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Autore: BrunaS    08/02/2019    1 recensioni
"Quando tutti furono stramazzati al suolo, Charlie uscì, stravolta, dal suo nascondiglio. Il ragazzo si girò verso di lei e la fulminò con il verde innaturale dei suoi occhi: “Beh, non ringraziarmi.”
Lei lo guardò attentamente. In teoria, sapeva cos’era quello che aveva appena visto ma non vi aveva mai assistito dal vivo prima di allora: “Tu sei… un vampiro?”
Lui le sorrise, ma di un sorriso che faceva paura."
Storia a più capitoli, romantica e a volte crudele, che si svolge nell'immaginaria cittadina americana di Inverary, dove vive una giovane cacciatrice di vampiri. La mitologia è originale ma, sicuramente, strizza l'occhio a tanti romanzi e serie tv sull'argomento. Buona lettura, a chi vorrà!
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La ronda della notte aveva un sapore del tutto diverso. Per la prima volta non si trattava di vampiri Metropolitani ma di Sacerdoti, con uno scopo preciso e pericoloso. A dispetto di ogni timore il giro fu insolitamente tranquillo e Charlie se ne tornò a casa. Era appena entrata in camera sua quando sentì dei colpetti alla finestra.
Si affacciò svelta, immaginando con un misto di ansia e eccitazione, di trovare Blake. Invece era Ryan.
Scese in giardino e il ragazzo le confessò di essere un po’ preoccupato per lei: ultimamente era così sfuggente. Lei si scusò sapendo di non potergli rivelare di più ma, proprio in quel momento, ricevette la telefonata di Pete che le intimava di raggiungerli immediatamente al vecchio cimitero. Si scusò in fretta e furia col suo fidanzato e lo lasciò con un palmo di naso per unirsi al resto della squadra. Rischiava di perdere Ryan, lo sapeva, ma in quel momento c’erano in ballo interessi troppo grossi.
Al cimitero c’erano tutti, tranne lo stesso Pete, abilmente schierati di fronte ad un gruppo di cinque vampiri sconosciuti. C’era molta tensione ma nessuno sembrava in procinto di battersi.
“Come siete arrivati qui?” stava dicendo Blake col solito sorriso beffardo.
“Un’intuizione” rispose un vampiro biondo con una grossa cicatrice in viso.
“O un appuntamento?” incalzò ancora Blake.
 Charlie non capiva ma i volti dei suoi amici tradivano una forte tensione.
“Tu conosci il nascondiglio del libro?” chiese a Blake il vampiro con la cicatrice.
L’altro esplose in una risata: “Sai bene che nessun vampiro lo sa…”
“Qualcuno di loro però sì…” sorrise il biondo indicando i cacciatori.
Blake divenne serio: “Non possono rivelarlo. È il sigillo…”
In quel momento Pete sopraggiunse. Il suo volto era una maschera di terrore. Non disse niente ma Blake sembrò cogliere qualcosa di importante. Si voltò di scatto verso Frank che prima si paralizzò, poi, improvvisamente, tentò di scappare via. Blake si mosse per inseguirlo ma Jack lo bloccò: “Ci pensò io.” E, indicando il gruppo di umani aggiunse: “Non possono farcela senza di te”. A Blake non piacque quello che l’altro aveva detto ma, controvoglia, lasciò che fosse Jack ad inseguire Frank e si rivolse di nuovo agli altri vampiri: “Mi avete proprio fatto arrabbiare…” In tutta risposta il più grosso degli avversari gli si avventò contro facendo strani movimenti con le mani. Blake non si mosse ma, solo con un lampo rosso negli occhi atterrò l’altro e, velocissimo, lo impalettò. I quattro rimasti gli si scagliarono addosso e Pete ordinò a Charlie e Sean di agire immediatamente. Non riuscirono a colpire i vampiri ma li distrassero giusto il tempo che Blake ebbe per colpirne due alle spalle. Rimaneva in vita soltanto quello con la cicatrice che, però, sembrava colpito dal sigillo paralizzante di Blake. Comprendendo di essere spacciato disse: “Sei uno stupido, Blake. Potevamo allearci e raggiungere un grado superiore. I principi di Sophia non ti porteranno niente di buono” Blake non rispose. Con il sorriso stampato in faccia gli strappò il cuore dal petto e commentò: “Principianti…”
