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Autore: Leliwen    19/07/2009    1 recensioni
La Storia narra le avventure di un manipolo di avventurieri, designati come Salvatori del Mondo, e legati tra loro da alcune Carte dei Tarocchi... Ma sia la ricerca di propri compagni che la convivenza non risulta essere una cosa poi così semplice.
PER IL COMPLEANNO DI SATHIA!!!
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1


Larnor



Heian rimase in piedi accanto ad Alexys per tutta la serata, non la perse d’occhio un solo istante come non perse una sola battuta di quelle che venivano scambiate accanto a lui o di quelle lontane che gli sembravano interessanti: era diventato una sorta di radar che immagazzinava tutte le informazioni notevoli. Da tutti quei chiacchiericci una cosa era emersa: dovevano veramente recarsi a Jia’gāo, lì c’era il tempio dedicato al Signore di Ogni Castigo. Lì avrebbero ottenuto le informazioni necessarie a trovare il Santuario dello Spazio e del Tempo. Un santuario mitologico in cui si potevano trovare le risposte alle loro domande.

Un’altra notizia interessante fu scoprire che la prima dimora di Van Morkain, un castello tra le montagne, ora era infestata da un’orribile bestia. Da quanto era raccontato l’ultima persona che c’era andata tornò orrendamente deturpata e con una gamba in meno.

"Da allora vive in un convento alle pendici della “Montagna Infestata”."

"Bel posticino per un convento!"

"Sicuramente nessuno ti verrà a disturbare."

"E avrai il tempo di fare quello che preferisci."

"Sperando di non finire come cena per qualche demone." le rispose una vecchia signora dalla voce aspre come un limone.

"Mia cara?" chiese una donna seduta accanto ad Alexys "La tua guardia ti serve bene?" si era stufata di quella conversazione sterile che le ricordava troppo i discorsi fumosi di suo marito.

La ragazza la guardò un po’ interdetta "Certo che mi serve bene…"

"Certo che tu hai tutte le fortune! Tuo marito è un fusto da far paura e la tua guardia è così affascinante… sono tutti così gli uomini del deserto?"

"No, certo che no."

"È veramente bello e aggraziato come sembra?"

"Sì. Decisamente più aggraziato di mio marito." sorrise Alexys.

"Effettivamente vostro marito non è un grande ballerino." disse una delle dame che ci aveva ballato "Ma è veramente molto bello. E ben proporzionato." aggiunse disegnando nell’aria la forma delle sue spalle larghe e dell’ampio petto.

"Almeno lui ha il senso dell’equilibrio." sospirò l’altra donna che aveva avuto il coraggio di provare a farlo muovere "Il mio crollerebbe a terra dopo aver fatto un giro su se stesso." le altre risero di gusto.

"Beh, facci vedere!" ghignò la matrona alla volta di Alexys la quale guardò Heian che annuì il suo silenzioso assenso "Maestri, musica!"

La piccola orchestrina da camera cominciò a suonare le prime note, Heian si sfilò il pesante soprabito con cui sarebbe stato troppo impacciato sollevando per un istante il velo che copriva il suo volto. Si avvicinò alla sua signora che aveva mascherato dietro un sorriso smagliante la sorpresa di saperlo un bravo ballerino. Non sapeva ancora se detestarlo ancora di più per questo oppure no.

Heian s’inchinò e lei gli prese le mani nella sue "Cerca di non entrarmi nell’anima." le sussurrò tra i capelli nella lingua dei nomadi del deserto mentre lei gli si stringeva in una danza dolce e passionale.

"E come faccio?" ribatté Alexys esasperata mentre gli volava nuovamente vicino: evidentemente Allen gliel’aveva insegnata.

"Concentrati sulla danza. Solo su quella." rispose lui dopo qualche giravolta "Vedrai che inganneremo le babbione."

