Storie originali > Soprannaturale > Licantropi
Segui la storia  |       
Autore: BabaYagaIsBack    04/02/2019    0 recensioni
●Book I●
Aralyn e Arwen anelano alla libertà. Fin dall'alba dei tempi quelli come loro sono stati emarginati, sfruttati, ripudiati, ma adesso è giunto il momento di cambiare le cose, perché nessun licantropo ama sottomettersi, nessun uomo accetta la schiavitù. Armati di tenacia e coraggio, i fratelli Calhum compiono la più folle delle imprese, rubando a uno dei Clan più potenti d'Europa l'oggetto del loro potere. In una notte il destino di un'intera specie sembra cambiare, peccato che i Menalcan non siano disposti a farsi mettere i piedi in testa e, allora, lasciano a Joseph il compito di riappropriarsi del Pugnale di Fenrir - ma soprattutto di vendicarsi dell'affronto subìto.
Il Fato però si sa, non ama le cose semplici, così basta uno sguardo, un contatto, qualche frecciatina maliziosa e ogni cosa cambia forma, mettendo in dubbio qualsiasi dottrina.
Divisi tra il richiamo del sangue e l'assordante palpitare del cuore, Aralyn e Joseph si ritroveranno a dover compiere terribili scelte, mettendo a rischio ciò che di più importante hanno.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


33. Impossibile resistere

Il corpo iniziò a fargli male. I muscoli erano tesi da troppo tempo e respingevano l'energumeno che aveva di fronte con tutta la resistenza che potevano vantare. 
All'ennesimo contraccolpo, gli venne naturale pensare che Garrel, in fin dei conti, si stesse divertendo a dargli contro in quel modo e senza sosta. D'un tratto, Joseph però lo vide arretrare e, pensando che stesse per dargli tregua, abbassò la guardia nel tentativo di concedersi un respiro di sollievo – eppure non ne ebbe tempo. 

Alle spalle dell'omaccione, un lupo dai toni caldi balzò da un masso sul campo d'allenamento, ringhiandogli contro con fare intimidatorio.

Aralyn, sussurrò il suo inconscio. Perché nonostante l'alto numero di esemplari come lei nel clan, il suo profumo era diventato inconfondibile, così come le pepite che si ritrovava al posto degli occhi.

Prima ancora che potesse mettersi in guardia, o capire cosa stesse succedendo, il Nobile la vide abbassare il corpo in segno di sfida.  Lo fissava con una scintilla febbrile nello sguardo, quasi fosse pronta a ucciderlo da un momento all'altro.
Non molto lontano dal punto in cui si trovavano, la risata di Garrel si levò verso di loro: «E' più feroce di quel che sembra, moccioso. Vado a bere, non farti ammazzare in mia assenza» disse poi, cercando inutilmente di distrarlo dalla fatica. Joseph lo guardò corrugando le sopracciglia, incapace di capire se il suo fosse un avvertimento reale o semplicemente un altro tentativo di prenderlo in giro - perché quel tipo aveva dimostrato a più riprese d'aver la battuta facile.
Aralyn ringhiò con più insistenza, riportando così la sua attenzione su di lei. Nonostante fosse piccola e poco minacciosa, proprio come Garrel aveva detto non essere, riuscì ad apparirgli perfetta nel ruolo di cacciatrice pronta ad avventarsi sulla preda; e infatti, gli fu addosso in pochi secondi, senza alcun tipo di preavviso, cercando con le fauci di azzannargli il polpaccio e metterlo k.o. prima ancora che se ne potesse rendere conto. 
Stanco per l'allenamento fatto fino a quel momento, il suo corpo reagì più lentamente di quanto avrebbe voluto. Il Purosangue, nonostante lo sventato attacco, si ritrovò ad avvertire sulla pelle della gamba il respiro bollente di lei e, di fronte a quella minaccia, fece ciò che non aveva ancora pensato di fare: correre. Così, ancora sotto lo sguardo vigile dell'altro maschio, Joseph si diede alla fuga.
Era sfiancato, certo, mentre lei era tanto fresca da non sentire nemmeno in parte la sua stessa fatica, quindi l'unico modo che aveva per cercare di sfiancarla, era una lunga corsa su e giù per il bosco – a occhio e croce, sia nella forma umana, sia in quella ferina, Aralyn non doveva vantare una buona resistenza nelle gambe; il suo corpo parlava più di quanto facesse lei. Per l'esperienza di Joseph, quelli con il fisico della lupa alle sue calcagna erano più abili negli attacchi veloci e feroci che in quelli lunghi e costanti: eppure, più si sforzava di mettere distanza tra di loro, più il giovane Menalcan avvertiva nei timpani il suono delle falcate dell'animale. Di quel passo quanto c'avrebbe messo a raggiungerlo?
Schivò tronchi abbattuti e cercò di mantenere l'equilibrio lungo le discese del terreno scosceso, ma lei non pareva per nulla faticare a seguirlo, anzi, con le sue quattro zampe era in grado di accorciare sempre più lo spazio tra le sue fauci e le gambe di lui.
Sentendosi eccessivamente minacciato, con un balzo il ragazzo si diede la spinta necessaria per agevolare la mutazione del proprio corpo umano in quello del lupo che era in realtà, mostrando, al pubblico silente composto d'alberi, quanto fosse facile per lui cambiare aspetto – esattamente come qualsiasi Nobile degno di nota.