In quel momento Jack tornò indietro trascinando Frank. Lo gettò in mezzo agli altri. L’uomo piangeva, Charlie non capiva. Blake lo fissò con estrema durezza e gli chiese: “Dov’è?” Frank, tremante, aprì il suo zaino con l’attrezzatura da caccia e ne tirò fuori un grosso volume, sicuramente antico. Charlie non poteva crederci: era il Codice? Fuori dal nascondiglio? Perché? Vide che Pete abbassava la testa sconsolato e anche Jack faceva lo stesso. Blake si avvicinò a Frank e, afferratolo per il bavero, lo alzò in piedi violentemente. L’uomo, tra le lacrime, implorò il vampiro: “Hanno minacciato la mia famiglia. Hanno soggiogato mia moglie, si sono nutriti dei miei figli!” Blake lo fissò glaciale: “La vita di tua moglie e dei tuoi figli non ha alcuna importanza se si tratta del Codice, non te l’hanno insegnato all’addestramento?” Charlie realizzò cosa doveva essere successo. Non potendo rivelare il nascondiglio ma, sentendosi minacciato, Frank si era accordato con quei vampiri per prendere lui stesso il libro. Erano stati ad un passo dallo sfacelo ma la cosa che più la colpiva erano quelle parole che Blake aveva pronunciato: la vita delle persone amate non aveva alcuna importanza. Era così che bisognava agire per essere dei buoni cacciatori? Era stato anche il principio di suo padre quello? Prima che potesse rendersene conto Blake strappò via il cuore di Frank e abbandonò il cadavere nella polvere. Charlie urlò con quanto fiato aveva in gola e corse verso il corpo esanime dell’amico. Sentì solo che Pete gridava: “Non ce n’era bisogno! Era nostro amico!” e che Blake rispondeva: “Vi avrebbe fatti uccidere tutti…” Charlie piangeva e, tra le lacrime, incontrò lo sguardo costernato di Jack. “Avevi detto che non era cattivo…” gemette lei. “Ti avevo detto che non uccide gente innocente. Frank era un traditore”. Charlie guardò Pete, che non lo negava. Poi guardò Blake: “Stava cercando di proteggere chi amava!” Il vampiro non ebbe alcuna reazione. Disse solo: “Non è così che funziona. Dovresti saperlo se vuoi essere una cacciatrice. Tuo padre lo sapeva…” A sentir nominare suo padre Charlie si alzò in piedi inviperita: “Come puoi essere così freddo?” “Ho quasi 200 anni, ragazzina, sarà pure servito a qualcosa…” La ragazza ricordò le parole di Jack, durante il loro primo incontro: “A te non importa niente, vero? Non ti importava niente della vita di Frank?” Lui disse solo: “Già…” e sparì portandosi dietro Jack.
 
Nei pochi anni in cui faceva la cacciatrice non le era mai capitato nulla di così doloroso, esclusa ovviamente la morte di suo padre a cui però, perlomeno, non aveva assistito personalmente.
Mentre cercava di lavare via la sofferenza con una doccia calda, Charlie pensava solo a qual era la cosa giusta. Frank aveva tradito; ma l’aveva fatto per difendere la sua famiglia. Difendere la famiglia era importante; ma non poteva esserlo più che difendere le sorti del mondo intero. Era questo il destino di un cacciatore? Annullarsi in funzione della propria missione? Per la prima volta dubitò di reggere il colpo. Restava il fatto che Blake aveva ucciso Frank. Che a Blake non importava nulla della vita umana. E che Frank non c’era più.
Uscì dalla doccia e si avvolse un asciugamano intorno al corpo. Aveva gli occhi gonfi di pianto e si muoveva lentamente, priva di forze. Si era abbandonata a sedere sul suo letto mentre le gocce d’acqua le scendevano lungo tutto il corpo. Ad un tratto aveva sentito una voce familiare: “Prenderai freddo…” Blake era fermo davanti alla finestra. La sua bellezza la colpì dolorosamente. Un corpo così bello non poteva essere tanto gelido…
Lui si avvicinò con cautela e le fece una domanda che lei non si aspettava: “Ce l’hai con me?”
Charlie non riusciva a ragionare, gli disse solo che non aveva alcuna voglia di vederlo.
Lui sembrò afferrarlo ma comunque non se ne andò.
“Perché sei qui?” chiese lei.
Blake ci pensò su poi disse: “Non lo so”. La guardò con attenzione e le domandò: “Hai paura di me adesso?” Fu lei stavolta ad ammettere di non saperlo. 
Lui parlò con estrema chiarezza: “Charlie, non so che idea ti sei fatta, ma io sono un vampiro…”
Lei lo interruppe: “Lo so. Un vampiro a cui non importa niente. Non ti importava niente della vita di Frank…”
“È così” disse lui duramente. “Non mi importa niente della vita di nessuno”.