Lei lo guardò interdetta: l’ultimo termine non lo conosceva, ma dallo sguardo del mago capì il senso generale e un sorriso divertito le salì sulle labbra proprio mentre in volto di Heian le stava a pochi centimetri ‘Dio, come lo vorrei baciare…’ ma il gelo che sentiva salirgli dal cuore dell’elfo se si lasciava trasportare dalle sue fantasticherie le faceva immediatamente cambiare idea. Era stata in grado di capire il cuore e l’anima di praticamente tutte le persone che era alla festa e che avevano ballato con lei, ma Heian era e rimaneva un mistero. Cuore gelato e tocco gentile e appassionato, lingua tagliente e modi principeschi ‘Chi diamine sei tu?’

Ballarono ancora per parecchi minuti lasciando cortigiane e paggi senza parole. Quando finalmente la musica s’interruppe passarono parecchi attimi di assoluto silenzio prima che la matrona iniziasse ad applaudire commossa, seguita a ruota da tutti gli altri.

Alexys illuminò la stanza con un sorriso soddisfatto, mentre Heian la riportava al suo posto.

"Favoloso!" dissero in molte rivolte a quel volto intravisto dietro il velo leggero, a quel cortigiano perfetto che ora portava da bere alla sua padrona con infinita deferenza.

"Anche la mia guardia balla divinamente. E suona anche!" il ragazzo che le era accanto, capelli lisci color castano con mille sfumature dall’ebano al biondo oro con profondi occhi neri e pelle bianca come il latte, dipinse sul suo viso perfetto un sorriso imbarazzato come a chiedere alla sua signora di non metterlo alla prova.

"Cosa sai suonare ragazzo?" chiese la matrona.

"Flauto traverso, Mia Signora." rispose il giovane con una voce di velluto.

"Bene, portate un flauto." ordinò "Qualcuno canta?" chiese e un paio di dame indicarono i rispettivi accompagnatori "Favoloso!" sorrise la matrona soddisfatta mandando giù un’altra sorsata di un liquore molto forte "Ballerini solisti?" altre mani di sollevarono "Bene! Bene! Fateci divertire! Conoscete tutti Canto di un Innamorato alla Luna?"

I ragazzi risposero un "Sì signora." discreto e si prepararono per l’esibizione. Che fu sublime. In quella stanza c’erano veramente molte persone dotate di talento, talento vero.

"Certo che è un vero peccato…" sospirò una dama con gli occhi azzurri pieni di malizia dopo che lo spettacolo fu finito e applaudito "Il mio protettore ha doti che non è decente mostrare." le altre risero a quell’affermazione mentre Alexys diventava rosso porpora "Suvvia mia signora!" scherzò la signora dagli occhi azzurri "Vorrebbe dire che la sua splendida guardia non vi serve a dovere?"

"Certo che mi serve a dovere!" rispose scandalizzata.

"Anche a letto?" chiese una seconda avvicinandosi. Quello era un argomento molto interessante. Anche da dietro il costume che l’avvolgeva l’elfo emanava tutto il suo fascino e la sua grazia.

Alexys avvampò in un istante scatenando altri risolini complici dalle presenti.

"E com’è?" chiese un’altra

"Inventati una storia credibile." le disse Heian sottovoce.

"Hanno deciso che sei il mio amante!" protestò lei.

"E tu faglielo credere." c’era una punta d’ironia nella voce dell’elfo. Heian, se avesse potuto, avrebbe riso a crepapelle.

"Che succede mia cara?" chiese la matrona.

"Nulla mia signora... è che solitamente la virilità delle nostre guardie non è argomento di conversazione dalle nostre parti."

"Perché? Tra voi nobili del deserto di che si parla?" chiese la dama dagli occhi azzurri.

"Musica, pittura, arte..."

"E quella di soddisfare una dama a letto non è un’arte?" le guance di Alexys s’imporporarono nuovamente.

"Esatto!" esclamò un’altra con le guance rosse ma per il troppo bere "è come acquistare un bel quadro! Per scegliere quello che ti soddisfi ne devi poter vedere e provare tanti!"

Alexys scoppiò a ridere e le altre la imitarono.

"Quindi che ci consiglia, Lady Metrice? Li facciamo spogliare tutti per vedere chi ha trovato il quadro migliore?" sghignazzò la matrona.

