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Autore: ArrowVI    03/02/2019    0 recensioni
L'Arcadia, un luogo idilliaco dove chiunque vive in tranquillità ed armonia, la nazione con meno criminalità e la qualità di vita migliore fra tutte...
Fino a quando rimani all'interno delle mura della sua capitale.
Dietro la facciata di "Nazione perfetta", si cela un lugubre teatro dove chi non è considerato utile alla nazione viene rapidamente allontanato, un mondo dove coloro che sviluppano abilità speciali sono considerati demoni e prontamente eliminati.
Si dice che la luce della speranza possa nascere anche nei luoghi più bui... Sarà veramente così?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 5-2: Debolezza




Mi sorsero i primi dubbi quando Jeanne mi disse quelle parole:
"Dopo essere stato allontanato dalla sua famiglia, quell'uomo lo ha accolto nella sua comunità..."

Un ragazzino, ormai solo, senza famiglia o qualcuno con cui potersi aprire... 
Quella scena mi era fin troppo familiare.

Più domande le feci, su quel fantomatico "Yuushi Hikari", più le mie preoccupazioni crescevano.

" ...E' forte, fiducioso... Ma, alcune volte, sa essere aggressivo e anche un po' troppo arrogante..."


Tutti i suoi comportamenti mi erano fin troppo familiari, in verità:

Eccessiva fiducia nelle proprie abilità.
Difficoltà nell'accettare una sconfitta.
Eccessivo allenamento giornaliero, arrivando persino a ferire gravemente il proprio corpo, nel mentre.

"Hai idea del perché?"
Fu la domanda che le feci.

"Mirajane ha detto che... E' ossessionato 'dalla forza'. Ma non ne conosco il motivo... "




<< Non sono debole! >>
Quando mi urlò contro quelle parole, cominciai finalmente a mettere insieme i pezzi del puzzle.

Io e lui non eravamo poi così tanto differenti, dopotutto.


Prima che potessi, però, rispondergli, vidi tre di quei lunghi nastri viola volare nella mia direzione ad una velocità spaventosa, oscillando nell'aria quasi come fossero lunghi tentacoli.
Una persona normale, non sarebbe mai riuscita a spostarsi in tempo.


Rimase visibilmente scioccato quando vide quei tre nastri passarmi attraverso, senza neanche graffiarmi, per poi conficcarsi nel terreno alle mie spalle.

Mi fissò con occhi spalancati, confusi, senza muovere neanche un muscolo o proferire parola.
Nonostante mi avesse trapassato da parte a parte, il suo attacco era andato a vuoto.


<< Stai cercando di uccidermi, per caso? >>
Gli domandai, mentre mi spostai di lato, facendomi attraversare da quei nastri come se fossi un ologramma.

Non mi rispose.
Era sicuramente troppo confuso per fare caso alle mie parole.

<< Perché, insomma... Una persona normale non sarebbe sopravvissuta a quel genere di attacco. E non credo che, nella vostra situazione attuale, uccidere un membro dell'organizzazione che vi ha offerto un posto avrebbe giocato a vostro vantaggio, non pensi? >>
Continuai.

In quell'istante Yuu si alzò di scatto dal terreno, mostrandomi un pugno e digrignando i denti.

<< Non ho intenzione di perdere contro qualcuno è troppo spaventato dall'affrontarmi faccia a faccia! Non sono così debole! >>
Continuò a ripetere quelle parole.

< Sei davvero ossessionato da questa cosa, eh? >
Decisi di tenermi quel pensiero per me stesso.


Avevo scatenato qualcosa dentro di lui che l'aveva mandato in bestia. 
Quei suoi occhi erano spalancati, ringhiava come un cane mentre mi fissava.

In più occasioni lo vidi anche cominciare a tremare, per poi bloccarsi di colpo... Presumo che lo bloccasse di proposito, notandolo lui stesso.


Ne ero sicuro, ormai. Quella sua ossessione era nata esattamente da ciò che Jeanne mi aveva detto. 



Mi si lanciò contro, furioso: non era assolutamente lento, ma i suoi movimenti erano fin troppo banali e scoordinati.
Evitai ogni suo attacco semplicemente facendo qualche passo di lato, fissandolo in silenzio mentre osservavo la sua rabbia crescere secondo dopo secondo.

Improvvisamente smise di attaccarmi. Fece qualche passo all'indietro, abbassando lo sguardo: incominciò a tremare.

<< Non di nuovo... Non di nuovo... >>
Lo sentii borbottare.

<< Non lascerò che accada di nuovo! >>
Urlò, alzando lo sguardo verso di me.

Era fuori di se: in una frazione di secondo fece un rapido movimento con entrambi gli arti nella mia direzione, poi notai almeno una dozzina di quei nastri metallici volare verso di me a una velocità spaventosa.