Ora che fuggiva ad armi pari da Aralyn, gli sembrò di riuscire a muoversi con più facilità e scaltrezza. 

Nelle orecchie, i passi di lei si fecero sempre più lontani: che la sua tecnica stesse funzionando? Forse stava realmente riuscendo a batterla sul suo stesso terreno. 
Animato da quel pensiero, corse a perdifiato ancora per qualche minuto e quando gli parve che intorno a sé non vi fosse più alcuna presenza, Joseph iniziò a rallentare.
Tra le betulle bianche circondate dalle foglie autunnali, il figlio di Douglas non scorse nulla, se non la fauna addormentata del bosco.
Le sue zampe si fermarono, mentre i sensi si misero sempre più in allerta. Dentro di sé, una strana gioia iniziò a smuoversi: aveva dato filo da torcere alla sorella dell'Alpha, anzi, di Arwen, che erano ancora più soddisfacente – quindi battere i suoi bracci destri era possibile, pensò.
Così, perso a compiacersi di quel successo, abbassò le difese e non si rese conto dell'animale che, nascosto dietro ad un cespuglio, si scagliò su di lui con l'intento di atterrarlo.
Aralyn gli si fiondò addosso con tutta la furia di cui era capace e lui, vista la stanchezza che ormai aveva preso possesso del suo corpo, non riuscì né a schivare, né a evitare l'impatto. Uno contro l'altra, ruzzolarono per alcuni metri in mezzo al fogliame, fin quando un tronco non arrestò la loro corsa. 
Joseph colpì il fianco, sentì l'impatto con chiarezza, eppure non riuscì a provare alcun dolore perché troppo concentrato su altro. Mentre rotolavano, avvinghiati tra loro, la sorpresa lasciò il posto a qualcosa che gli riempì il corpo, dallo stomaco al centro del petto – e mentre la sua figura riprendeva le sembianze umane, si rese conto che si trattava di una risata irrefrenabile, sincera e del tutto inaspettata. 
Pian piano, durante il ritorno alla sua forma quotidiana, la pelle di Joseph venne solleticata dal pelo morbido di lei. Ne sentiva la consistenza intorno all'ombelico, altro fattore che, in tutto quel contesto, gl'impedì di trattenere il sorriso.
Sapeva di doversi fermare, ma non ci riuscì, riempiendo l'aria del suo timbro roco e profondo, eppure giocoso. Per la prima volta da anni, persino ancor prima di decidere di dedicarsi a quella missione suicida, si sentì leggero, privo di preoccupazioni o responsabilità. In qualche strano modo, avrebbe potuto dire di sentirsi libero.

Lentamente, forse molto più di quanto avesse fatto lui, anche la ragazza si decise di riprendere la sua forma antropomorfa.

«Si può sapere che hai?» Aralyn gli picchiò amichevolmente un pugno sul petto, incapace però di restare del tutto seria di fronte allo spettacolo di lui completamente in balìa del buonumore.
Joseph si sforzò d'aprire gli occhi nonostante le lacrime dovute all'incontenibile ilarità; gli veniva impossibile placare la propria reazione a tutto ciò.
Nonostante gli ostacoli però, riuscì a guardarla dritta in viso, incrociando lo sguardo con la sua chioma arruffata, gli occhi dorati e le guance arrossate per via dello sforzo. Era lì, sopra di lui e del tutto confusa – ed era bellissima. Per un solo istante, quella visione fece perdere consistenza alla realtà che lo circondava, rendendolo capace d'avvertire solo la sua presenza: come poteva quella tizia sembrargli tanto speciale? Cosa gli aveva fatto, una sorta di malia?
Al cospetto di quei dubbi, si convinse di dover interrompere il flusso di pensieri, così si mise le mani sugli occhi, mettendo una barriera temporanea tra di loro.

