mettevano in bella mostra il petto del ragazzo; il fatto poi che fosse piuttosto attillata, metteva ulteriormente in risalto i muscoli del giovane. - Ma che diavolo ci fai in camicia, sei impazzito? Vuoi farti ricoverare anche tu assieme a Brian? siamo a settembre e siamo a Londra, mica a Barcellona.. fa decisamente freddo! - disse sconvolta la ragazza
- Sei molto carina a preoccuparti per me ma stai tranquilla baby, è tutto sotto controllo..poi ogni volta che mi muovevo la tua amica si lamentava perché le tiravo i capelli, così ho risolto il problema alla radice - replicò Roger con un sorriso ed uno sguardo ammiccanti
- Ho capito… dai accompagniamo Brian al taxi - rispose sconsolata ma allo stesso tempo divertita la ragazza. Il chitarrista si aggrappò con un braccio al collo di Roger e con l’altro si appoggiò alla spalla di Cecilia; quest’ultima sentiva premere sulla propria pelle le magre dita della mano di Brian, riusciva addirittura a sentirne il calore “che sensazione strana, pensava tra sé..”. Fu una sensazione breve; in pochi passi infatti i tre raggiunsero la portiera della macchina. Roger le rinnovò l’invito ai concerti ed entrò in macchina, Brian lo seguì ma prima di sedersi in macchina si voltò verso la ragazza, le afferrò nuovamente il polso e la guardò ancora una volta con quegli occhioni nocciola pieni di sconforto, in quanto era assolutamente consapevole del triste periodo che l’avrebbe atteso; Cecilia tutto questo lo percepiva molto bene e le riempiva il cuore di tristezza - sono felice di averti conosciuta, grazie di tutto -  disse infine stringendole le dita della mano con tutta la forza che gli era rimasta, la ragazza ricambiò la stretta e, con un sorriso dal quale traspariva, nonostante gli sforzi, un po’ di tristezza tentò di rincuorare un’ultima volta il chitarrista  - coraggio, rimettiti presto…non vedo l’ora di vedervi tutti e quattro in azione sul palco -
Nel frattempo John era finalmente riuscito a liberare Rossella dal molesto giubbotto di Roger, non senza attimi di imbarazzo: più volte infatti i due si erano sfiorati inavvertitamente le mani, e all’innocente contatto le loro gote erano diventate improvvisamente rosse; il tutto sotto lo sguardo sconsolato di Freddie. I due raggiunsero così Brian e Cecilia; il primo, dopo un’ultima stretta alle affusolate dita della ragazza, si sedette faticosamente in macchina aiutato da John che, pochi istanti dopo, sprofondò nell’ultimo posto rimasto libero accanto all’amico; un “a presto” collettivo mise fine a questo bizzarro incontro, la portiera dell’auto si chiuse e il taxi incominciò la sua corsa verso l’ospedale perdendosi, di lì a poco, nella nebbia londinese.

  
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