"A me basterebbe vedere chi ha agguantato la nostra cara Fū Ren Sheba! Il ragazzo sembra notevolmente appetitoso."

Alexys sorrise soddisfatta. Sì, Heian era decisamente il più intrigante lì dentro, forse anche perché era il solo ad essere totalmente intabarrato.

"Fū Ren, che dice, ce lo fa vedere in tutto il suo splendore?"

"Che ne dici? Le “babbione” ti spaventano?"

"No. Anche se vorrei che non mi sfiorassero. Potrei reagire male."

"Ci sto, ma ad una condizione: vedere e non toccare."

"Hai paura che te lo sciupiamo?"

"No, ma non mi piacere condividere i miei tesori con chi conosco appena."

"Saggio da parte vostra." sorrise la matrona "Altri desideri?" parecchie dame chiesero di poter osservare i fanciulli delle altre Lady.

"Questo forse non è il caso di raccontarlo agli altri due." sussurrò Alexys in tutto quel frastuono.

"Perché mai? Hai paura che Allen ti sgridi per avermi dato un simile ordine?" le disse sfiorandole appena l’orecchio col velo che gli copriva il volto "Il mio aspetto sarà leggermente diverso da come te lo ricordi. Cerca di non apparire sorpresa."

"Sarà fatto mio signore. Anche se uno schiavo elfo! Credo che creperebbero d’invidia."

"Meglio non rischiare: ti devo ricordare che mi stanno dando la caccia?" lei avrebbe voluto gettargli le braccia al collo: il quel momento lo seppe. Lei amava quella voce, ardeva per quegli occhi, desiderava quella bocca. Se solo quel cuore fosse stato altrettanto caldo!

"Bene!" strillò Madame Gherielle per farsi sentire, eccitata come una scolaretta "Si dia inizio alla “svestizione”!"

I ragazzi sfilarono nudi come mamma li aveva fatti per farsi ammirare: Heian aveva assunto fattezze un po’ più umane, ma gli occhi continuavano ad illuminare come fari quel viso serio, fissi in quelli di Alexys, come un innamorato perso per la sua donna. Per Alexys non c’era che lui. Gli altri, per quanto belli, non esistevano. Ora c’era solo Heian, nudo di fronte a lei, la pelle perfetta appena brunita da un sole troppo forte che metteva in risalto i muscoli di quel corpo eccezionale. Non c’era nessun altro per lei. Non c’era nessun altra per lui.

"Me lo presti per questa notte?" chiese una donna forse troppo ubriaca, anche se Alexys non ci avrebbe messo la mano sul fuoco.

"Assolutamente no." rispose alzandosi e dirigendosi col suo passo leggero verso il suo elfo preferito sfiorandogli le mani con le sue. Lui la guardava con tale intensità "Rivestiti... non voglio che ti ammali."

"Gli elfi non s’ammalano mai." sussurrò lui. Le prese una mano e se la portò alle labbra sfiorandola con un bacio leggero. Lei appoggiò l’altra mano sulla sua spalla destra per non vacillare. E sentì, sotto le sue dita, una cicatrice profonda, residuo di una ferita mortale "Il mio corpo ne è pieno." le sussurrò lui, gli occhi ombrati da una tristezza pesante e infinita.

"Beh, almeno non rischio di svenire la prossima volta che ti vedo nudo." disse lei seguendo con un dito la forma di quella cicatrice che non poteva vedere. E a lui, stranamente, quell’intrusione imposta sul suo corpo, non diede fastidio.

"Dubito fortemente che ci sarà una prossima volta." le sussurrò, mentre si allontanava da lei per ritrovare i suoi vestiti.

"Perché non posso baciarti?"

"Se non sapessi che non hai bevuto crederei che tu sia ubriaca!" lei l’aiutò a rivestirsi.

"Dico sul serio. Perché il tuo cuore è gelido? Così gelido da riuscire a spaventarmi?"