«Dannazione! Non mi divertivo così da anni» confessò, mentre la risata andava scemando e la sensazione del corpo di lei sopra al suo si faceva più nitida. Era calda, soffice e meno leggera di quanto si fosse sempre immaginato, eppure perfetta nel suo insieme, anche al di là dei palmi premuti sulle palpebre.
«Josh!» chiamandolo, la licantropa gli afferrò i polsi, costringendolo a spostare le mani: «Guarda che non stiamo giocando» gli fece presente, sorridendo con una naturalezza che al ragazzo parve indescrivibile. Quante volte l'aveva vista fare un'espressione del genere? Meno di quanto gli sarebbe piaciuto, visto il modo in cui le s'illuminava lo sguardo.
«Ah si? Eppure, mi pari divertita quanto me!» sfruttando le proprie abilità da lottatore torse le braccia, riuscendo così a liberarsi e invertire giocosamente i ruoli. Ora erano i polsi di lei a essere tornati nelle sue mani, esattamente come pochi giorni prima e, proprio come in quell'occasione, gli parvero incredibilmente fragili, al pari di giunchi.
Agitandosi, Aralyn provò inutilmente a liberarsi, finendo però con l'incitare maggiormente il ragazzo a proseguire lo scherzo. Con un colpo di reni, la tirò a terra accanto a sé. 
Distesi sul fianco, entrambi si lasciarono nuovamente andare a un'ondata di risate, quasi fossero bambini alle prese con i giochi d'infanzia. Erano in totale balìa della situazione, discostati in modo netto dalla realtà: lo sentiva lui, quanto pareva lei. A differenza di un simile momento però, Joseph si rese improvvisamente conto di una cosa: se ne stavano praticamente incollati l'una all'altro, completamente nudi dopo la mutazione. Conscio di ciò, avvertì il cuore accelerare e gli occhi scendere dapprima lungo il collo di lei, soffermarsi sulle clavicole sporgenti e riprendere la corsa verso il seno, coperto solo parzialmente dalle braccia. La pelle diafana di quella ragazza divenne una specie di Santo Graal capace di catturare ogni sorta di sua cellula. Era totalmente affascinato da ciò che di lei ancora non aveva visto, ma immaginato in silenzio ogni volta che gli si era presentata l'occasione.
A quel punto, forse rendendosi conto di dove si fossero soffermati gli occhi del Menalcan, il respirò di lei si mozzò e le attenzioni di Joseph tornarono vigili sul suo viso, in modo da notare ogni minimo cambiamento del suo stato d'animo. Fu a quel punto che il controllo del Purosangue andò del tutto perso, forse a causa dell'intensità con cui lo stava osservando, o forse semplicemente per via dell'eccessiva vicinanza. 
Un istinto involontario e primordiale gli montò in corpo e, senza rendersene conto, il figlio di Douglas finì con il tirarla a sé, facendo sì che le loro labbra s'incontrassero quasi a metà strada. Si premette a lei con un impeto che mai si sarebbe aspettato, schiudendo la bocca in sincrono con quella di Aralyn.

La stava baciando, si rese conto.
Stava compiendo il peggior tradimento che la sua famiglia avesse mai potuto concepire; perché lei era sbagliata, impura, una nemica e soprattutto la sorella di Arwen Calhum – ma nonostante questo, il fulcro del suo interesse dal primo giorno in cui l'aveva incontrata al Naucht Taufel.

Joseph si rimproverò di ogni slancio con cui la sua bocca s'impadroniva di quella di lei, ma nonostante questo non trovò mai la forza di smettere. Fu come se avesse da sempre aspettato quel momento; come se il primo, vero bacio lo stesse dando per la prima volta alla ragazza che stringeva ora a sé.
Il corpo della licantropa, premuto in parte contro il suo, s'irrigidì inaspettatamente, quasi d'improvviso avesse paura di ciò che stava succedendo tra loro: ma come poteva reagire così di fronte a qualcosa del genere? Non sentiva anche lei il desiderio di baciarlo, sfiorarlo o fare qualsiasi altra cosa che potesse avvicinarli maggiormente?

Lui sì, ogni istante sempre più.

