Victor Hugo
Sit tibi terra levis, iscrizione molto frequente nelle tombe di origine pagana.
“E’ tempo di andare”affermazione attribuita all’imperatore Carlo V di Asburgo sul letto di morte.
Dai quaderni di Olga Romanov alla principessa Catherine: “… Mia principessa, ti ho scritto senza fronzoli o censure, per sfogo, un talismano contro la mia cronica insonnia e i cattivi pensieri. I ricordi tornano, potenti come il rombo di un tuono lontano, delicati come una perduta armonia.
Immagini, impresse come quelle di un quadro, una foto. Due ragazzine con le trecce, io bionda, lei castana di capelli, le iridi di suntuosa ambra, come un remoto antenato spagnolo .. che giocano a carte o scacchi.. e mi facevi sempre vincere, lo so.. trovando il modo senza che apparisse troppo palese, di palmare evidenza.. Che pattinano su un lago in inverno,ghiacciato, sottili come danzatrici, che parlano sotto una pergola di glicini e edera, nell’estate, dopo una passeggiata a cavallo.. I libri, passando da Cervantes a Flaubert a Omero, senza ordine, come le nostre parole .. E le tue storie, eri una narratrice di portentoso talento … e le lettere, il tuo essere rimasta con noi in prigionia..
Avermi fatto ridere quando era tutto nero, senza uno spiraglio di luce ..
Bisogna sempre celebrare il caso di essere vivi, respirare, al diavolo tutto .. diresti così, giusto.
E hai fatto ridere e sorridere Tatiana, Marie, Anastasia, confortato Alessio .. E non hai dimenticato di portare i primi lillà della primavera nelle stanze di mia madre, in barba ai divieti delle guardie, che le negavano anche quel conforto ..(..) Saresti venuta, lo so, my dear, pure non ti volevo esporre al rischio, alle umiliazioni .. Non sei scappata, non sei fuggita, hai obbedito a un mio ordine ..
Catherine.. quando saremo liberi, ti verrò a trovare a Parigi, berremo un bicchiere di vino e rideremo .. Ci sarai quando mi sposerò.. E ci sarò quando avrai dei figli (ricorda, per una bimba il secondo appellativo deve essere Olga..) Ora andiamo a Ekaterinburg, ma spero che presto saremo liberi .. Ti penso, sempre, ricordati di me, tua Olga Romanov..”
Aveva poi aggiunto e cancellato qualcosa, cambiato idea e rimesso altro, parole che da allora ho letto ben poche volte, che sono state uno strazio per la mia anima, un tatuaggio impresso nella memoria, una fiaccola, come il tatuaggio della rosa e del dragone che mi ero fatta tatuare per i miei 30 anni, nel 1925.
“… see you soon, my friend, you are more like a sister for me, you are my memory and my reflection. I love you, forever yours sister Olga Romanov.”
…………..
My sister..
Sit tibi terra levis
……………
Tranne che siamo state divise, mai separate del tutto ..
Anche se se io ero viva, voi tra i morti, vivevo, soffrivo e peccavo, amavo Andres e gli altri figli che abbiamo avuto, tre maschi e una ragazza, Felipe, Leon, Juan e Olga.
Solo l’eco della principessa che fui, che sono ..
Tu, immutabile, perfetta.
Anche se hai amato un soldato, peccato, una sola volta per amore, sei sempre tu, levigata, il mio baluardo contro i peccati e le rese.
Ogni cosa di te mo era cara e preziosa.
Come Alexei, il mio, il tuo, il nostro principe soldato, nostro fratello che ho riscattato dalla mrte, da quella cantina.
…
Una nuvola di farfalle si alza in volo o sono i miei occhi appannati di lacrime?..
Le tue iridi hanno avuto i colori e la chiarezza e le sfumature del mare Oceano.
L’oro dell’autunno che avanza … la stagione della lontananza.
Non piango, noi siamo figlie di un soldato, questo lusso non ci appartiene.
I miei messaggi per l’altrove, ogni singolo giorno ti ho pensato, dove siete ora tra il nulla e l’addio?..
1968 e pare il battito di ieri, invece mezzo secolo è trascorso, dalla vostra morte, la giovane principessa vive nel giardino del tempo perduto, nei giochi della memoria e del passato..
Le mani sono rugose, con le vene sporgenti, i segni e i rilievi dell’età, come le rughe, i capelli bianchi, sto iniziando a soffrire di una avanzata vecchiaia, che buffo..
Settembre 1993, questa vita che è passata, pare un prodigio, o no, soffro per davvero e senza rimedio di una avanzata, estrema vecchiaia .. Testimone di un tempo che è trascorso, sono una sopravissuta, dopo di me i miei figli, i miei nipoti ..
Andres, il mio leone, è morto, siamo stati insieme solo per 60 anni di matrimonio e poco oltre..
L’autunno spumeggia fuori dalle mie finestre, la sinfonia della natura che si prepara all’inverno..
E insieme mi spiace andarmene, di non rivedere una altra estate, ma nessuno vive per sempre . .
E non ci tengo a giungere al secolo di vita ..
Ne sa qualcosa il mio cuore, ho avuto un infarto dopo l’altro, mi risparmiano la tortura dell’ospedale e dei tubi e dei fili, me ne vado con dignità..
Sono stanca ..
Tengo le palpebre chiuse, mi tuffo nel paese del sogno.
Mio zio Aleksander in uniforme, mia madre Ella e il suo sorriso, il principe Pietr Raulov che alza un calice..
Eccoli tutti quanti, una disordinata e allegra processione..
ANDRES..
Il mio amore.
(…Ha una crisi respiratoria.. sta perdendo conoscenza .. Agonia … la voce di mia figlia, venata di pianto, lei è un medico, conosce i sintomi … ma ora è di nuovo la mia bambina.. )
Buio e poi non so come sono in un giardino, alle spalle il bagliore del mare..
Scuto le mie mani sono di nuove lisce, senza nocche o vene in rilievo ..
Un sorriso, una voce che mi chiama.
È tempo, più che tempo di andare.
Mi giro, un flessuoso movimento delle anche.
“Bienvenue, ma princesse.”
Stende il braccio, un gesto da danzatrice piena di grazia.
“Olga..”
“Welcome, Catherine, I’ve really missed you… “
“..Yes, now.. I’m really there.. I’ve missed you too .. but ..”
“Are you scared.. ?”
“No, if we are together..”
“You are right..”
“It’s over, finally … but .. please, don’t wake me up.”
“Don’t be scared, now it’s time to go .. you’re my princess ..”
“And you’re my only one beloved sister …”
Se è un sogno non svegliatemi..
Aspettami, Olga.
Sorella mia, mio perduto altrove.
I am bleeding out for You.
Catherine Raulov nacque a San Pietroburgo il 27 gennaio 1895, morì a Parigi il 25 settembre 1993.
Sit tibi terra levis …
BELOVED IMMORTAL