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Autore: marziaaadm    19/07/2009    1 recensioni
La persona il cui nome sarà scritto su questo quaderno morirà.
*
Edward è un normale liceale.
Un vampiro, dal grande senso della giustizia.
Un giorno, il Destino, gli consegnerà la più grande arma omicida mai esistita sulla faccia della Terra: il Death Note.
- Sarò il Dio di un nuovo mondo!-
Ma qualcuno lo cerca, per mettere fine al suo scopo.
Bella, la più grande detective al mondo, è sulle sue tracce.
Inizia così una delle più spettacolari battaglie a cui il mondo abbia mai assistito.
Ma...c'è un interrogativo.
Può un Death Note, uccidere un vampiro?
Io ho dato la mia risposta.
Genere: Romantico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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cap. 3°

Due parole:

Ecco il 3° capitolo. Scusate il ritardo.

Come al solito, ringrazio Princess of Vegeta6 per il betaggio,anche se non di questo capitolo.

Infatti, poichè sono sogetta problemi con Internet, non sono riuscita spedirle il capitolo.

Laura, se stai leggendo, sappi che cercherò di mettermi in contatto con te il prima possibile. 

Appenavro risolto i problemi sopra citati, ti spedirò il cap e lo riposterò corretto.

Ora, volendo, potete leggere il capitolo.

Io non lo farei, ma mica tutti siamo uguali.

Questo è un vero peccato.

Kuku!

 

Death Note capitolo 3°

 

E se Dio avesse creato la morte per farsi perdonare la vita?