Se non fosse stato per la mia abilità, sarei diventato un colabrodo ambulante.


Quei nastri si conficcarono nel terreno ai miei piedi e alle mie spalle, facendo echeggiare quel profondo e metallico suono per tutta la stanza.


<< Yuu! >>
Sentii esclamare dalla ragazza dai capelli bianchi, dalla distanza.

<< Basta così! Stai davvero cercando di ucciderlo, per caso, Dottor Jekyll?! >>
Esclamò Serilda, subito dopo.


Quel ragazzo sembrò non sentire nessuna delle loro voci.


Non era più in se: in quel momento non era più un semplice "scontro amichevole", come avevamo programmato.
Era tempo di finirla, per evitare che facesse ulteriori danni.


<< Per ora, è meglio se ti dai una calmata. >>
Dissi.
Sotto il suo sguardo sorpreso e confuso, scomparvi da davanti a lui avvolto da una folta nube di fumo grigio, riapparendo poi alle sue spalle, a sua insaputa.

Quando si accorse della mia presenza fu, infatti, troppo tardi.
Lo colpii con forza con il dorso della mano nella tempia, facendolo cadere subito dopo nel terreno con un forte tonfo, privo di sensi.


Rimasi a fissarlo in silenzio per qualche secondo, senza proferire parola, poi sentii dei rapidi rumori di passi provenire dalle mie spalle.
Mi voltai lentamente, notando Serilda e Jeanne correre nella mia direzione, con espressioni preoccupate in volto.

Jeanne era quella più preoccupata.


<< Cielo... Non mi aspettavo di certo avrebbe reagito in questo modo... >>
Disse Serilda, ammirando il ragazzo privo di sensi disteso nel terreno.

Posai istintivamente il mio sguardo su Jeanne, la quale si era inginocchiata nel terreno per accertarsi dello status del compagno.

<< E' vivo. So dove colpire per mettere al tappeto qualcuno senza causare troppi danni. Si risveglierà con un forte mal di testa, ma non dovrebbe avere nulla. >>
Le dissi, notando la sua preoccupazione, provando a farla rilassare.

<< Era veramente necessario? Non c'era un altro modo? >>
Mi domandò, con occhi lucidi.

<< Stava perdendo il controllo, aveva smesso di ragionare. >>
Sentendo le mie parole, Jeanne abbassò di nuovo lo sguardo, posandolo sul ragazzo.

<< Ammetto di averlo provocato un po' più del necessario... >>
Sospirai.

<< Ma avevo alcuni dubbi che volevo verificare. >>
Non appena pronunciai quelle parole notai una espressione confusa apparire nel volto di Jeanne, la quale si voltò ben presto nella mia direzione.

<< "Dubbi"? Che genere di dubbi? >>
Mi domandò.

<< Ti dispiacerebbe se ti facessi alcune domande su di lui, Jeanne? >>
Acconsentì senza farsi troppi problemi alla mia richiesta.

<< Non so molto... Però il Maestro, Blake e Mirajane mi hanno detto alcune cose. Perché vorresti avere informazioni su di lui? >>
Chiese subito dopo.

<< Per avere le ultime conferme che mi servono. >>
Le risposi.
Quella era anche la giusta occasione per informare anche Serilda di ciò che Jeanne mi aveva detto prima.



<< Mi hai detto che è stato abbandonato da piccolo, giusto? >>
Le chiesi conferma.
Dopo aver sentito quelle parole, Serilda posò il suo sguardo sorpreso su di me.

Jeanne rispose con un cenno positivo del capo.

<< Da quanto mi ha raccontato Blake, Yuu è stato ripudiato dalla sua famiglia quando era molto piccolo, poi è scappato di casa... Il loro Maestro, poi, lo ha trovato e accettato nella sua comunità. >>
Mi rispose, confermando ciò che mi disse qualche tempo prima.

<< Mi hai detto che è solito allenarsi duramente ogni giorno, giusto? >>
Continuai.

Anche stavolta, Jeanne rispose positivamente.

<< Si... Mirajane mi ha detto che a volte arrivava a spendere gran parte della giornata ad allenarsi da solo, a volte ferendosi gravemente nel mentre... >>
Mi confermò anche stavolta ciò che mi aveva già detto.
Non mi serviva avere di nuovo quelle informazioni, ma volevo che fosse anche Serilda a venire a conoscenza di quei dettagli.

<< Hai idea di quando ha iniziato ad allenarsi così duramente? >>
Stavolta, Jeanne mi rispose con un cenno negativo.

<< No, purtroppo non ne ho idea... >>
Mi rispose.

<< E' possibile che abbia cominciato quando è arrivato nella comunità? >>
Le domandai.

<< Forse...? Il Maestro mi disse che era ormai diventata una routine per lui, per anni. >>
Mi rispose.

