.. You’ve taught ME the wrong from right, now I show you what I AM.."

"The love that dare not speak its name", l’amore che non osa dichiarare il suo nome, riflettevo … la salute rotta, ero in declino, ero stato una cometa, rifulgente, la mia vita una squisita opera d’arte, quindi il declino..

La prigione…

Per sodomia, il mondo mi aveva abbandonato, dopo avermi osannato.

In esilio, sotto i cieli malva e zucchero di Parigi, il profilo della Torre Eiffel, ramingo, un novello e povero Ulisse, che vuole dimenticare, beve sui i giorni e i trionfi trascorsi..

Potevo scrivere ma avevo scordato la gioia.

Un tempo ero prolifico, le parole, i soldi, il successo fluivano rapidi, al pari dei giorni e delle ore, dalle favole, ai libri, alle commedie e conferenze, nulla mi sfuggiva, tutto era mio ed io ero tutto.

Mi ero sposato, due figli,  relazioni estemporanee, il mistero della carne, la solitudine..
Nel 1891, a 22 anni, Gide, Nobel 1947, lo incontra,  scriverà : “Wilde si impegna a uccidere ciò che mi resta dell’anima, sostiene che per conoscere un’essenza bisogna distruggerla..”
 
Il mio attuale, ultimo indirizzo al piccolo, miserabile “Hôtel d'Alsace”, in Rue des Beaux-Arts, in Saint Germain de Pres;  Paris, una sordida miseria che spacca lo spirito.

E il 1900, io sono un uomo che deve chiudere questo nuovo secolo ..
Meningite, febbre e delirio, somministrano i riti della religione cattolica, battesimo e estrema unzione.. ancora prima ho chiesto una coppa di champagne, morivo al di sopra delle mie possibilità.
Come ho vissuto.
La prigione, il mio inferno, dopo mesi mi venne concesso di leggere Dante, tornavo alla lettura, il mio primo, sfolgorante amore..
I bon mots,  dicevo, i miei gusti erano semplici, volevo sempre il meglio..
Quotando Baudelaire, quando ero un dandy, ben ero sublime, vivevo e dormivo dinanzi a uno specchio, il mio Dorian Gray rifuggiva il suo quadro, ricordo (sarà possibile ..probabile??) che mi giunse in mente durante una cena con Conan Doyle, lui pensò a Sherlock Holmes, io a Dorian..
Le preghiere dei morenti, ai miei occhi malati, stanchi la carta da parati appare di un folgorante colore giallo.
Dorato, il colore dell’oro, del Sole, golden like the Sunflowers, i girasoli.
Un piccolo sole.
Girasoli per rappresentare il vero amore, la devozione.
Ne portavo sempre uno all’occhiello della giacca, negli anni ruggenti, della fama, anche qui tornano. .
Ricordo che un pittore, verso il 1888, Van Gogh li dipinse..
Il mio Bosie .. li adorava.
Il decesso giunse il 30 novembre 1900, dopo una notte ventosa.
Al funerale si presentarono in pochi.
Dapprima fu sepolto al cimitero di Bagneux, fuori Parigi,  in seguito la salma venne trasferita, al Père Lachaise, una sfinge scolpita da Jacob Epstein era di guardia.
 

Nota, Bosie era il nomignolo affettuoso dato da Wilde al suo amante, Lord Douglas, la loro relazione e il successivo processo furono la fine per Wilde, rilasciato dalla galera non tornò più in Inghilterra, lo condannarono per  "gross indecency" (grave immoralità)