In questo caso, sarebbe molto più facile accettare un assassino, o meglio, gli ideali di un vampiro, intento a creare un mondo giusto dove la sua razza possa coesistere pacificamente con la nostra?
Forse, ma rimane il fatto che uccidere qualcuno, per qualsivoglia scopo, non è mai la cosa giusta.
L ne era fermamente convinta, ma, guarda caso, i suoi piani non erano tanto differenti da quelli di Edward. Entrambi volevano uccidere l’altro, in nome della stessa giustizia.
Ma allora, chi aveva diritto su chi?
Si sa, in  guerra  e in amore tutto è lecito, anche avere il diritto di uccidere l’avversario.
Come negli scacchi, onde evitare di favorire il rivale, non si ci può permettere di commettere errori.
Si adotta qualsiasi sotterfugio e poi, con un inconfondibile sorriso beffardo sulla faccia si esclama: scacco matto!
Chi sarebbe caduto? L, conosciuta anche come Bella o Edward, in arte il temuto Kira?
Sicuramente sarebbe stata una grande e bella sfida e di questo, Riuk, era certo.
Se ne stava silenzioso ed immobile, osservando Edward accucciato tra la vegetazione più fitta. Il dissanguatore era vigile ed attento. Gli occhi chiusi e le orecchie all’erta, pronte a captare qualsiasi suono. Chino ed immobile come una statua, coperto in parte dalle ombre della foresta.
Sarà stata la decima o undicesima volta che l’immortale, osservava quella scena. Trovava la caccia del suo compare estremamente eccitante. Gli piaceva sentire il profumo del cacciatore misto a quello del sangue della vittima. Adorava il propagarsi furtivo, nell’aria, della crescente adrenalina che pompava velocemente nelle vene del succhia sangue.
Osservava rapito i suoi gesti eleganti. I canini che si materializzavano contrastanti sulle labbra purpuree, i muscoli tesi e definiti, duri come la roccia.
Per abitudine, gettava uno sguardo sulla radura smeraldina che si apriva uno spiazzo nel fitto della vegetazione. Il vento soffiava cauto sulle foglie verdi, muovendole leggermente e lasciandole ondeggiare. Si portò dietro un piccolo cerbiatto. Le gambe snelle e tremanti, il pelo folto, di un marrone vivido e chiazzato da piccoli punti neri e qualcuno, raro, di un soffice bianco candido. Scrutava l’ambiente circostante, curioso ed impaurito, alzando le orecchie puntute ad ogni minimo sussurro dell’aria. Calpestava l’erbetta fresca ed invitante, dubbioso se mangiarla e tornare dalla mamma.
Ma l’istinto di provare qualcosa di così bello ed invitante era troppo forte. L’animale, chinò stupidamente il capo, esponendo il collo elastico e le vene tese, sotto il pelo lucido.
Uno scatto improvviso e silenzioso. Il piccolo non sentì nulla, tranne due denti affilati e feroci, bucargli la pelle.
Era il crepuscolo, simbolo che un’altra giornata stava finendo. Il cielo era roseo, scurendosi man mano che l’orizzonte si allargava, tingendosi di un rosso vivido, come il sangue appena versato.
Lo stesso rosso che si rifletteva negli occhi del dio.
Edward si pulì la bocca con il polsino della maglia, schioccando le dita e riprendendo la strada di casa.
- Hei!- esclamò lo shinigami aprendo le grosse ali e seguendo Edward – non sono mica un cagnolino che mi schiocchi le dita! -
- E’ vero.- rispose il vampiro sazio – un cagnolino è meno fastidioso.- rise compiaciuto della battuta.
Il dio sbuffò rumorosamente.
Percorsero gran parte del viaggio in silenzio. Riuk non è mai stato un tipo particolarmente chiacchierone. Oltretutto era troppo preso ad osservare il cambiamento delle espressioni di Edward, che si susseguivano sul suo volto ad una velocità impressionante.
Prima esprimeva furia, poi calma, con qualche risolino divertito e arrivava persino a ridere di gusto. Era davvero uno spettacolo singolare.
“Chissà a cosa pensa di così divertente?!”  si chiedeva curioso l’immortale.
I pensieri di Edward erano fissi su un'unica idea. Uccidere L.
Ma come?
Sicuramente L era un soprannome. Doveva risalire al suo vero nome, ma se non né aveva mai sentito parlare, L doveva essere una persona scrupolosa e riservata.
Certamente su internet non avrebbe trovato nulla  di veritiero e figuriamoci in televisione, dove tutti si chiedevano chi potesse e come fosse questa famosa o famoso detective.
Già. Non sapeva nemmeno se era maschio o femmina. L, gli si era presentato con una voce criptata.
- Riuk?- domandò il  ragazzo –  Hai detto che chi tocca il quaderno può vederti giusto?-
- Si!- rispose monosillabico accennando un sorriso con la grossa bocca.
- Allora sbrighiamoci. Ho parecchio lavoro da fare.- disse il ramato accelerando il passo.
Riuk sorrise divertito, voltandosi un secondo ad osservare la vegetazione.
Sorrise beffardo proseguendo il volo.
