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Autore: Akiko Uzumaki    03/02/2019    1 recensioni
Jackie , una adolescente californiana, decide di cambiare scuola, affinché le cose nella sua vita migliorino dopo essere stata piantata dalla sua migliore amica e umiliata dal suo ex ragazzo. Affiancata dai suoi amici di sempre, Frank, Moe e Mark, decide così di stravolgere completamente la sua vita, incontrando Scream, la sua pazza compagna di stanza nel nuovo convitto, Steve, che diventerà il suo migliore amico, e Dean, quel ragazzo tanto timido quanto dolce e premuroso.
Eppure c'è una cosa che deve ancora capire: il vero cambiamento non deve avvenire nel contorno, ma dentro di sé.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Canzone consigliata: Teenage Dirtbag- Wheatus
 
Una settimana dopo...
 
-Sei sempre tu quella che fa tardi! Devo sempre aspettarti, prendere la roba da mangiare, fare questo, fare quello...- borbotta il mio amico Frank, non appena entro in macchina.
 
-Guarda che sei tu che sei venuto qui prima di andare da Moe che era ancora in pigiama, adesso vorresti anche prendertela con me?- sbuffo, a mia volta, scoccandogli un'occhiataccia abbastanza minacciosa. Io capisco che faccio tardi, o meglio, sono perennemente in ritardo e ultimamente ci metto troppo a fare qualsiasi cosa, anche per muovere la mano, ma Frank esagera a volte... Lui è davvero un dei miei migliori amici, però. Ci conosciamo da quando eravamo piccoli, ma solo quest'estate abbiamo legato moltissimo perché quando lui si è ubriacato e tutti l'hanno lasciato solo a vomitare io e Moe eravamo lì ad aiutarlo. In realtà c'era anche Mark, che però era fatto e io ho dovuto sostenere anche lui. Entrambi hanno assunto un atteggiamento iperprotettivo nei miei confronti e in quelli di Moe e anche in quelli di Angie, la mia migliore amica. Eravamo in cinque, affiatati, decisi a cambiare le cose che non andavano e a stringerci sempre di più. Fino a quel giorno. Fino a quando Angie non se n'è andata ad inseguire il suo sogno, il nostro sogno, insieme a qualcun altro. Ci rimasi malissimo, ma forse era il prezzo da pagare per stare bene con me stessa.
 
-Stai vestita una merda.- dice il guidatore, per attirare la mia attenzione. Mi guardo: è per il pantalone verde militare che dice così, perché lui lo odia. Scrollo le spalle e sussurro un "vaffanculo", per poi appoggiarmi al lato del finestrino. La nostra amicizia è così, se non ci sono io a dire "ti voglio bene" lui non lo farà mai. Ma va bene così.
 
-L'auto di Mark è andata, dobbiamo dare un passaggio anche a lui, e poi andiamo da Moe.- mi informa, mentre io collego il filo dallo stereo al mio IPhone per la musica. Che la lotta abbia inizio: a lui non piacciono i Coldplay, la mia band preferita, però se metto la musica conosciuta accontento entrambi. Ed è per questo che faccio partire la riproduzione casuale dei brani del momento che sembra soddisfarlo.
 
-Oh, finalmente niente "Column"- mi prende in giro, da quella volta che definii Chris Martin "colonna portante della mia vita". E Frank si è appena beccato un pugno sul braccio. Idiota.
 
-Zitto babbeo.- lo richiamo, inoltre, e inizia a parlare di altro, così che non possa dargli altri pugni sul braccio. Sta fantasticando sulla nuova vita al collegio, quasi quasi mi fa tenerezza. Arriviamo sotto casa del nostro amico quasi silenziosamente, cosa assai strana per un paesino come Apple Springs che è sempre rumoroso. Il castano esce, scuotendo i capelli ricci che gli scendono morbidi e belli sul viso sempre sorridente. Viene da sorridere anche a me, è contagioso.
 
-Ragazzi cari! Pronti a vivere questa nuova avventura nel convitto?- ci chiede, dando una pacca sulla spalla a Frank e un bacio sulla fronte a me. Questa mania di protezionismo nei miei confronti non mi dispiace affatto nelle volte come queste. Respiro il profumo che viene da fuori alla decappottabile aperta e mi rilasso: stare con i miei amici è la cosa più bella che possa fare. Sono così immersa nei miei pensieri che nemmeno mi accorgo di essere arrivata sotto casa di Moe. Si è davvero conciata come una suora con questo caldo infernale?
 