Lei colse in quelle parole qualcosa di troppo forzato: “Però sei qui. A chiedermi se ora ho paura di te. Questo ti importa. Perché?”
Lui la osservò con estrema curiosità. Raramente qualcuno gli aveva parlato in quei termini. Le si avvicinò in maniera pericolosissima e le sussurrò: “Tu mi piaci.” Resto in silenziò per misurare la reazione di lei che, dopo un piccolo, impercettibile sussulto, abbassò lo sguardo. Poi lui continuò: “Non hai paura di questo?” Lei si fece coraggio e tornò a guardarlo dritto in faccia. Sempre in un sussurro, rispose: “Vuoi farmi paura? Non ho neanche il mio anello… Se sei attratto da me potresti benissimo soggiogarmi per ottenere ciò che vuoi”.
Lui non si scompose: “Non lo farò. Non ti soggiogherò per farti venire a letto con me. Quando succederà dovrà essere perché lo volevi anche tu”.
Lei sentì un brivido caldo percorrerle il corpo ancora umido: “E chi dice che succederà?”
“Lo so. Anche tu sei attratta da me”.
Finalmente Charlie trovò la forza di allontanarsi da lui e, senza il coraggio di guardarlo in faccia, esclamò: “E se anche fosse? Io non verrò mai a letto con te. Sei un vampiro, un mostro!”
Credette di averlo minimamente ferito ma lui chiese solo: “Trovi le due cose inconciliabili?”
“Eccome” confermò lei.
Lui tornò verso la finestra da cui era entrato e, prima di uscirne, le disse: “Confidati con Pete a questo proposito. Chiedigli di raccontarti di Elisabeth. Elisabeth Parker”.
 
“Chi è Elisabeth Parker?”
Pete la guardò esterrefatto. Si era precipitata a casa sua praticamente all’alba e aveva tirato fuori quel nome che lui aveva sperato di dimenticare.
“È stato Blake a parlartene?”
“Sì. Chi è?”
Pete sembrava preoccupato: “Ti dirò tutto di Elisabeth Parker se tu mi dirai in quale situazione è spuntato fuori il suo nome”.
Charlie sentì per un attimo un lieve imbarazzo, poi disse: “Beh… Blake è stato da me stanotte”
“Cosa voleva?”
“Non lo so… Misurare la mia reazione rispetto a Frank, credo… mi ha chiesto se avevo paura di lui, cose del genere…”
“E poi?”
Charlie arrossì: “Mi ha detto… che gli piaccio… io gli ho detto che non potrà mai esserci niente tra noi perché lui è un vampiro e lui… ha tirato fuori quel nome e ha detto di chiedere a te”.
Pete passeggiava nervosamente nella stanza. Il silenzio sembrò durare in eterno, poi finalmente parlò: “Elisabeth Parker era una Maestra della notte molto potente, della stessa genia di Blake. Circa quindici anni fa anche lei era una nostra collaboratrice. Era bellissima, intelligente e molto sensuale… Mi sono innamorato di lei. E credevo che anche lei mi volesse bene. Blake disse che non era vero, che lei non amava nessuno, che mi aveva solo usato per ottenere informazioni per fare il doppio gioco con i nostri nemici. Disse che era una traditrice. E che neanch’io l’avevo davvero amata ma ero stato sotto il suo controllo”.
Charlie lesse una forte sofferenza nel racconto di Pete e sentì che mancava ancora qualcosa, qualcosa di tragico. “Quando ti disse tutto questo?”
L’uomo alzò gli occhi verso di lei e lo disse a bruciapelo: “Subito dopo averla uccisa. Davanti ai miei occhi. Senza battere ciglio. Disse tutto questo col suo modo glaciale, mentre io mi disperavo abbracciato al cadavere della donna che amavo. Anche se non era una vera donna. Per questo ti ho detto di stare attenta: l’amore per un vampiro è possibile. Non è giusto, è innaturale, contraddittorio e lacerante, ma non puoi farci niente”. Si fermò per un attimo a pensare poi chiese: “Cosa provi per Blake?”
Charlie non seppe davvero cosa rispondere. Ovviamente non era innamorata di Blake. Lo conosceva appena, era un mostro, aveva perfino paura di lui. Ma non poteva negare di esserne affascinata. C’era una sorta di chimica tra loro. “Non lo so… Forse è vero, sono attratta da lui in un certo senso ma… io ti prometto che non ci sarà mai niente di più”.
Ripensò all’esperienza della notte prima e a quello che Pete le aveva appena raccontato e aggiunse: “Soprattutto dopo che ho visto di cosa è capace”.
  
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