Fuori la piovosa Forks era stata abbandonata una baracca. I vandali della zona l’avevano semi distrutta, per il puro gusto di occupare il tempo, riducendola per lo più ad un cumolo di macerie. La parte ovest della parete esterna era crollata, lasciando libera l’entrata ad un interno spoglio e polveroso. Le pareti riamaste, di un umido legno marcio, ostacolavano l’apertura della porta inutilizzata. Il tetto, anch’esso di legno, era crollato in gran parte e le zone ancora incolumi erano occupate dalle muffe.
Edward entrò spavaldo, calpestando i calcinacci, seguito dal dio della morte, che scrutava in giro curioso attraversando il tutto con la sua innata disinvoltura.
La vista non era certo delle migliori e Riuk si stupì nel vedere l’inumana bellezza del vampiro, rovistare tra le macerie. Due contrasti che facevano risaltare entrambe le parti.
Si avvicinò colpito più dalla strana diversità tra la perfezione dell’immortale e l’inadeguatezza dell’ambiente, che da ciò che Edward stava attentamente cercando.
Il demone portò la grossa faccia ad un palmo di distanza dalla spalla del giovane, osservando attento i movimenti di quello.
- Cosa combini?- gli chiese infine perplesso.
Il vampiro scavava rapido e sicuro tra il disordine, rovistando e studiando prima quello e poi l’altro oggetto. Con gli occhi ambrati fissava ogni particolare di ciò che gli capitava tra le mani. Le dita diafane, affusolate e snelle, permeavano in ogni spazio ridotto.
- Allora?- insistette il demone.
Edward lo ignorò, proseguendo la sua ricerca.
Il dio sbuffò. Gli occhi stretti a fessure, che irradiavano trepidazione e curiosità.
Il compare si voltò, osservandolo torvo per poi sorridergli ammaliatore. Una strana scintilla gli ardeva negli occhi. Si alzò, molleggiando sulle gambe piegate.
- Ho fatto Riuk.- rispose sventolando davanti allo shinigami una tavoletta di legno estremamente piatta e correndo come il fulmine verso casa, lasciandosi dietro una scia profumata.
Riuk, però, rimase lì. Immobile, anche se gli era obbligato seguire il possessore del quaderno.
Gli occhi sgranati dall’emozione, stavolta. Mosse impercettibilmente le dita, come percosse da una flebile scossa. Dietro di lui, una figura antropomorfa, alta, dalle lunghe braccia, rivestita di ossa bucate e sporgenti, di un color panna polveroso, attraversava silenziosa i ruderi. I cappelli unti, formati da grosse ciocche corte e biancastre, simili a serpenti, si muovevano leggermente ad ogni suo pesante passo. Dalle labbra grandi e carnose, di un singolare viola spento, sporgevano due piccoli canini appuntiti. Gli occhi come l’oro erano attraversati da una sottile linea verticale nero pece.
Riuk si voltò osservandola dall’alto in basso. L’ossea figura si fermò a fissarlo di rimando.
- Che piacere rivederti…Rem.- disse Riuk, dipingendosi sulla faccia piatta un sorriso ironicamente benevolo.
- Riuk- Rem lo studiò, posando gli occhi inespressivi sulla cinta del collega a cui era, stranamente, attaccato un quaderno della morte – ero sicura fossi tu la mente dietro tutto ciò. Sei riuscito ad impossessarti di un altro quaderno, presumo.- lo guardò negli occhi, fredda.
- Huhu.- le rispose – Non ti si può nascondere nulla.- si avvicinò all’amica. Lei, di risposta, lo osservava studiandolo. Sapeva che Riuk era una vecchia volpe e aveva sempre cercato di non fidarsi.
- Eri tu che ci seguivi prima, vero, Rem?- le domando, il dio, sorridendo dolcemente. Rem, rimase impassibile. Conosceva i trucchi del corvo. Sapeva che dietro ad ogni suo sorriso, nascondeva un inganno. Immaginava, che, come aveva sottratto il quaderno ad un altro dio, poteva benissimo raggirarla. Forse, avrebbe detto della sua presenza all’umano che accompagnava -così simile alla sua protetta- anche se, conoscendo Riuk, immaginava che se ne sarebbe stato a guardare cosa il ragazzo di prima volesse fare col “suo” quaderno. Motivo in più per non abbassare la guardia.
Rem aprì le lunghe ali pallide, simili a quelle di un pipistrello, e se ne andò nella posizione opposta a quella del vampiro.
Riuk rimase ad osservarla finché non sparì dalla sua vista. Sventolò le ali nere e si diede lo slancio per seguire il vampiro, con il solito ghigno disegnato in faccia.
Edward era già rientrato nella sua stanza, effettuando strane modifiche ad un cassetto della scrivania. Appena Riuk attraversò la parete, gli lanciò un’occhiata sospettosa, continuando il suo lavoro.
- Come mai così in ritardo, Riuk?- gli domandò lanciandogli una mela.
- Così mi vizzi, Edward! – rispose il dio divorando la mela, afferrandola per aria.
- Non mi hai ancora risposto.- sottolineò il vampiro, stringendo gli occhi e scrutando la sua espressione nel rispondergli.
Riuk rimase in silenzio, sogghignando.
- Edward Cullen, sai che io, in questa lotta, non sono dalla tua parte o da quella di L, ma sinceramente non vedo come questa informazione possa agevolare l’uno o l’altro. – Edward rimase in silenzio aspettando la rivelazione del demone –Ho incontrato una mia vecchia conoscenza, una shinigami, ovviamente.- Ridacchiò pensando alla cautela usata da Rem.