-Ehi Moe, hai freddo?- le urlo, facendole prendere un colpo. La mia amica, timidamente come al solito, si stringe nel maglioncino beige e mi sorride, guardandomi da dietro i grandi occhiali che porta. È inguaribile. Frank e Mark scoppiano in una fragorosa risata, che copre la canzone in riproduzione, una delle mie preferite dei Coldplay.
 
-Zitti che c'è Chris Martin in stereo!- li zittisco, dando una pacca dietro alla nuca del guidatore e quindi suscitando l'ilarità degli altri due. Ci manca ancora un'ora a Santa Monica, dove c'è il collegio che forse cambierà la vita di tutti e quattro.
**************
Il collegio pluricomprensivo "Santa Monica High" si innalza, imponente, in periferia di Santa Monica, distante circa 10 km dal normale liceo americano, e accoglie numerosi studenti di tutte le città vicine nonché i ragazzi della città, ma difficilmente. È un collegio alquanto prestigioso, dove si accede tramite test attitudinali per capire se il ragazzo può affrontare il collegio. Ha anche l'anno di preparazione per le università di tutto il mondo, nel caso si volesse frequentarla all'estero, ma è facoltativo e a me non serve. La prima volta che, quattro anni fa, vidi questa scuola per la prima volta (ero ancora alle medie) ne rimasi incantata: aveva un'aria molto british e antica ed emanava quel caratteristico odore di libri, la cosa più bella che potessi mai vedere. Mi passo una mano nei miei capelli biondi e sorrido: è passato così tanto tempo che mi viene da piangere. Una mano mi si posa sulla spalla: è Moe, la solita anima buona a consolarmi.
 
-Non essere triste, Jackie.- mi rincuora, appoggiando la mia testa sulla sua spalla. Il fatto è che proprio non ci riesco, non riesco a dimenticare niente, e come al solito ci rimango malissimo.
 
-Mi manca, Moe, più di quanto potessi immaginare.- sospiro, sciogliendo l'abbraccio e avviandomi nell'atrio, dove già sono giunti Frank e Mark. A differenza nostra, mia e della mia amica, che condividiamo la stanza con due ragazze sconosciute, loro due avranno la stessa camera. Affianco, da come ho potuto capire, ci sono altri due nostri amici che hanno scelto l'opzione "convitto" come noi. Sospiro ancora una volta, e mi appoggio alla ringhiera del grande scalone in legno che conduce alle aule del piano superiore.
 
-Salve ragazzi, un secondo e vi consegno le chiavi degli appartamenti.- dice Linda, la giovane receptionist che odio con tutta l'anima. E' andata a letto con il mio ex e io sono passata per la cornuta della situazione, il che mi ha infastidito non poco, oltre che ferito. Inoltre mi mise in guardia da lui per "salvarmi da possibili delusioni" e poi ho scoperto che si divertivano alle mie spalle... Ma questo è un piccolo particolare, in quanto non è nemmeno l'unica che è passata tra le sue braccia e sotto di lui. Il solo pensiero mi fa vomitare. Moe si intrattiene a chiederle delle vacanze, in fondo lei ci tiene a mantenere "buoni rapporti" con tutti. Io di questa cosa me ne infischio, e non mi interessa di nulla se ho dei rapporti civili o meno quando provo dell'odio puro.
 