<< Chi è questo Maestro di cui continui a parlarmi? Non ha un nome? >>
Avevo quella domanda già da prima, ma non ero ancora riuscito a fargliela.

<< Non saprei... Non ho mai sentito nessuno chiamarlo per nome. Forse a lui non piace, e ha chiesto a tutti di non farlo? >>
Continuò.

<< Ha mai avuto reazioni di questo tipo? >>
Stavolta fu Serilda a farle una domanda, togliendomi le parole di bocca.

Jeanne abbassò lo sguardo per un istante, posandolo sul compagno.
Poi, qualche secondo più tardi, lo posò di nuovo su di noi.

<< No. >>
Ci disse, facendo un cenno negativo con il capo.

<< Sei sicura? >>
Le chiesi conferma, non riuscendo a credere a quella sua risposta.
Jeanne mi fissò in silenzio per qualche secondo, poi mi sorrise.


Tutt'ora non so se mi abbia mentito o meno, in quel momento. 


Nonostante fossi ancora dubbioso, accettai la sua risposta.
Mi voltai verso Serilda, la quale si stava reggendo il mento con due dita, pensierosa.

<< Stai pensando a qualcosa? >>
Le domandai.

<< Potrebbe trattarsi di PTSD. >>
Mi rispose.
In quell'istante Jeanne la guardò con una espressione confusa.

<< "Disturbo da stress post-traumatico".  Si può sviluppare in persone che hanno vissuto qualcosa di traumatico dal quale non riescono più a riprendersi. >>
Le spiegò, posando poi il suo sguardo su Yuushi.

<< Da quanto avete detto, è possibile sia nato quando la sua famiglia l'ha abbandonato. Hai idea di cosa sia successo esattamente? >>
Continuò, voltandosi poi verso Jeanne.

<< Uhm... Se ricordo bene, Blake mi disse che Yuu provò a chiedere aiuto alla sua famiglia, ma non andò bene... >>
Le rispose la ragazza.

<< Se dovessi tirare a indovinare... >>
Disse Serilda, posando di nuovo il suo sguardo sul ragazzo.

<< L'ossessione che ha con la forza è dovuta proprio a quel trauma. Deve aver collegato, in qualche modo, la debolezza a quell'evento. >>
Continuò.

<< Dici? Come, perché? >>
Le domandò Jeanne, incredula.

<< Quelle sono domande alle quali solo lui può rispondere. >>
Le risposi, aggiungendomi al loro discorso.


<< Perché stai sorridendo? >>
Sentii domandarmi da Serilda, con un tono sorpreso e leggermente infastidito.

<< Quando si sveglierà, vorrà di sicuro sfidarmi di nuovo. >>
Le risposi.

<< E' palese. E farò di tutto per impedire che voi due- >>
Non lasciai finire Serilda.

<< Ho intenzione di accettare la sua offerta. >>
Non appena pronunciai quelle parole, Sera e Jeanne mi guardarono con espressioni scioccate.

<< Sei fuori di testa?! Perché dovresti?! >>
Mi domandò, confusa dalle mie parole.

<< Per prima cosa, non ho intenzione di accettare qualcuno nella fazione dell'Uroboro che non sia in grado di mantenere il controllo di se, in una situazione problematica. Quel genere di persone causano più problemi che altro, e non voglio gente di quel tipo con noi. >>
Sentendo le mie parole, Serilda incrociò le braccia davanti al suo petto, sospirando, posando lo sguardo sul ragazzo ancora privo di sensi.

Sapeva che non avevo torto.

<< Hai qualcosa in mente? >>
Mi chiese Serilda.

<< Ho vissuto in prima persona ciò che lui sta provando in questo momento... >>
Quelle mie parole colsero Jeanne alla sprovvista.

<< ... Non posso curarlo, ma posso dargli una mano. >>
Continuai.
Con la coda dell'occhio, vidi Serilda sorridere.

<< Anni fa non avresti mai detto una cosa del genere. >>
Mi disse.

<< Anni fa non ero neanche qui. >>
Le risposi.


<< Comunque... Avrei un'ultima domanda, Jeanne, se non ti dispiace. >>
Dissi alla ragazza dai capelli bianchi.

<< Quale sarebbe? >>
Mi domandò, con tono incuriosito.

<< "Yuushi Hikari" non è il suo vero nome, giusto? >>
Le chiesi conferma riguardo quel mio ultimo dubbio.

<< No... E' Gilles Leroy. >>
Mi rispose.
Subito dopo una espressione preoccupata apparve nel suo volto.

<< P-Però non chiamarlo in quel modo! Mirajane e Blake mi hanno detto che odia essere chiamato così! >>
Aggiunse.

<< Oh? Ma davvero? >>
Le risposi, divertito dalle sue parole.

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Fine del capitolo 5-2, alla prossima e grazie di avermi seguito!


 

   
 
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