Heian non si fermò a pensare a cosa potessero voler dire quelle parole, non ne aveva voglia. Rispose solo un breve "Non è più qui." le disse finendo di rivestirsi "E ora, Fü Ren, bisogna tornare alla “realtà”." le porse il braccio e la riaccompagnò tra le oche festanti che popolavano il salone.


***


La festa terminò all’alba del giorno seguente. I quattro vennero placidamente raggiunti dalla loro carrozza che li portò dritti alla taverna. Era filato tutto liscio. Forse sarebbe stato meglio partire immediatamente, sparire dalla circolazione il prima possibile, ma era un piano non realizzabile: i tre umani ciondolavano dal sonno in modo più o meno evidente. Wald prese Alexys in braccio e la portò nella loro camera. Allen ed Heian si spartivano quella adiacente.

"Mi posso fidare?" chiese Allen, poco prima di sdraiarsi.

"Alexys è troppo stanca e Wald non è cos’ disperato da saltare addosso ad una donna addormentata."

Al più la sentiremo urlare.’


***


Furono finalmente tutti svegli solo in tardo pomeriggio. Wald e Heian stavano confrontando i loro racconti e cercavano di trovare la soluzione più logica a ciò che non erano riusciti a scoprire. Wald aveva scoperto anche un’altra cosa: l’Inferno dei Morti Viventi, il luogo dove venivano spediti a pagare i loro sbagli demoni, diavoli e varie creature malvagie al servizio di divinità ancor più spietate, era sotto il controllo del caro, onnipresente Van Morkain. Ma non sembrava che la cosa li potesse più di tanto interessare. Più utile era forse aver scoperto che, al Santuario dello Spazio e del Tempo, non solo si potevano trovare le risposte alle domande, ma c’erano dei Monaci che conoscevano come attivare tutti i gingilli arcani o divini che si trovavano sulla faccia della terra.

"Credi che le carte siano oggetti magici?" chiese Alexys soprappensiero stiracchiandosi come un regal gattino.

"Credo di sì. Dubito che altrimenti ce le avrebbero consegnate… per trovarci bastava la profezia, no?"

"Già… quindi bisogna raggiungere il Santuario… non piaccio ai santuari." mormorò il mago.

"Magari non serve. E poi tu devi ancora raggiungere il tuo bersaglio, o no?"

Heian fece una smorfia seccata e indecifrabile ma annuì.

"Ho ancora sonno." miagolò Alexys "E anche se so che dovremmo rimetterci in viaggio non ho alcuna intenzione di darvi retta." mise un broncio delizioso mentre Wald scoppiava a ridere.

"Mia Regina…" sussurrò invece Heian "Forse è il caso di lasciare da parte i capricci a un altro momento. Se dovessero scoprire che non siamo chi ci siamo professati d’essere ci ritroveremmo con un cappio alla gola prima di riuscire a capire cosa sia successo."

Alexys sentì la verità di quelle parole scendere in profondità nel suo animo, come se la voce di Heian ce la stesse conducendo per mano "Sì, lo so…" ammise "Ma sono stanca lo stesso!" stava semplicemente facendo i capricci. E Allen a quella vista sorrise divertito. Heian invece rimase di marmo, come al suo solito mentre Alexys, seduta accanto a Wald, appoggiava la testa sulla sua spalla facendo imbestialire il moro. Il guerriero e il druido continuavano a non andare per niente d’accordo.

Wald l’ignorò facendo un po’ di coccole alla ragazza e cercando di farle capire che partire era necessario. Lei se lo guardò sconfortata, con gli occhi ancora pieni di sonno, ma alla fine annuì. Non poteva far altro. Non con gli occhi dell’elfo fissi su di lei che la scrutavano come per soppesare ogni sua mossa e facendola avvampare ogni volta che lo guardava.

Il druido se li guardò con aria interrogativa, ma non chiese nulla. Non voleva far arrabbiare il caro “paparino”.


***


Angolino dell'autrice:
Finito anche questo capitolo!!! Spero sia stato di vostro gradimento ^___^
A me ha divertito tantissimo scriverlo, l'ammetto ^_^

Come sempre, un bacio a tutti,
Leliwen




  
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