-Io vado, Moe, ti aspetto di sopra.- sussurro, lanciando uno sguardo azzurro glaciale alla ragazza dietro alla segreteria, senza nemmeno salutarla. Saluto anche i due baldi giovanotti che discorrono di argomenti riguardanti la loro camera, del tipo "io dormo vicino alla finestra" oppure "la mattina in bagno non perdere tre ore a lavarti". Sarò sincera, il fatto che dividerò la stanza con una persona che non conosco mi mette agitazione, tanta agitazione: e se mi trovasse strana? E se fosse una di quelle snob altezzose come narrano le storie che girano al liceo normale? Speriamo proprio di no, non vorrei litigare con qualcuno il primo giorno qui. Leggo il numero della stanza, 27, e la cerco sulla mappa: terzo piano, devo prendere l'ascensore perché sono pigra e troppe rampe di scale fanno male alla mia salute. Lo stile antico dell'edificio principale è soppiantato da un palazzo moderno, dai colori tenui e cosparso di quadri che rappresentano le ragazze dei vari anni scolastici dal 1920, anno di fondazione. Salgo a piedi, non sapendo dove cavolo sia quest'ascensore, ma in fondo meglio così, magari perdo un po' di peso. Arrivo alla mia stanza col batticuore, un po' per il fiatone date le rampe di scale così massicce, ma un po' perché non sono mai stata così tanto spaventata in vita mia. Cerco di convincermi che ce la posso fare, ho affrontato tante cose e posso affrontare anche questa. Respiro molto profondamente e apro la porta, ritrovandomi davanti una scena che tra tutte mai avrei pensato di trovare. Una ragazza alta poco più di un metro, dai capelli metà neri e metà verdi, balla a ritmo di musica indie-rock che non conosco e sembra fatta di marijuana.
 
E menomale che dovevo essere io, la strana!
 
Appena mi vede, si ferma e sorride, per poi agitare la mano destra e salutarmi. E' davvero molto truccata, sembra appena uscita da un manga giapponese... Ora che ci penso, somiglia molto a Perona di One Piece, solo con i capelli più corti e bicolore. Deglutisco e mi dirigo alla mia parte della stanza, cercando di evitare ogni contatto fisico.
 
-Tu dovresti essere Jackie! Io sono Hope, ma tu puoi chiamarmi Scream.- mi dice, porgendomi la mano. La stringo solo per cortesia, perché c'è una domanda che mi perseguita: per quale cazzo di motivo una ragazza dovrebbe farsi chiamare "urlo"? E' così tutto fuori logica, fin troppo! Ma la logica la devo lasciar perdere, meglio restare al di fuori di questa pazzia o finirò davvero per andare in un ospedale psichiatrico.
 
-Ehm... Ciao! Quindi... Finalmente conosco la mia coinquilina!- sorrido forzatamente, poi le lascio la mano, quasi a voler troncare ogni altro contatto fisico. Rispetto alla settimana scorsa, la stanza è posta in maniera diversa: i letti, che prima si affiancavano, ora sono messi in maniera perpendicolare tra di loro, e le pareti sono blu e rosa, che sostituiscono il bianco asettico che c'era prima. Ovviamente, la mia parte è rigorosamente blu, lo si vede dalle action figures di Naruto e Sailor Moon e dai volumi di "Lovely Complex". La parte di Ho... cioè... Scream è quella rosa, perché ci sono vari gadget rosa che non sono miei e una pila di CD dei Green Day, Slipknot (ma che razza di nome è?) e Arctic Monkeys, o almeno ho riconosciuto questi.
 
-Jackie, hai bisogno di qualcosa in particolare? Io dovrei uscire con i miei amici, però se vuoi qualcosa ti scrivo il mio numero di cellulare.- chiede, per poi porgermi una mano. Le affido il mio gioiellino tecnologico, e poi armeggia con la rubrica per segnare il suo numero.
 
-Beh, grazie, ti chiamo quando ne ho bisogno.- sorrido, quasi forzatamente. Lei ricambia e prende la giacca di jeans e una borsa per poi uscire e chiudersi la porta alle spalle. Mi stravacco sul letto pensierosa e stanca, alla fine poteva capitarmi di peggio... No? Chi lo sa... Vedremo domani mattina, quando metterò piede nelle aule e allora lì sì che potrebbero essere cazzi.
 
 
 
 
AKIKO'S SPACE
Benvenuti al primo capitolo effettivo di questa storia! Siamo ancora all'inizio, infatti qui inizio ad introdurre qualche personaggio principale che farà compagnia alla nostra protagonista durante i vari capitoli. Ammetto che forse all'inizio potreste odiare Jackie perché ha tanti- troppi- difetti, ma vi assicuro che più o meno le cose cambieranno... Spero.
Alla prossima!
-Akiko.
   
 
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