Perché tutti dovevano pensare che lui fosse il cattivo? Aveva solo lasciato cadere un innocuo quaderno della morte e dato inizio ad una battaglia tra due menti eccelse, entrambe disposte ad uccidere l’avversario.
Edward lo fissava, serio, cercando di capire dove volesse parare il dio. Ci mise poco più di una frazione di secondo ad arrivarci.
- Vuoi forse dire che c’è qualcun altro che possiede un quaderno della morte?- domandò avvicinando ad una spanna dal volto del demone.
- Oh…- rifletté il dio grattandosi il capo – … non saprei. Gli shinigami scendono su questo mondo per vari motivi.-
Il vampiro gli diede le spalle, contrariato. Prese a camminare per la stanza, avanti ed indietro, posando lo sguardo su tutto e niente.
Rifletteva, assorto.
Riuk non rivela nulla se sa che non ne ricava divertimento.” Pensava “ Però…se mi ha detto ciò, vuol dire che sospetta la stessa cosa."
- Questo è un problema.- disse infine il vampiro – Se c’è davvero qualcun altro in possesso del Death Note, devo impossessarmene il prima possibile.-
Il dio lo guardava, estasiato da quella scena.
- Dannazione!- bestemmiò – Non bastava L.- Picchiò un pugno sulla parete, incrinandola e sbriciolando l’intonaco.
Ma, all’improvviso, come direbbe Archimede, eureka!
Un fastidioso quanto agghiacciante pensiero lo ossessionò.
E se L…avesse un Death Note?
Scosse il capo, mentre Riuk rideva divertito, occupando la camera con quel suono fastidiose della sua voce.
Edward gli tirò una ciabatta spazientito, che il dio, preso alla sprovvista, non riuscì a far passarsi attraverso.
- Ahio!- si lamentò lo shinigami.
Però, come una manna dal cielo, al piano di sotto sbatté la porta dell’ingrosso, portandosi dietro delle voci familiari per il vampiro. Agile, la creatura scatto verso il piano inferiore, lasciandosi dietro il dio.
- Hei Ed...- disse il mietitore smettendo di m
angiare, voltandosi verso il dio e lasciando le mele sulla scrivania. La camera era vuota e stranamente silenziosa.
- Ed?- domando il dio, messosi a cercre sotto le coperte del letto.
- Non l
asciarmi solo Edward!- si lagnò partendo all'inseguimento del compare.
Nel s
alone della gelida villa bianca, erano sopraggiunti tre vampiri; una donna bionda e riplendente di una bellezza eterea ed agitata. Cercava di placare un'altro nuovo arrivato, un uomo grosso e palestrato. I muscoli tesi, evidenziati dal vestiario stretto. Ringhiava minaccioso contro un altro componente della famiglia Cullen.
- J
asper, finiscila di usare i tuoi poteri sul mio stato d'animo!- urlava feroce al compagno il grosso vampiro.
J
asper, apparentemente sempre sofferente, era quello più tranquillo. I capelli  luminosi e biondi lo rendevano simile all'altra ragazza. Accanto a lui, sedeva Alice, piccola e minuta.
- Emmett, moder
a i toni con il mio Jasper.  Lui deve essere compreso!- esclamò  acuta e stridula stringendo a sè il compagno.
- Or
a, mica perchè è l'ultimo arrivato e gli è più difficile adattarsi al nostro stile di vita, dobbiamo farci mettere i piedi in testa!- la ragazza bionda scattò in difesa del ragazzo nerboluto, fulminando il 
piccolo foletto con i suoi occhi ambra, caratteristica di famiglia.
- Sei così
acida da apparire più brutta del solito!- la vampira mora sorse il naso, suscitando le ire della "sorella".
Se c'er
a una cosa che Rosalie odiava, era che chicchesia osasse insultare la sua meravigliosa bellezza. Lei era la donna più bellv ed attraente in assoluto.
-Tu...piccolo ed insolente mostriciattolo!- pronunciò a mezza bocca la bionda. Strusciava i dentri rumososamemte e sporgendo i canini minacciosamente. I pugni stretti, stritolavano la pelle di Emett.
- Rose, c
almati.-  Emmett provò a frenare la furia della moglie.
- CALMARMI?- urlò - E TU SMETTILA DI USARE I TUOI POTERI, JASPER!- ringiò es
asperata e furiosa.
- Che bel clima.- ironizzò Riuk raggiunto  Edward, concentrato, dietro la porta semi chiusa del salone.
Il vampiro  gli lanciò un' occhiata d'approvazione e sorrise maliziosamente maligno. Un sorriso capace di ammaliare e far rabbrividire allo stesso tempo.
- S
ai chi sono loro?- domandò il cacciatore al demone.
-Tuoi f
amiliari?- rispose scettico della domanda.
- Non solo.-
aggiunse Ed entrando in sala - Sono coloro che mi aiuteranno a scovare L!- sorrise lasciando sbalordito il dio.


        ×Anticipazioni:

Cos
a avrà escogitato Edward.
E quale arà la prossima mossa di Bella?
C'è davvero un altro Death Note in giro? E se si, chi lo possiede?
Rivelazioni, sotterfugi ed inganni nel prossimo capitolo.
Death Note capitolo 4, presto ( si sper
a) su EFP.


P.S.- L
a storia, come ben sapete, la sto rimodellando a mio piacere, seguendone, però, le linee principali del manga.
Mi sono accorta che sarà piuttosto lunga, perciò, se vi sto annoiando, non voletemene a male, ma, anzi, fatemelo sapere.
St
ay taned on Death Note - il dio, il quaderno ed il vampiro. ò_ò





  
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