«Josh...» la sentì mugolare tra un bacio e quello successivo. Lo stava chiamando, forse voleva dirgli qualcosa, ma a lui non interessava nulla che non fossero la sua bocca o il suo calore.
«Josh... ti prego!» facendo leva sui polsi che lui ancora teneva stretti, Aralyn si allontanò di colpo strisciando il fianco sul terreno secco. Aveva gli occhi grandi di spavento, le guance rosse e le labbra gonfie dopo i vari baci e, di fronte a quella vista, il Purosangue si sentì salire il cuore in gola: cosa aveva fatto?
Inorridito da ciò che nemmeno lui sapeva identificare, mollò la presa su di lei, liberandola definitivamente. Aveva esagerato, si disse, eppure non aveva fatto altro che guidare i movimenti di entrambe le bocche. Forse con quell'impeto l'aveva spaventata, oppure aveva affrettato troppo i tempi. Magari non si era accorto di aver stretto troppo la presa, o invece l'aveva spaesata la sua passione; non seppe dare una definizione o un'identità alla possibile minaccia che la giovane aveva visto in lui, in quello che stavano facendo.

La ragazza si mise velocemente in piedi, coprendosi le nudità alla bene e meglio con le braccia e guardandosi spaesata intorno, probabilmente cercando di orientarsi per fuggire via.

Nemmeno qualche minuto e Aralyn finalmente sembrò riconoscere la via di casa, così a passi svelti si mosse in quella direzione, del tutto incurante di chi si stava lasciando dietro.  

Che diamine le stava prendendo? E cosa era preso a lui?
In un attimo, addirittura senza riflettere sui propri gesti, il Nobile le fu al seguito con il chiaro intento d'impedirle di andar via senza chiarire la situazione in cui erano finiti: «Ara... Aralyn, aspetta!» quasi la supplicò, esitando giusto qualche istante prima d'accorciare la distanza che lei stava provando a mettere.

«Cosa?!» sbraitò la ragazza lanciandogli uno sguardo assassino. 
No, non sembrava per nulla intenzionata a farsi fermare.
«Io...» Joseph si morse le labbra, le stesse che avevano ancora il sapore di lei sopra: «io mi sono lasciato trascinare! Pensavo lo volessi anche tu» ed era proprio così: tutto ciò gli era passato realmente nella testa nel giro di pochissimi istanti. Aveva creduto di percepire qualcosa da lei, di sentirla reagire ai suoi stessi istinti e desideri. Era stata una sensazione viscerale, natagli nel profondo ventre e cresciuta in tutto il petto come un boato.
«Tu non ne avevi alcun diritto! Non puoi... non puoi fare tutto ciò che ti passa per la testa»
«Perché no?» le chiese, spalancando le braccia. Avrebbe davvero voluto entrarle nella testa, sentire ogni suo singolo pensiero e capire cosa fosse andato storto in tutta quella circostanza, eppure si dovette accontentare d'attendere una risposta, se mai gliel'avesse data.

La ragazza fermò la propria corsa: «Di te nemmeno mi fido!» ammise, sempre più rossa in viso e con gli occhi ricolmi di preoccupazione.

Joseph rimase impietrito. Innanzi a sé aveva la prima ragazza che lo avesse mai respinto, ma che lui aveva pian piano iniziato a desiderare e, come se ciò non fosse stato abbastanza, pur ignara di chi fosse realmente, era stata capace di rivangare limiti che lui pareva aver del tutto scordato.

Già, perché in fin dei conti lei era il nemico.  
 


 

Yaga's:

E dopo ben 33 capitoli siamo giunti al momento che tutti stavano aspettando \(ò.ò)/ : 
Il bacio tra i due protagonisti!

Lo so, ormai era diventato una sorta di chimera per voi lettori, eppure eccolo! Tanto agognato quanto insoddisfacente, no? Vi sareste mai aspettati una simile reazione da Aralyn?

In generale mi piacerebbe sapere la vostra opinione a riguardo, anche perché ho cercato (come in altri capitoli precedentemente) di restare abbastanza soft e realista al contempo - vi giuro che nella versione originale era un aggiornamento da bollino rosso!

Le cose, ad ogni modo, per i nostri lupacchiotti si stanno complicando e ancora non siamo al clou della narrazione.
Vi aspetto quindi al prossimo aggiornamento e nei commenti, 

bye!

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Licantropi / Vai alla pagina dell'autore: BabaYagaIsBack